Mi sono accorto che a ogni fine anno i miei post sono sempre uguali. Le cose non sono andate come volevo, non ho abbastanza salute ed energie per fare quello che vorrei, eccetera.
Fate conto che anche per quest'anno i problemi sono gli stessi, non starò a rivangarli per l'ennesima volta.
Cercherò di parlare invece di un problema che è stato notato da molti. Cosa ci resta degli "anni 10" in campo artistico? Mettendo nel calderone ovviamente anche tutto l'intrattenimento più "pop." Il Trono di Spade? L'universo condiviso dei film Marvel? La versione Disney di Guerre Stellari? Netflix? Come già altri hanno notato, siamo nell'epoca in cui tutto si consuma nel giro di qualche settimana e poi si dimentica. Non c'è più il film o il telefilm mitico che conoscono tutti, che sia Blade Runner (il primo), The Blues Brothers o Happy Days. E questo per via di un'offerta enorme, ridondante, da parte dei colossi dello streaming e del cinema.
Dal momento che non amo passare troppe ore davanti allo schermo, mi sono reso conto che finisco per ignorare produzioni dignitosissime, che anni fa avrei accolto come la manna dal cielo.
La verità è che non è un periodo "povero" di offerte di spettacolo. Ce n'è fin troppo. Per la musica penso esattamente il contrario (periodo di musica schifosa, per lo più immonda) ma si sa, è questione di gusti.
Buon 2020.
martedì 31 dicembre 2019
venerdì 27 dicembre 2019
The Witcher, la mia opinione
Questa serie era attesa, evidentemente. Non solo da me e dagli amanti del fantasy scritto da Andrzej Sapkowski. E deve aver deluso un sacco di gente visto i commenti parecchio critici e talvolta sarcastici che girano in rete. The Witcher è stato recensito da The Independent come un tentativo "dolorosamente trasparente" di riempire il vuoto lasciato dal Trono di Spade con un'altra massiccia dose di "sangue e tette." In vari commenti letti in rete l'ho visto definire noioso, ridicolo, male organizzato nelle scene, ecc... molto esagerati ma in alcuni casi hanno ragione. The Guardian si limita a propinarci (da parte di un'articolista che sembra aver visto solo il primo episodio) una stroncatura tagliente che mi lascia perplesso... Perché il mago che incarica Geralt di uccidere Renfri sarebbe un Incel dalla "mascolinità tossica," per esempio? Ma andiamo con ordine...
lunedì 23 dicembre 2019
Atene
Quest'anno avevo progetti vacanzieri ambiziosi, ma alla fine mi sono limitato a un breve viaggetto in Europa (e uno in Italia, di cui parlo in un altro post). Sono stato ad Atene a dicembre, e devo dire che non è forse la migliore scelta, perché là è un mese piovoso e mi son beccato parecchia acqua, ma ci sono anche dei vantaggi: innanzitutto, ci si risparmiano le code interminabili sotto il sole per visitare le attrazioni. Niente spese per i biglietti da prendere via internet per "saltare la coda," anzi in alcuni casi i prezzi erano scontati. Inoltre, e per il sottoscritto è un serio vantaggio, niente caldo assassino.
venerdì 20 dicembre 2019
The Witcher, è iniziata la serie
Ringraziando Netflix, la serie TV The Witcher è ora disponibile, e mi sono già visto il primo episodio. Sui libri di Sapkowski che hanno ispirato la trama ho dato giudizi contrastanti in passato, pertanto anche sulla serie mantengo i miei dubbi, ma dal primo episodio l'impressione è di assistere, finalmente, a una narrazione fantasy creata in maniera decente.
Quello che, secondo me, Il Trono di Spade non è stato. Quando avrò terminato la visione darò un parere vero e proprio.
Quello che, secondo me, Il Trono di Spade non è stato. Quando avrò terminato la visione darò un parere vero e proprio.
giovedì 19 dicembre 2019
Quando odi il Natale
C'è poco da fare, esiste una certa quantità di persone che odia le feste comandate, le occasioni di convivialità con molta gente, le abbuffate e il consumismo che spesso si associa a questi eventi. Ne so qualcosa perché sono uno di loro.
Il Natale lo sopporto assai poco, ma me ne sono dovuto fare una ragione. L'unica volta in cui ho annunciato che non lo avrei trascorso in famiglia ci fu una mezza fine del mondo. Quindi è diventata una consuetudine cui mi sottopongo cercando di limitare i danni. Un fattore che mi avvantaggia è il fatto che io non abbia un televisore e sia quindi tutelato (abbastanza) dai messaggi pubblicitari a pioggia. E il fatto che non ho molti regali da fare, quindi non devo sbattermi moltissimo per questa esigenza. Quanto alla data fatidica, trovo la giornata del 25 un po' stressante ma sono ormai assuefatto.
Qualche consiglio che posso dare:
Innanzitutto non lasciatevi intontire con continui messaggi sul Natale che sta arrivando, limitate radio e TV all'indispensabile.
In secondo luogo, non immergetevi nel clima natalizio con le vostre scelte di shopping: se al supermercato i panettoni e dolci simili compaiono ormai già a novembre, voi potete decidere "a priori" di non lasciarvi tentare fino al momento in cui l'obbligo sociale ve li farà consumare. Anche se ammetto, personalmente, di avere un certo debole per i dolci natalizi, soprattutto quelli piuttosto insoliti della mia terra natìa.
Albero di Natale: se proprio si deve, minimale e già pronto anno per anno, in modo che basti prenderlo dalla soffitta (o cantina) una settimana prima del 25. Poche decorazioni, lucine ecc... Personalmente non "faccio l'albero" da quando vivo per conto mio. Ormai sono una trentina d'anni.
Se potete: Fuggite, sciocchi! andate in vacanza per qualche giorno in luoghi lontani o impervi, con poche persone intime che vi capiscono, o da soli.
Tormentoni per il pranzo: cercate di indirizzare la famiglia verso poche cose facili da fare. Meno sbattimenti, meno rotture.
Regali: possibilmente pratici e poco costosi. Anche qui serve una "moral suasion" verso i parenti. Almeno provateci.
Regali 2: mai libri. Non li regalate e cercate di non farveli regalare. Non è così semplice, continuo a riceverne anche se ho detto ripetutamente che non li voglio. Si tratta di un regalo troppo personale. Un libro non scelto dal diretto interessato probabilmente sarà sprecato, non verrà mai letto. Se non sapete cosa fare, meglio piuttosto regali "mangerecci" che i libri.
Regali 3: si perde l'effetto sorpresa, ma non c'è niente di male, secondo me, nell'accordarsi con il beneficiario e comprargli quello che vuole. Almeno sarà una cosa gradita. Se si tratta di faccende costose si possono sempre acquistare "in cordata" con altre persone.
Messaggi SMS e Whatsapp natalizi con gli auguri: ricambiateli se li ricevete. Non comportatevi in maniera scortese, anche se non vi piace il Natale.
E fatevi forza, che poi arriva Capodanno...
Il Natale lo sopporto assai poco, ma me ne sono dovuto fare una ragione. L'unica volta in cui ho annunciato che non lo avrei trascorso in famiglia ci fu una mezza fine del mondo. Quindi è diventata una consuetudine cui mi sottopongo cercando di limitare i danni. Un fattore che mi avvantaggia è il fatto che io non abbia un televisore e sia quindi tutelato (abbastanza) dai messaggi pubblicitari a pioggia. E il fatto che non ho molti regali da fare, quindi non devo sbattermi moltissimo per questa esigenza. Quanto alla data fatidica, trovo la giornata del 25 un po' stressante ma sono ormai assuefatto.
Qualche consiglio che posso dare:
Innanzitutto non lasciatevi intontire con continui messaggi sul Natale che sta arrivando, limitate radio e TV all'indispensabile.
In secondo luogo, non immergetevi nel clima natalizio con le vostre scelte di shopping: se al supermercato i panettoni e dolci simili compaiono ormai già a novembre, voi potete decidere "a priori" di non lasciarvi tentare fino al momento in cui l'obbligo sociale ve li farà consumare. Anche se ammetto, personalmente, di avere un certo debole per i dolci natalizi, soprattutto quelli piuttosto insoliti della mia terra natìa.
Albero di Natale: se proprio si deve, minimale e già pronto anno per anno, in modo che basti prenderlo dalla soffitta (o cantina) una settimana prima del 25. Poche decorazioni, lucine ecc... Personalmente non "faccio l'albero" da quando vivo per conto mio. Ormai sono una trentina d'anni.
Se potete: Fuggite, sciocchi! andate in vacanza per qualche giorno in luoghi lontani o impervi, con poche persone intime che vi capiscono, o da soli.
Tormentoni per il pranzo: cercate di indirizzare la famiglia verso poche cose facili da fare. Meno sbattimenti, meno rotture.
Regali: possibilmente pratici e poco costosi. Anche qui serve una "moral suasion" verso i parenti. Almeno provateci.
Regali 2: mai libri. Non li regalate e cercate di non farveli regalare. Non è così semplice, continuo a riceverne anche se ho detto ripetutamente che non li voglio. Si tratta di un regalo troppo personale. Un libro non scelto dal diretto interessato probabilmente sarà sprecato, non verrà mai letto. Se non sapete cosa fare, meglio piuttosto regali "mangerecci" che i libri.
Regali 3: si perde l'effetto sorpresa, ma non c'è niente di male, secondo me, nell'accordarsi con il beneficiario e comprargli quello che vuole. Almeno sarà una cosa gradita. Se si tratta di faccende costose si possono sempre acquistare "in cordata" con altre persone.
Messaggi SMS e Whatsapp natalizi con gli auguri: ricambiateli se li ricevete. Non comportatevi in maniera scortese, anche se non vi piace il Natale.
E fatevi forza, che poi arriva Capodanno...
lunedì 16 dicembre 2019
Ravenna
Vicino a spiagge e piadine si trova una città dalla storia straordinaria. Ravenna, capitale dell'Impero Romano ai tempi del declino, caposaldo bizantino, terra di incontro tra oriente, occidente e... barbari germanici. L'ho visitata in primavera ma per pigrizia ne parlo solo adesso. Il mio interesse è, come sempre, monopolizzato dalle testimonianze storiche, che in questo caso spesso si concretizzano in meravigliosi mosaici.
giovedì 12 dicembre 2019
L'Ultimatum
Scrittore di fantascienza, ripetutamente premiato nel corso della carriera, amico e corrispondente di Ray Bradbury, Greg Bear ci ha offerto la sua versione del "primo contatto" con questo L'Ultimatum del 1987 (in inglese: The Forge of God). L'edizione italiana (collana Cosmo dell'Editrice Nord) ha una copertina secondo me fuorviante, perché vi sono raffigurati uomini armati in tuta spaziale... non voglio esagerare con le anticipazioni, ma questa la faccio: non c'è nulla del genere nella trama. Almeno inizialmente, questo libro ci propone dei misteri e dei fatti sconcertanti (perfino nell'ambito di un primo contatto con gli extraterestri). E gran parte della storia si dipana nel tentativo di capire cosa stia succedendo, come vedremo tra poco. Una precisazione: L'Ultimatum ha anche un seguito, Il Pianeta della Vendetta (Anvil of Stars), che forse leggerò.
La storia comincia con eventi strani, misteriosi; un fatto che può esser notato inizialmente soltanto dall'addetto ai lavori e che per un po' resta inspiegabile. Europa, una delle lune di Giove, scompare. Così, improvvisamente, e senza essere ritrovata a qualche distanza: non c'è più. Insomma un qualcosa che non ha l'aria del fenomeno naturale e che, se naturale non è, può solo essere presagio di qualche potenza extraterrestre all'opera.
La storia comincia con eventi strani, misteriosi; un fatto che può esser notato inizialmente soltanto dall'addetto ai lavori e che per un po' resta inspiegabile. Europa, una delle lune di Giove, scompare. Così, improvvisamente, e senza essere ritrovata a qualche distanza: non c'è più. Insomma un qualcosa che non ha l'aria del fenomeno naturale e che, se naturale non è, può solo essere presagio di qualche potenza extraterrestre all'opera.
giovedì 5 dicembre 2019
Midway
Ho immancabilmente visto Midway, anche se, oggi come oggi, i film di guerra non mi piacciono più come ai tempi della beata gioventù. Si tratta di una produzione indipendente, finanziata per un quarto da case produttrici cinesi (immagino che per vedere i Giapponesi prenderle malamente qualche milione si possa sempre tirare fuori, da quelle parti), e con Roland Emmerich alla regia. Di lui ricordo solo Indipendence Day e The Patriot, credo. The Day after Tomorrow sinceramente non ricordo se l'ho visto o no... ma tutto sommato non posso dire che questo regista mi impressioni favorevolmente. Questo film conferma la mia impressione, e vedremo perché, ma va detto che nei primi giorni sembra incassare forte e piacere al pubblico, anche se molto meno alla critica.
Il film ha un passo veloce, certamente non può farne a meno perché in due ore non si limita a raccontare la battaglia di Midway ma praticamente parte dall'inizio della guerra, quindi Pearl Harbor, poi racconta lo sconcerto di fronte all'avanzata giapponese, le prime reazioni USA e il famoso raid di Doolittle su Tokyo, e la battaglia del Mar dei Coralli. Tutto troppo in fretta, prima di arrivare allo scontro decisivo, anch'esso raccontato con frequenti balzi in avanti. Io conosco piuttosto bene tutta la storia, immagino però che un profano in certi momenti faccia fatica a capire cosa stia succedendo. Si riferisce, per esempio, che a un certo punto la portaerei Yorktown è fuori combattimento, ma è tutto molto sbrigativo, eppure per far fuori questa robusta nave USA ci sono voluti due attacchi (coi Giapponesi convinti di aver colpito due navi diverse) e infine un siluramento da parte di un sommergibile.
Il film ha un passo veloce, certamente non può farne a meno perché in due ore non si limita a raccontare la battaglia di Midway ma praticamente parte dall'inizio della guerra, quindi Pearl Harbor, poi racconta lo sconcerto di fronte all'avanzata giapponese, le prime reazioni USA e il famoso raid di Doolittle su Tokyo, e la battaglia del Mar dei Coralli. Tutto troppo in fretta, prima di arrivare allo scontro decisivo, anch'esso raccontato con frequenti balzi in avanti. Io conosco piuttosto bene tutta la storia, immagino però che un profano in certi momenti faccia fatica a capire cosa stia succedendo. Si riferisce, per esempio, che a un certo punto la portaerei Yorktown è fuori combattimento, ma è tutto molto sbrigativo, eppure per far fuori questa robusta nave USA ci sono voluti due attacchi (coi Giapponesi convinti di aver colpito due navi diverse) e infine un siluramento da parte di un sommergibile.
martedì 3 dicembre 2019
The Irishman
Qualche breve osservazione (con alcune rivelazioni sulla trama) su The Irishman, ultima fatica e forse testamento artistico di Martin Scorsese, che recentemente è stato al centro di una polemica per le sue opinioni poco lusinghiere sul cinema della Marvel-Disney.
Il film, che ho visto in due sessioni su Netflix, dura tre ore e mezza. È senz'altro opera che necessita di un largo respiro perché racconta tutta la vita di un individuo (un criminale) e allo stesso tempo cerca di ricostruire la storia della mafia italo-americana e delle sue relazioni con il mondo degli affari e della politica, su cui avrebbe avuto una pesante influenza.
sabato 30 novembre 2019
Le Mans '66 La Grande Sfida
Il titolo originale di questo film (non usato in Italia, ovviamente) è Ford v Ferrari, ovvero Ford contro Ferrari. Una sfida "tra due uomini," prima ancora che fra le macchine, per motivi che, come il film spiega, derivano da un brusco diniego al tentativo di Ford di acquisire la Ferrari per farne, in pratica, la propria squadra corse. L'anziano Enzo Ferrari divenne così uomo da battere per Henry Ford (secondo), che investì grandi somme allo scopo di vincere la gara più prestigiosa dei tempi, la 24 Ore di Le Mans.
Da qui il titolo italiano Le Mans '66 La Grande Sfida, e qui entrano in gioco i due protagonisti, lo statunitense Carroll Shelby e il britannico Ken Miles, interpretati da Matt Damon e Christian Bale.
martedì 26 novembre 2019
The Wages of Destruction
Adam Tooze, storico britannico, si è sobbarcato l'impresa di analizzare il funzionamento della macchina economica tedesca per il periodo che parte dalla fine della Prima Guerra Mondiale (ormai oltre cento anni fa) fino al termine del successivo conflitto. Come capita quasi sempre quando viene fatta un'analisi seria, quello che viene a galla è ben diverso dalle "verità" che sono state per anni distribuite nei libri scolastici e sullo schermo (la "realtà a cartoni animati" che ci viene somministrata quotidianamente).
Nel libro che ho letto, The Wages of Destruction, che si può tradurre, credo, con Il Prezzo della Devastazione, Tooze analizza la politica economica del Terzo Reich, con un breve preambolo sulla Germania di Weimar. Si tratta di un libro denso, circa 700 pagine scritte fitte, difficilmente leggibili per chi non sia appassionato di storia e dotato di qualche cognizione di economia. Servono entrambe le cose.
Il libro permette di sfatare alcuni miti sulla Seconda Guerra Mondiale, creando un quadro che mette in luce le grandi difficoltà della Germania nel primo dopoguerra e nella ricerca della rivincita, l'inevitabilità della nuova sconfitta, l'impossibilità di mitigare le terribili sofferenze della fame se non con la decisione di far morire tutta una serie di categorie di persone prima che il cittadino tedesco soffrisse (come disse Hitler), la dura realtà di certe materie prime indispensabili che mancavano, e sarebbero continuate a mancare pur con tutti i tentativi di produrle artificialmente.
Nel libro che ho letto, The Wages of Destruction, che si può tradurre, credo, con Il Prezzo della Devastazione, Tooze analizza la politica economica del Terzo Reich, con un breve preambolo sulla Germania di Weimar. Si tratta di un libro denso, circa 700 pagine scritte fitte, difficilmente leggibili per chi non sia appassionato di storia e dotato di qualche cognizione di economia. Servono entrambe le cose.
Il libro permette di sfatare alcuni miti sulla Seconda Guerra Mondiale, creando un quadro che mette in luce le grandi difficoltà della Germania nel primo dopoguerra e nella ricerca della rivincita, l'inevitabilità della nuova sconfitta, l'impossibilità di mitigare le terribili sofferenze della fame se non con la decisione di far morire tutta una serie di categorie di persone prima che il cittadino tedesco soffrisse (come disse Hitler), la dura realtà di certe materie prime indispensabili che mancavano, e sarebbero continuate a mancare pur con tutti i tentativi di produrle artificialmente.
mercoledì 13 novembre 2019
Non solo inquiniamo, ma siamo anche troppi
E il riscaldamento climatico? Da una parte si nega, dall'altra se ne fa una specie di palcoscenico per fini politici, quando non uno spettacolo da baraccone. È davvero tutto effetto della CO2? Che quella sia "solo una ipotesi" molti lo hanno ripetuto, negando l'effetto umano. (Fa comodo a chi non vuole fare nulla, tra l'altro). E del resto è vero che variazioni anche estreme si sono avute quando l'uomo non vi poteva influire. Comunque adesso non dobbiamo pensare alla causa, dobbiamo vedere se è possibile fare qualcosa. E certamente l'inquinamento è opera nostra
L'articolo di Bloomberg che cito oggi parla del problema climatico in generale, e di quello che negli scorsi decenni si è fatto (e non fatto). Gli esperti consultati però, oltre alla necessità di una diminuzione delle emissioni di CO2, si sono spinti oltre, inoltrandosi nel "politicamente difficile" territorio del controllo delle nascite.
L'articolo di Bloomberg che cito oggi parla del problema climatico in generale, e di quello che negli scorsi decenni si è fatto (e non fatto). Gli esperti consultati però, oltre alla necessità di una diminuzione delle emissioni di CO2, si sono spinti oltre, inoltrandosi nel "politicamente difficile" territorio del controllo delle nascite.
La popolazione andrebbe stabilizzata e, idealmente, ridotta, in uno schema che garantisca l'integrità sociale.Una testata italiana cita la medesima fonte con un titolo molto più estremo... "la soluzione finale contro il riscaldamento globale."
martedì 12 novembre 2019
Serie sì e no...
Qualche altro consiglio non richiesto sulle serie TV disponibili...
Mi è capitato di vedere 8 Giorni alla fine, su Sky, con grandi speranze di godermi una grande storia apocalittica. La trama è un po' sul genere di Melancholia, l'incredibile porcata diretta da Lars Von Trier: un asteroide si sta dirigendo verso la terra. Non manca moltissimo all'impatto (gli otto giorni del titolo della serie), gli USA hanno provato a lanciare dei missili ma non sono riusciti a deviarlo. Cosa succederà? La zona che verrà colpita è proprio il centro dell'Europa (la produzione è tedesca, quindi...) e in questo epicentro della catastrofe le speranze di salvarsi sono praticamente nulle.
8 Giorni alla fine ci propone storie di gente comune, famiglie, ecc... C'è chi si prepara a rifugiarsi in un bunker, chi cerca di fuggire in Europa orientale (affrontando alla rovescia le peripezie del traffico di esseri umani), e c'è chi, semplicemente, beve. Di sicuro c'è una cosa: dei tanti milioni che sono in cerca di scampo, molti non potranno trovare una soluzione.
Mi è capitato di vedere 8 Giorni alla fine, su Sky, con grandi speranze di godermi una grande storia apocalittica. La trama è un po' sul genere di Melancholia, l'incredibile porcata diretta da Lars Von Trier: un asteroide si sta dirigendo verso la terra. Non manca moltissimo all'impatto (gli otto giorni del titolo della serie), gli USA hanno provato a lanciare dei missili ma non sono riusciti a deviarlo. Cosa succederà? La zona che verrà colpita è proprio il centro dell'Europa (la produzione è tedesca, quindi...) e in questo epicentro della catastrofe le speranze di salvarsi sono praticamente nulle.
8 Giorni alla fine ci propone storie di gente comune, famiglie, ecc... C'è chi si prepara a rifugiarsi in un bunker, chi cerca di fuggire in Europa orientale (affrontando alla rovescia le peripezie del traffico di esseri umani), e c'è chi, semplicemente, beve. Di sicuro c'è una cosa: dei tanti milioni che sono in cerca di scampo, molti non potranno trovare una soluzione.
mercoledì 6 novembre 2019
Ciao, sono Jack Vance! (e questa storia sono io)
Sapevo che questo libro avrei dovuto leggerlo ma, quando uscì in inglese, rimandai l'acquisto e persi l'occasione. Poi Jack Vance, l'autore di questa autobiografia, morì, e il libro balzò a prezzi impossibili, disponibile solo nel mercato dell'usato.
Ora, tuttavia, è uscito in italiano con il titolo Ciao, sono Jack Vance! (e questa storia sono io), ad opera della Delos Books. Quindi, per farla breve, ho letto la versione digitale dell'autobiografia di quello che è, forse, il mio autore preferito.
A dire il vero della sterminata produzione di Vance ho letto una minima parte, qualcosa mi è piaciuto e qualcosa mi ha lasciato indifferente... tuttavia ci sono due opere almeno, La Terra Morente (ciclo di racconti) e Lyonesse (trilogia) che a mio parere sono tra le migliori del fantasy.
Vance, come gli appassionati sanno già, si dedicò a diversi mestieri, e fu incostante negli studi, pur avendo una passione per la scienza. Passò alcuni anni navigando lungo le rotte commerciali, e questo girovagare fu una caratteristica della sua vita anche quando, in compagnia della moglie, abbandonava tutto e tutti e andava a visitare qualche lontano paese.
Ora, tuttavia, è uscito in italiano con il titolo Ciao, sono Jack Vance! (e questa storia sono io), ad opera della Delos Books. Quindi, per farla breve, ho letto la versione digitale dell'autobiografia di quello che è, forse, il mio autore preferito.
A dire il vero della sterminata produzione di Vance ho letto una minima parte, qualcosa mi è piaciuto e qualcosa mi ha lasciato indifferente... tuttavia ci sono due opere almeno, La Terra Morente (ciclo di racconti) e Lyonesse (trilogia) che a mio parere sono tra le migliori del fantasy.
Vance, come gli appassionati sanno già, si dedicò a diversi mestieri, e fu incostante negli studi, pur avendo una passione per la scienza. Passò alcuni anni navigando lungo le rotte commerciali, e questo girovagare fu una caratteristica della sua vita anche quando, in compagnia della moglie, abbandonava tutto e tutti e andava a visitare qualche lontano paese.
martedì 29 ottobre 2019
King Arthur - Il Potere della Spada
Era un po' doveroso da parte mia recuperare questo film. Ne avevo disertato la visione consapevole del probabile pacco, ai tempi in cui fu disponibile al cinema. Ora però King Arthur - Il Potere della Spada (2017) è disponibile a prezzi popolari in streaming e quindi è arrivato il momento di vederlo.
Premetto che il film, che ha raccolto giudizi contrastanti della critica, doveva essere il primo di una serie di sei, secondo quanto leggo su Wikipedia. Gli incassi, non buoni, hanno causato un brutto colpo alla Warner Bros, che quindi ha abbandonato il progetto.
Per quanto riguarda la storia, senza anticipare troppo, posso dire che c'è uno stravolgimento delle leggende, con Arthur ridotto a fare qualcosa di simile al mafioso locale e al tenutario di bordello, dopo un'infanzia difficile nelle strade di una Londra gallo-romana, dove ancora svettano le rovine di una specie di Colosseo. Personalmente, tuttavia, non mi dispiace che gli artisti pasticcino un po' con questa famosa storia, anche perché il materiale originale non è proprio così chiaro e definito. Arthur è interpretato da Charles Hunnan, che ricordo nei panni di un tamarro-motociclista in Sons of Anarchy, serie TV vista su Netflix ma che non sono riuscito a finire. Cattivo casting, secondo me. Ma procediamo.
Arthur è finito in quella situazione disgraziata (trovatello) poiché il padre (Uther Pendragon, interpretato dal celebre Eric Bana) è stato eliminato dal fratello e rivale, il glaciale Vortigern (Jude Law l'attore, altro nome che non ha bisogno di presentazioni). Pessimo tradimento questo, perché Uther aveva appena fermato l'attacco di Mordred, un mago che assediava Camelot.
Premetto che il film, che ha raccolto giudizi contrastanti della critica, doveva essere il primo di una serie di sei, secondo quanto leggo su Wikipedia. Gli incassi, non buoni, hanno causato un brutto colpo alla Warner Bros, che quindi ha abbandonato il progetto.
Per quanto riguarda la storia, senza anticipare troppo, posso dire che c'è uno stravolgimento delle leggende, con Arthur ridotto a fare qualcosa di simile al mafioso locale e al tenutario di bordello, dopo un'infanzia difficile nelle strade di una Londra gallo-romana, dove ancora svettano le rovine di una specie di Colosseo. Personalmente, tuttavia, non mi dispiace che gli artisti pasticcino un po' con questa famosa storia, anche perché il materiale originale non è proprio così chiaro e definito. Arthur è interpretato da Charles Hunnan, che ricordo nei panni di un tamarro-motociclista in Sons of Anarchy, serie TV vista su Netflix ma che non sono riuscito a finire. Cattivo casting, secondo me. Ma procediamo.
Arthur è finito in quella situazione disgraziata (trovatello) poiché il padre (Uther Pendragon, interpretato dal celebre Eric Bana) è stato eliminato dal fratello e rivale, il glaciale Vortigern (Jude Law l'attore, altro nome che non ha bisogno di presentazioni). Pessimo tradimento questo, perché Uther aveva appena fermato l'attacco di Mordred, un mago che assediava Camelot.
mercoledì 23 ottobre 2019
A Little Hatred (ovvero torna Abercrombie)
E così siamo a una nuova trilogia per il signore del Grimdark, ovvero lo scrittore britannico Joe Abercrombie. Il libro si chiama A Little Hatred (The Age of Madness), che possiamo tradurre, stavolta è facile, con Un po' di Odio (L'Era della Follia). Il libro è fresco fresco, settembre 2019, e ovviamente l'ho letto in inglese, ma non dubito che arriverà anche nella nostra lingua, magari non subito. Il mondo è lo stesso, è il Mondo Circolare, ma sono passati un po' di anni e i protagonisti sono diversi. Alcuni dei vecchi eroi sono diventati leggende, come Logen Novedita. Qualcuno ovviamente lo abbiamo visto morire a suo tempo. Altri sono ancora lì, pomposi, tronfi, vanagloriosi vecchiacci che schiacciano e tengono a freno le giovani generazioni e il loro desiderio di gustare il successo, il potere, il sesso, la guerra, a seconda dei casi. Non mancano le vecchie madri giudiziose e capaci di fermezza.
Un aspetto che esisteva già, ovvero l'età ormai industriale in cui il mondo di Abercrombie si sta addentrando, è ora più accentuato. Uno dei due filoni del libro verte proprio attorno a questa rivoluzione industriale fatta di canali, mulini, caldaie a vapore e ingranaggi: ovviamente, trattandosi di uno scrittore che punta sempre la lente d'ingrandimento sul peggio del peggio, l'enfasi è su sfruttamento e pessime condizioni di vita, nonché sul fenomeno (soprattutto britannico, e trapiantato dall'autore nel proprio mondo fantasy) delle "ecnlosures" ovvero delle recinzioni: la privatizzazione, per usare un termine moderno, di quei terreni che per antica consuetudine feudale erano aperti a tutti gli abitanti delle campagne per fare legna, far pascolare il bestiame e pescare.
Un aspetto che esisteva già, ovvero l'età ormai industriale in cui il mondo di Abercrombie si sta addentrando, è ora più accentuato. Uno dei due filoni del libro verte proprio attorno a questa rivoluzione industriale fatta di canali, mulini, caldaie a vapore e ingranaggi: ovviamente, trattandosi di uno scrittore che punta sempre la lente d'ingrandimento sul peggio del peggio, l'enfasi è su sfruttamento e pessime condizioni di vita, nonché sul fenomeno (soprattutto britannico, e trapiantato dall'autore nel proprio mondo fantasy) delle "ecnlosures" ovvero delle recinzioni: la privatizzazione, per usare un termine moderno, di quei terreni che per antica consuetudine feudale erano aperti a tutti gli abitanti delle campagne per fare legna, far pascolare il bestiame e pescare.
venerdì 18 ottobre 2019
Cosa ha detto Martin Scorsese riguardo alla Marvel?
Sono andato a leggermi un po' di reazioni da parte di personaggi del mondo dello spettacolo alle parole di Martin Scorsese, che (come saprete) alcuni giorni fa ha detto che i film della Marvel non sono cinema. Con queste parole evidentemente intendeva, penso, tutti i film con elevato budget riguardo ai supereroi; non so se accostasse a quel tipo di pellicole anche cose come John Wick, Fast and Furious, la saga di Underworld e simili, ma il commento era diretto esplicitamente alla Marvel.
domenica 13 ottobre 2019
El Camino, ovvero se ne valeva la pena o no
Netflix ci offre una specie di seguito di Breaking Bad. Ringraziando, me lo sono visto. Si tratta di un film, il cui titolo è El Camino: ve ne parlo con un po' di anticipazioni. La prima delle quali in realtà la conoscono più o meno tutti quelli che sono familiari con l'ambientazione di Breaking Bad. Ovvero, il film risponde alla domanda: cosa ne è stato alla fine di Jesse Pinkman? Il giovane spacciatore coprotagonista della serie, interpretato da Aaron Paul, è un personaggio amato dal pubblico, al punto che è stato "promosso" a personaggio principale mentre inizialmente doveva scomparire (immagino finendo in galera o venendo ucciso) dopo solo alcuni episodi.
Alla fine di Breaking Bad, Jesse, prigioniero della banda criminale di "Zio Jack," riesce a evadere e si dà alla fuga. Cosa avviene dopo? E qui, seconda anticipazione, posso dirvi che in questo El Camino non si viene a sapere molto di più, nel senso di storia vera e propria.
Alla fine di Breaking Bad, Jesse, prigioniero della banda criminale di "Zio Jack," riesce a evadere e si dà alla fuga. Cosa avviene dopo? E qui, seconda anticipazione, posso dirvi che in questo El Camino non si viene a sapere molto di più, nel senso di storia vera e propria.
mercoledì 9 ottobre 2019
Il Problema dei Tre Corpi
Di Liu Cixin ho già parlato, senza grandissimi entusiasmi, nel post dedicato a una raccolta di racconti di fantascienza cinesi che ho letto recentemente. Questo Il Problema dei Tre Corpi nel 2015 ha vinto il premio Hugo, e dal momento che autori non anglosassoni solitamente non lo vincono, la cosa mi ha incuriosito e spinto a dare a Liu una seconda chance.
Il libro, tradotto in italiano e pubblicato da Mondadori, è l'inizio di una trilogia, di cui questo è il primo volume; la storia narrata parte da molto lontano. Dalla "rivoluzione culturale" cinese e dai relativi disordini, che coinvolsero milioni di persone, e milioni ne fecero morire. Dal processo a uno scienziato, Ye Zhetai, che subisce una condanna annunciata, e dalle peripezie di sua figlia, Ye Wenjie, la cui vita grama trova rifugio in una remota stazione trasmittente e ricevente, struttura scientifica dove la Cina porta avanti un programma di ricerca sulle forme di vita evolute presenti (eventualmente) nel cosmo.
Anni dopo un altro personaggio, Wang, esplora il mondo di un misterioso videogioco. Dove si raccontano (in verità l'aspetto ludico non l'ho colto, se devo essere sincero) le tribolazioni di una ipotetica civiltà lontana, che cerca di prevedere le "età del caos," in cui il comportamento dei soli del sistema in cui vivono rendono il mondo inabitabile. Questi sfortunati extraterrestri vengono periodicamente spazzati via da periodi troppo freddi o troppo caldi, e con enorme fatica la civiltà deve ogni volta ripartire da capo. Ma il dubbio è anche un altro... Da dove viene il gioco, cosa rappresenta, perché è così minuziosamente dettagliato? Wang cerca di esplorare questo mistero.
Nello stesso tempo c'è un conto alla rovescia, che compare nella vista di alcune persone e persiste ai tentativi di ignorarlo o di comprenderlo. Non c'è spiegazione razionale al fenomeno. Cosa vuol dire? Cosa accade alla fine del conteggio?
Provo a dare qualche parere sul libro senza anticipare troppo. Se avete già un sentore dei contenuti de Il Problema dei Tre Corpi (il che è probabile se siete appassionati di fantascienza, perché questo è un libro di cui si è parlato) procedete senza preoccuparvi; se siete completamente all'oscuro allora vi invito a fermarvi qui e a leggere quest'opera.
Il libro, tradotto in italiano e pubblicato da Mondadori, è l'inizio di una trilogia, di cui questo è il primo volume; la storia narrata parte da molto lontano. Dalla "rivoluzione culturale" cinese e dai relativi disordini, che coinvolsero milioni di persone, e milioni ne fecero morire. Dal processo a uno scienziato, Ye Zhetai, che subisce una condanna annunciata, e dalle peripezie di sua figlia, Ye Wenjie, la cui vita grama trova rifugio in una remota stazione trasmittente e ricevente, struttura scientifica dove la Cina porta avanti un programma di ricerca sulle forme di vita evolute presenti (eventualmente) nel cosmo.
Anni dopo un altro personaggio, Wang, esplora il mondo di un misterioso videogioco. Dove si raccontano (in verità l'aspetto ludico non l'ho colto, se devo essere sincero) le tribolazioni di una ipotetica civiltà lontana, che cerca di prevedere le "età del caos," in cui il comportamento dei soli del sistema in cui vivono rendono il mondo inabitabile. Questi sfortunati extraterrestri vengono periodicamente spazzati via da periodi troppo freddi o troppo caldi, e con enorme fatica la civiltà deve ogni volta ripartire da capo. Ma il dubbio è anche un altro... Da dove viene il gioco, cosa rappresenta, perché è così minuziosamente dettagliato? Wang cerca di esplorare questo mistero.
Nello stesso tempo c'è un conto alla rovescia, che compare nella vista di alcune persone e persiste ai tentativi di ignorarlo o di comprenderlo. Non c'è spiegazione razionale al fenomeno. Cosa vuol dire? Cosa accade alla fine del conteggio?
Provo a dare qualche parere sul libro senza anticipare troppo. Se avete già un sentore dei contenuti de Il Problema dei Tre Corpi (il che è probabile se siete appassionati di fantascienza, perché questo è un libro di cui si è parlato) procedete senza preoccuparvi; se siete completamente all'oscuro allora vi invito a fermarvi qui e a leggere quest'opera.
giovedì 3 ottobre 2019
Dark Crystal: Age of Resistance
Per varie vicissitudini non sono ancora riuscito a terminare la serie The Dark Crystal: Age of Resistance, cosa che mi ero ripromesso di fare subito dopo aver rivisto il vecchio (ma ancora meraviglioso) film che ha creato questa ambientazione (Dark Crystal, ovviamente). Diciamo che così come la produzione della serie è stata travagliata, anche il sottoscritto ha avuto un guaio dietro l'altro mentre cercava di vedersela (sono ai primi episodi). Da quello che posso vedere la serie offre uno sguardo molto più profondo e complesso sul mondo di Thra, seguendo diversi personaggi impegnati in una complessa vicenda attorno a un terribile segreto che può sconvolgere l'intera armonia del mondo.
Dal momento che The Dark Crystal: Age of Resistance è l'antefatto del film del 1982 di Jim Henson e Frank Oz, sappiamo fin dall'inizio che le cose sono destinate a finir male. Forse un limite? Per me non necessariamente, dal momento che la via in cui il destino dovrà svilupparsi è tutta da scoprire.
mercoledì 25 settembre 2019
Below
Un film che ci ho messo parecchio tempo a recuperare, considerando che l'orrore acquatico (soprattutto se si svolge a grande profondità) per me è un obbligo. Below, del 2002, diretto da David Twohy (regista legato alle produzioni dei vari Riddick con l'attore Vin Diesel), è in realtà un film bellico che si trasforma in film dell'orrore nel corso della trama. Seguiamo le disavventure del sommergibile USA Tiger Shark, di pattuglia nell'Atlantico, subito dopo aver affondato una nave appoggio per sommergibili tedesca.
Il Tiger Shark è deviato dalla sua missione e mandato a soccorrere i naufraghi di una nave ospedale britannica, colata a picco da un sommergibile (tedesco). Partiamo subito con una certa tensione, percepiamo che la missione di salvataggio non viene eseguita molto volentieri. Il comandante del sommergibile è brusco, la presenza di una donna tra i sopravvissuti viene subito vista come presagio di sventura, e immediatamente arriva un cacciatorpediniere tedesco a concretizzare questo timore. Il Tiger Shark è soggetto a un terrificante attacco con bombe di profondità: se la cava, ma è solo l'inizio di una serie di eventi che più che a una disgrazia fanno pensare a una maledizione o alla presenza di un traditore, oppure di un fantasma, a bordo.
Il Tiger Shark è deviato dalla sua missione e mandato a soccorrere i naufraghi di una nave ospedale britannica, colata a picco da un sommergibile (tedesco). Partiamo subito con una certa tensione, percepiamo che la missione di salvataggio non viene eseguita molto volentieri. Il comandante del sommergibile è brusco, la presenza di una donna tra i sopravvissuti viene subito vista come presagio di sventura, e immediatamente arriva un cacciatorpediniere tedesco a concretizzare questo timore. Il Tiger Shark è soggetto a un terrificante attacco con bombe di profondità: se la cava, ma è solo l'inizio di una serie di eventi che più che a una disgrazia fanno pensare a una maledizione o alla presenza di un traditore, oppure di un fantasma, a bordo.
sabato 14 settembre 2019
Tolkien
Un film che attendevo da tempo, arrivato in ritardo in Italia e relegato fin dai primi giorni in sale piuttosto periferiche: Tolkien. A quanto pare, non è stato un grande successo, di quelli che attirano milioni di spettatori. Gran peccato, e ancora peggio il fatto che gli incassi (se devo credere a quanto vedo su Wikipedia) non stiano nemmeno coprendo i costi di produzione. Costi che, per quanto non immensi se giudichiamo il mercato anglosassone, sono ovviamente abbastanza sensibili, in quanto si tratta di un film su un periodo storico abbastanza lontano, con scene di guerra da ricostruire, città, locali ecc... La Tolkien Estate, ovvero i familiari che detengono i diritti sulle opere, non ha dato la propria approvazione a questa pellicola. Insomma, un'impresa andata male.
Passando al film in sé, ho trovato la ricostruzione dell'epoca abbastanza convincente, per quanto io sia in grado di valutare, e valido il lavoro degli attori, Nicholas Hoult (che in Mad Max è lo sfortunato Nux) nella parte di Tolkien e Lily Collins nel ruolo di Edith Bratt, l'amore della vita per lo scrittore britannico. Valido anche il regista finnico Dome Karukoski, per quanto possa giudicare io, e gli attori nei ruoli di contorno.
Passando al film in sé, ho trovato la ricostruzione dell'epoca abbastanza convincente, per quanto io sia in grado di valutare, e valido il lavoro degli attori, Nicholas Hoult (che in Mad Max è lo sfortunato Nux) nella parte di Tolkien e Lily Collins nel ruolo di Edith Bratt, l'amore della vita per lo scrittore britannico. Valido anche il regista finnico Dome Karukoski, per quanto possa giudicare io, e gli attori nei ruoli di contorno.
mercoledì 11 settembre 2019
Avengers: Endgame
E così è arrivato in streaming, e per giunta in offerta speciale, e l'ho visto. Avengers: Endgame termina la storia lasciata a metà in Infinity War e, prevedibilmente... attenzione! qui anticipo la trama e quindi devo avvisare che ci saranno i famosi SPOILER! Stavo dicendo, prevedibilmente l'enorme numero di persone uccise dal malvagio Thanos (un ecologista che non guarda in faccia a nessuno) ritorna in vita, compresi i molti eroi che avevamo visto dissolversi nella pellicola precedente.
L'operazione però ha le sue vittime, una delle quali è il mitico Iron Man (Robert Downey Jr.) che si frigge di radiazioni alla fine della storia, per poter usare il potere delle Gemme dell'Infinito e vincere la battaglia. Insomma non manca il dramma, e del resto possono esserci delle ragioni logiche (per Robert Downey, Jr. ad esempio, l'età) perché certi attori escano di scena.
L'operazione però ha le sue vittime, una delle quali è il mitico Iron Man (Robert Downey Jr.) che si frigge di radiazioni alla fine della storia, per poter usare il potere delle Gemme dell'Infinito e vincere la battaglia. Insomma non manca il dramma, e del resto possono esserci delle ragioni logiche (per Robert Downey, Jr. ad esempio, l'età) perché certi attori escano di scena.
venerdì 6 settembre 2019
The Dark Crystal
Ogni volta che mi chiedo se valga davvero la pena di continuare a essere abbonato a Netflix, arriva qualcosa che va visto assolutamente.
Adesso abbiamo disponibili, da pochi giorni, il film The Dark Crystal (1982) e la nuova serie che ne è stata tratta di recente, oltre a un documentario su come vengono animati i pupazzi che costituiscono i personaggi e le creature di questi straordinari spettacoli.
Devo ammettere che sono da sempre stato attratto da qualsiasi cosa legata all'animazione, e in particolare dagli spettacoli di pupazzi manovrati da burattinai, o ripresi in stop motion (i primi Wallace and Gromit, per esempio). D'altra parte sono anzianotto e ho fatto in tempo a vedere, da bambino, le pubblicità dei leggendari Caballero e Carmencita Lavazza...
Adesso abbiamo disponibili, da pochi giorni, il film The Dark Crystal (1982) e la nuova serie che ne è stata tratta di recente, oltre a un documentario su come vengono animati i pupazzi che costituiscono i personaggi e le creature di questi straordinari spettacoli.
Devo ammettere che sono da sempre stato attratto da qualsiasi cosa legata all'animazione, e in particolare dagli spettacoli di pupazzi manovrati da burattinai, o ripresi in stop motion (i primi Wallace and Gromit, per esempio). D'altra parte sono anzianotto e ho fatto in tempo a vedere, da bambino, le pubblicità dei leggendari Caballero e Carmencita Lavazza...
domenica 1 settembre 2019
Primo settembre 1939
Oggi è un anniversario pesante, l'inizio (80 anni fa) della Seconda Guerra Mondiale. Un conflitto che ci è stato raccontato (e Hollywood continua a raccontare) facendo uso di una enorme quantità di balle. Chissà e troverò la voglia e il tempo di parlarne, un giorno.
La guerra si considera iniziare il primo settembre 1939 perché è la data di attacco contro la Polonia; Gran Bretagna e Francia in realtà dichiararono guerra alla Germania dopo un ultimatum, il tre settembre. L'Italia era legata alla Germania da un trattato ma, come sappiamo, per il momento si tenne fuori.
La guerra si considera iniziare il primo settembre 1939 perché è la data di attacco contro la Polonia; Gran Bretagna e Francia in realtà dichiararono guerra alla Germania dopo un ultimatum, il tre settembre. L'Italia era legata alla Germania da un trattato ma, come sappiamo, per il momento si tenne fuori.
giovedì 29 agosto 2019
L'Inizio della Caduta
Ebook di Mirco Tondi, questo L'Inizio della Caduta è una storia fantastica che inizia nel modo più prosaico possibile. Ci porta in una nazione non ben definita (i nomi dei protagonisti non sono in italiano, ma piuttosto anglofoni) dove per gli industriali esistono profitti in salita illimitata, manipolazioni delle leggi e dei diritti sindacali, il tutto sempre e solo a proprio favore, oltre a trastulli a base di droghe e sesso facile, mentre per i poveri lavoratori esistono turni massacranti, paghe da fame, diritti sempre più compressi, incidenti mortali sul lavoro, e per non farsi mancare niente anche un sindacato che è sempre più timido nel fare la propria parte.
Storia di oggi per tanti, per molti storia di ieri, perché se una volta c'era un lavoro da svolgere in pessime condizioni, adesso, spesso, non c'è più nemmeno quello.
Storia di oggi per tanti, per molti storia di ieri, perché se una volta c'era un lavoro da svolgere in pessime condizioni, adesso, spesso, non c'è più nemmeno quello.
giovedì 22 agosto 2019
Elric 3 - Il Lupo Bianco
È al terzo volume (io questo tomo l'ho letto in francese ma è disponibile nella nostra lingua) la saga di Elric di Melniboné a fumetti, curata da Julien Blondel con vari collaboratori, e si conferma come decisamente discordante dalle trame del ciclo di romanzi scritto a suo tempo da Michael Moorcock, di cui vedete una foto qui a destra.
Ma come forse ricorderete (ehm, ne è passato di tempo, ammetto che con questa serie me la sto prendendo proprio comoda) a suo tempo avevamo visto col primo volume che l'autore inglese approvava le scelte della nuova sceneggiatura.
Per cui, non c'è problema, almeno per lui.
Ma come forse ricorderete (ehm, ne è passato di tempo, ammetto che con questa serie me la sto prendendo proprio comoda) a suo tempo avevamo visto col primo volume che l'autore inglese approvava le scelte della nuova sceneggiatura.
Per cui, non c'è problema, almeno per lui.
giovedì 15 agosto 2019
Arthdal Chronicles
Un Trono di Spade in versione coreana? Arthdal Chronicles è una serie TV fantasy sud coreana, distribuita (manco a dirlo) da Netflix, ma senza audio in italiano. La serie è fatta con mezzi abbastanza abbondanti, per quanto a volte gli effetti speciali della computer grafica lascino a desiderare. Certamente ha una trama abbastanza intricata, ma a tratti sa esere avvincente, almeno nelle puntate (non moltissime) che ho seguito.
Senza dubbio vengono messi in mostra ricchi costumi e vistose scenografie. Il mondo di Arthdal sembra essere piuttosto primitivo, un'epoca assai antica, il che a volte contrasta con armi, armature e attrezzature che vengono mostrate. Quanto all'aspetto fantastico, cioè magico, propriamente detto, certamente esiste, ma potrebbe essercene di più, a mio parere.
Senza dubbio vengono messi in mostra ricchi costumi e vistose scenografie. Il mondo di Arthdal sembra essere piuttosto primitivo, un'epoca assai antica, il che a volte contrasta con armi, armature e attrezzature che vengono mostrate. Quanto all'aspetto fantastico, cioè magico, propriamente detto, certamente esiste, ma potrebbe essercene di più, a mio parere.
giovedì 8 agosto 2019
Capolavori che invecchiano male?
Dal momento che il mio principale interesse, quando scrivo, è il fantastico, molte delle mie letture sono di fantascienza o fantasy, oltre a una certa quantità di saggistica sui più svariati argomenti. Ma, anche per migliorare il mio stile, leggo molta narrativa "classica," sia quella decisamente datata (romanzoni francesi e russi dell'ottocento, per esempio), sia quella vecchia solo di qualche decennio, sebbene già passata in qualche modo alla storia della letteratura (scrittori anglosassoni principalmente, ma ci sono anche autori italiani interessanti che magari non sono più sulla bocca di tutti, come Calvino, Pavese, Pratolini, Bassani ecc...).
Chi legge i classici deve per prima sapere della necessità di contestualizzare, ovvero di comprendere le differenze rispetto allo stile di oggi, e ai gusti dei lettori contemporanei, alla società attuale, e via dicendo; se non vi si riesce è meglio limitarsi a quello che è più recente e più comprensibile. A volte però anche la volontà di comprendere un testo nel proprio contesto può non bastare ad apprezzarlo, il che è legittimo (e del resto i gusti sono gusti). A me questo è successo con Il Giovane Holden di J.D. Salinger (il titolo originale del libro, The Catcher in the Rye, è più o meno intraducibile in italiano).
domenica 4 agosto 2019
I libri muoiono di editing?
Trovo oggi un'intervista a Ginevra Bombiani sul Corriere della Sera online, e il titolo mi sorprende. Oggi i libri muoiono di troppo editing, sarà vero? Ovviamente non lo so cosa succede a livello delle grandi case editrici perché sono un autoprodotto che ha avuto a che fare solo con realtà piccolissime. Nell'intervista il concetto è che gli scrittori lavorino sempre più pensando che tanto poi c'è l'editor che mette a posto tutto. E questo rende meno consistenti (e immagino meno significativi, ma l'intervistata non ha usato questo concetto) i libri.
Brevissimo inciso sulla figura dell'editor: senza entrare nelle categorie in maniera troppo pesante, è un lavoro che può esser svolto a diversi livelli. L'editor può verificare che il testo sia ben comprensibile e corretto dal punto di vista formale, e in questo caso lo si può considerare un aiuto irrinunciabile, perché c'è sempre il bisogno di un occhio esperto che ti dica cosa si comprende male - tu non puoi accorgertene, visto che lo hai scritto: tu per forza il testo lo comprendi.
Poi l'editing può arrivare anche ad altri livelli. Un editor può valutare lo stile nei suoi aspetti più generali, i personaggi, i contenuti, la trama. E qui inizia il problema... A quale punto può essere legittimo chiedersi di chi sia veramente la paternità del libro?
martedì 30 luglio 2019
Evangelion (ma non parliamo del doppiaggio)
Ho avuto la possibilità di vedere la serie di Neon Genesis Evangelion (compresi i due film che la completavano), grazie ovviamente a Netflix che l'ha riproposta. Polemiche sul doppiaggio a parte, sono stato abbastanza incuriosito dalla serie, sia per via dei misteri che venivano proposti, sia per le scelte grafiche, anche se c'è nei disegni, a mio modo di vedere, un'alternanza fra soluzioni originali e curiose e altre troppo al risparmio. È comunque stato bello togliermi una curiosità che mi rosicchiava da tempo (negli anni '90 avevo ancora la TV, ma ne facevo scarsissimo uso, e quanto ai cartoni - pardon, anime - non ne vedevo).
Per quanto riguarda la trama, l'opera è confusionaria assai, tanto che lo stesso autore, Hideaki Anno, lascia lo spettatore libero di giungere alle proprie conclusioni. Esiste uno sfizioso e semiserio riassunto in sette minuti che vi consiglio di vedere, se volete lumi, perché non ce la faccio a cimentarmi in un'esposizione dettagliata. [E nonostante questo ci saranno degli spoiler!]
Per quanto riguarda la trama, l'opera è confusionaria assai, tanto che lo stesso autore, Hideaki Anno, lascia lo spettatore libero di giungere alle proprie conclusioni. Esiste uno sfizioso e semiserio riassunto in sette minuti che vi consiglio di vedere, se volete lumi, perché non ce la faccio a cimentarmi in un'esposizione dettagliata. [E nonostante questo ci saranno degli spoiler!]
giovedì 25 luglio 2019
Addio a Rutger Hauer
Non si può scrivere di ogni musicista, scrittore o attore che ci lascia, perché se no si farebbe solo quello, di questi tempi. Voglio però lasciare un breve ricordo di Rutger Hauer perché la sua scomparsa mi ha colpito. Da un lato, nonostante fosse anziano, ancora lavorava e si vedeva sugli schermi e quindi la sua morte è stata piuttosto inattesa, dall'altro è uno dei miei attori preferiti. Come tanti veniva da presupposti poco promettenti ma il suo esordio è stato abbastanza rapido, in patria, e ha avuto la fortuna di passare presto al cinema in lingua inglese, quindi, diciamo, a quello internazionale. Della sterminata filmografia di Rutger Hauer conosco poco; so che ha scelto sempre i ruoli seguendo il proprio gusto e pertanto, pur essendo sempre "un nome," probabilmente ha perso in questo modo la sua chance di entrare nel ristretto gruppo delle superstar hollywoodiane.
Spesso Hauer è stato l'antieroe, il cattivo con un lato simpatico o per cui, in un modo o nell'altro, vogliamo simpatizzare. Sebbene non fosse così come personalità, il suo aspetto glaciale da "bionda bestia da preda" in stile nietzchiano è stato probabilmente sia un aiuto che un limite alla sua carriera. Lo avrei visto come buon candidato per un ruolo da ufficiale nelle SS, ma sebbene quello gli sia mancato, spesso lo si è visto come un personaggio senza scrupoli o addirittura un folle (ad esempio in The Hitcher). Ma questo attore ha in realtà ricoperto mille ruoli drammatici, o da commedia, o sentimentali. Alcuni degli ultimi ruoli interpretati (come ad esempio nel Dracula di Dario Argento) preferisco non prenderli in considerazione ma del resto la catastrofe cinematografica è spesso più colpa del regista che degli attori.
Spesso Hauer è stato l'antieroe, il cattivo con un lato simpatico o per cui, in un modo o nell'altro, vogliamo simpatizzare. Sebbene non fosse così come personalità, il suo aspetto glaciale da "bionda bestia da preda" in stile nietzchiano è stato probabilmente sia un aiuto che un limite alla sua carriera. Lo avrei visto come buon candidato per un ruolo da ufficiale nelle SS, ma sebbene quello gli sia mancato, spesso lo si è visto come un personaggio senza scrupoli o addirittura un folle (ad esempio in The Hitcher). Ma questo attore ha in realtà ricoperto mille ruoli drammatici, o da commedia, o sentimentali. Alcuni degli ultimi ruoli interpretati (come ad esempio nel Dracula di Dario Argento) preferisco non prenderli in considerazione ma del resto la catastrofe cinematografica è spesso più colpa del regista che degli attori.
martedì 23 luglio 2019
Chernobyl, per chi non l'ha vista ancora
Della serie HBO sul disastro di Chernobyl è stato già detto parecchio e la maggior parte delle persone interessate l'ha già vista, quindi sarò breve e non entrerò nei dettagli. Quanto a me, non avendo il televisore (né un regolare abbonamento alla TV o a Sky) ho dovuto vederla in famiglia, e l'ho trovata incredibilmente potente salvo soffrire di difetti che più o meno tutte le produzioni USA hanno, quando trattano di qualche diverso popolo. Il primo difetto è che non riescono a rappresentarlo bene, e non intendo qui dire che sarebbe stato giusto girare la serie in russo o avere attori russi o cose del genere (le ritengo un po' delle stupidaggini, ad essere sincero), ma che pur avendo azzeccato scenari, oggetti, abiti e via dicendo i produttori non hanno centrato il modo di fare della gente, dando di conseguenza una rappresentazione falsa della società sovietica di quei tempi.
Avevo visto tempo fa K-19 (film su un altro incidente nucleare, a bordo di un sommergibile sovietico negli anni '60) e i modi di fare degli attori mi avevano fatto storcere il naso.
Avevo visto tempo fa K-19 (film su un altro incidente nucleare, a bordo di un sommergibile sovietico negli anni '60) e i modi di fare degli attori mi avevano fatto storcere il naso.
martedì 16 luglio 2019
La Strada senza Ritorno
Andrzej Sapkowski, scrittore polacco noto per la serie di libri (e videogiochi) dedicata a The Witcher, ovvero lo "Strigo" Geralt di Rivia, ritorna con questa raccolta di racconti. Variegata, senza un principale filo conduttore. Al punto che coloro che sono rimasti delusi pensando che si trattasse di racconti fantasy più o meno collegati alla famosa serie hanno accusato la Nord di essere stata fuorviante nella sinossi proposta ai lettori.
Io personalmente non ho nulla da ridire. Sapevo di questa discussione e quindi sapevo che nella raccolta La Strada Senza Ritorno non c'erano solo racconti fantasy, o comunque legati al mondo di The Witcher, e del resto non mi interessava: perché volevo leggere qualcosa di questo autore, ma non necessariamente fantasy o legato al famoso ciclo che ho seguito di recente. Quanto alla sinossi, se proprio devo dir la mia, non può essere accusata di affermare che la raccolta si colleghi interamente alle vicende di Geralt di Rivia, e in questo è senz'altro correttissima; può però far pensare che i racconti siano di fantasy, diciamo, tradizionale. Parla di streghe, demoni, cavalieri, maghi, può dare quell'impressione. Mentre invece si tratta di racconti molto diversi l'uno dall'altro: si riferiscono a vari generi. Nota: l'autore ha voluto escludere dall'edizione italiana un'avventura "non canonica" di Geralt di Rivia (Qualcosa finisce, qualcosa comincia).
Il primo dei racconti, il cui titolo dà il nome all'intera raccolta, è inserito organicamente nell'ambientazione dello Strigo; ed è l'unico. Vi si narra delle gesta (alcune) di Korin il guerriero, e della guaritrice Visenna, che gli permette di sopravvivere a un'avventura decisamente impegnativa. Dal momento che abbiamo in ballo un mostro che impedisce la pacifica e produttiva attività dei villici che abitano nei pressi alla sede che si è scelto, la tematica ben si adatta alle tematiche del Sapkowski fantasy.
Io personalmente non ho nulla da ridire. Sapevo di questa discussione e quindi sapevo che nella raccolta La Strada Senza Ritorno non c'erano solo racconti fantasy, o comunque legati al mondo di The Witcher, e del resto non mi interessava: perché volevo leggere qualcosa di questo autore, ma non necessariamente fantasy o legato al famoso ciclo che ho seguito di recente. Quanto alla sinossi, se proprio devo dir la mia, non può essere accusata di affermare che la raccolta si colleghi interamente alle vicende di Geralt di Rivia, e in questo è senz'altro correttissima; può però far pensare che i racconti siano di fantasy, diciamo, tradizionale. Parla di streghe, demoni, cavalieri, maghi, può dare quell'impressione. Mentre invece si tratta di racconti molto diversi l'uno dall'altro: si riferiscono a vari generi. Nota: l'autore ha voluto escludere dall'edizione italiana un'avventura "non canonica" di Geralt di Rivia (Qualcosa finisce, qualcosa comincia).
Il primo dei racconti, il cui titolo dà il nome all'intera raccolta, è inserito organicamente nell'ambientazione dello Strigo; ed è l'unico. Vi si narra delle gesta (alcune) di Korin il guerriero, e della guaritrice Visenna, che gli permette di sopravvivere a un'avventura decisamente impegnativa. Dal momento che abbiamo in ballo un mostro che impedisce la pacifica e produttiva attività dei villici che abitano nei pressi alla sede che si è scelto, la tematica ben si adatta alle tematiche del Sapkowski fantasy.
martedì 9 luglio 2019
Dark Water (2002)
Un film horror giapponese che vanta la regia di Hideo Nakata e tratto da un racconto di Koji Suzuki, entrambi personaggi legati alla serie di The Ring (o meglio, Ringu). Dark Water sembrava avere tutte le credenziali per essere un'esperienza interessante (del resto ha avuto anche un remake statunitense nel 2005). E in effetti interessante lo è, dopo aver superato un avvio lento e proteso più a creare atmosfera che a mostrare cose veramente inquietanti. Confesso di essermi annoiato un po', nella prima mezz'ora, ma desideravo comunque vedere come andava a finire la storia, e da metà in poi il film mi ha davvero preso.
Dark Water è la storia di un madre, Yoshimi Matsubara (Hitomi Kuroki), e della figlia Ikuko, in cerca di una nuova vita. È in corso una battaglia per il divorzio contro un marito deciso a ottenere la custodia della bambina, pur non essendosene molto interessato finché il rapporto con la moglie andava bene. Yoshimi deve quindi badare al benessere della figlia, incontrare una specie di commissione che la valuta, dimostrare di aver organizzato una vita stabile. Deve pertanto affittare una casa e trovare un lavoro. Se la seconda delle imprese le riesce con una certa facilità, la casa che riesce a rimediare è malandata e c'è una vistosa macchia di umidità sul soffitto, e l'amministrazione del condominio non fa niente anche quando comincia a sgocciolare.
Dark Water è la storia di un madre, Yoshimi Matsubara (Hitomi Kuroki), e della figlia Ikuko, in cerca di una nuova vita. È in corso una battaglia per il divorzio contro un marito deciso a ottenere la custodia della bambina, pur non essendosene molto interessato finché il rapporto con la moglie andava bene. Yoshimi deve quindi badare al benessere della figlia, incontrare una specie di commissione che la valuta, dimostrare di aver organizzato una vita stabile. Deve pertanto affittare una casa e trovare un lavoro. Se la seconda delle imprese le riesce con una certa facilità, la casa che riesce a rimediare è malandata e c'è una vistosa macchia di umidità sul soffitto, e l'amministrazione del condominio non fa niente anche quando comincia a sgocciolare.
venerdì 5 luglio 2019
Tra la vita, la morte e gli insulti.
Di Andrea Camilleri non so gran che. Non ho letto niente di suo né ho seguito le produzioni televisive basate su quello che scrive, dal momento che non ho nemmeno la TV. So che ha avuto la sfortuna di stare male, malissimo (è in coma) poco dopo aver fatto una dichiarazione piuttosto pepata contro un noto politico italiano, e da lì è nata in rete la reazione decisamente scomposta: È annegato nel suo vomito, gli sta bene così impara, vedi cosa succede a rompere il c... e così via. Questi i commenti dei leoni da tastiera.
Non mi sembra una cosa di gran classe, sparare a zero su un moribondo. Dico così perché, vista l'età e la gravità del malore che gli è capitato (arresto cardiaco), se anche riprendesse conoscenza e fosse possibile staccarlo dalle macchine Camilleri difficilmente tornerà a qualsiasi tipo di attività. È più probabile invece che sia a un passo dalla fine. Sarebbe opportuno che le polemiche si fermassero.
Umberto Eco un po' se l'era cercata, visto che aveva affermato che internet ha dato la parola "a una legione di imbecilli," posizione non necessariamente sbagliata, ma che a seconda dell'angolazione da cui la osservi può sembrare sacrosanta come anche elitaria e un tantino snob. Ma non mi pare che sia stato salutato in maniera così feroce alla sua dipartita. Il clima è (ulteriormente) peggiorato? I politici ci sguazzano? Sarebbe ora che proprio loro facessero uno sforzo (bipartisan) per mettere un freno a questa deriva di odio e linciaggio, prima che si perda qualsiasi base della convivenza civile, in un momento storico già molto difficile. E chi se non i politici ha il dovere di dare l'esempio?
Non mi sembra una cosa di gran classe, sparare a zero su un moribondo. Dico così perché, vista l'età e la gravità del malore che gli è capitato (arresto cardiaco), se anche riprendesse conoscenza e fosse possibile staccarlo dalle macchine Camilleri difficilmente tornerà a qualsiasi tipo di attività. È più probabile invece che sia a un passo dalla fine. Sarebbe opportuno che le polemiche si fermassero.
Umberto Eco un po' se l'era cercata, visto che aveva affermato che internet ha dato la parola "a una legione di imbecilli," posizione non necessariamente sbagliata, ma che a seconda dell'angolazione da cui la osservi può sembrare sacrosanta come anche elitaria e un tantino snob. Ma non mi pare che sia stato salutato in maniera così feroce alla sua dipartita. Il clima è (ulteriormente) peggiorato? I politici ci sguazzano? Sarebbe ora che proprio loro facessero uno sforzo (bipartisan) per mettere un freno a questa deriva di odio e linciaggio, prima che si perda qualsiasi base della convivenza civile, in un momento storico già molto difficile. E chi se non i politici ha il dovere di dare l'esempio?
martedì 2 luglio 2019
Alan Ford, 50 anni insieme
Il WOW Spazio Fumetto (Milano, viale Campania, spazio ex Motta, ex deposito ATM) ci propone una iniziativa che accoglierà i visitatori fino al 29 settembre prossimo. Si tratta della celebrazione di Alan Ford (il cinquentannale), e dei suoi autori. Creato da Max Bunker (Luciano Secchi) con la collaborazione di Magnus (alias Roberto Raviola, celeberrimo fumettista venuto a mancare nel 1996), questo fumetto presenta storie tipicamente all'italiana, con trame ironicamente spionistiche e protagonisti (Alan Ford e il Gruppo T.N.T.) a metà tra il poveraccio e il cialtrone (alcuni dei loro antagonisti non erano meglio...).
Le storie, che facevano molto uso di satira e ironia, non hanno mai cessato di trovare spunti e ispirazione nelle vicende italiane, sociali e politiche.
Le storie, che facevano molto uso di satira e ironia, non hanno mai cessato di trovare spunti e ispirazione nelle vicende italiane, sociali e politiche.
martedì 25 giugno 2019
Vale la pena di esplorare lo spazio?
Chi ha visto The First Man, il recente film sull'esplorazione spaziale di cui ho parlato solo pochi giorni fa, ha probabilmente notato un segmento fatto con filmati d'epoca dove intervenivano delle persone, tra cui lo scrittore di fantascienza Kurt Vonnegut (Mattatoio Numero 5), ponendo dei dubbi sull'utilità delle missioni spaziali, e sottolineando l'esistenza di problemi più urgenti a cui dedicare i soldi.
Oggi è un po' un periodo di oscurantismo di ritorno, per certi aspetti (parlo, ad esempio, della diffusa diffidenza verso le vaccinazioni, ma si potrebbe anche prendere ad esempio l'incredulità verso lo stesso sbarco sulla Luna), per cui forse può dare un'impressione negativa che un grande autore della fantascienza classica avesse un'opinione del genere su una missione di grande valore scientifico (e anche di sapore, ovviamene, fantascientifico). Va tenuto conto del fatto che Vonnegut era uno spirito indipendente e un po' polemico; ma a quanto pare questi dubbi, del tipo "val la pena mandare razzi, uomini ecc... nello spazio, visti tutti i problemi che abbiamo?" erano ben presenti all'epoca dello sbarco sulla Luna, sebbene fosse un'era in cui di soldi ne giravano di più, almeno nei paesi occidentali.
Oggi è un po' un periodo di oscurantismo di ritorno, per certi aspetti (parlo, ad esempio, della diffusa diffidenza verso le vaccinazioni, ma si potrebbe anche prendere ad esempio l'incredulità verso lo stesso sbarco sulla Luna), per cui forse può dare un'impressione negativa che un grande autore della fantascienza classica avesse un'opinione del genere su una missione di grande valore scientifico (e anche di sapore, ovviamene, fantascientifico). Va tenuto conto del fatto che Vonnegut era uno spirito indipendente e un po' polemico; ma a quanto pare questi dubbi, del tipo "val la pena mandare razzi, uomini ecc... nello spazio, visti tutti i problemi che abbiamo?" erano ben presenti all'epoca dello sbarco sulla Luna, sebbene fosse un'era in cui di soldi ne giravano di più, almeno nei paesi occidentali.
martedì 18 giugno 2019
Alcuni film...
In questo post rivolgo l'attenzione ad alcuni degli ultimi film che ho visto. Non tutti pertinenti al fantastico, ma tutti interessanti.
Quella Casa nel Bosco (The Cabin in the Woods) è un horror del 2012 con un'idea esilarante alla base. È una satira sul genere, e sui luoghi comuni che il pubblico è abituato a vedere nei film dell'orrore. Consiglio di recuperare senz'altro il film se non l'avete visto, e vi consiglio di saltare il prossimo paragrafo se non volete anticipazioni.
[attenzione inizio spoiler!]
Dal momento che vanno in parallelo due storie, la casa maledetta e uno strano esperimento ad alta tecnologia, lo spettatore comprende rapidamente che ci sarà qualcosa di insolito e in effetti ci sarà. La vicenda horror (cliché e stantia) in realtà non è che un complesso rituale che deve tenere a bada qualcosa di terribilmente mostruoso nell'interesse di tutta l'umanità, e i comportamenti inverosimili dei personaggi del film vengono indotti e incoraggiati in tutti i modi dall'esterno, perché fanno parte di questo rituale. Ma il rito stavolta non riesce, con conseguenze terribili.
[fine spoiler]
Quella Casa nel Bosco (The Cabin in the Woods) è un horror del 2012 con un'idea esilarante alla base. È una satira sul genere, e sui luoghi comuni che il pubblico è abituato a vedere nei film dell'orrore. Consiglio di recuperare senz'altro il film se non l'avete visto, e vi consiglio di saltare il prossimo paragrafo se non volete anticipazioni.
[attenzione inizio spoiler!]
Dal momento che vanno in parallelo due storie, la casa maledetta e uno strano esperimento ad alta tecnologia, lo spettatore comprende rapidamente che ci sarà qualcosa di insolito e in effetti ci sarà. La vicenda horror (cliché e stantia) in realtà non è che un complesso rituale che deve tenere a bada qualcosa di terribilmente mostruoso nell'interesse di tutta l'umanità, e i comportamenti inverosimili dei personaggi del film vengono indotti e incoraggiati in tutti i modi dall'esterno, perché fanno parte di questo rituale. Ma il rito stavolta non riesce, con conseguenze terribili.
[fine spoiler]
venerdì 14 giugno 2019
Podcast sulla guerra del Vietnam, terza parte.
Siete ancora con me? Sul podcast di Italian Jam è disponibile la terza puntata del podcast sulla Guerra del Vietnam.
lunedì 10 giugno 2019
Hunger Games
Il fatto che forse un'opera sia ispirata a un'altra comunque non toglie che abbia le sue specifità e ispirazioni proprie, quindi lascio sospesa la questione, anche perché l'originalità assoluta è una cosa praticamente impossibile, oggi come oggi.
giovedì 6 giugno 2019
Rachel, Jack e Ashley Too
Bombardato dagli avvisi di Netflix sull'arrivo della nuova stagione di Black Mirror non mi sono fatto pregare e ho visto l'episodio (Rachel, Jack e Ashley Too) dove tra i protagonisti c'è Miley Cyrus, la cantante pop, e una coppia di sorelle una delle quali è la classica fan instupidita e l'altra invece è una rockettara, quindi completamente diversa. Le due sorelle sono orfane di madre, e il padre, piutosto impegnato a studiare metodi per... dare umanamente la caccia ai topi, non sembra molto aiutarle nel loro momento difficile, o forse non è nemmeno in grado di rendersi conto di questa difficoltà.
venerdì 31 maggio 2019
The Perfection
The Perfection, da poco disponibile su Netflix, fa parte di quelle offerte strane e sopra le righe che ci vengono offerte dal colosso dello streaming online, per quanto la casa produttrice sia all'origine un'altra (Miramax). È un film horror con la sua buona quota di splatter, ma è anche una storia d'intrigo in cui lo spettatore viene continuamente colto di sorpresa dalle trovate dello sceneggiatore, azzeccate o meno che siano, e offre allo spettatore un'atmosfera molto particolare, carica di follia e di minaccia, di situazioni strane, di violenza.
Credo che Richard Shepard, essendo il regista e uno degli sceneggiatori, sia nel bene e nel male il responsabile delle stravaganze della pellicola, ben supportato da diversi validi attori. Una sola citazione da parte mia: Allison Williams, nei panni della protagonista Charlotte, capace di dare una interpretazione ambigua, di insinuare nello spettatore la sensazione che le cose non stiano come sembra. Ed è, ovviamente, così: in quanto la storia viene in un paio di occasioni "riavvolta" e ripetuta per farci vedere quello che veramente è successo, e non mancano i flashback per spiegare o anticipare i colpi di scena. Come ho scritto sopra, si esagera, la logica viene stiracchiata un po' troppo, ma complimenti per la quantità di idee storte e trovate ribalde che sono riusciti a infilare in un solo film, che sembra del resto muoversi fra generi diversi e non risparmia colpi per quanto riguarda sangue, orrore e schifo.
Credo che Richard Shepard, essendo il regista e uno degli sceneggiatori, sia nel bene e nel male il responsabile delle stravaganze della pellicola, ben supportato da diversi validi attori. Una sola citazione da parte mia: Allison Williams, nei panni della protagonista Charlotte, capace di dare una interpretazione ambigua, di insinuare nello spettatore la sensazione che le cose non stiano come sembra. Ed è, ovviamente, così: in quanto la storia viene in un paio di occasioni "riavvolta" e ripetuta per farci vedere quello che veramente è successo, e non mancano i flashback per spiegare o anticipare i colpi di scena. Come ho scritto sopra, si esagera, la logica viene stiracchiata un po' troppo, ma complimenti per la quantità di idee storte e trovate ribalde che sono riusciti a infilare in un solo film, che sembra del resto muoversi fra generi diversi e non risparmia colpi per quanto riguarda sangue, orrore e schifo.
sabato 25 maggio 2019
Astenuti o non astenuti
Lo spunto me lo dà, come tante altre volte, un articolo che ho trovato in rete. Cosa pensa dal punto di vista psicologico, non politico, chi decide di non andare a votare? Come al solito quando si parla di questo argomento saltano fuori gli attacchi più disparati, come: se non vai a votare dopo non hai diritto di protestare per come vanno le cose (ridicolo), c'è gente che ha dato la vita per il tuo diritto di voto (ma anche non andarci è un diritto, o no?), chi non va a votare è stupido perché preferisce il calcio (o la spiaggia), e via dicendo.
Vediamo se stavolta c'è qualcosa di più sostanzioso, partendo dall'affermazione del presidente dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia: gli astenuti ritengono che la politica non li riguardi e, soprattutto, che non abbia effetto sulle loro vite concrete. Questo ovviamente per un certo numero di persone sarà anche vero, ma in moltissimi casi non lo è, altrimenti non si spiegherebbe perché, in certe elezioni, vada a votare una percentuale molto bassa degli elettori, e in altre una percentuale più alta. Se nel 2006 andava a votare l'81,2% degli aventi diritto e nel 2013 il 75,2% (dati di Wikipedia), con un ulteriore calo di circa due punti e mezzo nel 2018, la spiegazione deve essere diversa, non credo che ci sia stato un grande ricambio generazionale, o mutamento di visione del mondo di tale portata, nel giro di così pochi anni.
Vediamo se stavolta c'è qualcosa di più sostanzioso, partendo dall'affermazione del presidente dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia: gli astenuti ritengono che la politica non li riguardi e, soprattutto, che non abbia effetto sulle loro vite concrete. Questo ovviamente per un certo numero di persone sarà anche vero, ma in moltissimi casi non lo è, altrimenti non si spiegherebbe perché, in certe elezioni, vada a votare una percentuale molto bassa degli elettori, e in altre una percentuale più alta. Se nel 2006 andava a votare l'81,2% degli aventi diritto e nel 2013 il 75,2% (dati di Wikipedia), con un ulteriore calo di circa due punti e mezzo nel 2018, la spiegazione deve essere diversa, non credo che ci sia stato un grande ricambio generazionale, o mutamento di visione del mondo di tale portata, nel giro di così pochi anni.
giovedì 23 maggio 2019
Magia e narrativa - terza parte
Riprendendo il discorso da dove lo avevamo lasciato: cosa dice la terza legge di Sanderson sulla magia? Una cosa importante, ma in verità riferibile anche ad altri aspetti di una buona ambientazione. E in parte sono cose di cui abbiamo già parlato qui. La legge dice prima di aggiungere qualcosa di nuovo espandi quello che hai. Se volete leggervela in inglese andate qui. Innanzitutto, è un invito per chi ha creato un mondo ricco e complesso a non seppellire il lettore riempiendo la propria narrazione con l'esposizione di questo bellissimo mondo. Il "worldbuilding" è necessario per una storia di argomento fantastico, ma una storia non ha bisogno di essere incentrata sul worldbuilding, salvo rare eccezioni.
Se si esagera si rischia di annoiare chi legge, e il risultato narrativo migliore non si ha raccontando "tanta roba," ma raccontando bene. In secondo luogo, e qui ci ricolleghiamo a ciò che abbiamo visto prima, chi scrive deve rendersi conto delle implicazioni del magico che ha creato, e analizzarne le conseguenze. Questo arricchisce l'ambientazione molto più che infilarvi a forza nuovi personaggi, nuove meraviglie, incantesimi e via dicendo.
mercoledì 15 maggio 2019
Hellboy (2004)
Di Hellboy, film del 2004 diretto da Guillermo del Toro, è appena uscito un remake. Io sono rimasto un po' indietro e mi sono limitato a vedere il primo (su due) film diretti dal regista messicano sul cornuto diavoletto dei fumetti. Ne parlerò con qualche anticipazione, che spero non dia fastidio visto che il film ormai è in giro da 15 anni.
Guillermo del Toro è uno dei miei registi preferiti ma Hellboy uscì prima della pellicola che gli diede la maggior notorietà (Il Labirinto del Fauno) e pertanto, digiuno dell'argomento trattato (ovvero il fumetto della Dark Horse che diede vita al personaggio) non ho recuperato all'epoca questo film, né ovviamente il seguito. Scopro che la carne al fuoco non manca, parlando di questo protagonista. Hellboy è un personaggio complicato: un demone, ma votato al bene per scelta, e grazie alla guida di un tutore che lo ha allevato, Bruttenholm. Potrebbe essere un personaggio tragico ma la sua indole spaccona e baldanzosa, nel film, rovina un po' questo aspetto, non ce lo vedo molto a fare l'eroe tormentato, piuttosto ama fumare sigari, tenere le corna della lunghezza giusta limandole con la fresatrice, e scatenarsi in una buona scazzottata quando c'è la possibilità.
Guillermo del Toro è uno dei miei registi preferiti ma Hellboy uscì prima della pellicola che gli diede la maggior notorietà (Il Labirinto del Fauno) e pertanto, digiuno dell'argomento trattato (ovvero il fumetto della Dark Horse che diede vita al personaggio) non ho recuperato all'epoca questo film, né ovviamente il seguito. Scopro che la carne al fuoco non manca, parlando di questo protagonista. Hellboy è un personaggio complicato: un demone, ma votato al bene per scelta, e grazie alla guida di un tutore che lo ha allevato, Bruttenholm. Potrebbe essere un personaggio tragico ma la sua indole spaccona e baldanzosa, nel film, rovina un po' questo aspetto, non ce lo vedo molto a fare l'eroe tormentato, piuttosto ama fumare sigari, tenere le corna della lunghezza giusta limandole con la fresatrice, e scatenarsi in una buona scazzottata quando c'è la possibilità.
sabato 11 maggio 2019
Il film su Tolkien ci presenta un grosso punto di domanda
Premesso che non sono uno dei più accalorati seguaci di J.R.R. Tolkien, sono molto interessato al suo lavoro e ho apprezzato la lettura dei suoi libri (ho letto Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli, Albero e Foglia, le sue Lettere e il Silmarillion, chissà che non riesca a trovare il tempo per qualcos'altro ancora). Fremo quindi dalla curiosità per il film che racconta della sua vita, in quanto la biografia è ovviamente importante per comprendere l'autore. A quanto pare il film esce proprio in questi giorni, negli Stati Uniti, ma, sfortuna vuole, noi potremo vederlo solo a settembre. A quanto pare il film espone le esperienze di vita dell'autore come base fondamentale degli eventi che racconta (questo lo sostengono anche alcuni saggisti). Però la pellicola prodotta dalla Fox, a quanto pare, lascia completamente al di fuori della storia il fatto che Tolkien fosse cattolico e l'influenza che la fede religiosa ebbe su di lui.
Ci tengo a precisare che non sono precisamente un gran credente e che è ben possibile che mi aspettino le fiamme dell'inferno, quindi non sto gridando al sacrilegio. O meglio, forse c'è proprio da farlo, invece, ma per un altro motivo: perché se vuoi capire questo autore non puoi prescindere dal fatto che fosse cattolico.
A quanto afferma questo articolo, non si parla della fede cristiana di Tolkien salvo per menzionare l'influenza del suo tutore (peraltro inevitabilmente, visto che ostacolò il rapporto di Tolkien con la futura moglie).
Posso ben credere che la famiglia di Tolkien si sia distanziata da questo film. Peraltro, spero comunque di vederlo al più presto possibile e farmene una opinione per conto mio.
Ci tengo a precisare che non sono precisamente un gran credente e che è ben possibile che mi aspettino le fiamme dell'inferno, quindi non sto gridando al sacrilegio. O meglio, forse c'è proprio da farlo, invece, ma per un altro motivo: perché se vuoi capire questo autore non puoi prescindere dal fatto che fosse cattolico.
A quanto afferma questo articolo, non si parla della fede cristiana di Tolkien salvo per menzionare l'influenza del suo tutore (peraltro inevitabilmente, visto che ostacolò il rapporto di Tolkien con la futura moglie).
Posso ben credere che la famiglia di Tolkien si sia distanziata da questo film. Peraltro, spero comunque di vederlo al più presto possibile e farmene una opinione per conto mio.
martedì 7 maggio 2019
Magia e narrativa - seconda parte
[Questo è il seguito dell'articolo su magia e narrativa iniziato lo scorso 18 aprile.]
Se i limiti ai poteri sono indispensabili per creare un'ambientazione equilibrata dove il magico non sia troppo importante, o quanto meno non più importante di quanto volete voi, questi limiti non devono necessariamente riferirsi soltanto alla difficoltà per un personaggio in quell'ambientazione di ottenere le conoscenze o "l'investitura" necessaria, ma anche alla sua capacità di usarli. Gli esempi abbondano: l'utilizzo della magia fa stancare, fa perdere ricordi, potrebbe addirittura uccidere, mette in contatto con esseri malvagi che desiderano qualcosa in cambio... Esistono moltissimi esempi.
Se i limiti ai poteri sono indispensabili per creare un'ambientazione equilibrata dove il magico non sia troppo importante, o quanto meno non più importante di quanto volete voi, questi limiti non devono necessariamente riferirsi soltanto alla difficoltà per un personaggio in quell'ambientazione di ottenere le conoscenze o "l'investitura" necessaria, ma anche alla sua capacità di usarli. Gli esempi abbondano: l'utilizzo della magia fa stancare, fa perdere ricordi, potrebbe addirittura uccidere, mette in contatto con esseri malvagi che desiderano qualcosa in cambio... Esistono moltissimi esempi.
mercoledì 1 maggio 2019
Solo - A Star Wars Story
So che non è andato affatto bene al botteghino e non me ne meraviglio. Parlo di Solo - A Star Wars Story, il film che, al di fuori dalla linea narrativa di Guerre Stellari, doveva mostrarci il giovane Han Solo, il personaggio cult di Harrison Ford. A mio modesto parere un'operazione del genere poteva evitare il disastro solo per miracolo, perché qualsiasi cosa si cerchi di fare e qualsiasi attore si scelga (nel caso, il ruolo è toccato ad Alden Ehrenreich, già visto in Ave, Cesare!), è praticamente impossibile convincere il pubblico. Per parlare di un altro caso, la ripartenza di Star Trek con nuovi attori forse ha incontrato un flop ma non sarà mai il successo degli originali, insomma sono operazioni molto molto difficili.
domenica 28 aprile 2019
Avengers Endgame, questa non è una recensione
Premesso che lo vedrò, ma non al cinema, è stata una sofferenza sentire rimbombare e rimbalzare dovunque l'aspettativa, i meme su internet, il trionfalismo per l'ennesimo fumettone Marvel e il suo successo. Non voglio fare il raffinato criticone, ma sebbene non neghi la spettacolarità della serie, questa ultima puntata (ma è l'ultima? boh...) dell'universo condiviso Marvel avrà probabilmente anche i difetti delle puntate precedenti, e quindi bah... Comunque non ho sperato che facesse flop, perché sapevo che non sarebbe successo.
Alcune critiche del buon Synergo al precedente film (con qualche aspetto positivo comunque): https://www.youtube.com/watch?v=JzNpjM6kALg
Le linko qui perché somigliano molto alla mia opinione, del resto le avevo già linkate quando ho parlato di Infinity War. E per favore, credetemi su una cosa: se ci sono cose della trama che mi fanno cadere le braccia, tipo Thanos che in una scena ha poteri immensi e in un'altra ci mette un quarto d'ora a togliersi di torno a cazzotti uno che rispetto a lui è un povero fesso, non mi sto inventando un disagio per fare il critico snob o fregnacce del genere. A volte le magagne nella sceneggiatura di un film le vedo, a volte sono distratto e non le vedo, ma se me ne accorgo mi rovinano VERAMENTE l'esperienza dello spettacolo. Non sto lì a cercare il difetto con il lanternino per poi venire a dire che il film è una chiavica, o simile.
Comunque ecco qui una recensione scritta da un appassionato che il film lo ha appena visto.
Buon divertimento. Fra qualche mese, spero, vedrò il film e dirò anche la mia.
Alcune critiche del buon Synergo al precedente film (con qualche aspetto positivo comunque): https://www.youtube.com/watch?v=JzNpjM6kALg
Le linko qui perché somigliano molto alla mia opinione, del resto le avevo già linkate quando ho parlato di Infinity War. E per favore, credetemi su una cosa: se ci sono cose della trama che mi fanno cadere le braccia, tipo Thanos che in una scena ha poteri immensi e in un'altra ci mette un quarto d'ora a togliersi di torno a cazzotti uno che rispetto a lui è un povero fesso, non mi sto inventando un disagio per fare il critico snob o fregnacce del genere. A volte le magagne nella sceneggiatura di un film le vedo, a volte sono distratto e non le vedo, ma se me ne accorgo mi rovinano VERAMENTE l'esperienza dello spettacolo. Non sto lì a cercare il difetto con il lanternino per poi venire a dire che il film è una chiavica, o simile.
Comunque ecco qui una recensione scritta da un appassionato che il film lo ha appena visto.
Buon divertimento. Fra qualche mese, spero, vedrò il film e dirò anche la mia.
Averne, di leader così....
martedì 23 aprile 2019
Da Stalin a Scamarcio
No, non si tratta di un'orripilante ucronia, ma di una breve doppia recensione (che conterrà qualche moderato spoiler). I film in questione sono Morto uno Stalin se ne fa un Altro (The Death of Stalin), del 2017, e Lo Spietato, disponibile su Netflix da alcuni giorni. Il secondo, Lo spietato, è l'ennesimo film sulla scia dei vari Romanzo Criminale, Vallanzasca - gli Angeli del Male, Suburra, Gomorra eccetera. Dei due è il film più semplice da descrivere, in quanto non c'è praticamente niente da dire.
giovedì 18 aprile 2019
Magia e narrativa - prima parte
Quando si scrive su argomenti fantastici e mondi immaginari quasi certamente prima o poi si affronta un argomento che offre in teoria la più completa libertà, mentre al contrario è da affrontare con un'estrema attenzione per non danneggiare, anziché arricchire, la propria narrazione. Parlo della magia e del sovrannaturale in generale, campo dove ci si può sbizzarrire a piacere (perché si inventano cose che non esistono) ma occorre farlo con attenzione alle conseguenze su ambientazione, personaggi e storia.
Spero che l'argomento su come "farlo bene" stia a cuore ai lettori, anche se non mancano esempi (sullo schermo e nei libri) dove il successo commerciale è indipendente dalla cura che dovrebbe essere d'obbligo verso questi aspetti.
Spero che l'argomento su come "farlo bene" stia a cuore ai lettori, anche se non mancano esempi (sullo schermo e nei libri) dove il successo commerciale è indipendente dalla cura che dovrebbe essere d'obbligo verso questi aspetti.
martedì 16 aprile 2019
È scomparso Gene Wolfe
Ieri, è stata una pessima giornata non solo per l'incendio della cattedrale di Notre Dame, ma anche perché è arrivata la notizia della scomparsa di Gene Wolfe (7-5-1931/14-4-2019), uno degli scrittori di fantascienza e fantasy che amo di più.
Gene Wolfe, che ricordo in particolare per il ciclo del Nuovo Sole e per La Quinta Testa di Cerbero, è rimasto attivo fin quasi all'ultimo, pubblicando alcuni romanzi anche dopo i problemi cardiaci che avevano portato alla necessità di un'operazione chirurgica nel 2010. Lo ricordo per lo stile intenso, l'atmosfera di mistero che sapeva evocare, e le fenomenali descrizioni di luoghi e personaggi che mi hanno spinto, sebbene non segua di solito gli autori un po' restii a farsi capire, a leggere diversi dei suoi romanzi.
Con Wolfe se ne va forse l'ultimo dei grandi maestri del fantastico.
Gene Wolfe, che ricordo in particolare per il ciclo del Nuovo Sole e per La Quinta Testa di Cerbero, è rimasto attivo fin quasi all'ultimo, pubblicando alcuni romanzi anche dopo i problemi cardiaci che avevano portato alla necessità di un'operazione chirurgica nel 2010. Lo ricordo per lo stile intenso, l'atmosfera di mistero che sapeva evocare, e le fenomenali descrizioni di luoghi e personaggi che mi hanno spinto, sebbene non segua di solito gli autori un po' restii a farsi capire, a leggere diversi dei suoi romanzi.
Con Wolfe se ne va forse l'ultimo dei grandi maestri del fantastico.
martedì 9 aprile 2019
I Viaggi di Gulliver
Un classico che ovviamente non ha davvero letto nessuno (o quasi?), anche se tutti sanno che vi è un tizio che, a un certo punto, viene catturato degli ometti piccolissimi dopo essersi perso in una strana zona del mondo. Me lo sono recuperato, nella consapevolezza che non sarebbe stata una lettura travolgente, ma che sarebbe stato necessario "contestualizzare," ovvero comprenderla come frutto della sua epoca. Perché parliamo di qualcosa che risale a circa trecento anni fa (un po' meno, nel momento in cui scrivo). I Viaggi di Gulliver (Gulliver's Travels) fu scritto da Jonathan Swift, scrittore che a volte vedrete qualificato come irlandese ma che, pur vivendo in Irlanda, era inglese a tutti gli effetti.
Swift, che era tra l'altro un membro del clero, si segnala a mio parere per un'altro scritto che ho avuto il piacere di leggere, dal titolo Una Modesta Proposta. È un grande pezzo di satira in cui l'autore suggerisce una drastica soluzione per l'abbondanza di bambini poveri e affamati in giro per le strade d'Irlanda: il cannibalismo, ovvero cucinare in vari modi e mangiare i suddetti bambini. Un capolavoro nel suo genere, scritto con uno stile serioso e logico, lo stesso stile che riemerge spesso nei Viaggi di Gulliver, un libro che possiamo considerare fantasy "ante litteram" se vogliamo, con qualche spunto fantascientifico nella città di Laputa, come vedremo.
Swift, che era tra l'altro un membro del clero, si segnala a mio parere per un'altro scritto che ho avuto il piacere di leggere, dal titolo Una Modesta Proposta. È un grande pezzo di satira in cui l'autore suggerisce una drastica soluzione per l'abbondanza di bambini poveri e affamati in giro per le strade d'Irlanda: il cannibalismo, ovvero cucinare in vari modi e mangiare i suddetti bambini. Un capolavoro nel suo genere, scritto con uno stile serioso e logico, lo stesso stile che riemerge spesso nei Viaggi di Gulliver, un libro che possiamo considerare fantasy "ante litteram" se vogliamo, con qualche spunto fantascientifico nella città di Laputa, come vedremo.
giovedì 4 aprile 2019
Tempi difficili per la libertà di internet?
Di leggi bavaglio e di diritto d'autore se n'è parlato altre volte su questo blog. La Direttiva Europea sul copyright, ormai approvata, è una legge che potrebbe avere conseguenze molto pesanti per piccole realtà di internet come, ad esempio, i blogger, o anche le piccole aziende commerciali. Avevo affrontato questo argomento l'estate scorsa, definendo il provvedimento come in teoria lodevole (perché offre protezione e ricompensa a chi crea contenuti) ma in realtà potenzialmente catastrofico.
Finora ho fatto finta di niente; uso link, prendo alcune fotografie, magari citando la fonte se si tratta di qualcosa un po' particolare. Io del resto uso ciò a cui mi collego come base per far partire la mia argomentazione. Non sono sicuro di cosa possa succedere adesso, con la nuova legge, così come non so bene cosa potenzialmente possa accadere (ma qui è una legge italiana) se in un commento sul mio blog venissero postati insulti verso terzi che io non riesca a rimuovere subito.
In pratica, per una grande piattaforma online starebbe arrivando il momento di dover pagare per i contenuti altrui che vengono pubblicati o linkati, usandoli come attrattiva su cui collocare la propria pubblicità. Ovviamente i grandi gruppi non hanno voglia di pagare, e filtrare o controllare quello che i loro utenti mettono in circolazione: io penso che sarebbe invece da fare, e non solo per motivi di compensi economici, ma per esempio anche allo scopo di impedire le cose più estreme e illecite. Storicamente le grandi piattaforme non hanno avuto voglia di fare nemmeno questo. Ora qualcosa dovranno fare, quindi il provvedimento della UE non è proprio da buttare via.
Però... Come si riflette in questo articolo (sarà corretto che io qui lo abbia citato?), si corre il rischio che il grande abbia i mezzi per adeguarsi alla legge, e il piccolo non li abbia.
Personalmente ritengo che qualche regolamentazione ci volesse, ma spero davvero di non riceverne un danno eccessivo.
Finora ho fatto finta di niente; uso link, prendo alcune fotografie, magari citando la fonte se si tratta di qualcosa un po' particolare. Io del resto uso ciò a cui mi collego come base per far partire la mia argomentazione. Non sono sicuro di cosa possa succedere adesso, con la nuova legge, così come non so bene cosa potenzialmente possa accadere (ma qui è una legge italiana) se in un commento sul mio blog venissero postati insulti verso terzi che io non riesca a rimuovere subito.
In pratica, per una grande piattaforma online starebbe arrivando il momento di dover pagare per i contenuti altrui che vengono pubblicati o linkati, usandoli come attrattiva su cui collocare la propria pubblicità. Ovviamente i grandi gruppi non hanno voglia di pagare, e filtrare o controllare quello che i loro utenti mettono in circolazione: io penso che sarebbe invece da fare, e non solo per motivi di compensi economici, ma per esempio anche allo scopo di impedire le cose più estreme e illecite. Storicamente le grandi piattaforme non hanno avuto voglia di fare nemmeno questo. Ora qualcosa dovranno fare, quindi il provvedimento della UE non è proprio da buttare via.
Però... Come si riflette in questo articolo (sarà corretto che io qui lo abbia citato?), si corre il rischio che il grande abbia i mezzi per adeguarsi alla legge, e il piccolo non li abbia.
Personalmente ritengo che qualche regolamentazione ci volesse, ma spero davvero di non riceverne un danno eccessivo.
lunedì 1 aprile 2019
Seconda parte del podcast sulla guerra del Vietnam
Segnalo la seconda parte del podcast sulla guerra (o guerre?) del Vietnam su The ItalianJam. Canale dedito alla musica, ma non solo.
mercoledì 27 marzo 2019
Building Imaginary Worlds
Cosa pensare di un libro che s'intitola Building Imaginary Worlds e si propone di insegnare "teoria e storia della subcreazione?" Certamente prima o poi dovevo leggerlo perché l'argomento è centrale per me (basti vedere il nome di questo blog...). L'autore è Mark J.P. Wolf, docente di comunicazione alla Columbia University del Wisconsin. Il libro parla di mondi immaginari partendo dal concetto (tolkieniano) di subcreazione, ovvero di quella creazione di mondi che è possibile a noi che apparteniamo al "mondo reale" e che non abbiamo quindi poteri miracolosi per produrne altri. E quindi ci affideremo alle parole o al disegno, alla fantasia, ma prendendo sempre spunto dal mondo "primario" (reale) per creare qualcosa di nuovo o di strano. E cercando la complicità del nostro pubblico per rendere la fantasia credibile.
L'autore ha compilato una notevole lista di mondi immaginari, partendo dall'alba dei tempi, dalle leggende e dall'epica, per arrivare ai giorni nostri mostrandoci, innanzitutto, quanto sia maggiore oggi la complessità di queste creazioni e la ricerca della coerenza interna. Certe ambientazioni del passato, quando la geografia del nostro mondo era sconosciuta, erano luoghi sconosciuti ma pur sempre reali, per quanto molto lontani o difficilmente raggiungibili. Poi ci sono stati i luoghi completamente fantastici, i mondi alternativi, le razze inventate, i linguaggi del tutto estranei, e una maggiore consapevolezza nel trattare di questi temi.
L'autore ha compilato una notevole lista di mondi immaginari, partendo dall'alba dei tempi, dalle leggende e dall'epica, per arrivare ai giorni nostri mostrandoci, innanzitutto, quanto sia maggiore oggi la complessità di queste creazioni e la ricerca della coerenza interna. Certe ambientazioni del passato, quando la geografia del nostro mondo era sconosciuta, erano luoghi sconosciuti ma pur sempre reali, per quanto molto lontani o difficilmente raggiungibili. Poi ci sono stati i luoghi completamente fantastici, i mondi alternativi, le razze inventate, i linguaggi del tutto estranei, e una maggiore consapevolezza nel trattare di questi temi.
giovedì 21 marzo 2019
"Come" si gioca di ruolo?
C'è una cosa che dò (diamo) per scontata e invece non lo è. Molte persone sentono parlare dei GDR (Giochi di Ruolo), li associano magari coi videogame e coi boardgame (giochi da tavolo che talvolta hanno una lieve somiglianza, ma di solito no), e non avendo mai visto un gruppo di giocatori all'opera, non hanno la minima idea di come, in pratica, si svolga questo tipo di gioco.
Parto quindi con una spiegazione molto semplice e terra terra, che sarà certamente incompleta e lascerà fuori alcune tipologie di giochi, ma permetterà di farsi un'idea. Cominciando senza indugio, diciamo innanzitutto di cosa stiamo parlando.
domenica 17 marzo 2019
Un podcast sulla Guerra del Vietnam
Ho fatto l'espertone nel podcast di Simone T con un intervento (in diverse puntate) riguardante la Guerra del Vietnam, un argomento cui mi sono sempre appassionato, sebbene ovviamente io non sia uno storico ma solo uno che ha letto un po' di libri. Se mi volete ascoltare, la serie audio comincia qui.
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