martedì 30 luglio 2019

Evangelion (ma non parliamo del doppiaggio)

Ho avuto la possibilità di vedere la serie di Neon Genesis Evangelion (compresi i due film che la completavano), grazie ovviamente a Netflix che l'ha riproposta. Polemiche sul doppiaggio a parte, sono stato abbastanza incuriosito dalla serie, sia per via dei misteri che venivano proposti, sia per le scelte grafiche, anche se c'è nei disegni, a mio modo di vedere, un'alternanza fra soluzioni originali e curiose e altre troppo al risparmio. È comunque stato bello togliermi una curiosità che mi rosicchiava da tempo (negli anni '90 avevo ancora la TV, ma ne facevo scarsissimo uso, e quanto ai cartoni - pardon, anime - non ne vedevo).


Per quanto riguarda la trama, l'opera è confusionaria assai, tanto che lo stesso autore, Hideaki Anno, lascia lo spettatore libero di giungere alle proprie conclusioni. Esiste uno sfizioso e semiserio riassunto in sette minuti che vi consiglio di vedere, se volete lumi, perché non ce la faccio a cimentarmi in un'esposizione dettagliata. [E nonostante questo ci saranno degli spoiler!]

giovedì 25 luglio 2019

Addio a Rutger Hauer

Non si può scrivere di ogni musicista, scrittore o attore che ci lascia, perché se no si farebbe solo quello, di questi tempi. Voglio però lasciare un breve ricordo di Rutger Hauer perché la sua scomparsa mi ha colpito. Da un lato, nonostante fosse anziano, ancora lavorava e si vedeva sugli schermi e quindi la sua morte è stata piuttosto inattesa, dall'altro è uno dei miei attori preferiti. Come tanti veniva da presupposti poco promettenti ma il suo esordio è stato abbastanza rapido, in patria, e ha avuto la fortuna di passare presto al cinema in lingua inglese, quindi, diciamo, a quello internazionale. Della sterminata filmografia di Rutger Hauer conosco poco; so che ha scelto sempre i ruoli seguendo il proprio gusto e pertanto, pur essendo sempre "un nome," probabilmente ha perso in questo modo la sua chance di entrare nel ristretto gruppo delle superstar hollywoodiane.


Spesso Hauer è stato l'antieroe, il cattivo con un lato simpatico o per cui, in un modo o nell'altro, vogliamo simpatizzare. Sebbene non fosse così come personalità, il suo aspetto glaciale da "bionda bestia da preda" in stile nietzchiano è stato probabilmente sia un aiuto che un limite alla sua carriera. Lo avrei visto come buon candidato per un ruolo da ufficiale nelle SS, ma sebbene quello gli sia mancato, spesso lo si è visto come un personaggio senza scrupoli o addirittura un folle (ad esempio in The Hitcher). Ma questo attore ha in realtà ricoperto mille ruoli drammatici, o da commedia, o sentimentali. Alcuni degli ultimi ruoli interpretati (come ad esempio nel Dracula di Dario Argento) preferisco non prenderli in considerazione ma del resto la catastrofe cinematografica è spesso più colpa del regista che degli attori.

martedì 23 luglio 2019

Chernobyl, per chi non l'ha vista ancora

Della serie HBO sul disastro di Chernobyl è stato già detto parecchio e la maggior parte delle persone interessate l'ha già vista, quindi sarò breve e non entrerò nei dettagli. Quanto a me, non avendo il televisore (né un regolare abbonamento alla TV o a Sky) ho dovuto vederla in famiglia, e l'ho trovata incredibilmente potente salvo soffrire di difetti che più o meno tutte le produzioni USA hanno, quando trattano di qualche diverso popolo. Il primo difetto è che non riescono a rappresentarlo bene, e non intendo qui dire che sarebbe stato giusto girare la serie in russo o avere attori russi o cose del genere (le ritengo un po' delle stupidaggini, ad essere sincero), ma che pur avendo azzeccato scenari, oggetti, abiti e via dicendo i produttori non hanno centrato il modo di fare della gente, dando di conseguenza una rappresentazione falsa della società sovietica di quei tempi.


Avevo visto tempo fa K-19 (film su un altro incidente nucleare, a bordo di un sommergibile sovietico negli anni '60) e i modi di fare degli attori mi avevano fatto storcere il naso.

martedì 16 luglio 2019

La Strada senza Ritorno

Andrzej Sapkowski, scrittore polacco noto per la serie di libri (e videogiochi) dedicata a The Witcher, ovvero lo "Strigo" Geralt di Rivia, ritorna con questa raccolta di racconti. Variegata, senza un principale filo conduttore. Al punto che coloro che sono rimasti delusi pensando che si trattasse di racconti fantasy più o meno collegati alla famosa serie hanno accusato la Nord di essere stata fuorviante nella sinossi proposta ai lettori.

Io personalmente non ho nulla da ridire. Sapevo di questa discussione e quindi sapevo che nella raccolta La Strada Senza Ritorno non c'erano solo racconti fantasy, o comunque legati al mondo di The Witcher, e del resto non mi interessava: perché volevo leggere qualcosa di questo autore, ma non necessariamente fantasy o legato al famoso ciclo che ho seguito di recente. Quanto alla sinossi, se proprio devo dir la mia, non può essere accusata di affermare che la raccolta si colleghi interamente alle vicende di Geralt di Rivia, e in questo è senz'altro correttissima; può però far pensare che i racconti siano di fantasy, diciamo, tradizionale. Parla di streghe, demoni, cavalieri, maghi, può dare quell'impressione. Mentre invece si tratta di racconti molto diversi l'uno dall'altro: si riferiscono a vari generi. Nota: l'autore ha voluto escludere dall'edizione italiana un'avventura "non canonica" di Geralt di Rivia (Qualcosa finisce, qualcosa comincia).

Il primo dei racconti, il cui titolo dà il nome all'intera raccolta, è inserito organicamente nell'ambientazione dello Strigo; ed è l'unico. Vi si narra delle gesta (alcune) di Korin il guerriero, e della guaritrice Visenna, che gli permette di sopravvivere a un'avventura decisamente impegnativa. Dal momento che abbiamo in ballo un mostro che impedisce la pacifica e produttiva attività dei villici che abitano nei pressi alla sede che si è scelto, la tematica ben si adatta alle tematiche del Sapkowski fantasy.

martedì 9 luglio 2019

Dark Water (2002)

Un film horror giapponese che vanta la regia di Hideo Nakata e tratto da un racconto di Koji Suzuki, entrambi personaggi legati alla serie di The Ring (o meglio, Ringu). Dark Water sembrava avere tutte le credenziali per essere un'esperienza interessante (del resto ha avuto anche un remake statunitense nel 2005). E in effetti  interessante lo è, dopo aver superato un avvio lento e proteso più a creare atmosfera che a mostrare cose veramente inquietanti. Confesso di essermi annoiato un po', nella prima mezz'ora, ma desideravo comunque vedere come andava a finire la storia, e da metà in poi il film mi ha davvero preso.

Dark Water è la storia di un madre, Yoshimi Matsubara (Hitomi Kuroki), e della figlia Ikuko, in cerca di una nuova vita. È in corso una battaglia per il divorzio contro un marito deciso a ottenere la custodia della bambina, pur non essendosene molto interessato finché il rapporto con la moglie andava bene. Yoshimi deve quindi badare al benessere della figlia, incontrare una specie di commissione che la valuta, dimostrare di aver organizzato una vita stabile. Deve pertanto affittare una casa e trovare un lavoro. Se la seconda delle imprese le riesce con una certa facilità, la casa che riesce a rimediare è malandata e c'è una vistosa macchia di umidità sul soffitto, e l'amministrazione del condominio non fa niente anche quando comincia a sgocciolare.

venerdì 5 luglio 2019

Tra la vita, la morte e gli insulti.

Di Andrea Camilleri non so gran che. Non ho letto niente di suo né ho seguito le produzioni televisive basate su quello che scrive, dal momento che non ho nemmeno la TV. So che ha avuto la sfortuna di stare male, malissimo (è in coma) poco dopo aver fatto una dichiarazione piuttosto pepata contro un noto politico italiano, e da lì è nata in rete la reazione decisamente scomposta: È annegato nel suo vomito, gli sta bene così impara, vedi cosa succede a rompere il c... e così via. Questi i commenti dei leoni da tastiera.

Non mi sembra una cosa di gran classe, sparare a zero su un moribondo. Dico così perché, vista l'età e la gravità del malore che gli è capitato (arresto cardiaco), se anche riprendesse conoscenza e fosse possibile staccarlo dalle macchine Camilleri difficilmente tornerà a qualsiasi tipo di attività. È più probabile invece che sia a un passo dalla fine. Sarebbe opportuno che le polemiche si fermassero.

Umberto Eco un po' se l'era cercata, visto che aveva affermato che internet ha dato la parola "a una legione di imbecilli," posizione non necessariamente sbagliata, ma che a seconda dell'angolazione da cui la osservi può sembrare sacrosanta come anche elitaria e un tantino snob. Ma non mi pare che sia stato salutato in maniera così feroce alla sua dipartita. Il clima è (ulteriormente) peggiorato? I politici ci sguazzano? Sarebbe ora che proprio loro facessero uno sforzo (bipartisan) per mettere un freno a questa deriva di odio e linciaggio, prima che si perda qualsiasi base della convivenza civile, in un momento storico già molto difficile. E chi se non i politici ha il dovere di dare l'esempio?



martedì 2 luglio 2019

Alan Ford, 50 anni insieme

Il WOW Spazio Fumetto (Milano, viale Campania, spazio ex Motta, ex deposito ATM) ci propone una iniziativa che accoglierà i visitatori fino al 29 settembre prossimo. Si tratta della celebrazione di Alan Ford (il cinquentannale), e dei suoi autori. Creato da Max Bunker (Luciano Secchi) con la collaborazione di Magnus (alias Roberto Raviola, celeberrimo fumettista venuto a mancare nel 1996), questo fumetto presenta storie tipicamente all'italiana, con trame ironicamente spionistiche e protagonisti (Alan Ford e il Gruppo T.N.T.) a metà tra il poveraccio e il cialtrone (alcuni dei loro antagonisti non erano meglio...).


Le storie, che facevano molto uso di satira e ironia, non hanno mai cessato di trovare spunti e ispirazione nelle vicende italiane, sociali e politiche.