mercoledì 30 marzo 2016

UT

Una nuova miniserie di Bonelli editore, una specie di fiaba molto dark, a cura di Corrado Roi e Paola Barbato, UT nell'intenzione degli autori porta il lettore in una dimensione misteriosa, senza spiegazioni, con elementi apparentemente normali ma segnali assai concreti di minaccia e di follia dappertutto. UT è un tizio piuttosto originale, con una specie di elmetto che gli copre totalmente la testa, salvo i fori dagli occhi e una fessura dotata di chiusura lampo per la doccia (lo abbiamo già visto in qualche film?), parla e pensa in un modo strano, è il servitore di un entomologo, Decio, che lo tratta spesso come uno scemo... però fin dall'inizio del fumetto è custode di un altro individuo, che era mummificato o ibernato in una specie di sepolcro (ne esce per via di un misterioso tentativo di assalto al luogo di sepoltura, difeso da UT). Questo tizio è Iranon, gigante muto in cerca del proprio passato e della propria identità, celati in un misterioso diario sparso in spizzichi e bocconi. Iranon è poco più loquace di UT stesso...

Se non ci avete capito un accidente, rassicuratevi, non c'è nulla di male, ci ho capito ben poco io stesso dopo essere andato fino in fondo al volume n. 1 di questa storia (che sarà suddivisa in sei albi, alla modica di 4 euro cadauno, o per lo meno il primo costa così).

sabato 26 marzo 2016

Il canone RAI in bolletta

Intanto che vi ingozzate con la colomba pasquale, finalmente si viene a sapere qualcosa su come verrà regolato il canone RAI, tassa odiosissima che, seppure in maniera legale, da bravo bambino, evito di pagare da anni.
In effetti praticamente non guardo la TV, uso il televisore solo come monitor per guardare DVD e non sto scherzando... ormai anche l'ultima cosa che seguivo, i gran premi di formula 1, sono diventati noiosissimi e comunque se proprio mi venisse la tentazione ormai sono disponibili in streaming senza fare alcun atto di pirateria (chiaro che il commento non è in italiano).
Qundi ho intenzione di continuare a non pagare il canone. Come si fa? Esiste un modulo che va scaricato online e compilato. Non è possibile fare tutto online, anche perché c'è da mettere delle firme. Bisogna indicare il codice fiscale oltre ai dati anagrafici di nascita; la presentazione va fatta entro termini non proprio larghissimi (entro aprile se postale, entro il 10 maggio se telematica) per permettere la lavorazione degli addebiti che arriveranno sulle bollette della luce a partire da luglio (una bottarella da 60 euro iniziale e poi 20 a bimestre).

mercoledì 23 marzo 2016

Il Silmarillion

Parlare di Tolkien oggi... praticamente il bacio della morte, di questi tempi, in cui tantissimi schifano il fantasy (tutto, sempre, in ogni caso) e soprattutto quello ispirato a Tolkien e seguaci. Snobbare il fantasy è una fregnaccia snob, lamentarsi per l'eccessiva influenza del professore di Oxford sugli autori e sull'immaginario fantastico è un diritto (di cui mi avvalgo io medesimo), ma resto del parere che Tolkien vada conosciuto non per un obbligo di fedeltà al mostro sacro, semplicemente perché è stato un grande artista.

Di Tolkien mi sono ri-interessato in occasione di un progetto di ricerca che ha impegnato parecchio tempo e che forse vedrà la luce (io lo spero, ma quando dico queste cose di solito mi tiro una scalogna tremenda...), e ho scoperto quanto poco me lo ricordassi. Ed è impossibile per me padroneggiarlo, nel senso che sono un lettore piuttosto lento e se riesco a focalizzare bene, per esempio, la storia del Signore degli Anelli dopo la rilettura, lunga e dolorosa, avvenuta anni fa, mi accorgo che ho già perso qualche pezzo dello Hobbit... e dovrei ricominciare da capo.

giovedì 17 marzo 2016

Ogni Maledetto Lunedì, testimonial di una generazione che non è la mia


Tutti a dire che Zerocalcare si è preso il titolo di portabandiera di una generazione dei trenta-e-qualcosa. E bravo, ho pensato, e alcune vignette viste in giro mi piacevano, però ho aspettato una vita prima di leggerlo. Perché io sono di un'altra classe, il 1964, l'anno record di nascite, in cui un milione di piccoli Italiani sono venuti ad affollare il mondo. Io vengo dal boom, anche se non l'ho visto perché ero troppo piccolo. E come scriveva uno scrittore statunitense (chi? grande premio per chi lo indovina!) quando ero ragazzino c'era un grande fermento, e pareva che nonostante moltissime tragedie si potesse cambiare il mondo, ma poi sono arrivato ai diciotto anni ed era tutto finito. L'invasione della cultura giapponese stava appena cominciando (e forse sarebbe stato meglio non fosse arrivata proprio, ma sto divagando). Non c'erano figurini da mettersi sulla mensola con i personaggi di Star Wars eccetera, se citavi il Signore degli Anelli nessuno sapeva di cosa stavi parlando, la TV era in bianco e nero e c'erano tre o quattro canali, non esistevano (o stavano appena nascendo) i personal computer i videogame gli smartphone o internet, tutte quelle cose che un ragazzino oggi pensa ci siano state anche ai tempi degli antichi romani... in compenso c'era il servizio militare. E poi è cominciato il mondo come lo conosce Zerocalcare, ma per me è stato molto diverso e per certi aspetti non era il mio.

Comunque le sue strisce (ho avuto la possibilità di leggermi Ogni Maledetto Lunedì) sono divertentissime, tra manie personali o generazionali, miti libreschi e televisivi, videogames. Parlano di sciocchezze, a volte, ma sepsso sdrammatizzano su problemi seri. E spazzano via una certa impressione superficiale di tanti che conosco, che oggi i giovani (anzi i ggiovani con due g) siano dei teneroni rammolliti che tanto ci pensa mamma o papà.
La mia generazione però, chi non era proprio fesso o sfortunatissimo, il lavoro lo ha avuto. Oggi invece il ritratto è quello che fa Zerocalcare in quegli inserti tra una storiella e l'altra, il naufragio nella notte nera e tutti fradici aggrappati ai rottami, nella più totale incertezza, con qualcuno che ogni tanto (m'ha fatto pensare quella pagina) non riesce più a tenere la presa e va giù negli abissi.
C'è da riflettere, sì.

venerdì 11 marzo 2016

I Miliardari filantropi: che vadano a farsi fottere

Mondi Immaginari ha sempre ignorato una regola fondamentale del blogging. Ovvero: fare polemica, sempre. Prendendosela alla grande con qualcuno, che sia uno scrittore, un altro blogger, un brutto sito internet (dello stesso tuo ambiente) dove secondo te si dicono fesserie, un film brutto eccetera. Gli accessi da parte dei lettori salgono alle stelle.
Chiaramente anche su queste pagine avete trovato opinioni che vanno decisamente controcorrente e possono aver causato qualche dissidio (che di solito gestisco cercando di non farlo esplodere) ma non vado mai a cercarmi la rissa o a prendermela selvaggiamente con qualcuno, e certo questo non porta alle migliaia di accessi giornalieri che altri possono vantare.


Ma una volta ogni tanto ho voglia di arrabbiarmi anche io. Chiedendo scusa se (di nuovo) scrivo qualcosa su società e politica, tradendo i buoni propositi per il 2016, ho trovato un ottimo bersaglio per una critica serrata. Avete presente quelle notizie che capitano ogni tanto, sulle buone azioni della fondazione di Bill Gates, o su Zuckerberg (quello di Facebook) che regala la maggior parte della sua fortuna? Ecco, queste sono notizie che fanno riflettere. Partiamo dal fatto che metà delle ricchezze del mondo sono nelle mani di qualche decina di persone. Alcuni sono dei perfetti sconosciuti, altri dei personaggi noti a tutti, comunque è così, la disparità di potenziale economico è tale che va sommata la ricchezza di miliardi di persone per raggiungere quella di qualche decina dei maggiori ricconi.

giovedì 3 marzo 2016

Tesseract

Questo Tesseract, di cui ho scritto poco tempo fa una recensione per Fantasy Magazine, è un gioco adatto per tutti (in effetti anche per i bambini), costa poco, si gioca alla svelta (diciamo che lo si può mettere nella categoria dei "filler") e ha una buona rigiocabilità. Inoltre lo distribuisce una casa italiana (Giochi Uniti) ed è ideato da italiani. Insomma, ce n'è già abbastanza per raccomandare di comprarlo. Praticamente gira tutto intorno a due mazzi di carte, uno dei quali (carte di intervento divino) è giocabile dai partecipanti alla partita per usare i poteri della carta e cambiare la configurazione (l'ordine dei colori) di un misterioso quadrato, composto di carte a tre per tre, al centro del tavolo.

Questo quadrato (il famoso Tesseract del titolo) è sempre composto da carte intervento divino, rosse gialle e blu. Sulle carte c'è anche il disegno di una divinità e il richiamo al potere particolare di quella carta. Tale potere può essere una mossa aggiuntiva dopo aver giocato la carta, o poter pescare delle carte in più, rubare una carta dalla mano dell'avversario, un bonus di un punto vittoria eccetera. Già... Ma perché uno dovrebbe cambiare i colori di questa formazione tre per tre in mezzo al tavolo? Ora ci arriviamo. L'altro mazzo di carte (in realtà hanno le medesime dimensioni ma il dorso è diverso) si compone delle carte dell'equilibrio, che riproducono una griglia di quadrettini colorati (tutti in grigio più un blu, un rosso e un giallo). In pratica questo "puzzle" riportato sulle carte equilibrio deve essere ricostruito dal giocatore sul quadratone centrale: quando riesce a farlo, si porta a casa i punti vittoria della carta equilibrio.