giovedì 16 gennaio 2025

The Drowned World

 The Drowned World (1962) è uno dei primi successi di James Graham Ballard (1930 - 2009), un autore che spesso si è confrontato con temi distopici e post apocalittici. Il tema del libro fa pensare facilmente a disastri ambientali causati dall'attività umana, ma non si tratta di questo: The Drowned World non parla di una catastrofe provocata dall'inquinamento. C'è stato un aumento d'intensità delle tempeste solari, la ionosfera che protegge la Terra è stata strappata via e il caldo è diventato violento e opprimente: le regioni più assolate, quelle equatoriali, sono diventate inabitabili. E via via il caldo diventa insostenibile ovunque.

I ghiacci si sono sciolti, enormi fiumi invadono le terre e le città, portando depositi di sedimenti che creano una nuova geografia. Lagune, sbarramenti limacciosi, edifici che si trasformano in isole, con i piani bassi allagati.

La fauna si trasforma, ovunque abbiamo grosse e pericolose zanzare, e non meno pericolosi alligatori e iguana. La tesi di Ballard è che al cambiare delle condizioni climatiche, che tornano quelle di milioni di anni fa, le specie viventi si adattano con una specie di trasformazione del DNA che torna a configurazioni del passato, secondo uno dei personaggi è un ritorno a condizioni del Triassico. Non meno profondi i cambiamenti nell' uomo. Le condizioni climatiche risvegliano un inconscio collettivo che fa presa nelle menti con incubi, visioni e ossessioni.

Chi ne è maggiormente affetto è attratto in maniera irresistibile e deve andare verso l'equatore, deve abbracciare il caldo, i pericoli, i nuovi modi di vivere.

La maggior parte dell' umanità invece evacua verso le terre ancora abitabili, sotto la supervisione dell' ONU. Qui ci sarebbe una storia degna di essere approfondita, ma no, non avviene. Le problematiche che subito si presentano alla mente, ovvero la scarsità di cibo, alloggi ecc... non fanno nemmeno capolino. Da una parte, l'umanità è stata colpita da un repentino calo della fertilità, quindi si sta estinguendo per altri motivi (ma anche l'invecchiamento di una umanità sterile magari meritava un approfondimento). Dall'altra, a Ballard interessa raccontare basandosi sulle esperienze personali di un pugno di personaggi.

Il libro narra fatti che avvengono alcuni decenni dopo l'inizio delle trasformazioni climatiche. Non racconto per filo e per segno la trama, ma ci saranno delle anticipazioni: il lettore è avvisato.

Keran, il protagonista, vive al seguito di una spedizione sotto controllo militare, mentre studia la biologia delle creature presenti in quella che era stata una grande città. Vive in un posto di lusso, ha generatori di corrente per la luce e l' aria condizionata, mangia e beve bene, e si muove in barca. Keran si rende conto che tutto è assurdo e inutile, a partire proprio dal suo lavoro, e comincia a pensare di restare indietro quando la missione si sposterà verso zone più vivibili.

Altre persone, tra cui la bella e capricciosa Beatrice, sono dello stesso avviso. Briggs, l' ufficiale che comanda la spedizione, invece resta fedele agli insensati ordini ricevuti e cerca di mantenere insieme la baracca.

La storia (attenzione inizio SPOILER) vedrà l' incursione di una banda di predoni, il cui capo si è invaghito della bella e vuole eliminare Keran. Non è nulla di speciale come trama, a dire il vero. Tuttavia lo scopo ultimo del protagonista non è salvare la bella e vivere per sempre felici e contenti, ma seguire il proprio destino di fondersi con questo nuovo mondo. Sia lui che Beatrice che Bodkin, l'assistente di Keran, fuggono dalla civiltà ma non come gruppo bensì ognuno per conto proprio con differenti obiettivi. (fine del maggiore SPOILER)

Il vero fine dell'autore, più che ammannirci una storia di avventure, è di descrivere questo "mondo annegato" con una ricchezza di dettaglio e gran quantità di similitudini fantasiose e azzeccate. Nonostante una conoscenza quasi decente dell' inglese, ho spesso dovuto ricorrere al dizionario, avendo letto il libro in lingua originale. Questa alluvione descrittiva di Ballard mi è parsa eccessiva, e talvolta francamente noiosa, ma non posso negare l'efficacia del suo stile. Bisogna anche notare che Ballard visse da ragazzino l'invasione giapponese di Shangai e fu internato, fatti di cui scrisse e che sono alla base del film L'Impero del Sole. Questa sua esperienza lo ha portato a percepire la normalità come qualcosa di artificioso e apparente, un tranquillizzante funzionare dell'organizzazione umana ritenuto indistruttibile e che invece può facilmente essere sconvolto e compromesso, e questo tema emerge qui come in altri suoi libri.

The Drowned World ebbe successo ai suoi tempi ed è ricordato anche adesso. Ma se uscisse in questo periodo, così com'è? Oggi non so se avrebbe lo stesso successo. Le tesi sull'evoluzione che nel giro di pochi anni ripropone antiche forme di vita, e l' attrazione di questo mondo sulle menti umane mi pare vadano a sconfinare nelle pseudoscienza, più che essere fantascienza. La mancata analisi delle conseguenze sociali di quanto avviene (quanti profughi o morti? quanti conflitti?) la trovo sorprendente, non in senso positivo, per quanto comprenda il punto di vista con cui l'autore si approccia alla materia. Nulla da dire, per me, se l'autore ai suoi tempi avesse scelto di non riferire la situazione apocalittica al folle agire umano, ma il pubblico di oggi, a torto o a ragione, credo che se lo aspetterebbe.

Insomma, The Drowned World a mio parere non è invecchiato benissimo. Quindi il lettore dovrà... contestualizzare.


Nota: immagine tratta da Wikipedia.

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