domenica 26 gennaio 2025

Il Pozzo dei Neri

 Questo racconto di Howard mi ha risvegliato dei nostalgici ricordi perché vi compare un personaggio che era stato preso a prestito dal master in una partita di gioco di ruolo tanti anni fa. Il gioco era Stormbringer, il personaggio Zaporavo, che aveva tirato una grande fregatura a me e ai miei soci. Per alcune sessioni di gioco avevamo cercato di trovarlo e di vendicarci, ma successivamente, ahimé, il mio personaggio era passato a miglior vita, e questo aveva concluso la vicenda.

Concludo questo siparietto notando che invece, nel racconto Il Pozzo dei Neri, lo zingarano Zaporavo è proprio quello che la fregatura la riceve. Infatti, come capitano della "Vagabonda," salva in mezzo al mare Conan, che in questo racconto è un pirata in fuga dalle isole Baracha, ma Zaporavo da questa buona azione non avrà vantaggi.

Il capitano tratta con modi bruschi il naufrago Conan al quale comunque offre la possibilità di arruolarsi come membro dell'equipaggio; Conan a sua volta mitiga la propria temporanea inferiorità esprimendo una certa strafottenza, poiché sa di essere un elemento utile a bordo. Di fatto Zaporavo ha perso l'occasione di farlo fuori, e presto Conan assume prestigio fra i membri dell'equipaggio. Anche Sancha, una prigioniera del capitano, lo ammira.

Zaporavo è a caccia di un tesoro che si troverebbe in una remota isola dell'occidente. Dopo lo sbarco, va in avanscoperta da solo, e Conan subito ne approfitta per raggiungerlo senza testimoni tra i piedi e lo ammazza senza tanti complimenti, in una specie di contesa "darwiniana" per il comando della nave e della spedizione. La contesa ha come esito inevitabile la morte di uno dei due e ovviamente il caduto non sarà Conan, il quale prosegue nella ricognizione e scopre che sull'isola si trova una città dalle lovecraftiane "geometrie folli," irta di torri e cortili.

I marinai intanto mangiano della frutta e si addormentano; ne approfittano gli abitanti dell'isola, degli umanoidi altissimi dalla pelle nera, per catturarne prima uno, poi altri, per uno strano procedimento: immersi in un pozzo sono rimpiccioliti fino alle dimensioni di una statuetta; le statuette così ottenute sono poi sistemate su certe mensole.

Conan salva Sancha dal fare la stessa fine; la ragazza lo aiuta ma è passiva, si affida a lui per la propria salvezza. Conan combatte i misteriosi isolani e strappa alcuni dei marinai alla morte; riesce a infilare nel pozzo l'ultimo dei neri; tuttavia una enorme colonna di acqua verde ne scaturisce, travolgendo tutto e costringendo il barbaro e i suoi compagni alla fuga! Salvi per miracolo, se ne vanno con la nave, senza i tesori che Zaporavo sperava di trovare.

Un racconto con molti degli elementi e dei temi consueti della produzione howardiana relativa a questo personaggio: Conan dà una mano al prossimo per i propri interessi, se capita, ma dal destino di Zaporavo constatiamo che è un predone senza scrupoli, per quanto uno che non fa intrighi né complotti; è vitale, ha fascino come leader e attrae le donne, che in molte delle storie sono prede succubi e incapaci dei maschi che se le prendono. C'è qualche eccezione ma il personaggio di Sancha non è una di queste, essendo solo uno dei trofei con cui Conan si trastulla.

L'avventura si svolge in un luogo remoto, selvaggio anche per i parametri di Conan. Terre misteriose, civiltà aliene, spesso del tutto non umane, con magie o riti pericolosi e incomprensibili. Questo è un classico esempio, infatti non abbiamo alcuna spiegazione su chi siano questi misteriosi umanoidi neri e di cosa facciano lì.

Insomma, un ordinario racconto della produzione di Howard, a mio parere gradevole ma senza spunti memorabili.



Nessun commento: