giovedì 13 febbraio 2025

Padre Ricco Padre Povero

 Un libro di incredibile successo scritto da Robert T. Kiyosaki, statunitense di origini giapponesi, Padre Ricco Padre Povero ci racconta la storia, vera o falsa che sia, di un ragazzo che è cresciuto sotto l'influenza di due genitori: il vero padre, universitario, colto, ma senza grandi mezzi economici dovendo mantenere casa e famiglia, e un mentore, amico di famiglia, imprenditore senza grande istruzione ma "capace di far lavorare il denaro" a proprio beneficio.

Se vi sono odiosi i cosiddetti fuffa-guru, potete fare a meno di leggere il resto. Tuttavia ci sono un paio di osservazioni corrette in questo libro, a mio parere. E quanto alla strada per il successo suggerita, in realtà si riduce a ben poco, ma analizzeremo pure questo aspetto.

La storia parte dal desiderio dell'autore, ragazzino, di guadagnare un po' di denaro. Va a lavorare dal padre di un amico ricco, che però affida a lui (e all'amico) un compito noioso e mal pagato presso uno dei suoi supermercati. Così dopo qualche settimana i due ragazzi protestano, e il padre ricco spiega loro che aspettava questo momento perché la noia e l'insoddisfazione sono motori che spingono chi è veramente motivato a cercare di capire come può comportarsi in modo diverso. Da qui parte il percorso formativo del nostro capitalista in erba. Mi permetto di osservare che questo atteggiamento da monaco in cima alla montagna mi pare ridicolo, perché nel 90% dei casi l'adepto si limiterebbe ad andare a cercarsi qualcosa di meglio... ma vediamo un po' alcuni dei concetti spiegati da questo fantomatico profeta (e poi riportati dall'autore del libro).

Innanzitutto, i poveracci lavorano per i soldi necessari a far fronte alle loro incombenze: l'affitto o il mutuo, le bollette eccetera. I ricchi fanno lavorare il denaro per loro, perché sanno come funziona il denaro.

E in merito a questo, viene esposto un concetto che condivido. La scuola non insegna le basi. Non spiega a un ragazzo cosa siano un assegno o una cambiale, un contratto, come funzioni la finanza o un mutuo, come funzioni il flusso di cassa di un'azienda o di una famiglia, né i relativi aspetti legali. E invece, anche secondo me, dovrebbe. Perché il "padre povero" queste cose non le sa e potrà solo raccomandare al figlio di studiare a scuola e mettercela tutta.

Così la gente non si rende conto che il denaro speso per l'automobile di lusso comporta altre spese e poteva essere usato meglio, che prendere una casa più grande ammazza l'aumento di stipendio che ha appena ricevuto, e via dicendo. Ho poche osservazioni positive da fare riguardo a questo libro, e questa è una delle poche. E per il resto?

Acquisire attivi è il modo per far sì che il denaro lavori per noi. Ovvero fare investimenti immobiliari oppure finanziari, e goderne gli utili. Perché nel testo non c'è molto altro. Questa grande verità mi ha fatto cadere le braccia. Investite e fate fruttare... ci vuole davvero la lettura di un libro per saperlo? Ma grazie al cavolo. Purtroppo la maggior parte delle persone deve sposarsi, mangiare, mantenere dei figli, tenersi un tetto sopra la testa. Insomma avrà poco denaro da parte. Per fare i soldi ci vogliono i soldi, e non c'è guru che ce li regalerà, mentre le incombenze del vivere quotidiano sono qui e adesso, e la speranza di poter crearsi un capitale e andare in pensione a quarant'anni è un qualcosa che potrebbe, nel frattempo, impedirti di vivere. Sfuggire a quella che l'autore chiama la "corsa del topo" non è quindi affatto facile.

L'autore ci spiega anche che odia le tasse, a cui i più ricchi comunque riescono a sfuggire, cosicché le imposte finiscono per colpire quelli che dovrebbero aiutare e lo scopo iniziale (ridistribuzione dai ricchi a favore dei poveri) si è ormai perduto. Vero, e segno di ingiustizia sociale, mentre l'autore celebra invece la furbizia dei ricchi, che sanno come si fa a pagare tasse minime. Ma questo è un aspetto su cui non mi voglio soffermare.

Tra i consigli immobiliari dell'autore quello di capire il mercato (e grazie al cavolo) e di avvalersi di strumenti come le aste giudiziarie. Qui, come in altri punti del libro, si scopre che la fortuna di questo generoso guru si basa spesso sulla sventura degli altri. Comunque, a seconda del pelo che avete sullo stomaco, la via delle aste giudiziarie può veramente permettere di comprare immobili con un certo sconto. In Italia però ci sono dei problemi. Una volta, se ti presentavi a queste aste, ti si avvicinavano individui con la faccia patibolare e ti consigliavano di lasciare perdere, per la tua salute. Oggi no, lo svolgimento telematico esclude questo rischio, ma snidare il residente dalla casa può essere un bel guaio, e lo è anche per gli affittuari morosi in genere. Se volete sentire un consiglio vero e gratuito che mi diede un immobiliarista (milanese) qualche anno fa: "Caro Bacelli," mi disse, "comprare appartamenti per metterli in affitto è solo una rottura di co..." Be' non dico che debba essere sempre così per forza, ma in Italia il rischio c'è.

Una osservazione vera del libro: bisogna capire la psicologia che sta dietro la gestione del denaro, imparare a controllare paura e desiderio, emozioni che si trasformano in trappole. Possono spingere a prendersi troppi rischi o a rimanere paralizzati perché non se ne vuole correre alcuno, mentre invece negli investimenti l'atteggiamento deve rimanere razionale tenendo conto anche del fatto che le cose potrebbero non andare bene. Quindi essere pronti a perdere soldi, ma solo quelli che si sa di potersi permettere di perdere; e non ascoltare i consigli dei fifoni, dei pigri e di chi non capisce nulla dell'argomento in ballo, che sia la borsa, i titoli di stato o le cripto valute, eccetera.

Il nostro guru consiglia anche, per investire, di informarsi presso gli amici giusti. Insomma, lui è buono, e non ti dirà mai di fare insider trading, ma "tutto è insider trading." Parole sue.

Per concludere: non ci sono consigli pratici di sicura applicazione, in questo libro, e del resto, se ci fossero e se fossero validi, avremmo in circolazione nel mondo... miliardi di miliardari, no? E va tenuto conto che ogni paese ha norme e leggi diverse, pertanto tutto comunque andrebbe rapportato alla realtà locale. Ci sono invece varie considerazioni sull'istruzione, sulla mentalità da avere, su come ragionare. Alcune di queste sono buone per gli aspiranti marpioni, altre non sono affatto sbagliate. Per cui, nonostante l'antipatia che l'autore mi ha suscitato, vi dirò che, se su questi argomenti non sapete nulla, il libro a tratti vi potrebbe dar da pensare; purtroppo è ripetitivo in maniera estrema, per i pochi concetti che esprime.


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