mercoledì 2 novembre 2022

Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale

 Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale, libro dell'autore tedesco Erich Maria Remarque, è un libro pacifista degli anni '20 (del secolo scorso) che ci parla dell'esperienza della Prima Guerra Mondiale. Ne sono stati tratti dei film: il primo, prodotto negli USA nel 1930, è considerato uno dei più importanti e influenti della storia del cinema.

Proprio in questi giorni Netflix ha diffuso un nuovo film (stavolta tedesco) ispirato al libro, diretto da Edward Berger. Ne parliamo qui, e mi scuserete se anticiperò la trama, ma si tratta di materiale che è in giro da quasi un secolo.

Foto presa da Collider.com

Come nel libro (e nel film del 1930) il protagonista (il giovane tedesco Paul, interpretato da Felix Kammerer) viene spinto verso la guerra dai ferventi discorsi patriottici di un insegnante, e si trova quindi in trincea a conoscere le delizie della Prima Guerra Mondiale. Assieme a lui alcuni compagni di classe e diversi veterani, uno dei quali, Katczinsky detto Kat (Albrecht Schuch), gli dà consigli e lo aiuta a conservare la pelle. Un'altra parte della storia, del tutto separata, riguarda gli alti ufficiali e i politici, che devono ottenere dai Francesi un armistizio, perché la Germania è allo stremo. Qui una parte la ricopre anche Daniel Brühl (Rush, Goodbye Lenin): è il politico Matthias Erzberger, che fu tra i firmatari dell'armistizio e, a causa delle celebri polemiche che ne seguirono in Germania, finì ammazzato pochi anni dopo (fatto non coperto dal film).

La Prima Guerra Mondiale fu una catastrofe per l'Europa e un momento cruciale per come la guerra viene vista. Con questo conflitto se ne vanno le divise colorate e le bandiere, se ne va la gloria o la sua illusione, arriva al suo posto il tritacarne fatto di artiglieria, mitragliatrici, filo spinato e gas asfissianti. Arriva il fango delle trincee, perché la guerra fatta di battaglie localizzate in un solo posto è finita. Ci si combatte in lunghissimi fronti statici, e ci rintana nelle buche per ripararsi dalle armi micidiali che la modernità ha portato. È l'epoca della mitragliatrice: senza nuovi mezzi d'attacco e manovra (che arriveranno vent'anni dopo, con aerei e carri armati più moderni) chi sta in difesa è avvantaggiato, chi deve attaccare va al macello. Migliaia di morti per offensive che si arenano dopo qualche centinaio di metri. Non è che in passato la guerra fosse bella, ma se non altro era, almeno in parte, occasione di mettere alla prova la propria forza e il proprio coraggio; invece adesso s'è ridotta a un meccanismo industrializzato e mostruoso. 

Niente di Nuovo sul fronte occidentale ci dà tutto questo, e anche degli improvvisi stacchi su paesaggi naturali, stile La Sottile Linea Rossa, ma alle faccende di Paul e dei suoi amici si alternano i contrasti fra gli ufficiali e i politici che devono trattare con i Francesi. Stanno arrivando i soldati americani a cambiare gli equilibri, la guerra è perduta. I leader lo sanno. Ma non tutti vogliono farla finita, perché le condizioni offerte dai Francesi sono dure, umilianti, e non c'è spazio per la trattativa: o si firma o si continua a combattere.

E intanto, sul fronte, Paul perde via via tutti i suoi amici, e alla fine toccherà a lui.

Prima di dire la mia su questo film, premetto che pur non essendo pacifista, non amo la divisa (che ho dovuto portare): se volete la mia visione della vita militare potete leggerla qui. Vi invito inoltre a leggere il libro, e a guardare il film del 1930; credo che siano due capolavori. Per quanto riguarda il nuovo film arrivato su Netflix: a parte qualche impaccio nelle scene di combattimento l'ho trovato eloquente e senza compromessi, al punto che alcuni potrebbero non riuscire a sopportarlo. Infatti, i mezzi della cinematografia moderna qui sono al servizio di una storia che chiede crudo realismo. Tanto sangue, e soprattutto fango, fango incrostato fino agli occhi, divise sudicie da fare schifo, denti sporchi, tutte le schifezze di una vita atroce e affamata, e tutto lo strazio di orribili morti. Gente che si ammazza con proiettili e bombe, o a colpi di pietra, di vanga, di baionetta, col gas, con i lanciafiamme. Impressionanti le scene con i carri armati (di cui disponevano soltanto gli Alleati, salvo pochi mezzi in mano ai Tedeschi).

Detto questo, ho fatto un po' fatica a digerire la parte della trattativa con i Francesi. Non è vietato, per carità, seguire due filoni separati in un film, ma avrei preferito che l'attenzione rimanesse su Paul e sui suoi camerati. Manca poi, ed è davvero un peccato, la parte in cui Paul va in licenza, e si trova in contrasto con il  professore che aveva decantato il patriottismo, con la famiglia, con tutta la società. Nessuno può capire da che mondo lui proviene, e lui non lo può spiegare. Il problema dei reduci, del loro distacco dalla vita civile, si sarebbe fatto sentire dopo la guerra.

Non ho inoltre gradito il finale, che cambia la fine di Kat e Paul, e l'ultima carica ordinata da un ufficiale arrogante a pochi minuti dall'armistizio (una sottolineatura superflua).

Ad ogni modo questo è un film da vedere, se vi piace il genere e non avete disgusto delle scene molto forti.


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