giovedì 9 dicembre 2021

Perché guardo film horror?

 Per quanto mi riguarda, i film e i libri dell'orrore non mi fanno praticamente mai paura, a parte l'occasionale "jump scare" (quando ti mettono improvvisamente in faccia delle cose mostruose sullo schermo). Se devo tornare indietro nel tempo a ricordare un film che mi ha davvero impressionato andiamo parecchio in là, con The Ring (2002), la versione USA del giapponese Ringu, che è del 1998. Per quanto riguarda i libri horror (che non leggo molto) le mie memorie di qualcosa che mi ha fortemente impressionato risalgono addirittura ad alcuni ben riusciti racconti di Lovecraft, letti sui 20 anni e qualcosa.

Nonostante le mie non numerose letture in tema, film e serie TV horror sono uno dei miei spettacoli preferiti. In parte costituiscono per me puro e semplice intrattenimento, ad esempio i film grondanti sangue fino al (consapevole) ridicolo, in parte diventano, magari a sorpresa, stimolo per qualche riflessione.

Il punto è che spesso l'horror sullo schermo non è mai semplicemente horror: a volte ha come sottinteso una differente tematica, a volte addirittura l'horror è un "pretesto" per parlare d'altro. E in queste differenti tematiche c'è spesso quello che sveglia il mio interesse.

Siamo in un'epoca in cui il cinema (e la televisione, insomma tutto ciò che va su uno schermo) soffre di una terribile mancanza di ispirazione. Salvo qualche tentativo eroico (e spesso finito male) non si riesce a lanciare delle nuove trame, e per questo abbiamo i "reboot" infiniti di storie già note, o le continuazioni di serie lunghissime (i vari Star Wars, Star Trek eccetera). Il cinema indipendente ci offre qualche eccezione, ma la ricaduta negli stereotipi è sempre in agguato. Il cinema horror non è che non ne soffra (ne soffre eccome), tuttavia l'attenzione di sceneggiatori e registi è, nei casi migliori, più tesa a dire qualcosa rispetto al cinema "mainstream."

Per fare degli esempi presi da questo stesso blog, e quindi dai film che ho visto, Maggie è un film che immette la tematica della malattia incurabile nel genere dei film di zombie. Come lo fa? Rendendo il passaggio da persona normale (sebbene malata) a pericoloso zombie lento e straziante. Ci sono ancora gli amici e la famiglia ma il destino è segnato. Il film ha trovato il modo di farmi stare a riflettere su una tematica che altrimenti avrei evitato. Chi andrebbe a vedere un film dove un tizio si ammala, peggiora e muore? Troppo strappalacrime, deve parlare anche di altro, e Maggie riesce a farlo, così alla fine ti contrabbanda la vera tematica travestendola da un film sugli zombie.

Per parlare di una serie TV, non proprio leggerissima da digerire, ovvero Midnight Mass: l'elemento orrorifico qui non è prevalente se non dopo qualche puntata, ma permette di strutturare una storia che parla di colpa, di redenzione, di occasioni perdute, di morte, di voglia di recuperare la vita... con l'ulteriore vantaggio di farlo da un punto di vista insolito (e qui attenti all'anticipazione, se non la volete saltate al prossimo paragrafo): ovvero il verificarsi di eventi meravigliosi che andrebbero, moralmente, respinti: se non immediatamente, una volta compreso da dove arrivano.

Un altro film di zombie "strano," Deserto Rosso Sangue, racconta in realtà l'evoluzione personale di Molly, personaggio non proprio esemplare che, mentre fugge da un ostinato zombie per buona parte del film, rivela la propria personalità e la potenzialità di un cambiamento. The Beach House è invece un film catastrofico realizzato senza alcuna spettacolarizzazione, ma con un messaggio ambientalista. Ci tengo a menzionare It Follows perché mi è piaciuto molto, ma spiegarlo vorrebbe dire anticipare troppo.

Poi, si sa, ci sono anche i film di violenza gratuita (i vari Hostel tanto per fare un esempio), le schifezze, le vecchie storie di case infestate dai fantasmi che non riescono a farti alcun effetto manco a morire, e via dicendo.

Ma, in generale, in un'epoca di scarsa fantasia e troppe polemiche, il cinema horror è quello che mostra un po' di vitalità, pertanto credo che per un pezzo sarà molto frequente nelle mie visioni.






5 commenti:

M.T. ha detto...

Con Maggie mi trovi d'accordo.
Non sono un patito di film horror, eppure, se ci penso, ne ho visti un certo numero: da Halloween a Venerdì 13, da Scream a La notte del giudizio, da La bambola assassina a Non aprite quella porta a Nightmare. Poi Le colline hanno gli occhi, i vari film su vampiri, zombie, lupi mannari; e poi non mi voglio scordare Final Destination. Insomma, ne ho visti.
Ce ne sono due però che mi hanno colpito: Lo squalo (forse perché lo vidi da piccolo, ma devo ammettere che vedendolo ancora oggi è fatto bene) e Cannibal Holocaust (che ho trovato davvero fastidioso e urtante, al punto che per un po' non ho voluto vedere film di questo genere).

Bruno ha detto...


Purtroppo non ho visto quei film: Lo Squalo ha avuto troppa risonanza quando ero bambino, quasi una mania... nonostante la mia morbosa fascinazione per gli abissi non ho mai trovato la voglia di vederlo (sebbene qualsiasi mi sia visto più o meno tutti i film di avventure subacquee che mi siano capitati a tiro).
Cannibal Holocaust lo devo recuperare prima o poi: il regista Deodato ha avuto un'influenza su diversi altri cineasti che ne hanno riconosciuta l'importanza. Come tributo gli hanno dato anche una particina in Hostel II, dove ovviamente è un cliente dell'organizzazione che fornisce vittime, e pranza con pezzi di un poveraccio ancora vivo...

M.T. ha detto...

Hostel II (e nemmeno l'uno) non l'ho visto. Cannibal Holocaust mi ha davvero infastidito: non riesco a spiegarlo, però ho avuto un rigetto per un certo periodo verso film violenti, anche se non erano horror.
Film horror che ho trovati validi sono stati A silent place e The descent.
Film che hanno una dose di critica, come dici tu, ci metterei La notte del giudizio e Quella casa nel bosco.
Un film che poteva dire tanto e che invece per me è un'occasione persa, è l'ultimo su It.

Bruno ha detto...


Ho visto It prima parte e non mi ha detto niente, evidentemente chi aveva letto il libro da bambino o da ragazzo deve averci visto qualcosa che mi è sfuggita.

M.T. ha detto...

Ho visto entrambe le parti: hanno qualcosa di buono, ma scivolano anche su tanti elementi che fanno dare un giudizio non positivo.
Hanno voluto compiacere il pubblico, seguire il politicamente corretto, cambiare il finale rendendolo più happy end. E poi è ridicolo come hanno sconfitto il mostro, in entrambi i film.