martedì 21 dicembre 2021

The Last Duel

 Film in costume, basato su un fatto storico, The Last Duel narra la vicenda di un Duello di Dio, oggetto di un romanzo storico scritto da tale Eric Jager e verificatosi nella Francia del quattordicesimo secolo. Che, per chi non lo sapesse, era governata da un re debole di mente (Carlo Sesto il Folle) nonché coinvolta in una lunghissima guerra contro gli Inglesi.

La storia (che qui anticipo quasi integralmente) si basa sulla rivalità di due scudieri che, inizialmente amici, diventeranno acerrimi nemici. Uno, Jean de Carrouges (interpretato da Matt Damon) è valoroso in battaglia ma ignorante, rozzo e impulsivo, troppo sanguigno per il suo stesso bene. L'altro, Jacques Le Gris (Adam Driver), sa leggere e far di conto, e se in battaglia è probabilmente meno forte, è certamente più assennato. Le Gris ha il vantaggio di essere amico del signore da cui entrambi dipendono, il conte Pierre d'Alençon (Ben Affleck). Mentre Pierre, che pure ha moglie e figli, tiene nel suo castello delle cene eleganti in stile berlusconiano, cui Le Gris prende parte sollazzandosi a piacimento con numerose donne, il de Carrouges vuole invece cercarsi una moglie per avere un erede.

La moglie, interpretata dalla a me ignota Jodie Comer, sarà Marguerite, figlia di un nobile ricco ma che deve riscattare il proprio nome, in quanto si era schierato con gli Inglesi per un certo tempo.

Una serie di eventi mette Le Gris contro Jean de Carrouges. Una tenuta che doveva far parte della dote di Marguerite viene presa da Pierre in pagamento di un debito, e poi girata proprio a Le Gris. Altri eventi seguono, tutti sfavorevoli a Jean e favorevoli all'amico, e nonostante Le Gris sia in buona fede e cerchi la riappacificazione, l'intransigenza dell'impetuoso Jean rovina il rapporto fra i due.

Peggio ancora, Le Gris conosce Marguerite e ha un classico colpo di fulmine. La sposa nota l'avvenenza di lui, tuttavia rimarrebbe fedele a Jean, ma con un sotterfugio Le Gris cerca di introdursi in casa e sedurla mentre il marito è in guerra. Louvel, un amico di Le Gris, conosciuto dalla donna, riesce a farsi aprire la porta, e Le Gris costringe Marguerite a giacere con lui.

Louvel, per inciso, è interpretato da Adam Nagaitis, che dopo esser stato l'ispiratore di un feroce ammutinamento in The Terror, qui si cimenta in un ruolo altrettanto viscido (ma è stato anche un valoroso pompiere in Chernobyl).

Le Gris consiglia Marguerite di non rivelare quello che è successo (il marito la potrebbe punire anche con la morte) e se ne va dopo essersi soddisfatto. Convinto, come si vedrà dopo, di non aver violentato la donna. Io non sono il migliore alfiere del femminismo ma, da come la scena è presentata, direi che Marguerite ha ragione invece nel denunciare il fatto... una faccenda però difficile da provare, anche se il marito la sostiene. Innanzitutto il giudice sarebbe il conte Pierre, amico di Le Gris; in secondo luogo Le Gris ha un passato da chierico e potrebbe essere messo al riparo dalla potentissima Chiesa. Ma il furioso Jean de Carrouges chiederà addirittura il duello di Dio davanti alla corte di Parigi, richiesta che a malincuore Le Gris accetta per non passare da vigliacco. Quindi i due dovranno duellare fino alla morte.

Chi vince? Non lo rivelo qui. La storia è narrata dal regista Ridley Scott in tre parti diverse, corrispondenti al punto di vista di Jean prima, di Le Gris poi, e infine di Marguerite, la cui prospettiva ci viene presentata come la verità.

C'è molto da dire sulle diverse angolazioni da cui la vicenda viene narrata; all'inizio sembra che Jean abbia tutte le ragioni, poi lo spettatore può riconoscere che c'è qualcosa di valido anche nel punto di vista di Le Gris, infine abbiamo la storia di Marguerite, che cerca di trarre il meglio possibile da un matrimonio con un marito ignorante e grezzo (e di bruschi modi amorosi) e una suocera cattiva e acidissima. La sua ricerca della verità (che le può costarle cara comunque vadano a finire le cose) viene sostenuta dal marito più per amor proprio che per amore di lei, fatto che nel punto di vista di Jean non si percepisce.

Il film sembra che abbia fatto malamente fiasco al botteghino. Ridley Scott se ne è uscito con una esternazione contro i "millennials" che sono cresciuti coi cellulari e che stanno a sentire solo quello che arriva loro tramite di essi. Non voglio crederci, personalmente. Sarebbe come dire che nessun film storico avrà più successo con il pubblico? Troppo drastico, almeno spero, ci deve essere qualche altro motivo... Intanto si tratta di un film costato cento milioni di dollari, e in epoca di pandemia è sempre una scommessa pesante. Il film è lungo, necessariamente ripetitivo vista la narrazione in diversi punti di vista, e quindi nonostante la storia non sia nulla di trascendentale potrebbe essere quel tipo di spettacolo che uno si recupera più tardi con calma su DVD e Blu Ray, piuttosto che valere un'uscita in tempo di Covid. Il fatto che ci sia di mezzo una contesa giudiziaria può aver fatto pensare al pubblico che ci sia troppo da ragionare, anche perché chi lo sa come erano queste cose secoli fa?

Altre motivazioni che ho letto in giro: troppa competizione con altri grossi titoli e una campagna di marketing sbagliata. Con la seconda ipotesi potrei essere d'accordo, non ero riuscito a farmi un'idea precisa di quello che c'era da aspettarsi... il film è stato una bella sorpresa, ma non ero particolarmente stuzzicato a vederlo.

Posso solo concludere che per me, dopo averlo potuto apprezzare, il film è molto bello. Mi spiace se il pubblico lo ha trascurato.

4 commenti:

M.T. ha detto...

Penso che sia un genere che adesso non va molto: per questo non ha avuto un grande successo.

Bruno ha detto...


Questo sarebbe il mio più grande timore... eppure il Cavaliere Verde, che è di genere fantasy ma atmosfere abbastanza simili, non è andato così male...

Babol ha detto...

Credo sia uno dei film più belli girati recentemente da Scott.
I molteplici punti di vista e quei piccolissimi particolari discordanti tra una storia e l'altra lo rendono interessantissimo e intrigante.

Bruno ha detto...


Infatti, le tre versioni sono "quasi" uguali tra loro, ma ci sono delle differenze importanti. È un film che va visto con attenzione, seguendo di nuovo le stesse scene da una diversa angolazione; a me non ha dato nessuna fatica, magari per il grosso del pubblico è stato troppo impegnativo? Spero di no, che il motivo del fiasco non sia questo.