venerdì 10 febbraio 2023

Ancora sul problema dell'arte moderna

 Un anno e mezzo fa avevo parlato in un post della "merda d'artista" di Piero Manzoni e in generale sulla crisi dell'arte moderna, che non riesce più a essere capacità di "fare" qualcosa ma solo idea astratta o provocazione (parlo di arti figurative principalmente). Ne era nata una discussione con un lettore del blog (M.N. Blackbeard) sul valore dell'arte nel tempo, che non sarebbe costante. La reazione di un mio amico (ora ex amico) al post mi ha spinto a fare altre valutazioni.

L'interlocutore, che conosce l'ambiente degli addetti ai lavori anche se non ci lavora direttamente, mi scrisse che era "curioso vedere due persone che fanno affermazioni su cose che non capiscono... anche questo è il bello della democrazia." Ora magari io non sono la persona più colta della terra, ma colsi subito la similitudine fortemente offensiva con la famosa fase di Umberto Eco, sul web che ha dato la parola a legioni di imbecilli. E chiesi spiegazioni. Ecco cosa ne venne fuori.

Secondo il mio interlocutore la persona comune non può dare opinioni sull'arte, o meglio le può dare (siamo in democrazia, no?) però non valgono. Sull'arte moderna, mi fu spiegato, gli esperti fanno delle valutazioni fondamentali, una "analisi tecnica e fondamentale," uno studio accurato. Gli altri non possono farlo perché manca loro la necessaria preparazione. Infatti, anche in fisica c'è chi propugna delle teorie e chi le respinge, ma nelle riviste scientifiche le pubblicazioni le fanno le persone coi titoli per farle.

Quindi il fatto che io sia una persona di media cultura e che cerchi anche di creare, in un altro campo, qualcosa di mio (se poi sono stato capace di fare arte, o qualcosa di valido, lo diranno i posteri), non cambia. Le opinioni le possono dare solo gli esperti.

Sfuggiva al mio interlocutore, secondo il mio parere, il fatto che sull'arte il discorso è soggettivo e non scientifico, quindi può esserci una pluralità di opinioni al di là di qualsiasi base tecnica o culturale, diversamente dal campo strettamente scientifico, dove esiste una verità sola, quando è veramente e definitivamente dimostrata.

E comunque potremmo anche chiederci, su certe opere che consistono in scarabocchi, che valutazione possano fare gli "esperti", ma non importa: per le elite che ne capiscono solo una ristretta cerchia potrebbe esprimere un apprezzamento (o meno). Ma l'arte non è mai stata valutata in maniera così restrittiva e il fatto che oggi sia "moderna" non la mette in un'altra categoria. Tutti abbiamo una sensibilità artistica, tutti possiamo dire se una cosa ci fa pensare, ci dà delle emozioni, e via dicendo. Ad esempio tanti capolavori del passato, commissionati dalla chiesa cattolica, erano destinati a narrare il Vangelo agli ignoranti e agli analfabeti. E non dovevi andare dall'esperto a farti dire se erano validi o meno.

Poi è chiaro che i riferimenti, i dettagli più sottili o i significati più profondi non vengono compresi da chi non ha strumenti culturali, così come, spostando il discorso sui libri, una ragazzina leggerà e capirà libri di paranormal romance con la bellona sedotta dal vampiro e, almeno finché eventualmente non cambi gusti crescendo, difficilmente apprezzerà autori come Rothfuss o Vance.

Piero Manzoni

Pertanto dire che qualcuno non può parlare di arte (moderna o meno) è come applicare un'etichetta di "non-persona" a un essere umano. Inoltre, se è l'ispirazione e l'idea a creare l'opera d'arte, allora espressione suprema dovrebbero esserne i meme su facebook che riescano a strappare una riflessione o una risata. Perché la merda d'artista di Manzoni o un quadro fatto con la bomboletta spray o gli schizzi di vernice non presentano alcuna capacità, lavoro, tecnica. Ma, ricordiamo, i termini arte e artigianato hanno la stessa radice.

D'altra parte, se una persona facoltosa offre di comprare per decine di migliaia di euro un'opera d'arte fatta a questo modo, questa persona, che magari si occupa di fabbricare cavatappi, diventa un intenditore d'arte? O semplicemente la acquista per ostentare le proprie possibilità economiche, mantenendo in piedi il teatrino di cui gli artisti (alcuni) e gli addetti ai lavori beneficiano? Cosa faranno i galleristi, diranno al nostro riccone "guarda, lascia stare, tanto non ci capisci", o prenderanno i suoi soldi?

Perché, al di là delle cortine fumogene e delle argomentazioni spurie di chi tiene chiuse le porte della fortezza, è legittimo il sospetto che dietro l'arte moderna, quella quotata, la cosa veramente importante sia il valore economico che si decide di darle. Fino a che esiste un mercato che garantisce le quotazioni, l'arte è un investimento utile alla diversificazione del proprio portafoglio. Le opere d'arte, a meno che uno non abbia un pezzo troppo famoso e quindi soggetto a vincoli, possono muoversi liberamente, non sono soggette a tasse di successione o blocchi alle frontiere. Insomma l'opera d'arte era una criptovaluta già da prima che le criptovalute esistessero.

D'altra parte gli artisti spesso non si nascondono e ci sguazzano (come fece anche il Manzoni sopra citato). Ad esempio nel 2021 un artista danese incassò una somma discretamente alta (secondo alcuni giornali 70.000 euro, 72.000 per altri) da un museo, che voleva nuove copie di opere da lui dipinte in precedenza e gliele aveva commissionate. L'artista Jens Haaning consegnò due tele bianche e alla richiesta di spiegazioni dichiarò che la performance artistica era prendersi i soldi dal museo, e che invitava tutti i poveracci che fanno un lavoro di merda a comportarsi allo stesso modo. Per la cronaca, il museo ha esposto le tele bianche. C'è del genio, forse? Chissà, magari sì. Ma, come ho già scritto sopra, allora facebook ci propone ogni giorno opere d'arte a migliaia.

A questo punto sono folgoranti performance d'arte anche le azioni del personale delle pulizie che, in diversi casi (qui potete leggerne uno) hanno scambiato per immondizia delle opere esposte e le hanno fatte finire senza tanti complimenti nella spazzatura.

In conclusione: pur senza pretendere che il nostro giudizio personale debba essere condiviso da tutti, o che una preparazione culturale in argomento sia superflua, tutti possiamo dare il nostro parere su un'opera d'arte.


Nota: la foto delle tele bianche è presa dal sito Hyperallergic.com. La foto di Piero Manzoni è tratta da Wikipedia.


6 commenti:

M.T. ha detto...

Magari sulla tecnica una persona non del settore non può dire la sua, ma se una cosa è bella o no, questo sì.
Mi sa che l'arte moderna è un po' come fare certa musica adesso: si pensa di farla senza saper cantare, suonare o conoscere solamente la musica.

Bruno ha detto...


Il problema è proprio, oggi, nell'assenza di tecnica.

M.T. ha detto...

Ma non è che, per caso, si vuole ottenere il massimo (fama e soldi) facendo il minimo (tagliare sulla preparazione)?

Bruno ha detto...


Soprattutto, per contare e fare soldi, e avere la fama, bisogna entrare nel giro giusto. Come vale in tantissimi campi.
Poi, come dicevo nel post precedente, i mezzi moderni sorpassano in realismo qualsiasi cosa la mano umana potrebbe fare (se parliamo di arti figurative).

M.N.Blackbeard ha detto...

Condivido appieno quel che hai esposto, soprattutto sul paragone fra fisica e arte, dove la prima si basa su scienza e matematica (quindi su dati oggettivi), mentre la seconda è basata su valutazioni strettamente soggettive (soprattutto per quel che riguarda l'arte moderna).
Trovo assurdo pensare che "se non capisci di arte, allora non la puoi apprezzare e quindi non ne puoi parlare". Mi vien da chiedere allora qual è il target di persona a cui l'artista propone le sue opere. Se la gente comune non può capire, a chi sono rivolte le loro opere? Ai critici che ne capiscono (quindi a una frazione infinitesima della popolazione umana)? Se così fosse allora perché esporre le opere in mostre o musei aperti a tutti? A me sembra una grossa incongruenza ed è evidente il corto circuito di questo ragionamento.
Sì, sono pienamente d'accordo anche io, da quando la tecnica non è più requisito fondamentale per l'arte, la valutazione di un'opera è largamente influenzata dalla macchina economica che gli si vuole costruire attorno.
Torno a dire quel che dissi nei commenti dell'altro post sull'arte. Per me artista del passato e artista contemporaneo non fanno lo stesso lavoro, fanno cose diverse. Il primo produceva artigianato, il secondo produce... bho? emozioni? sensazioni? performance? meme?
Io quella moderna non la chiamerei arte, è una cosa totalmente diversa da ciò che è stata definita arte fino a un secolo fa.

Bruno ha detto...


Anche io non so come chiamare l'arte moderna, ma credo non sia facile recuperare un'altra forma di arte più aderente al concetto. O limitarsi ad ammirare i classici. Bene o male (più male che bene) la nostra epoca deve esprimersi...