mercoledì 12 gennaio 2022

Come sta l'uomo dopo che Dio è morto?

 Lo spunto (o il pretesto) lo prendo da questo articolo dello storico Franco Cardini, in cui ci parla del bisogno di Dio, e del bisogno di credere.

Il relativismo, la scienza, la filosofia, il progresso hanno allontanato la religione dalle nostre vite. Cardini afferma che è dal 1400 che l'uomo ha iniziato a liberarsi di Dio, e ormai ne è libero (questo non è valevole per tutte le persone e in tutti i luoghi della Terra, ovviamente, vale in genere per il mondo occidentale). Ma l'uomo non ha saputo far nulla della nuova libertà; è come un criceto che corre a vuoto. Ha "infinite rotte a disposizione," ma non ha più le stelle a fornirgli dei punti di riferimento.

Cosa intende dire Cardini?

Il mondo (occidentale) è secolarizzato. Ma l'uomo secondo Cardini, una volta abbandonato Dio, non ha saputo trovare un obiettivo, un qualcosa che dia soddisfazione, o delle norme di vita. Oppure di obiettivi ne ha fin troppi, ma sono vuoti di significato.

Esiste questo malessere? Penso proprio di sì. Viviamo in un mondo sbalestrato, in un caotico manicomio dove l'inseguimento del benessere e del piacere va a pari passo con il sopruso nei confronti degli altri, dove qualsiasi cosa ha un prezzo in denaro, e i rapporti umani sono vuoti. Si può dare la colpa a un sacco di cose, ma la mancanza di un fondamento saldo è evidente.

La società di una volta beneficiava di un ordine che metteva, diciamo, quasi tutti in riga. Che fosse un paraocchi o no, l'oppio dei popoli o no, la religione era un pilastro della comunità e offriva un posto nella società a tutti, per quanto magari spesso fosse un posto per morti di fame. C'è chi dice che essa fosse, proprio per questi benefici, essenziale. C'è chi non crede, ma pensa che la religione sia indispensabile per la società, la difende anche se in realtà non crede in niente (il cosiddetto ateo devoto).

Ma con questo? Non ho mai invidiato quei tipi casa e chiesa, convinti fermamente dei loro principi. Nel senso che ho forti dubbi sulla fede dei cosiddetti credenti. Non "credono," bensì "sperano." E in genere si comportano esattamente come gli altri.

Io penso che il vaso di Pandora della modernità ormai sia aperto, e che non si possa tornare indietro. Così come a un certo punto le storie di Zeus che lancia i fulmini sulla Terra sono diventate ridicole, allo stesso modo le religioni odierne sono inadeguate per i tempi. E penso che nessuno voglia far limitare la propria libertà dai dettami di un libro religioso o di un prete.

Perciò se Dio è morto, come diceva Nietzsche, non ci sarà modo di farlo resuscitare. La perdita della dimensione del sacro può essere una ferita gravissima, ma l'uomo se ne dovrà fare una ragione (con buona pace di Franco Cardini). O no?


2 commenti:

M.N.Blackbeard ha detto...

Sinceramente quanto esposto lo trovo un interessantissimo spunto di riflessione.
La cosa che mi preoccupa è, se lo sbando della società continuerà ad aumentare e a un certo punto ci sarà un "crak", se non sarà la religione (una qualsiasi) a fare da faro o da rifugio per l'umanità, cosa verrà preso al suo posto?

Bruno ha detto...


Se la società dovesse andare in malora (per guerre, disordini, problemi ecologici...) potremmo tornare a uno stato di anarchia totale, e di despotismo. Ma credo che, tolta la ricchezza materiale e la fiducia nelle capacità dell'uomo, la gente tornerebbe alla religione. Magari una nuova di zecca...