martedì 16 ottobre 2018

Cosa vuol dire magia?


Mi è capitato, un po' per gioco, di fare una domanda su un gruppo di Facebook dedicato al Fantasy, per la precisione agli scrittori e ai lettori Fantasy:
Cos'è per voi la magia? Cosa può fare? Chi è che può utilizzarla?



In effetti non è una domanda sola, sono tre. Ma volevo sapere cosa ne veniva fuori come "ritratto," al di là di come storicamente è stato presentato il magico: che idea se ne fanno (restando ovviamente nel campo della finzione letteraria) gli appassionati del fantastico.
Ovviamente quelli che hanno risposto lo hanno fatto in molti modi diversi, descrivendo come la vedevano, o come ne avevano scritto, senza inserire la risposta in qualche comoda categoria. Ci ho provato io, tentando di identificare delle caratteristiche predominanti. In alcuni casi ho dovuto interpretare... comunque è soltanto una curiosità, e va detto che un autore può usare diversi concetti in diverse pubblicazioni, e il lettore ovviamente può avere preferenze ma anche non averne affatto.
Vediamo un po' cosa ne è saltato fuori.

Che cos'è la magia
Questa è una domanda difficilissima, nel senso che ci spinge a immaginare qualcosa di immateriale che interviene nel mondo materiale. Oppure è la domanda più facile del mondo perché, per lo stesso motivo espresso sopra, qualsiasi risposta va bene. Si tratta di fantasia, e di qualcosa di soggettivo, in fondo.
In alcuni casi comunque la risposta è stata più impostata a descrivere quello che la magia fa piuttosto che ciò che è. Ma vediamo quali sono state le indicazioni.
La risposta prevalente: la magia è un'energia.  Spirituale, mistica, elementale (ovvero uno stato idealizzato o spirituale della forza degli elementi?), proveniente dal pensiero. Anche espressa come forza della natura, o una forza guidata dall'emozione.
Altre risposte hanno dato un'origine divina o semidivina alla magia (a volte in bilico con la risposta precedente).
In linea con la "difficoltà" della domanda alcune risposte hanno indicato qualcosa di "straordinario e inspiegabile," oppure "quello che esula dalla scienza tradizionale," ma anche, al contrario un qualcosa che è "come" la tecnologia. C'è stata una citazione della sottile magia delle cose quotidiane, ad esempio un innamoramento o uno stato d'animo, che potrebbero essere al di là dell'esperienza ordinaria pur non essendo in teoria niente di speciale. Insomma ce n'è per tutti.

Qualsiasi risposta che citi l'impossibilità di spiegare è, se vogliamo, una non risposta, però ben si adatta alla magia intesa come mistero. All'estremo opposto c'è la magia intesa come un caso strano di tecnologia (quindi in teoria spiegabile, perfettamente razionale agli occhi di chi la sa usare). A mio parere questa seconda spiegazione è molto insoddisfacente, ma parliamo sempre di gusti personali.

Le due opinioni principali alla fine sono: una forza, che può essere mistica e/o spirituale, ma non legata al divino se non nel senso di un panteismo o spiritualismo, oppure un dono degli dei, che possono concederla ai comuni mortali.
Questo dualismo era prevedibile e si vede spesso anche in quei giochi di ruolo che forniscono un compendio del sovrannaturale fantastico.


Chi usa la magia?
Sembra una conseguenza della natura di questa forza: anche gli utilizzatori si dividono in due categorie prevalenti. Ovvero gli studiosi e quelli che hanno ricevuto il "dono" dalle divinità. Tuttavia non è detto che chi intende la magia come una forza divina o semidivina immagini sempre che, a chi ne fa uso, sia stata semplicemente regalata come capacità acquisita, in modo che fruirne sia facile. Infatti nella stragrande maggioranza dei casi l'utilizzatore della magia è visto come uno studioso che ha dovuto seguire un duro addestramento o comunque ha appreso quello che sa con grande sforzo (non manca nelle risposte una accademia di magia...). Viene citata l'utilità di una predisposizione e la capacità di intuito (è quello che ho scritto io), ed è menzionato il fatto che questo lavoro può essere pericoloso. Non citate da nessuno, ma ben presenti nella letteratura fantastica, qualità come memoria, intelligenza, saggezza, come requisiti di chi voglia occuparsi di magia.
In un caso la magia è riservata a rari individui di una particolare stirpe. In un altro invece, per via dell'ambientazione in un mondo particolare, se ho capito bene, la magia è accessibile a tutti.

Cosa può fare la magia?
Risposta: be', tantissime cose. La letteratura fantasy ha molti esempi (e il gioco di ruolo pure). Tra le varie risposte:
La magia è una forza che manipola gli elementi e in generale "il mondo" e le regole che lo fanno funzionare. Ha poteri di guarigione. Evoca creature. Permette lo spostamento nel tempo e nello spazio. Usa come fonte di potere (magico) anime intrappolate. Legge nel pensiero. Rende migliori oggetti di uso comune (un'arma ad esempio).

In conclusione, la sensazione che ne ricavo è: ci piace vedere la magia come qualcosa di arcano e misterioso, mistico, ma anche possente nelle sue manifestazioni. Fuori dalle regole della normalità. È proprio per questo che ci piace la magia? Per l'evasione dal mondo reale? O l'effetto è comunque di parlare delle cose umane, prendendole però da un altro punto di vista, o con un contorno diverso? Qui ognuno avrà la sua risposta.

Noto comunque che non ci sono state indicazioni di una forza sempre e comunque diabolica o negativa, insomma gli amanti del fantasy lasciano gli insegnamenti cristiani, se li seguono (qualcuno certamente lo farà), in un altro compartimento mentale.

Quanto a me...
Ne ho già parlato altrove, almeno un po'...
La magia in qualche modo dev'essere mistero. Non semplicemente paragonabile a una forza fisica come certe volte si vede nel gioco di ruolo. Quei discorsi come: si spendono un certo numero di "punti magici" per ottenere un certo effetto fisico, in una maniera certa e scalabile. Un punto per un fuocherello, cento punti per la fireball da scagliare contro i nemici. Per quanto sia ovvio e inevitabile che nei regolamenti GDR si finisca per forza parlare di dadi, punti, livelli eccetera.

In una delle mie ambientazioni la magia è una forza che emana dal pensiero, dalle menti senzienti, e che va persa quando le menti sono imbrigliate nel razionalismo (per cui immagino che in un'epoca antica o fantastica, senza tecnologia, possa esistere veramente). Chiama in campo qualità come memoria e intelligenza ma anche immaginazione, intuizione, e una predisposizione non spiegabile in alcun modo.

In altre cose che ho scritto o immaginato la magia è anche evocazione, contatto con demoni e creature onnipotenti o quasi. Ma in nessun caso è una capacità disponibile a tutti quanti o una materia di studio che si possa seguire in una scuola.
Quindi per me il liceo di magia di Harry Potter o il mago che è un membro di tutte le squadre di fanteria come nei romanzi di Erikson non va proprio giù. Meglio la vecchia immagine del mago che prende con sé un allievo e gli trasmette la propria conoscenza. Preferisco anche che la magia non sia così potente o onnipresente da essere la primaria fonte di potere e conoscenza nel mondo: se la magia è troppo forte, sono inutili i lavoratori, gli studiosi, i medici, i soldati, ecc...

Nota finale: anni fa mi ero già chiesto come immaginiamo la magia in un altro articolo. Questo è il post.





5 commenti:

MikiMoz ha detto...

Interessante, davvero.
Io amo un genere di fantasy che non è quello di Lotr, Lodoss, le fireball e via dicendo.
Amo la magia per come è descritta in Berserk, per dire.
Basata, dunque, su fonti reali. Viene quasi spiegata, per restare comunque un mistero.

Moz-

Bruno ha detto...


Deve sempre restare, almeno in parte, un mistero. Altrimenti finiamo come gli esempi che ho citato sopra (Harry Potter e Erikson).
Senza voler negare che l'autrice di HP e il buon Erikson hanno fatto dei gran soldi, e questo non si discute.

Ivano Landi ha detto...

Sai che ho sempre disdegnato Harry Potter per lo stesso motivo che citi? Non leggerei mai i libri, ma ho comunque visto i primi cinque film e trovato che contengono tutti inevitabilmente una abbondantissima dose di ridicolo involontario.

Bruno ha detto...


@ Ivano Landi: Per carità... son cose per ragazzi! Diciamo che tre film li ho visti anche io, poi la pretesa di innestare la storia drammatica su quella base, tra scope volanti e scuole con le scale che si muovono, mi ha lasciato un po' così. Comunque per me la magia è più una cosa da lasciare nel laboratorio dello studioso eccentrico e geniale, nel calderone della vecchia strega in una capanna nel bosco, e via dicendo...

Bruno ha detto...


... dove scrivo "Senza voler negare che l'autrice di HP e il buon Erikson hanno fatto dei gran soldi" ho fatto strage del congiuntivo. Scusatemi...