martedì 30 ottobre 2018

I Guerrieri di Wyld


I Guerrieri di Wyld, di Nicholas Eames (edito dalla Nord), è un libro che aveva attirato la mia attenzione già un po' di tempo fa (non sto molto dietro alle novità ma questo l'avevo notato nei primi mesi dell'anno), però non mi sono deciso subito a leggerlo. Perché? Perché la sinossi mi sapeva di cosa poco seria. Avevo, a dire il vero, timore della boiata trash, della schifezza che fa cadere le braccia.

Ma per una volta tanto l'unione tra satira e fantasy ha prodotto un risultato che funziona. Diamo un'occhiata, con qualche piccola anticipazione sulla trama.

Un elemento che incuriosisce (e fa allo stesso tempo storcere il naso) riguardo al libro è che fare l'avventuriero è un mestiere, una carriera, un po' come nel Gioco di Ruolo: nel mondo dei Guerrieri di Wyld ci sono gruppi di personaggi ciascuno con una sua funzione, pronti a qualsiasi impresa per onore e gloria (e soldi). Sono come dei cantanti, dei divi del rock: hanno un frontman, il guerriero più famoso. Hanno degli impresari che organizzano i gruppi, procurano il lavoro (ovvero andare a caccia di mostri per conto delle comunità che desiderano liberarsene). Sono celebri e osannati, e questo andazzo è peggiorato nel corso della vita di Clay, uno dei protagonisti del libro, il quale ricorda le donne guerriere rudi e robuste che aveva conosciuto da giovane, e poi vede, nel corso della storia che leggiamo, delle ragazze civettuole che flirtano col pubblico, che hanno capelli ben agghindati e l'armatura che scopre più che coprire.
A dire il vero una satira del genere c'era in alcuni punti ironici di Sapkowski, quando parla del mestiere dello Strigo, ma mentre lo scrittore polacco è sempre abbastanza delicato, qui arriviamo a dei livelli volutamente esagerati.

Questi divi della caccia al mostro sono diventati, praticamente, dei viziati, che combattono in grandi arene come dei gladiatori volontari, seguiti dal pubblico che vuol vederli battersi dal vivo. Nonostante ci siano ampie zone del mondo popolate da mostri, non vanno più a cercarseli e a combatterli, questo anche perché esiste nelle zone selvagge una maledetta malattia inguaribile, che uccide lentamente e in modo terribile. È il marciume, che ti fa avvizzire e cadere le parti del corpo una ad una, e ritorna anche se si cerca di fermarlo con le amputazioni. Nessun divo vuole morire così schifosamente, no?

Ma ci sono quelli che ricordano che un tempo le cose giravano molto diversamente. I componenti di un vecchio gruppo, i Saga, che si è sciolto. Gruppo che aveva avuto i migliori giorni quando gli eroi erano veramente eroi, e le imprese erano vere. I Saga si inoltravano nelle foreste, e sfidavano i pericoli: uno di loro era stato contagiato dal marciume e ne era morto nonostante tutti i tentativi di salvarlo. I Saga avevano sconfitto un drago... Poi tutto è finito... il già citato Clay si è sposato e ha una figlia, magari un giorno se avrà abbastanza soldi potrà fare il taverniere, e alle avventure non ci pensa più; altri hanno fatto fortuna, qualcuno è scomparso (recuperabile? vedremo nel libro). Ma poi avviene un fatto nuovo.

Compare un vecchio avventuriero dei Saga, Gabriel (Gabe), che per una improvvisa urgente necessità va a chiedere a Clay, che ora lavora come guardia alle porte di una città, di "rimettere insieme la banda." Una faccenda alla Blues Brothers, se avete visto il film (se non l'avete visto, è una pessima cosa: recuperatelo!). Clay non vuole, ormai ha messo su famiglia, ma può davvero dire di no? C'è una emergenza gravissima.

Qui mi fermo, ho anticipato qualcosa ma non troppo ed è bene così. Il libro, che ovviamente non è da prendere sul serio, è molto piacevole e lo consiglio. C'è un sacco di divertimento, di satira, di momenti drammatici che alla fine prendi inevitabilmente a cuore. C'è un mondo con le sue particolarità, anche se in alcuni momenti sembra perfino superfluo, tante botte, tanti personaggi ben delineati. Secondo me è quest'ultima la parte che fa funzionare questo libro, unita al fatto che, sia pure in mezzo all'umorismo, esiste la nobile causa, la grande missione, come in un fantasy classico.

Ultima nota: ho comprato l'ebook, per risparmiare qualche soldo rispetto al cartaceo (l'ebook è comunque piuttosto costoso) e mi sono ritrovato con una mappa inguardabile - cosa che succede sempre quando hai le illustrazioni e il tuo kindle che non riesce a fare uno zoom. Dopo aver finito il libro ho scoperto in rete la mappa grande e a colori: la trovate qui.



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