domenica 7 dicembre 2025

Divergent

 Divergent è un libro dell'ormai lontano 2011. Si tratta del primo di una serie distopica e fantascientifica destinata ai "giovani adulti", scritta da Veronica Roth statunitense, che con questo libro ha goduto di un successo immediato, vendendo milioni di copie. Niente male come esordio, dal punto di vista economico. M'è capitato di vedere uno dei film ispirati alla serie, anche se non il primo, e ne ho parlato qui.

Non avendo grande simpatia per il genere distopico dedicato ai pischelli, ho comunque letto il libro per curiosità, visto che le distopie sono tra le mie pietanze letterarie preferite. Parliamone quindi un po', trama inclusa.

La protagonista Beatrice vive in una città mezza diroccata, in un mondo post-apocalittico, sfasciato e immiserito, ma non privo di tecnologia. Tutti gli abitanti sono divisi in caste, un metodo che dovrebbe mantenere l'armonia. Tutti, salvo gli Esclusi, quelli che falliscono i test di selezione e diventano addetti a lavori umili, come autisti, portieri e netturbini (mi son detto, embè? ma si vede che negli USA si tratta di lavori tenuti in scarsissima considerazione). Gli Abneganti sono contrari all'egoismo e si adoperano sempre per essere altruisti e per essere d'aiuto al prossimo. Per questo motivo ai loro capifazione è affidato il governo. I Candidi sono contro l'ipocrisia e, pertanto, gestiscono la giustizia. I Pacifici sono contrari all'aggressività e quindi lavorano come assistenti sociali. Gli Eruditi odiano l'ignoranza, pertanto sono insegnanti e ricercatori. Gli Intrepidi sono contrari alla codardia, pertanto si occupano della difesa della città.

Beatrice è un'abnegante, ma regge male il clima familiare (madre, padre, fratello). Alla Cerimonia della Scelta, quando i giovani devono decidere cosa fare del proprio futuro, la ragazza sceglie di entrare negli intrepidi. Questo comporta dover passare una dura selezione, e se la fallisse, Beatrice diventerebbe un'esclusa (nel senso spiegato sopra). Inoltre deve lasciare la famiglia, con tutti i drammoni che ne seguono.

Beatrice fa parte di un'altra categoria molto pericolosa: quella il cui esame attitudinale (svolto con simulazioni che inducono visioni, provocate da droghe e registrate da computer) non assegna una tendenza univoca, ma diverse tendenze. È la categoria dei Divergenti, che vengono generalmente eliminati. Beatrice, in effetti, ha uno spirito teso tra tre fazioni diverse; la scelta degli Intrepidi è molto difficile perché, sebbene sia in parte nelle sue corde, contrasta profondamente con la sua formazione.

Infatti, mentre gli Abneganti vivono in maniera spartana, vestono grigio senza nessuno sfarzo e si adoperano per gli altri, gli Intrepidi sono chiassosi, litigiosi, aggressivi e fanno sfoggio di coraggio continuamente.

Tra rivali carogne e amici non sempre fedeli, Beatrice, che cambia nome in Tris, procede nell'addestramento e va molto bene nelle categorie mentali, pur avendo un fisico gracile. Comincia anche un amore per Quattro, il suo istruttore.

Verremo presto a sapere che ci sono tensioni e odi pesanti ad avvelenare il clima della nuova fazione di Tris, e che inoltre c'è una campagna da parte degli Eruditi per screditare la gestione del potere degli Abneganti.

Perciò, dopo un bel po' di pagine, scoppia una guerra civile. Gli Eruditi, che non hanno un esercito, con la complicità di alcuni farabutti iniettano in tutti gli Intrepidi un microchip che consente di controllarli tramite un sistema di trasmissione degli ordini, un espediente che li trasforma in sonnambuli assassini. Questo esercito aggredisce il quartiere degli Abneganti e comincia a farne strage. Vengono in mente teorie del complotto sui tempi di Covid e sui vaccini, accuse di infilare microchip nelle nostre vene, eccetera. Il libro è del 2011, quindi esente da suggestioni di quel tipo, perché successive. Ma l'idea mi sembra ugualmente un po' balorda.

Riuscirà Tris a sconfiggere i cattivi e a salvare la sua vecchia fazione e la sua famiglia? Sì, in parte ci riuscirà e sboccerà anche la storia d'amore con Quattro, l'istruttore carino e impavido; ma il padre e la madre cadranno in battaglia. L'attacco al quartier generale degli Intrepidi comporta la distruzione del sistema di controllo, e i sonnambuli si rendono conto di ciò che stanno facendo. I sogni di conquista degli Eruditi vanno in frantumi.

Cosa dire di questo libro? Stile un po' scarno e piatto, ma scorrevole, da scuola di scrittura creativa. La storia è narrata dal punto di vista di Tris, di cui seguiamo (con una certa monotonia nella prima parte) i pensieri, le emozioni e le speranze. Tutto sommato, un modo di scrivere non piacevolissimo, ma non è questo il problema del libro.

Il problema è l'illogicità che si infila sempre nei libri distopici YA (per giovani adulti). L'ambientazione susciterebbe qualche curiosità, ma non è approfondita e non mi pare logica. Perché costringere le persone in caste rigide renderebbe la società più armonica? Perché bisogna temere i Divergenti e addirittura eliminarli? L'unica cosa che mi può venire in mente è che questo serva alla Roth per la trama, ma non ha senso. Anzi, credo che una gran parte di noi sia "divergente", nel senso che ha più attitudini, sviluppate in modo su per giù uguale.

Stucchevole, poi, la battaglia finale in cui il solito gruppetto di audaci entra nella sala di controllo del nemico, ovviamente protetta da un drappello ridotto di guardie (almeno all'inizio) e, schiacciando i tasti giusti, ferma tutto il piano dei cattivi.

Ovviamente mi direte che bisogna tenere conto del fatto che il libro è rivolto a un pubblico giovane. Tuttavia, mi viene da pensare che anche i "giovani adulti" forse meritino storie un po' meglio di questa.



1 commento:

M.T. ha detto...

Del libro avevo letto qualcosina, ma non mi aveva convinto. Ho visto però il film (anzi, i film: visti tutti) che, da quel che scrivi tu, è abbastanza fedele al romanzo: storia carina, che però fa sollevare le domande che poni. Mia ipotesi: forse è stato realizzato così per porre una critica a certi sistemi che tendono a schematizzare e inquadrare le persone per classi e ruoli (tipo, extracomunitari e gente di colore devono fare i lavori più umili, i più agiati devono governare i paesi).
Sullo stile: sembra che i giovani non riescano a leggere cose elaborate, quindi gli si devono dare testi poco complessi. Proprio adesso sto finendo un romanzo del genere, Gone di Michael Grant (il tema mi aveva interessato e visto che mi ha ricordato un pò' Il signore delle mosche, ma avendoci non molto a che fare, l'avevo preso (trovato in un mercatino dell'usato non sapendo nulla dell'autore, capendo poi dopo con cosa avevo a che fare)) e ha lo stesso modus operandi: per me è uno stile forse troppo semplice. O forse sono abituato male io, dato che fin da piccolo ho letto libri come quelli di Verne, Dumas, Kipling, London, Brooks, Donaldson.