In un solo libro (costituito da quattro racconti) Stephen King tocca diversi generi e alcuni elementi, in verità, non saprei nemmeno precisamente come collocarli. Il titolo è Se Scorre il Sangue (in inglese If it Bleeds), ed è abbastanza recente (2020), visto che King non perde occasione di far sapere quanto gli stia antipatico Donald Trump, e ci dà altri riferimenti alla storia recente, ad esempio il Covid.
Da una parte trovo notevole la capacità di King di avvincere il lettore e fargli girare una pagina dopo l'altra, e magari vorrei saper fare qualcosa di simile, o, quanto meno, vendere quanto lui (ahah! ovviamente). Dall'altra parte, in un certo senso, lo stile e il modo in cui costruisce le trame sono anche i limiti delle sue storie, in cui il mistero è indagato quel tanto che basta come strumento per far girare il racconto, e intanto si parla di altro (politica, la società americana, eccetera).
Passiamo alle storie (con anticipazioni sulle trame). Il Telefono del Sig. Harrigan è una storia dove l'elemento fantastico e orrorifico fa certamente passare qualche brivido lungo la schiena, ma è piuttosto blanda. Si tratta più che altro di un romanzo di formazione sulla vita di un ragazzo. Il quale, in un paio di occasioni, telefona a un signore che non c'è più.
La Vita di Chuck è una storia divisa in tre parti presentate in ordine cronologico inverso. Chuck è un uomo che sta morendo per un male incurabile e assieme a lui... muore il mondo intero. Dietro a questa strana storia c'è un uomo che aveva avuto una visione sul suo futuro e aveva cercato di vivere pienamente la propria esistenza. La metafora del libro mi lascia un po' incerto. Quando muore una persona, muore un universo. E nel libro si vede un mondo che va in rovina e si spegne perché Chuck muore. Non mi convince. Sì, muore un universo, ma muore il suo. La sua storia e la sua vita, e quelli che ha conosciuto, il significato che quella persona dava a certi posti, e gli affetti. Ma per il resto del mondo la vita va avanti, mentre l'universo di chi muore si spegne nell'indifferenza, salvo che per i suoi cari, e questo è il contrario della storia di Chuck come ce la racconta King.
Se Scorre il Sangue. È una frase dei cronisti, a quanto pare: se scorre il sangue, la storia vende. Holly, una detective, nota qualcosa di strano durante un reportage su una tremenda strage in una scuola. Sono morti dei bambini, ma c'è qualcosa nel telecronista che la incuriosisce. Ne seguono un'investigazione e una lotta contro una creatura misteriosa e terribile. Questa è la storia più lunga e potrebbe essere la più forte, dopo le prime due, piuttosto blande. Purtroppo si trascina un po' troppo nella parte centrale: parere personalissimo, certo. Ma per me, qui, la capacità di King di tirarti dentro la narrazione è venuta meno. Tra l'altro, ho trovato insopportabili i siparietti tra Holly e la madre, lagnosa, ipercritica, cattiva. La creatura ostile si sarebbe potuta approfondire, ma, come al solito, per King è solo uno strumento, e il mistero rimarrà tale.
Sottile ma efficace, invece, il più breve racconto, Ratto. Storia di uno scrittore e di un incredibile patto che fa per riuscire finalmente a superare i propri blocchi e scrivere qualcosa di efficace. Patto con il diavolo? Con una buffa creatura? O è tutta un'allucinazione avuta per effetto della febbre? Chi lo sa.
In conclusione, queste storie si lasciano leggere, ma certamente King ha scritto di meglio.

Nessun commento:
Posta un commento