Il mio tormentone estivo, almeno fino ad ora, visto che ho terminato anche l'ottava stagione, è stato Dexter. È una serie disponibile su Netflix (uscita nel 2006), un po' dramma poliziesco e un po' thriller, ma con forti venature horror.
L'argomento è uno che va per la maggiore, visto che il protagonista è un serial killer. Dexter Morgan (interpretato da Michael Hall, che può vantare una notevole carriera sia televisiva che cinematografica) è però un killer particolare, visto che lavora come specialista della scientifica in collaborazione con la polizia di Miami, in Florida. Parliamone, con qualche anticipazione non eccessiva.
Dexter ammazza solo i cattivi, spesso "rubando il caso" alla polizia, e segue un cupo rituale durante il quale mette la vittima designata a fronte delle proprie malefatte prima di usare su di essa degli affilati coltelli.
Apparentemente anaffettivo, molto attento a non farsi beccare, Morgan ha una sorella che lo adora, Debra (Jennifer Carpenter), che è quasi una collega, visto che lavora in polizia nella squadra omicidi. Ci sono altri poliziotti fra i protagonisti secondari, le cui vicende si snodano nel corso delle varie stagioni. Alcuni di questi sono personaggi ben caratterizzati e interessanti, anche se non ho apprezzato la parte da macchietta rifilata a Charlie Seunghee Lee, coreano, che fa la parte di un collega di Dexter ed è ridicolizzato in vari modi.
Ora, da una parte questa serie è piuttosto trash, per vari motivi. Per esempio, il mondo in cui si muove Dexter pullula di pluriomicidi e serial killer al punto che c'è da chiedersi come la Florida non si sia spopolata. Fa un po' ridere il fatto che alcuni di essi sono rivali di Dexter, qualcuno sarà suo allievo o sotto la sua tutela; insomma, in questa serie manca solo la parata annuale dei serial killer.
Alcuni elementi delle indagini di polizia (i tabulati telefonici, le impronte lasciate sulla scena del crimine) sono molto poco utilizzati, e ne capisco bene il motivo, perché in certi casi avrebbero condotto l'imprendibile Dexter in galera (un sempio lo vediamo più avanti).
La "genesi" di Dexter è insensata. Dexter è traumatizzato dall'aver visto, a tre anni, la madre tagliata a pezzi da dei delinquenti. E fin qui ci può stare. Il padre adottivo, un poliziotto che si è preso cura di lui, si è accorto che Dexter bambino comincia a uccidere gli animali senza mostrare pentimento. Così deduce che sarà condannato a fare l'assassino e decide di dargli un "codice di comportamento" in modo da indirizzarlo a... uccidere a fin di bene. Ora, visto che il padre è un po' donnaiolo ma è un uomo onesto, c'è da chiedersi come gli sia venuta in mente una follia del genere. Invece di cercare di curare il figlio, lo condanna a un destino orribile (per lo stesso Dexter e per molti altri). Sulla base di quali conoscenze? Nell'ottava stagione scopriamo che il padre è stato guidato da una psicologa, interpretata nientemeno che da Charlotte Rampling. Ma, a mio parere, questo non rende più accettabile la consapevole trasformazione del bambino Dexter in mostro, anzi, la fa apparire ancora più assurda. Anche il più grande luminare che diavolo ne sa di come si può evolvere un bambino con quel tipo di problemi?
Detto tutto questo, perché uno dovrebbe guardare Dexter? Il motivo è semplice. Se come me siete, vostro malgrado, contagiati dal morbo della pornoviolenza mediatica, ovvero l'uso della violenza come elemento di spettacolo, la serie probabilmente vi piacerà. Spettacoli come questo lasciano ben poco di valore, ma sono come piacevole gomma da masticare, o come uno snack irresistibile. Un po' come vedere i film della serie John Wick, altra assurdità che si giustifica solo con l'amore per la violenza scenica.
Proviamo però a dirne anche qualcosa di buono. L'evoluzione del personaggio di Dexter, che parte come uno psicopatico e poi diventa "umano" e riesce ad avere sentimenti e una famiglia, è un elemento che può avere un valore concreto. Poco credibile, forse, ma la trasformazione del protagonista è seguita con accuratezza e dovizia di particolari, offrendoci anche i suoi pensieri.
Qualche attore che ho apprezzato: Courtney Ford, nel ruolo di Christine, la figlia di uno dei tanti serial killer, fredda e astuta fino a che non perde la lucidità quando il padre critica malamente le sue azioni. Yvonne Strahovski nel ruolo di Hannah, pluriomicida che diventa l'interesse sentimentale di Dexter nelle ultime stagioni, una faccenda complicata da spiegare. David Zayas interpreta Angel Batista, uno dei poliziotti, un buon personaggio di supporto. A quanto pare Zayas ha svolto molti ruoli da poliziotto in carriera, riuscendo bene perché... è stato un poliziotto.
Infine, come preannunciato, un indizio fra i tanti che avrebbe potuto far beccare Dexter fin dalle prime stagioni. Questo è uno SPOILER, quindi fermatevi qui se dovete ancora vedere la serie. Avviene che, quando per caso vengono scoperti i cadaveri che Dexter fa a pezzi e butta in mare chiusi in dei sacchi, le vittime vengono identificate e inizia la caccia al "macellaio della baia". Ora, siccome Dexter va a compiere le proprie imprese portandosi dietro il telefono, ricevendo chiamate e via dicendo, e siccome la morte degli scomparsi spesso può essere collegata a una data, sarebbe stato facile, dai tabulati telefonici, vedere chi era che veniva in certi giorni in quel particolare tratto di mare. Gli appassionati di serie TV potranno facilmente trovare altre situazioni in cui Dexter sarebbe stato tutt'altro che imprendibile.
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