Dal momento che si parlava abbastanza di Terrifier 3, in circolazione sul grande schermo in questo periodo, ma che non ho voglia di andare a vederlo spendendoci i miei sudati denari (in realtà non ho avuto tempo), mi son visto i primi due film della fortunata serie su Amazon Prime, per capire cosa ci sia di così terrificante in questa serie di film.
A dire il vero, raramente un film horror mi fa veramente "paura," più spesso può mettermi inquietudine o farmi schifo. Come si colloca Terrifier sotto questi due aspetti?
Questi film sono degli slasher ovvero film in cui un maniaco ammazza gente con le armi da taglio (e magari non solo quelle). Una certa dose di schifo quindi è garantita, visti i fiumi di sangue, organi affettati o spappolati, e via dicendo.
Ma il primo Terrifier (2016) praticamente non aveva nemmeno una trama degna di questo nome: si trattava solo di una serie di ammazzamenti, in cui venivano coinvolte due ragazze che, reduci da una festa di Halloween, si imbattevano nel cattivo della serie in un locale (da qui in avanti, una certa quantità di ANTICIPAZIONI).
Lo strano personaggio è Art il Clown, sviluppato dal regista Damien Leone (italoamericano) già in un precedente cortometraggio, e interpretato da David Howard Thornton. Art non si mette subito ad ammazzare tutti, diciamo che si comporta in maniera strana, dà sui nervi al proprietario del locale, poi riduce il bagno a un disastro spalmando dappertutto... indovinate cosa. Ma poi ci si mette sul serio e un sacco di gente ci lascerà la pelle. Le due ragazze finiscono male: una, Tara, viene tagliata a metà, l'altra, Victoria (Samantha Scaffidi) sopravvive completamente sfigurata. E Art? Muore, apparentemente, ma ovviamente non rimarrà morto a lungo.
Perché c'è un elemento sovrannaturale nella serie, anche se non è spiegato molto. In Terrifier 2 (2022) le cose si evolvono in più grande stile. Mentre Leone aveva con il primo film fatto un omaggio, parecchio a basso costo, a un certo stile di film horror indipendenti di serie B, qui lo stile resta consapevolmente su quel medesimo livello mentre dalla produzione è evidente che ci sono un po' più di quattrini a disposizione.
Compare un altro personaggio inquietante, la "ragazzina pallida," e una antagonista, Sienna (Lauren LaVera), che è in qualche modo destinata a combattere il clown, anche con la collaborazione del fratellino scemo Jonathan.
In pratica, a mano a mano che la storia va avanti Leone aggiunge degli elementi alla "mitologia" di Art the Clown e lo fa a seconda di come gli convenga, rimanendo sempre avaro di spiegazioni. Mentre Art fa quello che gli vien meglio, ovvero ammazza la gente, Sienna prende la parte dell'angelo vendicatore (con tanto di ali posticce, indossate come parte di un costume). Non è tanto importante come va a finire il film, quanto l'efficacia di Art, che resta l'attrazione che dà senso a questa produzione. Noto comunque che elementi di continuità esistono eccome: Sienna rimane come personaggio di Terrifier 3, e anche Victoria vi ha una parte.
Per rispondere alla domanda che mi facevo all'inizio, Art è senz'altro inquietante. Non che il costume da clown di per sé mi faccia un grande effetto (il clown in It certamente non me ne fa). Ma sono efficaci le espressioni dell'attore, quel volto che può apparire scherzoso o stravagante o misterioso, come anche ferocemente aggressivo. Il cappellino nero fissato in cima alla maschera bianca dà un tocco bizzarro, gli occhi e i denti scoperti, il mento aguzzo e il naso lungo, formano un volto decisamente mobile, la cui espressione può cambiare in un attimo.
Art non ha uno scopo apparente se non uccidere, ma a volte i suoi comportamenti non sono così diretti, rendendolo imprevedibile, mettendo nello spettatore il dubbio su cosa stia pensando. È veramente inquietante in quanto "fa il clown" o fa il mimo, a volte fa anche ridere, e alterna questo comportamento con l'aggressione omicida. Quindi il merito del successo di questi film va a Thornton, che per quanto sempre mascherato, sa essere espressivo.
Dal momento che Terrifier 3 ha avuto incassi decisamente interessanti spendendo un budget relativamente modesto, al punto che anche qualche produzione italiana riuscirebbe a metterlo assieme, penso che Art il Clown lo avremo in giro ancora per diversi anni...
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