Su Netflix abbiamo un seguito de Il Buco (di cui ho parlato quattro anni fa in questo post). Il titolo è Il Buco - Capitolo 2 e la situazione è la medesima. C'è un luogo di prigionia dove le celle sono una sopra l'altra, con un buco nel centro, attraverso cui passa una tavola imbandita per il pranzo. Ma si può mangiare solo per un breve tempo, e poi il tavolo (come per magia) scende al livello successivo... con la conseguenza che chi sta in alto mangia a sufficienza o addirittura si abbuffa, chi sta in basso vede pochissimo cibo.
La protagonista di questo nuovo capitolo, Perempuan (Milena Smit) s'è inflitta questa punizione per aver causato involontariamente una morte. Il suo compagno di cella all'inizio è un uomo di mezz'età, Zamiatin. Rispetto al film precedente, tuttavia, abbiamo una specie di ordine sociale. C'è un capo, un "messia," coadiuvato da dei seguaci (gli "unti"), che tengono sotto stretto controllo e osservano le azioni di tutti.
Si cerca di fare in modo che nessuno mangi più del dovuto. A ciascuno solo il suo piatto. E dal momento che ogni prigioniero deve scegliere un solo tipo di razione, e poi mangia solo quello, è possibile fare degli scambi per avere una dieta variata, se si trova l'accordo con un altro prigioniero.
Questi sono principi abbastanza ragionevoli. Tuttavia abbiamo sia dei "ribelli" che non obbediscono, sia delle squadre di punitori che agiscono con estrema severità per mantenere l'ordine. Non anticipo altro della trama. Posso dire che il messaggio del primo film qui viene mostrato in maniera ancora più esplicita: si potrebbe con un po' di ragionevolezza sopravvivere tutti, ma l'uomo è una creatura egoista e idiota, e riesce sempre a crearsi l'inferno sulla Terra.
Così come non mi è parso eccezionale il primo film, non vado in estasi nemmeno per il secondo. Il fatto è che il concetto per me è scontato, e non mi dice niente di nuovo. Ma se Il Buco vi è piaciuto, probabilmente amerete anche questo film.
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