giovedì 25 maggio 2023

The Very Secret Society of Irregular Witches

 Libro fantasy per ragazzi o "young adults," questo The Very Secret Society of Irregular Witches è stato scritto da una giovane autrice britannica e pubblicato nel 2022. L'autrice, Sangu Mandanna, di origine indiana (credo), afferma di scrivere fin dall'età di quattro anni. Ma devo dire che ho comprato questo libro più per il titolo e la copertina che altro.

Questa storia edificante si svolge in Gran Bretagna; ma, essendo un fantasy, ed essendoci le streghe nel titolo, evidentemente abbiamo la magia.

La magia è una forza che pochi percepiscono e che viene attratta dalle pochissime persone, solo donne, che possono usarla. È una forza "capricciosa," instabile e un po' imprevedibile, e che può creare danni se sfugge al controllo. Appare (per chi la vede) come una nuvola di polvere dorata, brillanti puntolini gialli attorno alla strega.

C'è una particolarità che riguarda le streghe: sono tutte orfane. Per ragioni legate alla magia, a un incantesimo sbagliato, i genitori muoiono poco dopo la nascita della futura strega. Perciò anche la protagonista, Mika, è adottata. La madre adottiva è Primrose, ed è a sua volta una strega. Non una buona madre, però, non aveva tempo da dedicare alla figlia. Mika è stata affidata a una serie di bambinaie, insegnanti, domestiche, che sono state via via sostituite ogni volta che si sono accorte che la bambina aveva poteri speciali. Perché per Primrose la priorità è la sicurezza, visto che in passato le streghe sono state perseguitate. Quindi le streghe della Gran Bretagna si incontrano periodicamente, ma non spesso, per un solo giorno, e sempre in un posto diverso. Questa società segreta delle streghe è composta solo da una ventina di donne; vi sono però altre streghe, che non ne fanno parte per un motivo o per l'altro.

Mika non apprezza molto la maniera in cui la società segreta delle streghe è amministrata, e addirittura pubblica video su YouTube, dove spiega come creare finte pozioni magiche.

Ad un certo punto la ragazza riceve una strana richiesta: dovrebbe occuparsi di tre ragazzine (streghe!) che crescono assieme in una casa di campagna, figlie adottive, anche loro, di una madre con poco tempo da dedicare e che anzi si trova all'estero in qualche scavo archeologico. Qualcuno della famiglia (il bizzarro Ian, figlio di una strega) ha visto le piccole luci della magia attorno a Mika e ha deciso di chiamarla perché serve una vera strega per prendersi cura di piccole streghe. Quindi, aggiungo io, la magia è qualcosa che pochi percepiscono, ma viene fedelmente riportata dalle telecamere e sui file .mp4 o .wmv, e viaggia su internet? Ma scusatemi per la pignoleria. Mika finisce per accettare e si trasferisce in questa bellissima dimora vicino al mare, portandosi dietro i suoi pesci e il suo cane, oltre a tutti i suoi strumenti e libri magici.

E cosa succederà? Prendendo l'incarico Mika sfida la sua tutrice Primrose, e ci saranno un sacco di altri problemi e difficoltà. Ma alla fine tutto andrà a posto... non anticipo altro.

Cosa dire di questo libro? L'autrice, che tra diversità etnica e coppie gay segna in questo libro tutta la lista di spunta del politicamente corretto, è stata brava nel creare le premesse per una vicenda interessante, e senz'altro dimostra la capacità di far andare alla fine tutte le tessere del mosaico a posto, ma affoga un po' nella melassa del sentimentalismo dalla metà del libro in poi. E la storia perde molto interesse.

Tutti vivranno felici e contenti. Anche Primrose forse non era poi così acida e cattiva, in fondo, mentre un altro personaggio che minaccia la felicità del nostro gruppetto di piccole streghe "irregolari" si rivela il classico malvagio, personaggio tagliato con l'accetta. Va comunque tenuto conto, diciamo, del target, del pubblico a cui il libro si rivolge. O forse no? Un "giovane adulto" o un ragazzo ha tutto il diritto di chiedere qualcosina di più da un libro.


2 commenti:

M.T. ha detto...

Un ragazzo ha diritto di avere di più. O forse il mio giudizio dipende dal tipo di letture con cui sono cresciuto da piccolo.

Bruno ha detto...

Diciamo che, mentre io per primo preferisco una storia in cui ci siano valori positivi e alla fine qualcosa di buono sia compiuto, tutti, giovanissimi inclusi, siamo in grado di capire che non va sempre a finire tutto bene...