giovedì 28 aprile 2022

L'Incubo dei Ghiacci

 Ho riletto L'Incubo dei Ghiacci in questi giorni. Si tratta di un libro fantasy abbastanza vecchio stile, il primo di una lunga serie (chiamata L'Inverno del Mondo). L'autore è lo scozzese Michael Scott Rohan (1951 - 2018), laureato in legge ma eclettico nelle sue attività. La serie dell'Inverno del mondo fu scritta dal 1986 (il primo libro ha titolo, in inglese, The Anvil of Ice) al 2001, quando Scott Rohan pubblicò Shadow of the Seer, il sesto della serie, non tradotto in italiano. Per problemi di salute l'autore terminò proprio in quel periodo la propria attività di romanziere, continuando però a scrivere su riviste per alcuni anni.

Quindi non so sinceramente se la serie dell'Inverno del Mondo sia stata terminata o se ci fosse stata l'intenzione di proseguirla, bloccata dalla malattia. La pubblicazione in italiano di questa serie (curata da Fanucci) iniziò solo nel 1992 e si fermò comunque al terzo dei sei libri, quindi il lettore che volesse completare quello che c'è dovrà passare alla lingua originale a metà percorso. Penso che L'Inverno del Mondo sia stato vittima di fattori economici, ovvero uno scarso successo in Italia, insufficiente a terminare la traduzione dei libri; ma c'è anche da dire che, dopo i primi tre episodi, l'autore aspettò dieci anni prima di continuare il ciclo. C'è stato uno iato piuttosto significativo, e nel frattempo la linea editoriale di Fanucci potrebbe essere cambiata.

Oggi come oggi, quello che esiste in italiano è reperibile nel mercato dell'usato, talvolta a buon mercato, talvolta a prezzi un po' elevati. La copia de L'Incubo dei Ghiacci che mi fu regalata è in ottimo stato, anche se la carta è così ruvida che è un dispiacere tenerlo in mano e girare le pagine. 

Passando finalmente al libro vero e proprio, abbiamo la storia di un ragazzo, Alv, un giovanissimo trovatello addetto alla cura del bestiame in una città che sarà vittima, fin dalle prime pagine, di un attacco di predoni. Il temibile popolo degli Ekwesh, una specie di vichinghi, saccheggia e fa strage. Fra di loro c'è uno strano personaggio, il Mastro Fabbro, che prende Alv come apprendista. Il Mastro Fabbro vive in una grande casa-officina in una zona quasi deserta ai limiti di una distesa infinita di ghiaccio. La glaciazione, che si espande e divora le terre fertili, è vista come una forza divina, sovrannaturale, una delle "Potenze" di questo mondo. Il ghiaccio è venerato dagli Ekwesh, predoni che stanno infliggendo durissimi colpi alle zone civilizzate che si dividono in un "nord" e un "sud," in effetti due culture piuttosto che due stati, disposte lungo una fascia di terra tra il mare e una catena montuosa, e separate dal grande delta paludoso di un fiume.

A poco a poco, Alv capisce di avere un enorme talento per la metallurgia, ma anche che il Mastro Fabbro non gli sta permettendo di svilupparlo pienamente. E inoltre il suo mentore è alleato a qualcosa di malvagio. S'incontra con delle strane genti. Sebbene Alv abbia conosciuto dignità e un mestiere a casa del Mastro Fabbro, deciderà alla fine di fuggire, assieme a un altro apprendista. I due compiono un lungo tragitto, Alv cambia nome in Elof, cerca di esercitare il proprio mestiere come può, conosce altri popoli. Non sto a raccontare tutte le disavventure in questo post, mi limito a dire che la storia ci porta e seguire le tracce e la crescita di un eroico personaggio che, nonostante le umili origini, ha un talento eccezionale da sfruttare. Il fatto insolito è che con la vita di Alv/Elof si parla molto di metallurgia, e l'autore mostra una certa conoscenza dei processi implicati nella produzione di corazze e lame. Quello che vi aggiunge Michael S. Rohan sono gli effetti magici che i rituali e gli arcani simboli aggiungono alla qualità materiale delle armi e armature. Mentre i Fabbri producono oggetti incantati straordinari, la magia del mondo non si limita a loro. Non mancano creature fantastiche, divinità, e gli sciamani con i loro incantesimi.

Michael S. Rohan cerca di ambientare in maniera plausibile le sue storie durante il periodo glaciale della Terra, anche se le aggiunte decisamente fantastiche e magiche rendono a mio parere questo lavoro un po' velleitario. Qua e là viene profusa una certa solennità nella storia, e non mancano popoli che mi hanno stuzzicato qualche reminiscenza tolkieniana, come i Duergar, che vivono il dimore sotterranee come i nani del professore di Oxford. I Duergar però sono fisicamente abbastanza simili agli umani, e alcuni di loro s'intendono anche di navigazione fluviale.

Un altro popolo che compare nell'Incubo dei Ghiacci è quello dei Figli di Tapiau, praticamente umanoidi che vivono in simbiosi con una grande foresta e una specie di spirito legato a un particolare albero.

Gli Ekwesh, i predoni del mare e servitori del Ghiaccio, fanno la parte dei cattivi, anche se li vedremo più che altro all'inizio e alla fine del libro.

Ho apprezzato questo romanzo, anche se mi pare, a tratti, che cerchi di raggiungere la solennità di Tolkien senza riuscirvi, e che non sempre il ritmo sia abbastanza vivace e coinvolgente. Alcuni personaggi mi paiono meglio riusciti di altri. Alcuni momenti emozionanti o elementi drammatici non sono sfruttati o elaborati per niente. Tuttavia consiglio questa serie a chi desiderasse un fantasy di stampo, diciamo, tradizionale, ma non privo di qualche idea originale e insolita.

Per quanto riguarda il mondo ghiacciato di questa serie, ho trovato un'unica mappa qui:

https://twitter.com/mythicmaps/status/1292814969730412544



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