Poul Anderson è stato, nell'ambito della fantascienza e del fantasy, uno scrittore enormemente prolifico, che ha vinto diverse volte i premi più ambiti. Dopo la sua morte nel 2001 questo autore ha mantenuto una certa fama all'estero, ho però l'impressione che in Italia le sue fortune siano ormai terminate. Quanto a me, ho letto poco di Anderson e questa è una lacuna che vorrei colmare. Però, alle prese con questa Tempesta di Mezza Estate, mi sono proprio trovato in difficoltà: qualche anno fa sospesi un primo tentativo di lettura. Ce l'ho fatta adesso.
Ci sono, a mio parere, un po' di fattori che rendono il libro piuttosto ostico. Innanzitutto l'ispirazione a Shakespeare, altro colosso letterario che non ho mai trovato il tempo di affrontare. Lo stile un po' arcaico e affettato (presumibilmente come conseguenza dell'ispirazione shakespeariana). E per giunta, visto che siamo in un romanzo ispirato alla storia inglese, il riferimento a un periodo che per me è sempre stato piuttosto duro da digerire (sebbene ami la storia).
Per spiegarmi: si tratta della Guerra Civile inglese, una vicenda piuttosto complessa che fa parte della più ampia "Guerra dei Tre Regni," faccenda assai sfaccettata che cominciò con il trionfo dei Parlamentari (Cromwell) e la sconfitta dei Realisti di Carlo I, ma finì con la restaurazione della monarchia. A cosa servì il conflitto? Be', a diverse cose: rese Scozia, Inghilterra e Irlanda praticamente una potenza unificata con capitale saldamente stabilita a Londra. Consolidò la riforma protestante. Eliminò una casata reale che aveva eccessive pretese di governo assoluto del sovrano, anche se la repubblica non durò.
Nel libro le cose sono abbastanza intricate: Rupert, il protagonista, è un leader militare del campo di Carlo I, i Realisti, ma districarsi nel libro è un po' difficile perché i Realisti sono anche chiamati Cavaliers, poi ci sono i Roundheads (Testeduovo nella traduzione), i Puritani, gli Ironsides, e via dicendo... insomma è uno scenario che per molti Italiani (e certamente per me) non è il più semplice sottofondo per una storia. Comunque i Realisti sono stati malamente sconfitti a Marston Moor, Rupert è prigioniero, sembra che le cose abbiano poche possibilità di migliorare. E invece...
Va chiarito comunque che siamo in un universo alternativo, perché i fatti (che risalgono a circa la metà del '600) qui si svolgono in un mondo in cui ci sono già ferrovie e navi a vapore, che si affermarono in realtà ben dopo. Ma abbiamo anche elfi e folletti, scacciati dall'arrivo della modernità e pronti ad appoggiare la parte più tradizionalista (Rupert e il suo re Carlo I). Abbiamo personaggi storici di varie epoche che si incontrano in un crocevia spaziotemporale, dove appare anche un personaggio tratto da un altro libro di Anderson, Tre Cuori e Tre Leoni... e abbondano le solite avventure di cappa e spada, con un poco di magia.
I puritani e le "testeduovo" sono lì a fare la figura dei rozzi, fanatici bigotti, e i buoni, almeno in questa versione dell'universo, vincono. Mi sento di consigliare questo romanzo, un bel fantasy scritto da un grande autore, ma con l'avvertenza che non è proprio digeribilissimo, almeno all'inizio.
2 commenti:
Io di Anderson ho letto solo "La spada spezzata", che si è posizionato con merito nella mia top 3 dei fantasy preferiti (ma questa ovviamente è una valutazione soggettiva).
Anche in questo libro la lettura non è semplice per chi non mastica un pochino di mitologia norrena e celtica, sebbene leggendo la tua recensione ho l'impressione che sia meno ostico di "Tempesta di Mezza Estate".
Il punto di forza secondo me è che ne "La spada spezzata" le figure fantastiche come elfi e troll, al giorno d'oggi purtroppo fissate nell'immaginario collettivo con le fattezze di quelli che si vedono e/o leggono ne "Il signore degli anelli", hanno invece caratteristiche fisiche e caratteriali completamente diverse e probabilmente più vicine a quelle delle antiche leggende del nord, inoltre il confine fra bene e male non è così ben delineato, anzi, si può dire che in un certo senso si empatizza sia col protagonista che con l'antagonista. Tutto ciò ai miei occhi l'hanno reso un libro di matrice fantasy classica molto interessante e diverso da tutti quelli del suo genere (soprattutto per l'epoca in cui è stato scritto).
Se voi riprovare con Anderson ti consiglio questo libro, io invece vedrò se riesco a reperire "Tempesta di mezza estate".
Di Poul Anderson ho già letto qualcosa di fantascienza e un solo fantasy prima di questo, Tre Cuori e Tre Leoni, che parte da una premessa non entusiasmante (un tizio si ritrova nel mondo antico, e non si sa perché) per costruire un'avventura fantastica che, da ragazzino, avevo amato molto. In Anderson gli Elfi, folletti, il Re della foresta ecc... questi esseri misteriosi ci sono, e in Tempesta di Mezza Estate sono un po' il residuo di un mondo antico e pagano che viene spazzato via dal fanatismo religioso e dalla modernità (che in questo libro parte in anticipo). Abbiamo sprazzi di antimodernismo "alla Tolkien," ma l'uso della mitologia è ben diverso. Del resto, come disse Tolkien, l'unica somiglianza tra il suo anello e quello dei Nibelunghi stava nel fatto che erano "rotondi tutti e due," il fantastico tolkieniano è estremamente personale e riadattato soprattutto nel Signore degli Anelli e ne Lo Hobbit..
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