Il celeberrimo regista Guillermo del Toro ha proposto su Netflix la sua versione di Frankenstein, un altro di quei classici (tratto dal libro di Mary Shelley di ormai oltre 200 anni fa) che periodicamente vengono rielaborati. La storia ricostruita con licenza da del Toro ci offre un mondo cupo e sinistro, in cui il creatore del mostro, Viktor Frankenstein, non è uno studioso benintenzionato, ma fin dall'inizio un uomo egoista, ingannatore, tormentato da un ego smisurato che lo spinge a tentare l'impossibile. Un genio un po' maligno, che vuol "fargliela vedere" all'ambiente della scienza ufficiale che lo deride, ma non riesce, a sua volta, a ottenere l'esito perfetto che desidera.
Frankenstein ottiene l'appoggio di un benefattore che gli consente di proseguire gli esperimenti: vuol creare un uomo artificiale, rianimare una persona assemblata con corpi di cadaveri. Un mercante, Harlander, gli offre dei fondi. Viktor procede, ma c'è una persona che non riesce a sedurre: Elizabeth, nipote di Harlander e promessa sposa di William, fratello del nostro scienziato. In una prima scena, l'innocente Elizabeth prende soavemente per i fondelli Viktor e i suoi esperimenti; successivamente sembra nutrire qualche sentimento per lui, ma infine si convince che sia semplicemente un mostro e non avrà problemi a dirglielo in faccia.
In una tragica catena di eventi, la creatura prende vita, è però giudicata inutile e malriuscita da Viktor e comincerà a nutrire una rabbia furibonda per non essere né in grado di morire (per via delle caratteristiche del suo corpo semiartificiale) né di vivere, in quanto respinta da tutti - tranne Elizabeth in un paio di scene.
Da qui l'inevitabile confronto rabbioso con Viktor e tante altre tragedie che seguiranno.
Per questo film Guillermo del Toro si è avvalso di un cast eccezionale. Nei panni di Viktor abbiamo Oscar Isaac (Dune, Ex Machina), originario del Guatemala, un volto intenso, dall'occhio saturnino che diventa aggressivo da un momento all'altro. La creatura è interpretata da Jacob Elordi, australiano, abbastanza sepolto dal trucco e comunque espressivo. Nei panni di Harlander abbiamo il talentuoso attore tedesco Christoph Waltz. Elizabeth è interpretata dalla divina Mia Goth, che interpreta anche il ruolo di madre di Viktor.
Gli scenari sono stupendi; gli ambienti e i paesaggi, anche i costumi, sono semplicemente fantastici. Abbiamo inquadrature che sembrano affreschi, anche se qualche uso della grafica computerizzata mi è sembrato imperfetto (i lupi che attaccano le pecore in una certa scena sono, a mio avviso, fintissimi).
Tutta questa opulenza e le buone interpretazioni, oltre a una sceneggiatura che rinfresca un po' il materiale originale, creano un film che non si può che definire valido, ma che, a mio parere, resta un po' ingessato da tanta abbondanza di elementi e di messa in scena: ricchezza di forme che soffoca e rallenta la storia. Due ore e mezza mi sono sembrate proprio tante, anche se su Netflix ho potuto seguire il film a puntate.
Comunque da vedere.


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