Avevo iniziato più di un anno fa (qui il post), andando a recuperare un vecchio film dove aveva preso parte Rutger Hauer. Purtroppo, questi vecchi film non sono sempre reperibili con facilità. Ne ho recuperato un altro, Fiore di Carne, del 1973. Qui l'attore olandese aveva 29 anni, il regista è ancora Paul Verhoeven, che come abbiamo visto ha spesso lavorato assieme a lui. Il titolo originale (Turks Fruit, in inglese Turkish Delight) fa riferimento a certi dolciumi turchi (Lokum) soffici e zuccheratissimi.
Il film ebbe un grande successo in Olanda, anche se lascia piuttosto perplessi, rivisto oggi, e vedremo perché. In apertura, abbiamo un protagonista (Erik, interpretato da Rutger Hauer) che si riprende da un periodo di sbornie e depressione e si dedica a cercare rapporti occasionali con donne (ottenendo molto successo). Ha anche fantasie di violenta vendetta sulla ex-moglie Olga e sul suo attuale partner, ma lo spettatore vedendo le scene non sa ancora chi siano. Su cosa sta rimuginando Erik? Parte un lungo flashback.
Vediamo Erik nel suo ruolo di scultore, un artista sregolato e piantagrane, e poi lo vediamo incontrare Olga (Monique van de Ven, vista in Amsterdamned e Paint it Black) e innamorarsi di lei. È un rapporto passionale, sregolato, folle, osteggiato però dalla madre della ragazza che non vede in Erik un marito adeguato. Più possibilista il padre.
Da qui iniziano notevoli anticipazioni della trama, se non le volete leggere, passate alla parte finale dopo la frase in grassetto "fine SPOILER".
Comunque sia, i due si sposano e tutto va bene per un po', anche se un certo malanimo tra Erik e la suocera rimane. Erik riesce a vendere un'opera importante, tra l'altro. Ma i rapporti precipitano quando muore il padre di lei ed Erik si rifiuta di prenderne il posto nella direzione del negozio di famiglia. Qui le cose nella coppia iniziano ad andare male, vediamo qualche litigio, Olga che deve lavorare come operaia (con scarsi risultati), Erik che la fa arrabbiare vendendo un disegno di lei nuda. E il rapporto esplode quando Olga flirta in maniera plateale con un altro uomo durante una cena in cui anche la madre è presente. Erik non la prende bene, la faccenda finisce a schiaffi.
Spalleggiata dalla madre, Olga chiede il divorzio, e se ne va in America con un altro uomo, il che precipita Erik nella depressione, come abbiamo visto all'inizio. Dopo un po', tuttavia, lei ritorna e lo incontra di nuovo per caso. Il comportamento di Olga è bizzarro, la memoria cortissima, ed è evidente che sta male. Ha in effetti un male incurabile; Erik, che non ha smesso di amarla, la assiste fino alla fine dandole da mangiare i soffici dolciumi del titolo originale, visto che lei non può più masticare.
Devo osservare che, a mio parere, non si capisce molto bene perché i due si lasciano. Il comportamento di lei in parte può essere giustificato dalle difficoltà della vita di coppia, o dal fatto che è sobillata dalla madre, o dalla malattia che comincia a manifestarsi e ad alterare i suoi comportamenti rendendola impulsiva; questa parte vorrei fosse stata esposta meglio dal regista Verhoeven.
Fine SPOILER.
Terminate le disquisizioni riguardo alla trama, la prima cosa di cui si deve parlare è che questo film è strano, certamente va contestualizzato visto che contiene comportamenti misogini e violenti del protagonista, un sacco di scene di nudo e sesso che oggi non avrebbero molto senso e comunque sarebbero censurate, e purtroppo anche una certa comicità volgare e becera degna dei filmacci italiani più o meno coevi. Evito di fare degli esempi ma avete presente, immagino. Fino a metà, mi chiedevo come mai Fiore di Carne avesse potuto avere successo. Quando inizia la parte più drammatica le cose migliorano un po'.
Il film ci offre una storia d'amore non convenzionale, folle, con un carismatico e giovane Rutger Hauer, una vivace protagonista nella parte di Olga, tanto romanticismo misto ad eccessi boccacceschi, e termina con un finale toccante. Insolito, coglie abbastanza di sorpresa, e questo, se ce la farete a "contestualizzare," lo rende decisamente degno di essere visto.
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