mercoledì 17 febbraio 2021

Narrazione razionale, e non

Cosa pensi quando ti dicono che il tuo film, o una scena, non ha senso o non si capisce? Nel video qui sotto David Lynch dà la propria risposta. Che è abbastanza affascinante, per chi è abituato a scrivere.

Lynch risponde che gli piace la storia con la sua struttura, ma anche l'astrazione, una cosa di cui la vita è piena. Nelle astrazioni ci si muove per mezzo dell'intuizione, una facoltà che viene spenta se la storia è spiegata al cento per cento. Attraverso sequenze di immagini e suoni gli spettatori immaginano, provano emozioni, intuiscono: creano la propria interpretazione di quello a cui assistono. 


Non importa cosa pensa il regista, ciascuno ha la propria comprensione di quello che vede.

Per quanto mi riguarda quando qualcosa sullo schermo "non ha senso" il sospetto di essere presi per i fondelli può essere giustificato. Dipende con chi hai a che fare. David Lynch, per quel che ho visto e ricordo di suo, a volte mi ha emozionato, a volte ha fatto venire i nervi, però gli riconosco che sa il fatto suo.

Ovviamente chi scrive può creare l'irrazionale o il non senso nella stessa maniera di un regista, o quasi, anche se le singole parole hanno un significato più definito rispetto alla musica e alle immagini. E quando invece si spiega tutto al cento per cento? C'è sempre la possibilità, anche quando si scrive con stile asciutto e aderente alla materia raccontata, di lasciare intuire, di creare il non detto. Ma a me sembra che il mondo della parola sia più regolato, fatto di significati, indipendente dal mezzo con cui è trasmesso (carta, schermo del lettore di ebook, ascolto audio eccetera).

Esistono diversi tipi di linguaggi a seconda del modo di espressione. Uno che mi ha sempre affascinato è quello della musica, del ritmo, del ballo, dove tutto viene trasmesso con le note, con gli atteggiamenti e le movenze, con un tipo di vestiti o di accessori. Poche parole, e spesso anche i testi non hanno rilevanza alcuna. Tutto diventa istintivo, senza bisogno di razionalità o ragionamento, eppure dei messaggi vengono veicolati. Invidio questo linguaggio perché io non lo so parlare, ovviamente. Posso solo essere un fruitore. Il mio territorio resta quello della parola scritta.


2 commenti:

Guido P. ha detto...

David Lynch non è certo il regista più "semplice" del mondo. E proprio per questo suo particolare e complesso modo di raccontare la sue storie, solitamente o lo si ama o lo si odia. Io appartengo alla prima categoria.
Hai ragione sulla Musica: è un linguaggio straordinario, che io nel mio piccolo ho provato a interpretare, senza riuscirci a dovere. Ecco... diciamo che, come te, alla fine mi accontento più che altro di esserne un fruitore :)

Bruno ha detto...


David Lynch in alcune occasioni mi ha lasciato stupefatto. Ad esempio ero rimasto pieno di disappunto guardando Mulholland Drive ma allo stesso tempo mi rendevo conto che, pur essendo apparentemente incomprensibile, il film mi aveva molto influenzato, che non smettevo di pensarci.