martedì 3 marzo 2020

Theft of Swords

Non si tratta di un libro, ma di due. Theft of Swords fa parte della serie The Ryria Revelations, ed è composto dai primi due libri che la compongono: The Crown Conspiracy e Avempartha. L'autore è Michael J. Sullivan, statunitense, la cui prolifica produzione (tradotta in diverse lingue tra cui l'italiano) verte, da circa una dozzina di anni, quasi tutta sul medesimo mondo, raccontando avvenimenti precedenti, successivi e collaterali alla prima serie. Avendo raggiunto un discreto successo grazie all'autopubblicazione, dopo diversi tentativi andati a vuoto e tanta pazienza, Sullivan ci presenta una storia di perseveranza e successo, che non può che essere di grande ispirazione. O meglio.... potrebbe esserlo, se solo queste cose accadessero anche da noi, giusto?


Essendo un "doppio" libro, questo tomo mi ha tenuto impegnato per parecchi giorni. Oltre 600 pagine da leggere, all'inizio molto velocemente, perché la storia sa prendere. Poi, nella seconda parte (Avempartha), ci sono stati momenti di noia e mi sono impantanato, per riprendere ad appassionarmi con il finale. Per fortuna.


Diciamo subito che apparentemente il fantasy di Sullivan è parecchio tradizionale. Ci sono due ribaldi figuri, ladri ma dal cuore d'oro, un po' come Fafhrd e il Grey Mouser di Fritz Leiber (che certamente conoscete, e se no, vi prego di rimediare alla mancanza). Ci sono elfi e nani, ci sono i maghi con la barba, toni da sword and sorcery. A onor del vero nell'intervista alla fine del libro Sullivan tocca proprio la somiglianza coi personaggi di Leiber, e dice che è puramente causale. Se lo dice lui, senz'altro ci credo.
Non manca comunque una religione oppressiva e prepotente, altro tratto che di frequente vediamo nel fantasy più classico - non sempre, ovviamente, ci sono anche i libri dove la religione è il fulcro di tutto, e in senso astratto Il Signore degli Anelli è uno di questi.

Ma dire che Theft of Swords sia una sagra delle banalità sarebbe inappropriato.
Alcuni aspetti apparentemente tradizionali di questo fantasy  in effetti si sviluppano poi in maniera diversa da come ci aspetteremmo. Gli elfi non sono quelli dell'high fantasy tolkieniano, la magia è stata in realtà bandita dal mondo (anche se rimane, più debole), di nani ne compare solo uno ma è in un ruolo che, per un nano, è insolito.

Pezzo forte della trama a mio parere è la coppia dei due ladri (Royce e Hadrian), due personaggi ben diversi fra loro eppure affiatati, e che hanno evidentemente un ricco e tormentato passato alle spalle. Nascondono certamente dei misteri al prossimo e, di conseguenza, al lettore. Qualcosa sapremo nel corso della storia, qualcos'altro lo possiamo forse intuire.

Anche altri personaggi godono di un'ottima caratterizzazione, che li rende interessanti. Un'eccezione direi che si debba fare per i cattivi, che sono irrimediabilmente odiosi, e sono odiosi perché... sono odiosi. Dal momento che ci sono dei preti ipocriti nel mazzo, non si fa fatica alcuna a odiarli, ma qualche sfaccettatura in più non avrebbe guastato.

Nella trama c'è qualche arzigogolo di troppo... Saltate questo paragrafo se non volete anticipazioni. A un certo punto un re viene assassinato nel suo castello e vengono incolpati i nostri due poveri ladri, che sono prontamente catturanti e stanno per subire giustizia sommaria. Interviene la figlia del re assassinato, sorella dell'erede maschio: lei crede alla loro innocenza e decide di liberarli. Di più: senza mai averli conosciuti prima, li mette in condizioni di poter rapire il fratello (erede del sovrano appena assassinato) e portarlo fuori, con la promessa di portarlo in un certo posto dove un potente personaggio potrà fare qualcosa per lui, visto che nel castello non sarà al sicuro. Io ho creduto che fosse in realtà un complotto della sorella per far fuori, in un successivo agguato, anche il fratello, oltre agli unici due testimoni... invece no, è proprio così, lo ha fatto in buona fede. A me sembra un errore di trama grande come una casa, ma siccome Sullivan ha avuto successo e io no, evidentemente ha ragione lui.

Tutto sommato comunque questo è un fantasy godibile, anche se nessuno accuserà Theft of Swords di aver portato profonde innovazioni al genere.

[un articolo di Fantasy Magazine su Michael J. Sullivan e i suoi libri]




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