martedì 25 giugno 2019

Vale la pena di esplorare lo spazio?

Chi ha visto The First Man, il recente film sull'esplorazione spaziale di cui ho parlato solo pochi giorni fa, ha probabilmente notato un segmento fatto con filmati d'epoca dove intervenivano delle persone, tra cui lo scrittore di fantascienza Kurt Vonnegut (Mattatoio Numero 5), ponendo dei dubbi sull'utilità delle missioni spaziali, e sottolineando l'esistenza di problemi più urgenti a cui dedicare i soldi.

Oggi è un po' un periodo di oscurantismo di ritorno, per certi aspetti (parlo, ad esempio, della diffusa diffidenza verso le vaccinazioni, ma si potrebbe anche prendere ad esempio l'incredulità verso lo stesso sbarco sulla Luna), per cui forse può dare un'impressione negativa che un grande autore della fantascienza classica avesse un'opinione del genere su una missione di grande valore scientifico (e anche di sapore, ovviamene, fantascientifico). Va tenuto conto del fatto che Vonnegut era uno spirito indipendente e un po' polemico; ma a quanto pare questi dubbi, del tipo "val la pena mandare razzi, uomini ecc... nello spazio, visti tutti i problemi che abbiamo?" erano ben presenti all'epoca dello sbarco sulla Luna, sebbene fosse un'era in cui di soldi ne giravano di più, almeno nei paesi occidentali.

La spesa affrontata negli anni '60 ovviamente fu molto elevata, c'era tutta una tecnologia da costruire ex novo. Fragile e pericolosa, ma certamente costosa. E appaentemente inutile. Quasi a dare una conferma che in fondo non ne fosse valsa la pena gli sbarchi sulla Luna furono sospesi nel 1972 e mai più ripresi con equipaggi umani.

Capsula Gemini fotografata dal sottoscritto a New York. Notare le due postazioni di volo dentro questo scomodissimo ordigno. Penso che sia un miracolo il fatto che, in fondo, sia morta poca gente esplorando lo spazio.

Non c'era nessun vantaggio nel lanciare altre missioni Apollo, ognuna era un costo enorme, senza un vero ritorno economico. Oggi la NASA sembra non essere nemmeno in grado di ricostruire gli stessi mezzi con cui compì le imprese di oltre 40 anni fa. Se oggi si parla di portare nuovamente degli uomini sulla Luna e forse costruire una base permanente, è perché si riaccendono competizioni dal sapore antico, con altre potenze intenzionate a compiere l'impresa. E c'è l'altra missione all'orizzonte, quella su Marte. Tutt'altra distanza e ben altri problemi da risolvere. Chissà se si può veramente fare, con la tecnologia di questo secolo.

Poi c'è chi dice che lo sviluppo scientifico nato con le missioni spaziali di allora e di oggi, lo stimolo dato dagli investimenti e le scoperte sulla natura dell'universo, diano in realtà dei vantaggi anche economici, e la creazione di un capitale umano che ha anche un valore concreto sebbene difficilmente quantificabile. Più tangibilmente, sono stati sviluppati i satelliti artificiali per le telecomunicazioni, il GPS, il controllo del clima e via dicendo. Altre tecnologie "pagate" con ricerche collegate alle imprese spaziali hanno poi avuto ricadute sulla vita di tutti i giorni.

La mia personale opinione è che oggi siamo alle prese con problemi quasi insormontabili, di deterioramento dell'ambiente, consumo delle risorse, potenziali conflitti di grande portata, tali da poterci portare a una enorme catastrofe, o quanto meno a un grandissimo regolamento di conti tra nazioni o "civiltà," nel giro di pochi decenni. Allora che cosa possiamo ottenere dallo spazio? Non possiamo portare risorse dallo spazio sulla Terra a un costo competitivo, questo oggi è certo, e non credo che sia una realtà che cambierà nel breve termine.

Lo Space Shuttle esposto a New York.

Sul fatto che le missioni spaziali debbano essere proseguite per il puro interesse scientifico, però, non ho dubbi. Ci sono cosa da sapere, importanti anche senza un immediato riscontro pratico. Scoprire se in certi luoghi (Marte, Europa...) esista osia mai esistita la vita. Comprendere meglio l'origine dell'universo.

E poi, con un grosso forse, potremmo arrivare a sviluppare proprio le capacità indispensabili per salvarci dai cataclismi che ci riserva il futuro. Non tanto portare risorse sulla Terra (operazione che, come dicevo sopra, difficilmente sarà conveniente nel prossimo futuro) ma creare nuove tecniche e nuove macchine da utilizzare oltre l'atmosfera. Per filtrare la luce solare e impedire che zone della Terra arrivino a temperature tali da rendere impossibile la vita umana; per impedire che i ghiacci si sciolgano. Insomma per modificare il clima là dove serve. Tantissime idee, oggi forse impossibili o balzane, o anche pericolose, potrebbero diventare necessità operative un domani, in mancanza di soluzioni alternative ai nostri problemi.

In conclusione, per quanto ci siano certamente altri problemi da affrontare, smettere di esplorare lo spazio è una scelta che non ci possiamo permettere.

In inglese: ricadute tecnologiche civili derivanti dalle ricerche NASA.


3 commenti:

M.T. ha detto...

Penso che tu abbia ragione. Purtroppo c'è una mentalità molto ristretta e limitata; se si pensa che il maggior risultato possibile e auspicabile per una nazione, è ottenere di ospitare le olimpiadi invernali, allora si può capire perché non si va tanto avanti.

Pennymaster ha detto...

Tocchi un argomento che mi sta molto a cuore. Sono affascinato dall'esplorazione spaziale, ma non è solo quello. Ho sempre pensato che l'essere umano dia il meglio di sè quando fa il passo più lungo della gamba. Abbiamo bisogno di sfide esagerate per avere prestazioni esagerate. E cosa c'è di più esagerato che impegnarsi in cose come la colonizzazione di Marte? Ovvio che con l'idealismo da solo si fa poco. C'è bisogno di fondi, organizzazione e motivazione, e spesso le motivazioni più forti sono anche le più meschine. Forse non si sarebbe neanche andati sulla Luna (con tutti i riflessi che ne sono derivati in molti campi) se alla base non ci fosse stata la più meschina e pericolosa delle rivalità post belliche.
Quando sento dire cose come "cosa ci andiamo a fare nello spazio con tutti i problemi che abbiamo" mi viene da pensare: "perché, se non andassimo nello spazio useremmo le stesse risorse per risolvere questi problemi?" e la risposta che mi do è un bel "no di certo".
E allora tanto vale provare a fare qualcosa di più grande della somma delle singole unità che compongono l'umanità. Chissà che non ce ne venga qualcosa di buono.

Bruno ha detto...


@ M.T. al momento attuale l'Italia non può certo porsi alla testa di progetti per le esplorazioni spaziali, però con pochi quattrini e tanta buona volontà una particina la stiamo facendo anche noi... Quanto alle olmpiadi, probabilmente sarebbe meglio non ospitarle, e le forze oggi al governo lo pensavano da tempo. Magari il successo di Milano, dove c'è una giunta di sinistra, ha fatto colpo, e quindi un po' cambiare idea? Vedremo.

@ Pennymaster: la penso nello stesso modo. Per quanto costose, queste imprese vanno fatte semplicemente "perché sono interessanti." Poi può succedere di tutto, anche di fare dei bruttissimi incontri, ma proviamoci.