L'Esercito delle Dodici Scimmie è una storia strana, con atmosfere uniche nel suo genere e la mano di un regista formidabile come Terry Gilliam, e degli ottimi attori. È uno di quei film di cui vorresti che ci sia un seguito, qualche altro materiale collegato, perché t'è piaciuto molto e sarebbe bello averne "un po' di più." Ma è anche chiaro che non si può, nel senso che l'idea è sfruttata, la combinazione che ha dato un ottimo risultato è difficile da ripetere, i seguiti e i prequel sono quasi sempre mosci, e via dicendo. Eppure, come scrivevo un paio di anni fa in un altro post, non vedevo l'ora di vedere qualcosa di questa serie televisiva che riprende e amplia la trama del film.
Ho avuto finalmente l'occasione di vedere alcuni episodi.
La serie televisiva 12 Monkeys, che ha passato la boa della prima stagione, ha due validi protagonisti. Cole, ovvero l'investigatore che viene dal futuro, è interpretato da Aaron Stanford, che non ricorda per nulla Bruce Willis ma sa creare un personaggio interessante. Lo stesso si può dire di Amanda Schull nei panni della dottoressa Railly, ruolo che fu di Madeleine Stowe. La premessa è cambiata sostanzialmente: mentre nel film il passato era già avvenuto ed era scontato che non potesse cambiare, nella serie TV Cole torna indietro nel tempo (ripetutamente) per fermare la malattia che ha annientato quasi del tutto l'umanità. Il virus ha delle mutazioni per cui è inarrestabile: anche i sopravvissuti sono condannati a essere spazzati via, è solo questione di alcuni anni, quindi l'unica cosa da fare è stroncare l'epidemia sul nascere. Il mondo del futuro, che Gilliam aveva reso, nel film, una specie di folle e paranoico bunker sotterraneo (le ambientazioni oppressive e malate sono un tema ricorrente di Gilliam), adesso è molto più "normale."
Ci sono gli scienziati che hanno inventato il viaggio nel tempo, chiusi in una comunità schiacciata sulla difensiva, e un mondo ostile di poveracci e di predatori all'esterno, un mondo che degli uomini di pattuglia conoscono e tengono d'occhio, e con cui hanno degli scambi. Cole e l'amico José Ramse, personaggio che riprende il nome di quello del film ma non molto degli atteggiamenti, vengono da quel mondo. Ma Cole non fa la parte del personaggio disturbato e sacrificabile a cui viene rifilata la missione nel film di Gilliam. Qui è un combattente affidabile, uno che in effetti si sente sulla stessa barca degli scienziati, pur con tutto il contrasto che può nascere dal fatto che loro vogliono governarlo da lontano mentre l'uomo che deve prendere decisioni vitali sul campo è lui.
Cole decide strategie e discute con la dottoressa che conduce la missione. È consapevole di essere in una missione suicida, nel senso che verosimilmente se riuscisse a fare quello che deve il mondo prenderebbe tutta un'altra direzione: ma lo accetta e del resto anche quelli che lo mandano vanno incontro allo stesso destino. Dal momento che cambiare il passato provoca un cambiamento nel futuro Cole deve anche stare attento alle strategie da adottare, ai paradossi temporali che potrebbe causare il suo intervento sulla realtà del passato.
La dottoressa Railly viene convinta fin dalla prima puntata che Cole viene veramente dal futuro (del resto lui ha una prova inconfutabile, ma non anticipo). Viene scavalcata di corsa una buona parte della tematica su cui si reggeva il film, ovvero: questo strano personaggio chi è veramente? cosa vuole? Anche il desiderio del Cole-Bruce Willis verso la fine del film, ovvero rimanere nel passato per quel che può ancora vivere e non tornare alla propria orrenda realtà, qui sembra fuori luogo. Insomma la serie televisiva 12 Monkeys crea una premessa che somiglia a quella del film, ma in realtà è la base per una storia diversa, adatta a essere narrata per episodi, e che corre su binari abbastanza definiti e continui. Vediamo quali.
Railly e Cole, lui con l'aiuto degli scienziati che possono mandarlo in certi precisi luoghi e momenti, combattono per capire cosa veramente ha causato l'annientamento dell'umanità. All'inizio Cole [SPOILER del primo episodio] elimina Leland Goines, scienziato che ritiene aver causato il disastro: a quel punto lui dovrebbe scomparire, non essere mai stato mandato nel passato, e invece rimane lì dov'è, capisce che il nemico è un altro [fine spoiler]. Il figlio di Goines chiuso in manicomio (ruolo di Brad Pitt nel film) qui è una ragazza (Jennifer Goines interpretata da Emily Hampshire) ed è implicata in una oscura vicenda: conosce il laboratorio segreto del padre ed è proprio quello che Cole deve trovare. Salterà fuori presto il nome dell'Esercito delle Dodici scimmie ma la vicenda sembra essere complicata e inizialmente impenetrabile. Ci sono dei cattivi, che più cattivi non si può, comandati da un uomo misterioso. Nel mondo del futuro c'è inoltre un pericoloso gruppo di razziatori con cui fare i conti, una storia secondaria che, mi pare di capire, andando avanti diventerà importante.
La serie è congegnata bene ed è stato dato l'ok per una seconda stagione, e io pensavo che avrei divorato in fretta la prima, invece visti alcuni episodi il resto è ancora lì che mi aspetta. Perfino una serie con evidenti difetti come The Walking Dead l'ho vista con molto più gusto, prima di perdere del tutto la voglia di arrivare in fondo, ma questa pur essendo fatta bene non mi entusiasma. Delusione cocente? Non nel senso che ne sia venuta fuori una vaccata, perché non mi sento di dir nulla del genere, ma sono assai deluso perché il film mi aveva preso moltissimo mentre 12 Monkeys non ha nulla di quella magia, a mio parere.
2 commenti:
Non so dirti se gli darò una change. Almeno non per questo periodo, che ho davvero troppa roba da vedere.
E' una serie dignitosa ma ce ne sono anche di *assai belle* in giro quindi forse quelle valgono più la pena. Se ci fosse un soffio di quello che è stato (per me) il feeling del film...
Può darsi che cambi idea.
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