mercoledì 7 settembre 2022

Come una partita di calcio

 Ce ne sono di cose deplorevoli da considerare, riguardo al conflitto in Ucraina. Una molto importante e che ci prende da vicino, la crisi economica che ne sta derivando, come se ne avessimo bisogno dopo il disastro del Covid-19.

Un'altra è la verità occidentale preconfezionata trasmessa dai telegiornali. Ma anche certe esternazioni che provengono dall'altra parte, come se Putin potesse essere un nostro paladino.

Quello che mi dà più fastidio però è l'incapacità (o la mancanza di volontà) di considerare questo conflitto nella complessità delle sue origini, e di ridurre tutto a una specie di tifo calcistico, come se si dovesse scegliere per forza da che parte stare. E i commenti di quelli che prendono questa guerra come un grande gioco, ridendo della morte di questi o di quelli, dei carri armati che saltano in aria con la torretta che vola via, la gente che crepa all'interno. E il sadismo a buon mercato che viene concesso per mezzo dell'etichetta "nemico" da appiccicare a qualcuno, dopo di che qualsiasi derisione, odio, disprezzo, basso sentimento sono permessi.


(la foto è tratta dalla CNN)


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