martedì 11 febbraio 2020

Grandi libri fantasy, è una cosa del passato?

Esistono ancora i grandi autori, nel fantasy? I mostri sacri? I libri che riescono a calamitare l'interesse di schiere di lettori con storie di immensa forza?
È abbastanza spontaneo, quando pensiamo ad autori come Tolkien, Clark Ashton Smith o Robert Howard, chiederci se oggi ci sia qualcuno di paragonabile.

In parte può essere un effetto nostalgia, il vecchio è sempre meglio del nuovo e bla bla bla. Anche la fantascienza ha avuto la sua età dell'oro, il periodo in cui un certo numero di autori "classici" sono diventati popolari e i loro libri hanno guadagnato fama duratura, mentre lo sviluppo successivo è stato più problematico, meno lineare (e ci sono i motivi per cui è stato così). Per il fantasy invece sembra evidente che abbiamo un "prima di Tolkien" e un "dopo Tolkien." Mi piacerebbe che non fosse vero, e questo indipendentemente dal fatto che Tolkien è uno dei miei autori preferiti, temo però che sia così.

Ma c'è anche da dire che un genere nasce, si codifica, certamente si trasforma un po' per un certo periodo, e fino a che non cambieranno i gusti in maniera definitiva (facendo iniziare un nuovo genere), i primi "classici" che si affermano inevitabilmente diventano"mostri sacri," esempi da venerare ecc...


Facciamo un esempio. Per un certo periodo, secoli fa, il fantastico era principalmente rappresentato dalle Chanson de Geste (Orlando, Roncisvallle eccetera). Oggi non si scrivono più testi simili, quindi un bel giorno anche quello che riteniamo oggi essere lo standard verrà abbandonato per qualcosa di nuovo, con qualche somiglianza ma anche differenze spiccate con quello che si è creato in passato. Fino a che questo non accadrà, avremo il ricordo dei grandi autori che hanno iniziato il genere, e per noi che siamo venuti dopo la noiosa sensazione che tutto sia stato già detto e scritto. Per la fantascienza probabilmente si può fare un discorso simile, anche se è materia più recente.

Oggi, comunque, esistono grandi autori del fantasy? Forse sì.
Innanzitutto, qualcuno può dire che la vera età dell'oro del fantasy, in realtà, è la nostra. George Martin con il suo Trono di Spade (e scusate se mi ripeto per l'ennesima volta, a me non piace) e altri grandi cicli sono materia di oggi. Molti grandi autori sono nostri contemporanei o sono stati attivi, e vivi, fino a pochi anni fa. Se oggi non possiamo più leggere nulla di nuovo da Jack Vance, Fritz Leiber o Gene Wolfe, e probabilmente l'anziano Michael Moorcock non ci farà più avere nulla di molto interessante (dai tempi d'oro del suo Elric di Melniboné è passato un pezzo), Steven Erikson, sebbene vecchiotto, è vivo e lotta insieme a noi. E infine dobbiamo tenere presente che negli ultimi decenni è stato possibile, magari con esiti non sempre esaltanti ma comunque con una grande produzione di materiale, portare le storie fantasy sullo schermo, grazie alle possibilità offerte dai moderni effetti speciali.

Esplorando i recessi del mio stesso blog ho trovato molti riferimenti ad autori ancora attivi.
Quindi posso proporre degli autori contemporanei che ho trovato interessanti. Preparatevi a scegliere fra una tonnellata di nomi, iniziando da quelli che ritengo più validi. E non dite più che non ci sono validi autori fantasy in circolazione... (a proposito, quali sono i vostri mostri sacri?).

Innanzitutto Joe Abercrombie. Posso essere stato critico verso di lui più spesso che no, ma ho letto una buona parte della sua produzione. È un autore importante del periodo contemporaneo, certamente molto diverso da Tolkien, più sulla falsariga di George Martin.

Onnipresente come il prezzemolo, al punto che magari si rischia di dimenticarlo: Neil Gaiman. Sicuramente un autore notevole e nostro contemporaneo.

Già citato: il buon Steven Erikson. Pesante e complesso, ma cercate di leggerlo se non l'avete già fatto.

Andrzej Sapkowski: i primi due (o tre) libri della saga di Geralt di Rivia sono grandi, a mio parere. Poi la storia si è appesantita e ha perso in originalità e freschezza, ma siamo comunque di fronte a un valido autore, e uno dei pochi che non sia anglosassone, quindi onore al merito... perché farsi strada non deve essere stato semplice per lui.

Brandon Sanderson. Non fra i miei preferiti in assoluto, ma si sta affermando alla grande, e comunque ho letto troppo poco per giudicare. Quello che scrive attrae certamente la mia curiosità, e, credo, quella di chiunque si sia cimentato con sistemi magici, gioco di ruolo, mondi complessi da costruire.

Sergej Luk'janenko, autore di fantascienza e fantasy russo, ha conosciuto il successo con la trilogia che parte dai Guardiani della Notte. Belle storie che creavano una trama potente, con un grande worldbuilding. Peccato che il vile denaro lo abbia spinto a percuotere il cavallo morto, facendogli proseguire la serie dopo che era diventata materia conclusa. Per me resta uno dei grandi, il fatto che provenga da una realtà non anglosassone un punto di interesse in più.

China Miéville è un autore di cui si può parlare... bene e male allo stesso tempo. Per me è importante e va seguito. O meglio, andrebbe seguito, ma finora io ho letto solo Perdido Street Station.

Ovviamente è importante anche Patrick Rothfuss con la sua trilogia che non finisce mai. Certamente un autore importante, e contemporaneo.

Guy Gavriel Kay, senz'altro interessante, un autore cui piace fondere nel fantasy suggestioni di reale storia terrestre.

Lo stesso si può dire di K.J. Parker.

Bravo, interessante, Darrell Schweitzer: ho letto un solo libro, finora. Merita di più. Anche questo autore è anziano ma continua a sfornare libri.

Per parlare di qualche italiano, menzioniamo Francesco Barbi, Francesco Dimitri e Alessandro Girola.

Nicholas Eames con i suoi Guerrieri di Wyld passa il fantasy attraverso un punto di vista ironico e irriverente. Presto per giudicare. Ma è partito bene.

Ho letto un solo libro di James K. Morrow, altro autore anziano ma ancora attivo.

Anche John Crowley è anziano e non so se ci proporrà ancora qualcosa. Il suo Little, Big mi lascia stupefatto (sul perché non ci sia stata una traduzione).

Altra scrittrice fantasy russa che vi consiglio di leggere, Ekaterina Sedia. Mi sembra che non scriva più, ma forse mi sbaglio.

Passiamo a quelli che non saprei se consigliarvi o no...

Mark Lawrence con la sua serie (Broken Empire) non mi ha convinto del tutto ma m'è parso comunque interessante.

Charles de Lint, canadese che ha scritto tantissimo fantasy (è anzianotto, non so se scrive ancora). Interessante, ma ho letto un solo libro.

Altro grande anziano del fantasy è Glen Cook, ma la sua Black Company a me non è piaciuta.

Scott Beckam. Un tantino complicato, il libro che ho letto, ma certamente c'è tantissima immaginazione.

Jim Butcher, un libro letto all'attivo, non so se consigliarvelo. Stesso posso dire per Ben Aaronvitch. Molto curioso e complesso Raphael Ordoñez, stranissima Caitlin Kiernan, mentre di Elizabeth Hand ho letto un bel racconto e un libro noiosissimo (anzi, solo metà di quel libro). M'è piaciuto K.W. Jeter mentre il celebrato Paul di Filippo mi fa cadere le braccia solo a pensarci. Erin Morgenstern con il suo The Night Circus doveva fare faville, ma a me il libro non è piaciuto molto. Julia Conrad: per quello che ho letto io, convenzionale. Mary Gentle: non ve la consiglio. Scott Lynch, partito bene e poi naufragato... o forse no, ma dopo due libri non l'ho più seguito. Autrice per ragazzi Kristin Cashore, non valuto... Paul Kearney ha scritto una Anabasi (Senofonte) in chiave fantasy, titolo The Ten Thousand. Jacqueline Carey si è cimentata col fantasy erotico, e altro dirvi non so.

E questo è quanto... Non ce l'ho fatta a linkare le singole recensioni ma le potete trovare con il motore di ricerca interno. E comunque, certamente dal 2007 a oggi ho letto parecchio.

[Le immagini sono di Clark Ashton Smith e Robert Howard].


8 commenti:

M.T. ha detto...

Ti è scappato un John al posto di Steven con Erikson.
A quelli che citi tu, che ho letto in buona parte, aggiungerei Robert Jordan con la Ruota del Tempo e Terry Brooks che, è vero che da un certo punto in poi ha cominciato una china discendente, ma la sua produzione per diversi anni è stata buona. Metterei anche R.A. Salvatore, anche se è commerciale, e Luca Tarenzi tra gli italiani, un autore valido. So che non ami la Bradley per motivi non letterari, ma ha comunque lasciato il segno.
Il tempo dirà se alcuni di loro arriveranno al livello di Tolkien. Al momento, seguendo i miei gusti, opterei per Brandon Sanderson e Guy Gavriel Kay.

Bruno ha detto...


Ti ringrazio per avermi segnalato il refuso che ora ho corretto. Robert Jordan non è nel gruppo perché non è più fra noi (il mio giudizio, basato su 250 pagine del primo libro del ciclo "La Ruota del Tempo," non è positivo, mi dicono comunque che migliorava molto nei libri successivi).

Per quanto riguarda la Bradley anche lei non è più attiva. Ho letto comunque un libro suo, con enorme fatica, e proprio non mi piace. Non ho parlato di Terry Brooks e R.A. Salvatore perché proprio non ho letto niente di loro. A quanto ne so, non credo siano fra il meglio che si possa trovare in giro, comunque. A dire il vero stavo quasi per applicare la damnatio memoriae a George Martin, di cui ho letto solo 80 pagine senza apprezzarle. Quanto agli italiani fra i grandi autori del fantasy ero tentato di lasciare proprio perdere, non siamo mai riusciti ad affermarci a livello internazionale, poi ho incluso i nomi di quelli che mi sono piaciuti di più.

M.T. ha detto...

Avevo messo la Ruota del Tempo perché l'ha conclusa Sanderson: è stato grazie a lui che l'ho letta. Il ciclo comincia davvero a ingranare al terzo libro, ma tra il settimo e il decimo diventa pesante e si risolleva all'undicesimo (da lì in poi è intervenuto Sanderson e lo stile ne guadagna, eccome).
Brooks e Salvatore non sono tra i migliori, ma neppure tra i peggiori: sono dei buoni artigiani, fanno il loro, senza eccellere. Va detto che quando ho avvertito che i loro libri non mi davano più niente, ho smesso di seguirli (saranno più di dieci anni che non leggo loro nuovi libri).

Bruno ha detto...


Io rimasi incuriosito quando seppi che Sanderson avrebbe continuato la Ruota del Tempo dopo la morte di Jordan. Magari, anche seguendo le linee guida che aveva ricevuto, ne ha fatto un'opera migliore.
Ma per poter apprezzare, dovrei prima spararmi 1000 pagine di Jordan per seguire la storia. E insomma... no.

M.T. ha detto...

Intendi il riuscire a superare lo scoglio dei primi due volumi?

Bruno ha detto...



No, ho sbagliato il numero delle pagine... dunque: avevo letto 250 pagine del primo libro. Prima di arrivare a quelli scritti da Sanderson dopo la morte di Jordan, c'è da leggerne 11, di lunghezza tra le 1000 e le 700 pagine circa cadauno. Dopo iniziano quelli scritti da Sanderson.

Altro che mille pagine! Roba che potrei completare solo se rimanessi incarcerato con La Ruota del Tempo come unico materiale da leggere...

M.T. ha detto...

direi che saresti sull'ordine di 8/9000 pagine :P
I volumi 3,4,5,6 li ho letti molto bene e molto velocemente, ma tra il settimo e il decimo c'erano momenti in cui mi veniva da dire basta. E non perché Jordan è descrittivo, ma perché ripeteva gli stessi concetti decine di volte: si porta pazienza, ma ha un limite. Fosse stato più sintetico, penso che avrebbe potuto concludere lui la serie.

Hai poi pensato con quale libro iniziare con Sanderson?

Bruno ha detto...


Di Sanderson ho letto Warbreaker perché mi attirava la storia, e The Emperor's Soul (che è un romanzo breve). Quasi ovunque leggendo questo autore si percepisce il lavoro di ambientazione (worldbuilding, sistema magico ecc...) che ha un certo richiama su chi si interessa o si è interessato in passato a queste cose tipicamente "nerd," allo stesso tempo questo mi stuzzica e mi fa pensare che forse ci vorrebbe più "storia" nel senso classico e meno di questi elementi. A me piacciono, ma penso che non si debba farli trasparire.