giovedì 31 maggio 2018

Atlantide e i Mondi Perduti

Questa raccolta dei lavori di Clark Ashton Smith l'avevo nel mirino già da un po'.  Conoscevo la sua più famosa creazione fantasy (e dieci anni fa ne avevo parlato su questo blog) ma mi mancava un po' tutto il resto di quanto questo gigante dimenticato aveva scritto e pubblicato sulle riviste "pulp" dell'anteguerra. Un po' si è trattato di pigrizia, un po' è stato un tentativo troppo azzardato di leggere quei racconti in inglese. La prosa di Smith è piuttosto complessa, barocca, e non sempre facilmente digeribile, anche per via delle frequenti scelte di termini desueti o molti ricercati.

Con Atlantide e i Mondi Perduti, Mondadori ha curato un volume che raccoglie tutti questi racconti, in nuove traduzioni. Questo libro, che si presenta con una bizzarra copertina verde scuro e i bordi delle pagine neri, ha un aspetto ben strano, ma in linea con le storie nere di negromanzia, scheletri e grimori dell'autore. Vi sono talvolta diverse versioni del testo, dove possibile, nonché le storie dei travagli editoriali di ogni racconto (spesso respinti, alterati su richiesta degli editori e così via), oltre alle mappe dei mondi immaginari di Clark Ashton Smith e alle foto di alcune delle sue sculture (altra attività artistica del nostro autore). L'introduzione (di Giuseppe Lippi) all'opera di Smith è un altro punto d'interesse del libro. Avrei voluto forse che la storia della sua vita, che compare in brevi spizzichi, come se fosse data per scontata, avesse più spazio.

Questo anche perché la biografia di Smith ci mostra le forti difficoltà che ha dovuto affrontare, in una esistenza piuttosto difficoltosa dove l'arte non lo ha certo ripagato bene dal punto di vista economico.
Avevo avuto occasione di scrivere una breve biografia di Smith io stesso, sulla rivista Effemme, uno spin-off cartaceo di Fantasy Magazine, cui collaboravo. Se è ancora disponibile, si tratta del numero uno, uscito nel 2010.


Leggendo questa collezione ho potuto verificare che le storie di Poseidonis (Atlantide) somigliano talvolta a quelle di Zothique, sebbene ci sia molto più pressante il tema della distruzione in arrivo. Distruzione che qualcuno cerca di evitare con la fuga su altri pianeti (non vi dico come va a finire ma chi ha visto il recente film Annihilation troverà qualche risonanza...). Due storie narrano di Malygris, un terribile negromante temuto anche dopo la morte (del resto, con quel mestiere, chi può dire se sia veramente morto?). Il racconto che ho apprezzato maggiormente è La Doppia Ombra, narrazione di un'evocazione che sarebbe stato meglio non fare, e delle conseguenze.

Averoigne, regione immaginaria della Francia meridionale, è un'altro mondo inventato da Smith. Le storie qui parlano di demoni e diavoli, e della loro lotta contro il clero (cristiano). I preti ben poco riescono a fare, spesso falliscono in modo ridicolo, talvolta sono coraggiosi, spesso pavidi, e la situazione viene salvata (in alcuni casi) da maghi dediti al bene. Mescolata all'horror e al fantastico abbiamo qui una vena ironica nello scrivere di Smith. Nel Colosso di Ylourgne sembra di cogliere il divertimento dell'autore nel descrivere le bestemmie e le malefatte di una creatura crudele e vendicativa scatenata per la regione, apparentemente invincibile (non è però un racconto riuscito benissimo, secondo me). La Scoperta di Venere ha una vena altrettanto sarcastica con venature apparentemente anticlericali, una storia decisamente piccante per i tempi.

Per quanto riguarda Zothique rimando al link che si trova all'inizio di questo post. Di Xiccarph, una raccolta di due soli racconti, posso solo dire che qui lo stile barocco di Smith esagera un po', e che le storie sono più o meno nello spirito di quelle ambientate in Atlantide.

A tutti gli appassionati del fantasy (e dell'horror) consiglio ovviamente di procurarsi questo libro, praticamente immancabile per chiunque non abbia letto già tutte le opere di Clark Ashton Smith, magari preferendo la lingua originale.


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