L'ultima volta è stato nel 2013, sembra una vita fa, e nel frattempo ci sono stati una quantità di valzer, giravolte, sorprese di ogni tipo. Sorprese? Fino a un certo punto.
Nel 2013 scrivevo che le elezioni non erano così importanti perché tanto le decisioni che si sarebbero prese sarebbero state al di là del controllo dei nostri politicanti. Penso che, all'epoca, avessi ragione, e credo che sia così anche adesso. Le elezioni italiane ci mostrano un teatrino che è, per usare un termine mediatico, più che altro "arma di distrazione di massa," perché le decisioni in massima parte devono armonizzarsi a diktat provenienti da fuori o, nel migliore dei casi, a situazioni in cui il nostro paese è coinvolto e non se ne può facilmente liberare (ad esempio appartenere all'Euro...). Per prendere decisioni vere ci vorrebbero persone autorevoli nella politica, dei grandi statisti disposti a imprese molto difficili, ma che branco di buffoni abbiamo adesso?
Così anche nelle forze più anti-sistema c'è chi va a dire che non è più tanto sicuro che si debba uscire dall'Euro o dall'Unione Europea, o a fare dichiarazioni anti-immigrazione che potrebbero trasformarsi in atto solo tramite grandissimi strappi con l'UE, e così via.
mercoledì 28 febbraio 2018
venerdì 23 febbraio 2018
Altered Carbon
Ispirata ai romanzi di Richard Morgan, la serie Altered Carbon ci porta in un mondo cyberpunk con richiami visivi, stilistici e di trama fin troppo evidenti a Blade Runner (e dicono anche a Ghost in the Shell, ma non posso pregiarmi di ricordarne nemmeno un fotogramma anche se qualcosina avevo visto...). La serie, fortemente voluta da Laeta Kalogridis (implicata nella produzione di... be', di "un sacco di roba" di qualità e/o di successo), è a volte disorientante, di sicuro relativamente costosa, di una certa complessità da seguire e certamente benvenuta dalla maggior parte degli appassionati di fantascienza. Quella vera. Anche perché di tematiche come quelle trattate nella serie si parla molto, certo, spesso vengono portate sullo schermo, ma raramente con questa intensità, anche se ovviamente il prezzo da pagare è qualche difficoltà per lo spettatore che si deve fare sempre spiegare tutto.
Sono contento di questa serie, che porta in primo piano una quantità di tematiche che m'interessano.
Per prima cosa, la vita degli stra-ricchi, i Meth [attenzione ho visto la serie in inglese, può darsi che con la traduzione in italiano certi termini non coincidano]. Praticamente sono immortali, e praticamente sopra la legge. Ma in effetti l'immortalità non l'hanno raggiunta solo loro. Tramite una specie di innesto alla base della cervicale, tutti hanno i propri dati salvati.
Sono contento di questa serie, che porta in primo piano una quantità di tematiche che m'interessano.
Il fenomenale Poe
Per prima cosa, la vita degli stra-ricchi, i Meth [attenzione ho visto la serie in inglese, può darsi che con la traduzione in italiano certi termini non coincidano]. Praticamente sono immortali, e praticamente sopra la legge. Ma in effetti l'immortalità non l'hanno raggiunta solo loro. Tramite una specie di innesto alla base della cervicale, tutti hanno i propri dati salvati.
martedì 20 febbraio 2018
Il Rituale
Netflix ci propone un nuovo film horror con questo Il Rituale, una storia che, sulla falsariga di tante altre, porta l'orrore in agguato da una zona non sviluppata e fuori mano, in mezzo alle foreste di un paese peraltro assai sviluppato, la Svezia. Film realizzato con mezzi abbastanza modesti, si avvantaggia a mio parere di una buona professionalità, e se è vero che, come la maggior parte dei film horror, non riesce veramente a far paura, riconosco che ci abbia provato onestamente.
Il regista David Bruckner ci presenta la disavventura di un gruppo di quattro amici che partono per un breve percorso di escursionismo in onore di uno di loro, tragicamente scomparso da poco. In realtà la faccenda è anche più complessa perché la vittima era stata invitata da uno dei quattro, Luke (Rafe Spall, visto in Prometheus) ad entrare in un negozio per prendere del liquore, durante un'uscita serale del gruppo di amici, ma poiché all'interno era in corso una rapina Luke aveva praticamente visto uccidere l'amico senza poter intervenire.
Il regista David Bruckner ci presenta la disavventura di un gruppo di quattro amici che partono per un breve percorso di escursionismo in onore di uno di loro, tragicamente scomparso da poco. In realtà la faccenda è anche più complessa perché la vittima era stata invitata da uno dei quattro, Luke (Rafe Spall, visto in Prometheus) ad entrare in un negozio per prendere del liquore, durante un'uscita serale del gruppo di amici, ma poiché all'interno era in corso una rapina Luke aveva praticamente visto uccidere l'amico senza poter intervenire.
venerdì 16 febbraio 2018
Ambientazione e personaggi: domande con Federico Negri
Federico Negri, l'autore del libro da me recensito pochi giorni fa, Il Codice della Strega, ha accettato di rispondere ad alcune domande strettamente incentrate sul suo libro e l'ambientazione che lo caratterizza. Entriamo quindi "in sala macchine" a leggere di come è stato costruito.
Come si è arrivati al mondo descritto nel tuo libro? Ovvero quali sono le influenze (film, libri) o le situazioni che t'intrigava costruire?
La costruzione di un mondo fantastico scorre sempre attraverso diversi passaggi successivi. Il concetto da cui sono partito era quello dell'eroe normale come contrapposizione rispetto all'eletto che si trova in tantissimi libri fantasy. Dovevo cercare quindi un popolo magico che nel passato fosse stato poco e mal considerato, che godesse di una brutta fama. Così mi è venuto piuttosto bene parlare di streghe. Ho iniziato a documentarmi sull'argomento e sono rimasto affascinato dalla storia reale delle streghe nel nostro continente e in Nord America, dal XIII al XIX secolo.
Quindi quando si è trattato di scegliere l'ambientazione ho deciso di mantenere alcuni elementi di realismo, come la persecuzione delle streghe. Non volevo però scrivere un romanzo storico, i vincoli sarebbero stati eccessivi rispetto alla storia che volevo sviluppare, così ho deciso di spostarmi in un futuro remoto, ove la tecnologia non fosse più presente nella forma in cui la conosciamo oggi.
lunedì 12 febbraio 2018
Tempesta di schifezze sui social network
Si è scatenata la tempesta perfetta. Dal festival di Sanremo ai fatti di Macerata alle prossime elezioni, tutti ad aggredire tutti come se le proprie parole o battute geniali sui social network spostassero davvero i destini del mondo.
Credo sia inevitabile in un mondo dove la vita è così difficile, e la tua opinione non conta e non smuove più niente (certamente i partiti non "rappresentano" la gente, se mai ne "raccolgono gli umori" per orientare i loro slogan). Se non esisti più nel mondo reale, ti resta solo di illuderti di esistere in un mondo virtuale.
Purtroppo sento sempre più la mia presenza su quel genere di canali come un male necessario: non ce l'ho con internet, e nemmeno con i blog, ma i social network, con Facebook in testa, li frequento solo per "obbligo di visibilità" a favore di quello che scrivo, qui e ovviamente sui miei libri.
Ho deciso quindi di prendere un breve periodo di pausa, quattro o cinque giorni, durante i quali vi comparirò il minimo indispensabile. E sarà anche un piccolo esperimento (in verità so già la risposta): se non vado a "mettere in bocca ai lettori" sui social questo post, chi si accorgerà che esiste?
Non so trovare né riassumere facilmente i motivi, ma i social network stanno diventando una delle cose più dannose e mostruose della nostra epoca.
Se non vi bastasse la mia opinione, andate a leggere qui (per anglofoni).
Credo sia inevitabile in un mondo dove la vita è così difficile, e la tua opinione non conta e non smuove più niente (certamente i partiti non "rappresentano" la gente, se mai ne "raccolgono gli umori" per orientare i loro slogan). Se non esisti più nel mondo reale, ti resta solo di illuderti di esistere in un mondo virtuale.
Purtroppo sento sempre più la mia presenza su quel genere di canali come un male necessario: non ce l'ho con internet, e nemmeno con i blog, ma i social network, con Facebook in testa, li frequento solo per "obbligo di visibilità" a favore di quello che scrivo, qui e ovviamente sui miei libri.
Ho deciso quindi di prendere un breve periodo di pausa, quattro o cinque giorni, durante i quali vi comparirò il minimo indispensabile. E sarà anche un piccolo esperimento (in verità so già la risposta): se non vado a "mettere in bocca ai lettori" sui social questo post, chi si accorgerà che esiste?
Non so trovare né riassumere facilmente i motivi, ma i social network stanno diventando una delle cose più dannose e mostruose della nostra epoca.
Se non vi bastasse la mia opinione, andate a leggere qui (per anglofoni).
venerdì 9 febbraio 2018
Cinquanta anni fa: Tet!
In questi giorni, cinquant'anni fa, avveniva la più strana delle offensive militari, intendo dire strana per le sue conseguenze.
Io me ne sono occupato perché sono appassionato di storia e di storia militare, ma credo che chi, a qualsiasi titolo, sia interessato alla narrazione e al "worldbuilding" ovvero alla costruzione di una ambientazione, troverà la storia dell'offensiva del Tet ricca di spunti interessanti.
Questa offensiva, che portò a una serie di battaglie, fu il punto di svolta della Guerra del Vietnam, stroncando definitivamente la voglia degli Statunitensi di rimanere nel conflitto. Il paradosso è che, pur riuscendo ad avere alcuni spettacolari successi iniziali, i comunisti persero un intero esercito nel corso delle varie battaglie che costituirono l'offensiva, eppure questa mossa li portò alla vittoria nella guerra.
Un conflitto di escalation. Parlare della Guerra del Vietnam è un argomento che mi affascina ma è molto lungo. Il conflitto ha radici lontane, nell'opposizione dei Vietnamiti sia al colonialismo francese sia ai nuovi padroni giapponesi che si erano installati nel paese poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Io me ne sono occupato perché sono appassionato di storia e di storia militare, ma credo che chi, a qualsiasi titolo, sia interessato alla narrazione e al "worldbuilding" ovvero alla costruzione di una ambientazione, troverà la storia dell'offensiva del Tet ricca di spunti interessanti.
Questa offensiva, che portò a una serie di battaglie, fu il punto di svolta della Guerra del Vietnam, stroncando definitivamente la voglia degli Statunitensi di rimanere nel conflitto. Il paradosso è che, pur riuscendo ad avere alcuni spettacolari successi iniziali, i comunisti persero un intero esercito nel corso delle varie battaglie che costituirono l'offensiva, eppure questa mossa li portò alla vittoria nella guerra.
Giustizia sommaria contro un guerrigliero
Un conflitto di escalation. Parlare della Guerra del Vietnam è un argomento che mi affascina ma è molto lungo. Il conflitto ha radici lontane, nell'opposizione dei Vietnamiti sia al colonialismo francese sia ai nuovi padroni giapponesi che si erano installati nel paese poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
martedì 6 febbraio 2018
Il Codice della Strega
Questo libro di Federico Negri l'ho comprato compulsivamente, perché sono curioso di tutto quello che tratta di magia, streghe e stregoneria, una curiosità che spesso non viene soddisfatta perché l'ambientazione non è sviluppata bene, o non mi piace.
In questo caso per quanto riguarda la magia il libro m'ha preso fino a un certo punto, ma in realtà si tratta più di una storia d'azione, scritta nient'affatto male.
Il Codice della Strega ci porta in un mondo del lontano futuro, una terra sfruttata, senza risorse e devastata, dove i mari sono diventati impossibili da attraversare, o quasi, le distanze si sono fatte enormi, qualche esempio di tecnologia avanzata sopravvive in un mondo ridotto a un livello di barbarie o poco più.
La sensazione è di un misto tra rinascimento e steampunk, con vascelli volanti detti aeroscafi che solcano i cieli (non posso che approvare la scelta dell'autore di non soffermarsi eccessivamente su quale tecnologia o magia li faccia volare), armi da fuoco anche piuttosto potenti, ma nelle mani di pochi, e stati in guerra fra loro. In effetti la storia ci porta negli anni immediatamente successivi a un grande scontro in cui gli Inglesi sono stati sconfitti...
In questo caso per quanto riguarda la magia il libro m'ha preso fino a un certo punto, ma in realtà si tratta più di una storia d'azione, scritta nient'affatto male.
Il Codice della Strega ci porta in un mondo del lontano futuro, una terra sfruttata, senza risorse e devastata, dove i mari sono diventati impossibili da attraversare, o quasi, le distanze si sono fatte enormi, qualche esempio di tecnologia avanzata sopravvive in un mondo ridotto a un livello di barbarie o poco più.
La sensazione è di un misto tra rinascimento e steampunk, con vascelli volanti detti aeroscafi che solcano i cieli (non posso che approvare la scelta dell'autore di non soffermarsi eccessivamente su quale tecnologia o magia li faccia volare), armi da fuoco anche piuttosto potenti, ma nelle mani di pochi, e stati in guerra fra loro. In effetti la storia ci porta negli anni immediatamente successivi a un grande scontro in cui gli Inglesi sono stati sconfitti...
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