
Il film parte con un'improvviso arrivo sulla Terra di una dozzina di astronavi, dodici "gusci" che non colloquiano, almeno inizialmente, con l'umanità. Si limitano a starsene lì, il che è snervante. Una linguista, Louise Banks (Amy Admas, celeberrima attrice che mi torna però alla mente solo per il ruolo in Prova a Prendermi, dove è l'infermiera che si innamora del truffatore impersonato da Di Caprio), viene prelevata con la massima urgenza dai militari per cercar di capire cosa dicono questi alieni, che finalmente si sono mostrati.
Louise con l'audio delle parole non riesce a fare nulla. Deve andare sul posto e confrontarsi. Gli alieni accolgono i team umani, e in un certo senso si prestano al dialogo, solo che non fanno niente, apparentemente, per farsi capire. Non è che poi si presentino proprio in una maniera che faciliti la conversazione, perché stanno dietro a una parete trasparente, il che è necessario per mantenerli nella loro atmosfera: ovvero un suggestivo turbinare di nuvole di gas bianco, da cui emergono due personaggi, a cui verranno anche affibbiati dei soprannomi. Sono gli "eptapodi," esseri multizampa con una parte superiore del corpo che si perde nella nuvolaglia, il che mi ha fatto pensare a un trucco da film con zero budget per gli effetti speciali, ovvero una mano con uno strano guanto a rappresentare l'alieno. Non è così, però 'sti esseri non fanno una gran scena... diciamolo.
Louise a un certo punto mostra un cartello con una parola e invita implicitamente gli eptapodi a mostrare la loro versione della parola scritta, e per la prima volta ottiene una risposta su cui si può lavorare. Ora, una cosa simile mi sembra la più ovvia da fare... vediamo, immagino che i vari conquistador in giro per il mondo si siano capiti con gli indigeni con un gioco di mostrare un oggetto e dirne il nome, e poi risalire a qualche significato un po' più complicato. Se i suoni non funzionano, come con gli ectapodi, mostrare simboli, parole, è l'ovvio passo successivo. Comunque sia, è un trionfo, nessuno ce l'aveva fatta in tutti i siti di contatto alieno, grande entusiasmo per l'incredibile intuizione di Louise. Mi è parso un po' ridicolo.
Ad ogni modo il modo di scrivere degli alieni è strano... La scrittura "non lineare" fa comprendere il rapporto particolare di questi esseri con la successione temporale. Non voglio creare dei grossi spoiler ma da qui partono i temi centrali del film, temi che vertono sul libero arbitrio, sulla nostra relazione col tempo... e mi fermo qui, anche se il film lo avranno visto tutti.
Il film non mi ha propriamente entusiasmato, mi è sembrato a tratti lento e anche un tantino noioso ma sicuramente m'ha vincolato a vederlo fino alla fine, perché stuzzica la curiosità. La fantascienza viene a tratti piegata in un discorso intimista sulla vita e sul significato che le diamo, ma non è mai banalizzata, anzi.
Altro aspetto, ma questo visto in altri film, è la necessità di fidarsi per i terrestri. I "gusci" sono atterrati in molte zone del mondo e i vari governi hanno reagito in modo diverso, qualcuno arrivando sull'orlo della guerra agli alieni. Solo convincendosi che non c'è cattiva volontà da parte degli eptapodi si può cogliere il loro messaggio.
Giudizio finale: insolito, da vedere.
3 commenti:
non mi ispirano per niente i film con gli alieni, che infatti tendo ad evitare come la peste... però i protagonisti di "Arrival" sono parecchio bravi, attori i cui lavori, solitamente mi soddisfano... vediamo di fare una visione sky
Concordo, anche se i militari mi sono sembrati un po' stereotipati
Ero partito prevenuto, ma mi sono ricreduto vedendolo. Promuovo "Arrival", sorpresa di questo 2017
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