mercoledì 14 settembre 2016

Un Conan di serie B

Parlo di Brak the Barbarian, scritto da John Jakes, autore statunitense ora decisamente anziano, ma che ha goduto di un discreto successo di vendite nel passato (attivo dagli anni '50 in poi). Ho letto Brak the Barbarian - Mark of the Demons, versione ebook del primo successo di questo personaggio, datato 1968. È l'unione di due diverse storie, una delle quali a sua volta è in realtà un collage di racconti cuciti insieme da un debole filo conduttore.
Dico subito che non l'ho trovata una lettura di livello eccezionale, e questo lo avrete già compreso dal titolo del post, aggiungo però che tutto sommato si fa leggere. Oltre a questo ebook mi sono comprato anche Brak: The Sorceress sperando in una leggera e piacevole lettura estiva. Forse avrei dovuto aspettare di vedere se il primo libro mi appassionava...

Barbaro, nordico, biondo con treccia bionda e gonnellino in pelle di leone con tanto di coda, equipaggiato con il solito spadone, Brak è un "classico" personaggio sword and sorcery, nel senso che ricalca piuttosto fedelmente Conan il Barbaro, eroe che andava alla grande in quel periodo. Direi anzi che col capello biondo e il perizoma leopardato Brak sia stereotipato a un livello che l'eroe howardiano non raggiungeva. Peraltro, se non si può dire che lo ricalchi fedelmente al cento per cento, gli assomiglia veramente molto.
Brak è istintivo, coraggioso, leale, diffidente verso le insidie della civiltà e ostile ai tranelli della magia, che non può contrastare direttamente ma che, in un modo o nell'altro, riesce sempre a sconfiggere. Fa ovviamente breccia facilmente nel cuore delle donne, è di gusti semplici e poco sofisticati, non obbedisce a un codice etico ma ha una sua moralità istintiva (diciamo che è più cavalleresco di Conan). Insomma è "quasi" Conan.

John Jakes si distacca dallo stile howardiano in maniera netta per l'esistenza di una religione assimilabile al cristianesimo, predicata dai sacerdoti "nestoriani," generalmente personaggi positivi sebbene non manchino le eccezioni, e per la presenza di Yob-Haggoth, una specie di dio del male dal nome piuttosto lovecraftiano. Yob-Haggoth è il patrono di demoni e maghi malvagi che pullulano nel mondo di Brak; ma i simboli sacri nestoriani a volte sono efficaci nel contrastare i sortilegi magici. Il tutto dà l'impressione di un qualcosa affastellato a casaccio per comodità narrativa, non ho trovato finora alcun vero e proprio approfondimento o sviluppo originale da parte di John Jakes su questi elementi.

Nel libro che ho letto, Brak incontra mostruosità e insidie magiche a ripetizione nei vari racconti che punteggiano da sua marcia verso la terra del Khurdisan (anche qui si poteva aggiungere un po' di fantasia) dove immagina di trovare prosperità e ricchezza, un mitico sud che in verità serve da motivo per tenere il barbaro in movimento.
Abbiamo una storia più lunga quando il nostro eroe fa un pezzo di strada con una carovana, attraversando il deserto per portare a termine un'operazione commerciale che dovrebbe risollevare le sorti di un vecchio mercante, il quale viaggia con tutto il parentado che gli è rimasto (compresa una graziosa e nubile figlia che ovviamente comincerà a fare gli occhioni dolci a Brak).
Ci sono però anche due personaggi misteriosi, fratello e sorella, che a Brak sembrano subito sospetti e sinistri, e un insidioso scout, rivale fin dall'inizio del biondo barbaro. Ovviamente alla carovana ne succederanno di tutti i colori, ma non anticipo altro.

Giudizio finale: libro leggibile, piacevole a tratti, ma ripetitivo. Non aspettatevi la prosa di Robert Howard, e non sperate in grande inventiva e originalità.

2 commenti:

Marco Grande Arbitro ha detto...

Credimi: lo sento nominare la prima volta da te.
Vado ad informarmi maggiormente!

Bruno ha detto...

In effetti Brak oggi è assai poco noto...