lunedì 2 febbraio 2015

Transcendence

Questo film è stato snobbato ferocemente e per Johnny Depp, che interpreta il protagonista, fa parte di un recente trend di interpretazioni sottotono che hanno messo un po' in dubbio la sua carriera come divo di punta. A parte il buon Depp, Transcendence non manca di nomi famosi. Abbiamo Cillian Murphy e Morgan Freeman, nel ruolo di un agente dell'FBI e di uno studioso, Paul Bettany nel ruolo di Max, un amico del protagonista, Rebecca Hall nella parte di Evelyn, la moglie del medesimo (Johnny Depp, appunto). Abbiamo però anche un regista, Wally Pfister, piuttosto affermato come direttore della fotografia, che qui dirige per la prima volta. Non voglio anticipare troppo la trama, ma credo che si trattasse di un film ricco di argomenti troppo complessi per uno che (per quanto esperto in altri ruoli) esordisce come regista.


Ad ogni modo, per tornare alla storia, l'inizio è abbastanza facile da seguire e interessante. Il dottor Caster è incaricato di creare il primo computer senziente: una macchina che oltre alle capacità logiche possa provare le emozioni. Le capacità dello strumento sarebbero tali da poter produrre una "singolarità," o trascendenza, il che significa in soldoni un radicale accrescimento delle capacità scientifiche, oltre al livello in cui è possibile per l'uomo comprenderle pienamente e mantenerne il controllo. Di fatto una situazione temibile in cui l'uomo potrebbe essere sopraffatto dalle macchine o, per chi non crede che strumenti creati per servirci possano trovare l'impulso di aggredirci, ridotto a una specie di impotente animale, incapace di controllare o comprendere il proprio destino, esautorato dalle decisioni.

Comunque sia, ci sono degli attivisti contrari a questa tecnologia che compiono un attentato, per cui il dottor Caster viene ferito mortalmente. La moglie Evelyn decide di "connettere" il povero scienziato al computer sperimentale, e praticamente fa un upload della sua personalità. Caster si trova a essere strapotente, desideroso di energia, collegamento alla rete, alla finanza, e diventa un essere dalle infinite capacità, anche se impossibilitato a prendere fisicamente contatto con l'amatissima moglie.

Presto l'uomo-computer intraprenderà una serie di esperimenti con le nanotecnologie che gli permetteranno di arrivare a risultati impensabili, ma allo stesso tempo preoccupa profondamente anche i suoi stessi amici, perché potrebbe arrivare a travolgere il mondo intero, a rivoluzionarlo completamente. Forse è il caso di fermarlo? ma questo ormai è un compito quasi impossibile, e se anche si potrà fare, ci sarà un prezzo da pagare molto salato. E qui mi fermo...

Cominciamo a dire che il ruolo di Johnny Depp qui prevede poca azione e concede poco sfogo alle sue capacità istrioniche. Per fare il ruolo dell'uomo che "trascende" penso sarebbe stato più adatto un attore alla Keanu Reeves, dall'aspetto un po' ascetico e serafico, o comunque tutti tranne Johnny Depp, che ha detto di se stesso "mi pagano per fare le smorfie," però in questo film non le poteva fare. Scherzi a parte, non ho niente in contrario alla sua consueta recitazione, ma per me qui ha tentato qualcosa di nuovo, che però non ha funzionato.

 
Per quanto riguarda la trama, Transcendence parte da una idea interessante ma ha uno svolgimento piuttosto piatto e confuso, senza veri momenti che catturino l'azione. In pratica da una storia che poteva essere travolgente è venuto fuori qualcosa di blando e privo di presa sullo spettatore. C'è un po' di azione e qualche canonica esplosione, che non riescono però a esprimere la posta in gioco. È proprio la trascendenza del protagonista mutato in una specie di semidio tecnologico che non ci è dato modo di vedere - o forse era assai difficile da rappresentare e in questo film non si è riusciti. Forse ci voleva un regista più immaginifico e rutilante, un Luc Besson o un Tarsem Singh, o un Terry Gilliam.

Non posso dire che Transcendence sia inguardabile, ma per molti aspetti è loffio, banale e prevedibile. Da guardare "giusto se capita."



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