lunedì 10 dicembre 2012

Ruby Sparks

Una commediola romantica su uno scrittore giovane, di successo, ma solitario e insoddisfatto. Bene, mi chiederete, cosa c’è di attinente al fantastico? Il fatto che questo scrittore, Calvin (Paul Dano), in un momento di crisi d’ispirazione ed esistenziale comincia a scrivere della ragazza dei suoi sogni (non una bellona, ma una tipa simpatica, eccentrica e piena di vita) e questa un bel giorno compare in carne e ossa. Il nostro scrittore cerca di ignorarla, cerca aiuto dallo psicanalista perché crede di essere diventato pazzo, ma si accorge che anche gli altri la vedono. Solo il fratello, Harry (Chris Messina), sa della vera natura di Ruby, ovvero che questa misteriosa ragazza (che è interpretata da Zoe Kazan, nella vita reale legata sentimentalmente a Paul Dano) è nata dalla fantasia di Calvin. La sceneggiatura è sempre di Zoe. Insomma, lei ha immaginato che il suo fidanzato nella vita reale fosse uno scrittore intento a immaginare la ragazza delle proprie fantasie, che poi sarebbe proprio lei, fino a farle prendere vita, e a quel punto l'ha interpretata sullo schermo: bizzarro, eh?

Sembra comunque che sia risolto ogni problema esistenziale del nostro Calvin. Si rende conto che ogni volta che scrive di lei può influenzare il suo comportamento, il fratello vorrebbe che lo facesse, ma per Calvin va tutto bene e preferisce non farlo.
Cominciano i guai quando Calvin va a visitare sua madre che convive con un nuovo partner (interpretato da Antonio Banderas): si vede quanto lui sia impacciato e non voglia rapportarsi alla sua famiglia, mentre Ruby cerca di fare tutto il possibile per andare d’accordo e farlo ritornare in sintonia con sua madre.
Presto Calvin si accorge che la ragazza ha in effetti una propria mente e prende delle decisioni di testa propria: non necessariamente con lui all’epicentro di tutto. Alla fine è chiaro che Ruby vuole altre esperienze, non vuole sempre dormire a casa sua, insomma Calvin sta per perderla: quindi deciderà di tornare al misterioso manoscritto per aggiungere una riga e cambiare la situazione. Ma è giusto farlo? E quali saranno le conseguenze?

Commedia leggera con un finale ottimista (che preferisco non rivelare qui), con momenti piacevoli, e qualche spunto interessante e degno di riflessione (ad esempio: quanto sforzo è giusto mettere nella creazione di un personaggio o di un mondo immaginario?).
Il richiamo al mito di Pigmalione, ovviamente, non è casuale. Ma qui è diverso: non è detto che, se un uomo può creare la donna dei propri sogni, lui sia... l'uomo dei sogni di lei.

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