mercoledì 18 febbraio 2009

I libri dei morti

Succede spesso e volentieri, che uno scrittore ci lasci prima di aver completato un lavoro. Lo stesso "partigiano Johnny" di Fenoglio, tanto per citare un caso famoso, è stato pubblicato da manoscritti non rivisti, anche se la storia di per sé era ultimata (ma si è dovuto ricomporla da manoscritti diversi). Ovviamente recuperare un libro come quello era doveroso. Meno doveroso magari per certi libri più commerciali, ma posso capire che gli appassionati vogliano una conclusione.
A me non piace Robert Jordan, trovo però dignitoso il modo in cui la moglie ha proceduto dopo la sua morte, incaricando uno scrittore già sperimentato di finire la saga dell'Occhio del Mondo secondo gli appunti di lui. Che poi la conclusione si spezzi in due libri distinti potrà giustamente far mormorare, ma si tratta comunque della conclusione scritta secondo le volontà di Jordan.

Meno gradevole la notizia che Tessa Dick, la vedova del famoso scrittore di fantascienza Philip Dick (la quinta moglie, per la precisione) si sia presa la briga di continuare un suo romanzo incompiuto: a suo dire seguendone "lo spirito" così come risultava da una lettera dello scrittore al suo editore. Tessa Dick ha al suo attivo un paio di pubblicazioni, nulla di memorabile, e non ha trovato un editore, perciò ha fatto ricorso al print-on-demand di Amazon. Notare anche che gli esecutori testamentari di Dick non sono per nulla coinvolti in questa produzione.

La domanda sorge legittima: non era meglio lasciare perdere?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ommamma... povero Dick, questo mi sembra proprio uno speculare sui morti :x

Anonimo ha detto...

Io lascio perdere a priori.
Compro un libro solo sapendo che la saga è conclusa.
Non posso stare dietro a questi scrittori che allungano il brodo per mantenersi tutta la vita con una saga di successo vivendo con il patema che riescano a finirla.
Pertanto aspetto che finiscano i vari Erikson, Martin e compagnia bella sperando che non schiattino prima...
Saro' cinico, ma i miei soldi sono i miei soldi, ma soprattutto il mio tempo è il mio tempo e non voglio sprecarlo con una saga incompiuta.

Alla Tua domanda, ne vale la pena?
Secondo me se si tratta di un libro che conclude la saga, per dare pace all'anima dell'autore e a quella dei lettori, sicuramente SI.
Se si vuole lucrare sui morti è meglio lasciar perdere...

Bruno ha detto...

Mmm... mi trovo d'accordo sia con Tanabrus che con Anonimo.

Anonimo ha detto...

L'anonimo ero io...
Illoca
Ciao