domenica 29 giugno 2008

Una letteratura di ragazzi per ragazzi

Almeno così pare dall'articolo del Corriere della Sera:
Sono arrivati i nipotini di Tolkien, ragazzi giovanissimi (sorpresa: anche italiani), dalle solide basi culturali, capaci di parlare ai loro coetanei al punto da far uscire dalle ombre della non-lettura gli adolescenti

In realtà lo stesso Corriere aggiunge: "nuovi casi editoriali premono, anche se a volte è legittimo il sospetto che siano creati nei laboratori degli editori"

Articolo non recentissimo, ma continuo a meditare sull'argomento e del resto in rete se n'è discusso parecchio.
Io sono per il fantasy per adulti. Non è un tifo calcistico, sono semplicemente i miei gusti. Mentre i libri che nascono da operazioni di questo tipo non li giudico a priori perché è da scemi sparare sentenze dopo due righe o addirittura dalla quarta di copertina, e purtroppo con l'arretrato di cose da fare che ho, non sarà semplice che trovi modo di leggerli tanto presto.

Il fantasy, qualunque cosa sia nel resto del mondo, in Italia è in una fase adolescenziale. Pochi scrittori esperti (senza voler offendere nessuno) e un pubblico molto giovane per il quale va montando sempre di più un fenomeno voluto, il lancio di nuovi giovanissimi autori. Una novità grossa è il successo di vendite che almeno in un caso (Licia Troisi) si è saputo creare. Ci mancherebbe che le case editrici non ne approfittassero.
E' un peccato però che ora sia il momento dell'esordiente giovanissimo e basta, visto che tante volte ho avuto il piacere di parlare su queste pagine di alcuni autori italiani veramente meritevoli. E non erano giovanissimi.

I mercati si evolvono, i gusti del pubblico anche. E anche le decisioni delle case editrici probabilmente si evolveranno (io lo spero).
Per adesso i migliori auguri a quelli che il Corriere della Sera chiama "I nipotini di Tolkien."
Ma mi auguro che cresca presto un mercato anche per il fantasy adulto, e che le case editrici lo prendano in considerazione.

20 commenti:

alladr ha detto...

non ci sarà quel tipo di mercato, perché il fantasy è robaccia che solo ragazzini ritardati possono leggere.
gli adulti che lo fanno dovrebbero essere curati.

Parao ha detto...

Esatto, Alladr. Pensa che io ho deciso di curare il mio problema con una profonda autoanalisi, affrontando di petto la situazione: scrivo fantasy da vent'anni.
L'aspetto negativo di tutto ciò è che non sono ancora arrivato alla fine dell'analisi. Ma, si sa, sono cose lunghe...

Parao ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Mirtillangela ha detto...

@bruno: concordo sulla fase attuale di fantasy italiano in modalità "adolescenziale". Ne ho letto tanto, il più delle volte con alterna soddisfazione, ma almeno c'è. Ecco, di questo sono felice, che se bisogna passare per una fase giovanile, per arrivare ad avere prodotti fantasy da adulti in italia, oh, ben venga.

La considerazione successiva,dopo aver letto anche un pò (ancora non abbastanza), di fantasy per "adulti" di italica provenienza, è che se vogliono lasciare il segno, questi autori devono essere più originali.
Meno attenti al "litterary correct", meno attenti al retaggio culturale italiano, meno preoccupati di scrivere la cosa "migliore rispetto a" ma più innovativi nei temi e nello stile.

Più "leggeri", più "spontanei"? Chissà, forse. In mancanza di un termine migliore uso questi, sperando di non essere fraintesa.

Anonimo ha detto...

Io credo che tutti questi discorsi vengono fatti guardando al rendiconto personale immediato che effettivamente non ci sarà mai nella nostra realtà, ma proviamo a cambiare punto di vista, proviamo a renderci conto che un libro è una creazione immortale aldilà del tempo e della nostra vita, questi continuerà a vivere anche quando noi non ci saremo più e magari avrà successo in un futuro quando la situazione letteraria italiana sarà cambiata e si andrà nel passato alla ricerca di nuovi successi.
Morale una volta morti dopo 300 anni un fantasy adulto potrebbe avere successo e allora? non sareste contenti lo stesso ???
Dopotutto quanti scrittori hanno avuto successo una volta morti, molti furono anche perseguitati e allora?
Chi ha detto che fare lo scrittore è un lavoro remunerativo?
Spesso lo si fà per orgoglio personale ed è comunque un lascito per le generazioni future del nostro passaggio...
Ho capito questo punto di vista non Vi piace...
Bruno vuole i soldi subito ^_^
Illoca

Bruno ha detto...

Non che ce ne siano da guadagnare molti di soldi... e se Mirtilla ha sostenuto che il fantasy italiano deve ancora creare il suo grande autore, io concordo con lei e non so proprio, mi si perdoni la modestia se la mia opera potrà colmare questo grande vuoto.
Illoca, il punto di vista potrebbe anche essere accettabile, tuttavia per aver successo, anche postumo, da qualche parte bisogna pur essere pubblicati!
Per Parao e Alladr: forse siete troppo pessimisti. Forse no :)

alladr ha detto...

non so. forse sono pessimista, hai ragione tu. il punto è che nel paese degli evasori, dei bulli e delle veline esiste un radicatissimo e controproducente senso di ciò che è letteratura (cultura alta: musica classica, autori classici) e di ciò che non lo è (scritture di genere). anche il peggio ignorante del mondo, quello che non sa mettere parole due nell'ordine giusto fa questa distinzione e si pulisce il culo con tolkien (forse adesso non più, perché ci hanno fatto il film) innalzando lodi quando sente parlare di marziale.

in questo contesto, un nuovo manzoni, un nuovo leopardi o un nuovo alighieri sarebbero comunque autori di secondo piano (e pubblicati solo perché generi di cattedratici, figli di conti o perseguitati politici), dietro a veline e calciatori.

ma i capolavori della nostra letteratura sono un romanzaccio rosa ambientato nel seicento; un fantasy del trecento; le seghe mentali di un poveraccio tenuto prigioniero dal padre.

non ne usciremo mai, perché siamo totalmente incapaci di vederci per quello che siamo.

Anonimo ha detto...

[x Alladr]
Complimenti per la sintesi letteraria su Manzoni, Dante e c. :-)
Conosco professori che si sarebbero presi un infarto per molto meno :-))
Con Bruno avevamo parlato giusto ieri di qualcosa di simile, ma così facendo si rischia di cadere nell'estremo opposto banalizzando di fatto quanto scritto sinora.
In effetti Dante e Ariosto (per non parlare di Omero o Virgilio), hanno scritto fantasy; su questo converrebbe puntare (il genere fantasy non è poi diverso da molte forme di letteratura classica).
Se poi vogliamo parlare di fantascienza e super eroi, non metterei per esempio la mano sul fuoco riguardo alla veridicità di tutto quello che Senofonte ha scritto nell'Anabasi... :-)
Alberto

Bruno ha detto...

Puntualizzerei dicendo che i bestseller esistono, non sono il demonio, non sono un fenomeno di questo paese ma anzi ben consolidati anche (e soprattutto) dove la lettura è abitudine consolidata. Il problema è che oggi come oggi mi sembra troppo dominante la ricerca del colpaccio da parte delle case editrici. In realtà ci sono anche confortanti segnali di sviluppo per il fantasy adulto, ma non vorrei mai che si rimanesse a corto della materia prima: cioè i lettori. La conseguenza sarebbe che il genere resterebbe fossilizzato in piccoli ambienti chiusi, pochi lettori e sempre quelli, e questo ne impedirebbe la crescita.

Quanto agli accademici seriosi che si sono dimenticati le radici fantastiche della nostra letteratura, non mi aspetto miglioramenti a breve...

alladr ha detto...

dici che i best sellers esistono, giusto, ma non di fantasy italiana per adulti. e sai perché? perché gli editori non credono che possano esistere. ne abbiamo già parlato altrove, nel tuo bel blog, vedrai: aspetta una ventina d'anni, e praticamente tutti i lettori di fantasy italiana penseranno che licia troisi scrive capolavori e che non può esistere fantasy matura (mi sono reso conto del fatto che il sintagma "per adulti" veicola anche altri significati...).

Bruno ha detto...

@alladr: ohimé, non mi ero accorto del doppio senso nella qualifica "per adulti."
A parte questo, ogni lettore fa storia a sé, i gusti si evolvono, o si passa a leggere altro, mica detto che si leggano sempre le stesse cose...
Quanto ai best sellers del fantasy più maturo (chiamiamolo così) va detto che di made in Italy non ce n'erano neanche prima (mancanza di lettori, che non ritengo inventata dalle case editrici)... e quanto a Licia Troisi, non sento il bisogno di attaccarla, vero che non è nella mia top ten, ma lascio alla storia il compito di giudicare.
Sono preoccupato ma stiamo a vedere. Piangevo per il disinteresse delle case editrici ma mi rendo conto che ci sono anche segnali che mi smentiscono.

Anonimo ha detto...

Carissimo, ormai ci conosciamo da un pò e ogni volta mi stupisco di come le nostre idee vadano nella stessa direzione. Io, lo sai, sono contraria ai ragazzini scrittori perchè credo che per dare forma a trame e personaggi validi bisogna avere mestiere (e quello si impara studiando e lavorando sodo) ed esperienza della vita, e a 16 anni puoi avere solo quella dei tuoi 16 anni che, bontà loro, non è molta. Gavetta! Per questi mocciosi ci vorrebbe un pò di sana gavetta. Specie quando conosci autori maturi che faticano a fare circolare il loro testo, se non addirittura ad approdare a una pubblicazione.
E non è vero che se hai sedici anni puoi scrivere in modo più mirato per i tuoi coetanei... se no i libri per bambini sarebbero scritti da bambini, ma non mi pare sia così.
E' una moda. Una moda che trovo sbagliata.
Ma come avete giustamente notato è una moda che, prima ancora che dai lettori, parte dagli editori stessi e dal mondo culturale italiano... e così ritorniamo su discorsi fatti e rifatti più volte qui e altrove.
Il vero problema è che non c'è soluzione allo stato delle cose attuali e io, mi unisco al pessimismo, non sono fiduciosa su possibili miglioramenti. Leggendo fantasy italiani pubblicati 20, 10 o 5 anni fa, incredibilmente validi, mi sto accorgendo della miopia dell'editoria italiana che non ha saputo valorizzarli a dovere e di come in questi anni la situazione sia rimasta la stessa di allora. Quindi, perchè dovrebbe cambiare ora o in futuro?
Il fantasy è genere di nicchia. Siamo un nicchia, ragazzi. Anzi, siamo la nicchia della nicchia perchè ci piace il fantasy maturo.

Bruno ha detto...

Bentornata nelle mie pagine Francesca. Per precisare, io non escludo a priori che il ragazzo in gamba esista, ovviamente sarà un miracolo ben raro ma il punto è che, a mio parere, le case editrici non lo stanno cercando.
Cercano il giovane perché la moda è questa, quanto al romanzo, se ha qualche base passabile, si può sistemare in maniera da renderlo scorrevole.
Se l'idea farà soldi anche in futuro l'incentivo a cambiare metodo sarà ben scarso, ma alcune iniziative più lungimiranti e coraggiose ci sono. Incrociamo le dita.

La questione che implicitamente tu poni:l'editoria italiana avrebbe potuto sforzarsi di creare un interesse più vasto attorno agli autori che tu stai riscoprendo?
Non è facile rispondere se intendiamo che avrebbe dovuto trovare il coraggio di provare, ma la cosa era veramente fattibile, ai tempi? Forse anche meno di adesso. Andrea d'Angelo, in un articolo del suo blog, ha scritto con estrema chiarezza dello scarso successo della Rocca dei Silenzi dando il numero esatto delle copie vendute fino ad allora. Di solito non lo si dice mai, e sebbene non lo conosca come scrittore visto che i suoi libri stanno ancora a prendere polvere su un mobile di casa mia, devo tributare rispetto alla figura del d'Angelo uomo e scrittore.
Ma questo temo voglia dire che, mentre vorremmo tacciare gli editori di miopia (e la tentazione ovviamente ce l'ho anch'io), la realtà (anche per un autore di un certo richiamo) era avara di possibilità.
Perciò armiamoci di santa pazienza e speriamo che questi ragazzi crescano e diversifichino la propria richiesta...
Oppure, come dice l'amico Illoca, aspettiamo di essere riscoperti dopo morti :)

Fabrizio Valenza ha detto...

Ciao ragazzi. Io concordo con buona parte di ciò che avete detto, ma mi permetto di ricordare che in realtà la ripresa del fantasy in Italia è appena cominciata. Diamo e diamoci tempo. Probabile che per la maggior parte (forse) il fantasy italiano sia in una fase di adolescenza, ma siate fiduciosi che crescerà. E ci stupirà. Di questo ne sono convinto.
Fabrizio

Anonimo ha detto...

@Bruno: ma infatti Andrea e Fabiana Redivo sono i miei esempi preferiti quando si tratta l'argomento. Entrambi hanno scritto (e spero scriveranno ancora) romanzo stupendi sotto tutti i punti di vista. Avevano e hanno tutte le carte in regola per riempire gli scaffali delle librerie. E Nord non è certo un editore da poco.
E invece?
Invece dovrei vendere un rene per comprare un loro romanzo perchè sono difficili da trovare e alla maggior parte dei cosiddetti appassionati di fantasy sono perfino sconosciuti!
Se io fossi la Nord, ora come ora, cavalcherei l'onda. Ristamperei, ri-editerei, punterei su una forte campagna pubblicitaria e farei tremare le ginocchia a Mondadori, ma non con gli stranieri... con gli autori italiani che hanno pubblicato negli anni.
A volte mi sembra che gli editori non sappiano cosa sia il marketing!
Perfino un editore compassato come Einaudi apre al fantasy e per di più italiano... Benissimo! E' il momento di tirare fuori le armi pesanti dagli archivi!
Non è patriottismo. Qui si tratta di vendere!
Il fantasy adulto non vende? Intanto non vende perchè non è distribuito bene. Poi dipende da come lo spacci!
Siamo stati infinocchiati da fantasy per ragazzi venduti come fantasy maturi; perchè non fare il contrario?
Date a dieci fan della Bradley i romanzi di Fabiana... tempo un mese avrete un caso letterario. Ma se non sanno che esistono...

@Fabrizio: capisco quel che dici, ma quando sai di autori di 25/30/40 anni che scrivono bene e lottano con le unghie e con i denti per pubblicare i loro validissimi romanzi e poi senti che questi ragazzini pubblicano, per il solo fatto di essere ragazzini (e non ditemi che non è così!), perchè "è la moda"... dimmi se non ti viene il nervoso! A me sì! Perchè il fantasy italiano per me non è adolscente, ma assolutamente maturo, solo che agli scrittori in gamba non vengono dati dato lo spazio e le opportunità offerte a questi giovani virgulti, bravissimi, magari, ma pur sempre mancanti di quell'esperienza di vita e di scrittura che io, personalmente, ritengo importante per la scrittura stessa.

Bruno ha detto...

@Francesca: ci vorrebbe un vero esperto delle leggi di mercato per poterti rispondere. E bisognerebbe vedere come stanno andando i libri dei "ragazzi che scrivono per ragazzi." Secondo me i numeri e il successo della tanto vituperata Troisi non sono facilmente ripetibili. Se è vero quello che leggo in giro lei stessa fa più fatica con il suo nuovo libro (fatica per modo di dire, si tratta sempre di decine di migliaia di copie vendute). Insomma rimango dell'opinione che avevo espresso un po' di tempo fa, Nihal ha toccato qualche corda ed è riuscita a fare centro nel pubblico, che sia un libro bello o brutto secondo standard letterari. Anche se probabilmente, il sottoscritto capendo zero di gusti giovanili, le ipotesi sul successo di Nihal da me espresse nel post, saranno campate per aria.

Bruno ha detto...

@Fabrizio Valenza: sperèm...

Anonimo ha detto...

@Bruno: capisco. Io ho le mie idee sui romanzi della Troisi e me le tengo. Penso che abbai fatto più male che bene, proprio perchè ha dato il colpo di grazia verso questo spirito giovanilistico dell'editoria fantasy, tuttavia mi rendo perdettamente conto che ha aperto le porte di un genere prima considerato assolutamente di nicchia. Proprio per questo non capisco e non approvo questa disparità di trattamento. Se il fantasy per gli editori è una moda e serve a vendere, allora perchè non seguirla fino in fondo? Hanno inventato la moda di nicchia! Solo stranieri (e vabbè, a questo ormai ero abituata) e ragazzini.
E' un periodo nero, sono molto arrabbiata e delusa e davvero non capisco più la logica degli editori; mi sta bene che parlino di vendite e di soldi, ma in questo caso non stanno perseguendo più neppure il guadagno

Bruno ha detto...

@Francesca: non ho detto che siano riusciti a far piacere il Mondo Emerso a me (troppo vecchio), però è da riconoscere che hanno trovato la formula per piacere a un sacco di gente.
Quanto al fenomeno giovanile (qui la Troisi c'entra fino a un certo punto) non si limita al fantasy, e comunque il fantasy che sta avendo successo è di un certo tipo, immagino fortemente indirizzato dalle grosse case editrici.
Gli autori del fantasy adulto scrivono altro, e lo vendono poco.
Se avessi il potere decidere chi pubblicare, e il solo fine di guadagnare denaro, penso che difficilmente mi dedicherei a quegli autori che con tutta la loro esperienza, i loro fini letterari-artistici, le loro idiosincrasie mi darebbero un gran daffare per sfornare poche centinaia di copie vendute. Insomma capisco che il fantasy adulto sia seguito poco.
Ovviamente i lettori giovani potrebbero crescere e chiedere qualcosa di diverso...
Ma in tale evenienza (che per me è probabile) le grandi case, che ora possono guadagnare su una tendenza giovanile, domani se necessario potrebbero cooptare quegli scrittori del fantasy adulto che avessero riscosso una certa attenzione autopromuovendosi, facendo gavetta e massacrandosi nelle case editrici minori.
E quegli autori non direbbero certamente di no.
Ovviamente faccio un altro mestiere e le mie opinioni valgono poco perché poco so di come stanno le cose, ma non mi aspetto che arrivino le vacche grasse per il fantasy adulto in tempi rapidissimi.

Anonimo ha detto...

ma speriamo che arrivino, almeno