giovedì 10 aprile 2008

Intervista a Uberto Ceretoli

Grazie alle meraviglie della posta elettronica, ho potuto porre qualche domanda all’autore de “Il Sigillo del Vento,” un libro che, come avrete già visto seguendo la recensione, si è fatto notare nel panorama recente del fantasy italiano. Ecco l’intervista:

Puoi parlarci del tuo amore per il fantasy e delle letture che ritieni siano state formative per te?

Beh, innanzitutto un grazie a Bruno che ha deciso di intervistarmi dedicandomi parte del suo tempo (e del suo spazio web!). Vediamo di rinverdire un lontano passato... il mio amore per il fantasy è nato quando, ancora bambino, presi dalla libreria di mio padre un libro che aveva un titolo davvero strano: "La storia infinita". Cominciai a leggere, incuriosito da come potesse stare una storia infinita in un libro finito. Da questo episodio cominciò la mia passione per il fantasy, passione che venne coltivata subito dopo con "I draghi del crepuscolo d'autunno", i loro seguiti e altre opere americane. Dopo essermi buttato su "Lo hobbit" cambiai genere con Poe, Lovecraft e quindi King. Forse queste ultime sono state le letture più formative anche se spaziano più nell'horror e nel fantastico che nel fantasy propriamente detto.

Nel tuo scrivere ti ispiri apertamente al gioco di ruolo: ci riassumi in breve come ti sei avvicinato a questo ambiente e la tua esperienza? Che contributo ha dato alla tua voglia di scrivere?

Mi sono avvicinato al gioco di ruolo con GURPS, quando avevo 16 anni. Assieme ad alcuni compagni di classe abbiamo iniziato a giocare quasi per scherzo, io facevo il master. Mi sono trovato nella situazione di dover gestire dei personaggi all'interno di una storia e, naturalmente, scrivere la storia stessa con tutte le sue possibili evoluzioni. Oltre a GURPS ho provato (ma da giocatore) d&d, Ad&d, Ken il Guerriero, Warhammer. Oltre a questo ho fatto un paio di tornei ufficiali di d&d, come giocatore e come master.
Direi che il contributo che ha dato il gioco di ruolo alla mia passione per il fantasy è stato fondamentale, forse superiore alle letture di genere.

Il gioco di ruolo ti è servito come allenamento per immaginare storie, ambientazioni e mondi fantastici? Credi ti sia stato utile come aiuto tecnico e creativo per scrivere "Il Sigillo del Vento," al di là dell'ovvia connotazione ruolistica del libro?

Direi che il gioco di ruolo mi è stato utile per immaginare la trama e per imparare a gestire i personaggi.
Parlando da "master" direi che se nella trama hai previsto 4 o 5 scelte possibili per i giocatori, ecco che loro se ne inventeranno sicuramente una assolutamente imprevedibile. Oltre a questo e al bagaglio culturale relativo alle creature, direi che, soprattutto GURPS, mi ha dato molte informazioni riguardo a come "gestire" le evoluzioni di una storia e le azioni dei personaggi.

Puoi parlarci della genesi de "Il Sigillo del Vento?" Qual è la procedura che segui per creare una storia e come organizzi il lavoro creativo? Hai scritto prima di tutto un riassunto per sommi capi, o ti sei gettato subito nella scrittura?

La genesi de "Il Sigillo del Vento" è particolare, unica direi. Non era un'opera compiuta prima che attraverso il sito di fantasy-story trovassi l'annuncio di un concorso per opere fantasy. "Il Sigillo del Vento" era una cartella sul mio PC con numerosi racconti che avevano gli stessi protagonisti. In funzione di quel concorso alcuni di queste storie sono state riunite sotto una trama creata ad hoc che si è poi evoluta mano a mano che i raccordi tra i vari "capitoli" procedeva. Successivamente, terminata la stesura, il manoscritto era troppo corposo per quel concorso e l'ho rimaneggiato creando tre parti "autoconclusive" (più o meno) che volevo inviare separate. Al termine di questo lavoro mi è giunta la notizia della nascita di Asengard Edizioni e le ho inviato il "malloppo", intero.
Attualmente ho terminato di scrivere "Il Sigillo della Terra" e la genesi di quest'opera è completamente differente (pur incorporando altri capitoli che non mi era stato possibile includere ne "Il Sigillo del Vento"): ho studiato prima un'evoluzione degli accadimenti e cominciato a scrivere riassunti dei capitoli procedendo in modo più metodico anche se non nego che molte parti si sono "create da sole" mano a mano che la stesura procedeva. In questo caso però la storia è stata creata ex-novo e non è nata da un unione di racconti. Generalmente faccio così (anche con le altre opere che sto realizzando): definisco qual è il messaggio che voglio mandare, faccio una breve panoramica su alcuni personaggi e immagino le loro peripezie per sommi capi, poi mi butto nella stesura, lasciandomi andare e non scartando a priori nessuna possibilità (non è difficile che anche il finale cambi rispetto alle idee iniziali se la storia prende una piega differente dal previsto).

Dici "definisco qual è il messaggio che voglio mandare"... Ritieni che ci debba per forza essere un messaggio? Nel "Sigillo" ho visto che l'hai buttata anche un po' in politica...

Come autore non riesco a immaginare un'opera priva di messaggio: a scavare bene bene si può trovare in qualsiasi libro. Quando penso all'evoluzione della storia, al finale, alla storia stessa, non riesco a lavorare bene se per primo non ho ben chiaro il messaggio che voglio dare. Immagina uno scontro tra luce e tenebre: se alla fine vincessero i cattivi, il messaggio che manderei sarebbe sicuramente diverso da quello che manderei se vincessero i buoni...
Per quanto riguarda la politica, ne "Il Sigillo del Vento" non c'è uno scontro buoni-cattivi, c'è uno scontro tra popoli o tra membri dello stesso popolo che hanno una visione differente della vita e della realtà, sta al lettore giudicare chi è il buono e chi è il cattivo. Purtroppo abbandonando la classica divisione bene/male ho cercato di dare un senso alle relazioni sociali. Certi elfi odiano gli umani. Perché? Il sovrano di un Regno decide di istituire l'inquisizione e di adottare una data religione. Che cambiamenti implica tutto ciò? Ecco, le spiegazioni delle azioni dei personaggi riguardano la psicologia, quelle delle azioni di un intero popolo riguardano inevitabilmente la politica: quando i reivoniani aumentano la produzione di armi ci sono ovvie ripercussioni sull'ambiente e sui regni circostanti, cambiano i rapporti sociali e questa è politica. Insomma, ho cercato di caratterizzare i personaggi anche da questo punto di vista: cosa ne pensano della guerra, delle culture degli altri popoli, delle loro usanze? Faccio un esempio: cosa ne pensa Gwyllywm dei reivoniani? Se dico che Gwyllywm pensa che i reivoniani sono cattivi è un pensiero politicamente "neutro", ma se dico che Gwyllywm pensa che il loro è un bieco tentativo di sottrarre alla natura delle ricchezze per concentrarle nelle mani di pochi nobili faccio una considerazione politica più forte. La seconda considerazione da però più spessore al personaggio. Anche questo però dipende dal messaggio che si vuole dare. Non volevo rendere gli scontri del mio libro riassumibili nella considerazione che il bene e il male combattono, volevo rendere popoli e culture differenti che combatono in virtù di tali differenze. Raylyn la pensa diversamente da Gwyllywm e il lettore può comunque porsi la domanda: chi dei due ha ragione? In altri casi non è così, non puoi domandarti se "il Nulla" de "La storia Infinita" ha le sue ragioni, le sue idee e se queste sono valide almeno quanto quelle di Atreiu.

L'esperienza di pubblicare: dove sono state le più grosse difficoltà, quanto hai dovuto attendere prima di realizzare la tua aspirazione, e cosa hai fatto, dopo la pubblicazione, per promuovere il libro?

"Il Sigillo del Vento" non è il mio primo libro edito. Il primo è "Uomini in bilico", un libro scritto a quattro mani con Marco Bonati che ha riscosso un discreto successo locale (a Parma). Questo libro è edito AndreaOppure Editore ma è stato stampato con un contributo di pubblicazione. Come immaginavamo io e Marco siamo stati seguiti molto poco sia durante la fase di editing che nella successiva fase di promozione ma abbiamo scelto questa strada perché erano ormai 6 anni che il libro era terminato e volevamo vederlo edito.
Con "Il Sigillo del Vento" invece credo che si sia trattato di pura fortuna. Il destino ha voluto che avessi un libro con una storia fantasy valida pronto proprio quando è nata Asengard Edizioni (anche se i racconti sono stati scritti in un arco di 8 anni). Dopo che Asengard ha deciso di pubblicare la mia opera ho lavorato assistito da validi editor che mi hanno dato suggerimenti, hanno chiesto delucidazioni e hanno fatto davvero un bel lavoro per migliorare la forma e la sostanza.
La fase di promozione mi ha visto partecipare a tre eventi. Il primo è stata la presentazione "ufficiale" in Feltrinelli a Parma con Mauro Raccasi (autore del ciclo dei Celti edito Piemme) che mi ha presentato ai numerosi intervenuti. Praticamente è stato il direttore di Feltrinelli a dare disponibilità al distributore che lo ha messo in contatto con Asengard e poi con me. Il secondo evento è una presentazione fatta a Milano alla ludoteca "Seconda Stella a destra" con Cristian Antonini (autore di "Legame Doppio", sempre Asengard), organizzata da Asengard e il terzo alla fiera della piccola e media editoria di Verona, sempre organizzata da Asengard. Altri strumenti di promozione sono stati Anobii e mySpace. Giusto ieri (9 aprile) ho rilasciato un'intervista per Teleducato (una emittente televisiva locale) che dovrà andare in onda tra qualche settimana.
Ho lavorato sodo scrivendo per dieci anni, buttando giù idee, personaggi, eventi. Con "Il Sigillo del Vento" mi è andata bene al primo colpo perché mi sono trovato al posto giusto, nel momento giusto, con una storia "giusta". Credo sia stato questo l'importante, dopotutto, ovvero che la mia storia fosse "valida".

Come sta andando "Il Sigillo del Vento?" Ha il successo che speravi?


Ti dirò, per ora stiamo andando bene con le vendite, le mie aspettative erano temperate dal fatto che sono un autore agli esordi e che Asengard era appena nata. "Il Sigillo del Vento" è nelle librerie da meno di un anno e la sua visibilità e disponibilità aumenta con il passare dei mesi: il cammino, insomma, è appena iniziato! In ogni modo, se non fossi stato soddisfatto, non mi sarei buttato nella scrittura de "Il Sigillo della Terra" (ormai di prossima uscita) e non avrei cominciato la correzione di alcuni futuri capitoli del terzo libro della saga...

Ci sono scrittori fantasy italiani che hai letto di recente? Quali sono i tuoi preferiti?

Per ora ho letto "L'abbraccio delle Ombre" di Ester Manzini (sempre Asengard) ma devo recuperare con altri autori quali Troisi, d'Angelo, Angelinelli, Falconi. Purtroppo il tempo libero è quello che è (lavorando come tutti i comuni mortali) e o lo dedico alla scrittura oppure lo dedico a letture "specialistiche": non è facile scrivere un libro prestando attenzione a non spararle grosse. Ne "Il Sigillo della Terra" ho descritto battaglie campali e assedi e ho dovuto studiarne la dinamica per non trovarmi a scrivere castronate (il che ha comportato la lettura di due volumi abbastanza corposi su assedi e armi d'assedio, sulla cavalleria, sulla scherma e sulle armi medievali nonché altre numerose ricerche). Posso dire però che il panorama del fantasy italiano si sta allargando sempre di più, rivelando autori di vero talento che sono superiori a certe produzioni anglofone che le grandi case continuano a prediligere agli esordienti italiani. Credo che gli italiani abbiamo storie validissime da narrare, i problemi sono la visibilità che riescono a ritagliarsi e la fiducia che viene concessa loro.

Ringrazio Uberto per la disponibilità e il tempo concesso a me e alle umili pagine del mio blog.
L'indirizzo della casa editrice Asengard è http://www.asengard.it/

1 commento:

Anonimo ha detto...

devo dire che "il siglillo del vento" è uno dei miei libri preferiti!! perchè trovo che sia completo cioè c'è il giusto insieme di mistero,e avventura! senza parlare di alcune frasi come: "può la luce essere tale senza l'oscurità" , che per me sono veramente bellissime! aspetto proprio con ansia che esca il nuovo libro!!