sabato 22 settembre 2007

Le metamorfosi di Ghinta


Un libro fantasy (uscito nel 2001) piuttosto strano e direi addirittura stravagante, in quanto ispirato dal gioco di ruolo. Ma andiamo con ordine. L'autore, Fabrizio Casa, ha iniziato ad affacciarsi al mondo ludico partecipando alla creazione di Corteo, un boardgame che rappresentava gli scontri tra manifestanti e polizia, così come avvenivano nei meravigliosi anni '70... Non so proprio da che parte stiano gli autori fra l'altro, io ci ho giocato ed è impossibile battere la polizia. Ha poi lavorato in Rai ma la voglia di scrivere gli è nata da Amber, il gioco di ruolo senza uso di dadi. Il GDR io lo conosco e considero la casualità una componente necessaria, forse dovrei giocare ad Amber per capire come farne a meno. Da quello che vedo nel libro, direi che i risultati sono fissi e deterministici, come in una partita di scacchi. Nei primi capitoli Le metamorfosi di Ghinta è proprio questo, la raffigurazione, piuttosto didascalica e noiosa, delle mosse che il Reggente Ghinta fa per risolvere alcune crisi nel mondo fantasy in cui vive. Pensa una mossa giusta, la realizza facilmente e va tutto bene (almeno all'inizio).
Il libro parte in una maniera veramente incerta, non capiamo bene dove siamo, quali sono le parti in gioco e le loro motivazioni, e quando il protagonista affrontando una ribellione di piazza sfugge all'apparato poliziesco che dovrebbe dirigere, si confonde coi manifestanti e riesce a farseli amici, e partecipa la sera stessa a una riunione strategica dei ribelli, rischio di rinunciare alla lettura del libro.
Poiché non si può prendere una decisione del genere a pagina 40 (su trecento e qualcosa), ho insistito e il libro l'ho terminato. Ho trovato personaggi interessanti e una trama ricca di intrighi e manovre nascoste, senz'altro interessanti una volta che si comincia ad ambientarsi nel mondo fantastico della Nazione (la patria di Ghinta e dei suoi amici), e una storia che spingeva a raggiungere la parola fine per la curiosità di sapere come si concludeva. Dopo l'inizio vacillante e tedioso, lo stile ben curato e scorrevole (e non è mica frequentissimo, negli scrittori di casa nostra...) mi ha decisamente aiutato.
Resta il problema di una storia fatta da leaders dove non si capisce bene quali siano le forze alle loro spalle, una magia-tecnologia che mi convince fino ad un certo punto, ed in generale un approccio piuttosto pesantemente intellettualistico. Alcuni personaggi ben disegnati (anche se sulla "metamorfosi di Ghinta" e i suoi perché possiamo solo adottare un atteggiamento di fideistica accettazione), altri tratteggiati in maniera assai superficiale.
Brutto libro? No, ma decisamente non può piacere a tutti.

Nessun commento: