Un film rilasciato direttamente su DVD, The Plan racconta gli eventi delle prime due serie di Battlestar Galactica dal punto di vista dei Cylon. Il principale protagonista (in due versioni di sé stesso) è Cavil, interpretato da Dean Stockwell. E' il più intransigente dei Cylon, il più accanito odiatore dell'umanità, e lo rimarrà fino alla fine della serie. Gli altri "lavori in pelle" in effetti sono molto problematici, nient'affatto macchine insensibili, e si vedrà ripetutamente che è proprio per questo che non riescono a farla finita con gli umani fuggiaschi. Il contatto con i disperati che fuggono nelle astronavi li ha resi "troppo umani" a loro volta.
Purtroppo The Plan, oltre a essere incomprensibile a chi non abbia una fresca dimestichezza con la serie, è privo di un reale filo conduttore: questo benedetto piano, appunto, lo vediamo poco. Manca ritmo, coerenza narrativa, a tratti diventa perfino noioso, nonostante ci sia anche qualche rivelazione o qualche piccola toppa che rimette a posto delle lacune narrative della serie.
Se non siete entusiasti della serie televisiva, fate a meno di vedere The Plan: è un'aggiunta posticcia, inutile e anticlimatica.
sabato 30 giugno 2012
domenica 24 giugno 2012
Dominion
Dominion è un gioco di carte (non collezionabili) ideato da Donald Vaccarino, gioco il cui eccezionale successo ha fatto nascere tutta una serie di espansioni. Si basa completamente sulle carte, che devono essere usate per ottenere diversi effetti tra cui, in ultima analisi, acquisire altre carte per migliorare la propria posizione e prendere un sufficiente numero di carte vittoria.
Sembra una cosa da poco, ma in realtà la presenza di un mazzo del giocatore da migliorare rende necessarie tutta una serie di strategie. Non si tratta di un mazzo come quello di giochi come Magic (le tue carte, comprate da te) ma del gruppetto di carte iniziali di ciascun giocatore, destinato a crescere man mano che il gioco procede. Poiché ogni mano del gioco richiede che il giocatore ripeschi un certo numero di carte dal mazzo, il fatto che sia composto in maniera equilibrata è fondamentale. Anche perché le azioni delle carte spesso sono concatenate, e vi è una sinergia fra di loro.
Facciamo un esempio: ci sono delle carte che rappresentano il denaro. Sono importanti, e hanno il vantaggio, a differenza del vero denaro, che potrebbero ritornare in mano a ogni pescata (quando il giocatore ricostituisce la propria mano). Poiché all'inizio il giocatore ha la possibilità di prendere solo le carte denaro più deboli, deve guardarsi bene dal diventare troppo avido e acquisirne molte. Perché? Perché con il procedere del gioco sono le carte denaro più sostanziose a contare, e il giocatore non sarà più così contento di pescare per creare la propria mano e ritrovarsi tra i piedi quelle che valgono poco.
Quindi la costruzione del proprio mazzo di carte è una fase importante tanto quanto il decidere come giocarle. Le carte che permettono di compiere determinate azioni (nell'edizione italiana si chiamano carte Regno) possono essere variate di comune accordo a ogni partita, perciò non sempre sarà possibile giocare con le stesse strategie (ci sono 25 tipi di carte Regno, in ogni partita se ne usano 10).
Gioco apparentemente semplice, in realtà complesso e accattivante. Consente però al giocatore fanatico la possibilità di fare analisi matematiche e logiche (anche giocandolo al computer) per studiare la strategia migliore: fattore che, da giocatore "puro" che gioca per divertirsi, mi mette un po' paura.
(l'immagine è presa dal sito boardgamegeek)
Sembra una cosa da poco, ma in realtà la presenza di un mazzo del giocatore da migliorare rende necessarie tutta una serie di strategie. Non si tratta di un mazzo come quello di giochi come Magic (le tue carte, comprate da te) ma del gruppetto di carte iniziali di ciascun giocatore, destinato a crescere man mano che il gioco procede. Poiché ogni mano del gioco richiede che il giocatore ripeschi un certo numero di carte dal mazzo, il fatto che sia composto in maniera equilibrata è fondamentale. Anche perché le azioni delle carte spesso sono concatenate, e vi è una sinergia fra di loro.
Facciamo un esempio: ci sono delle carte che rappresentano il denaro. Sono importanti, e hanno il vantaggio, a differenza del vero denaro, che potrebbero ritornare in mano a ogni pescata (quando il giocatore ricostituisce la propria mano). Poiché all'inizio il giocatore ha la possibilità di prendere solo le carte denaro più deboli, deve guardarsi bene dal diventare troppo avido e acquisirne molte. Perché? Perché con il procedere del gioco sono le carte denaro più sostanziose a contare, e il giocatore non sarà più così contento di pescare per creare la propria mano e ritrovarsi tra i piedi quelle che valgono poco.
Quindi la costruzione del proprio mazzo di carte è una fase importante tanto quanto il decidere come giocarle. Le carte che permettono di compiere determinate azioni (nell'edizione italiana si chiamano carte Regno) possono essere variate di comune accordo a ogni partita, perciò non sempre sarà possibile giocare con le stesse strategie (ci sono 25 tipi di carte Regno, in ogni partita se ne usano 10).
Gioco apparentemente semplice, in realtà complesso e accattivante. Consente però al giocatore fanatico la possibilità di fare analisi matematiche e logiche (anche giocandolo al computer) per studiare la strategia migliore: fattore che, da giocatore "puro" che gioca per divertirsi, mi mette un po' paura.
(l'immagine è presa dal sito boardgamegeek)
domenica 17 giugno 2012
Ci devo rinunciare?
E chi ha detto che acquistare online sia facile? Non voglio parlare dei pericoli delle spedizioni postali (in passato vi ho già accennato) ma delle difficoltà che a volte si incontrano negli ordini stessi.
La storia in breve: volevo comprare il libro che conclude la trilogia dell'ottimo Stefano Bianchi, Tokyattan, perciò avevo fatto l'ordine su Amazon.it.
Ora, con l'editoria minore il problema è questo: i colossi come Amazon non si rifiutano mica di tenere i libri in catalogo e di accettare gli ordini, solo che, se non vado errato, non hanno il libro in magazzino, o se ne prendono un certo numero di copie iniziali non si preoccupano di mantenere la scorta (perdonatemi ma non conosco bene questi dettagli tecnici): quando si accumulano un po' di ordini, cercano di evaderli, e se non hanno i libri se li procurano presso l'editore. Per questo esiste il preavviso del periodo di attesa e della necessità di pazientare, avviso che avevo ricevuto già all'invio dell'ordine. Purtroppo, temo, se di ordini ce ne sono pochi, o magari se c'è solo il mio, mi sa che la faccenda diventa antieconomica o poco pratica e non val la pena di procurarsi il libro presso l'editore. Perciò, il cliente (ovvero il sottoscritto) riceve un messaggio che avvisa che l'ordine non verrà evaso. Questa è solo la mia supposizione basata su qualche sentito dire, perché spiegazioni precise non ce ne sono state.
E va bene. Allora (su consiglio) mi sono rivolto direttamente alla fonte.
Però se desideri effettuare un acquisto sul sito della casa editrice (Montag) ti devi registrare. Dopo essermi iscritto al sito (con una procedura che chiede il codice fiscale e il telefono, oddio, ma sono proprio dati indispensabili?) e aver avuto la conferma di codice utente scelto da me e password, ho ricevuto l'email di rito e cliccato il link per confermare l'iscrizione.
Purtroppo, dopo un'istante, cercando di usare i codici appena confermati per convalidare il mio "carrello" e comprare Tokyattan, scopro che il sito non li accetta. Senza particolari spiegazioni.
Secondo insuccesso. A questo punto non si tratta più dell'acquisto di un libro, sta diventando un'odissea...
La storia in breve: volevo comprare il libro che conclude la trilogia dell'ottimo Stefano Bianchi, Tokyattan, perciò avevo fatto l'ordine su Amazon.it.
Ora, con l'editoria minore il problema è questo: i colossi come Amazon non si rifiutano mica di tenere i libri in catalogo e di accettare gli ordini, solo che, se non vado errato, non hanno il libro in magazzino, o se ne prendono un certo numero di copie iniziali non si preoccupano di mantenere la scorta (perdonatemi ma non conosco bene questi dettagli tecnici): quando si accumulano un po' di ordini, cercano di evaderli, e se non hanno i libri se li procurano presso l'editore. Per questo esiste il preavviso del periodo di attesa e della necessità di pazientare, avviso che avevo ricevuto già all'invio dell'ordine. Purtroppo, temo, se di ordini ce ne sono pochi, o magari se c'è solo il mio, mi sa che la faccenda diventa antieconomica o poco pratica e non val la pena di procurarsi il libro presso l'editore. Perciò, il cliente (ovvero il sottoscritto) riceve un messaggio che avvisa che l'ordine non verrà evaso. Questa è solo la mia supposizione basata su qualche sentito dire, perché spiegazioni precise non ce ne sono state.
E va bene. Allora (su consiglio) mi sono rivolto direttamente alla fonte.
Però se desideri effettuare un acquisto sul sito della casa editrice (Montag) ti devi registrare. Dopo essermi iscritto al sito (con una procedura che chiede il codice fiscale e il telefono, oddio, ma sono proprio dati indispensabili?) e aver avuto la conferma di codice utente scelto da me e password, ho ricevuto l'email di rito e cliccato il link per confermare l'iscrizione.
Purtroppo, dopo un'istante, cercando di usare i codici appena confermati per convalidare il mio "carrello" e comprare Tokyattan, scopro che il sito non li accetta. Senza particolari spiegazioni.
Secondo insuccesso. A questo punto non si tratta più dell'acquisto di un libro, sta diventando un'odissea...
venerdì 15 giugno 2012
The Spirit, il fumetto
Un padre del fumetto moderno, Will Eisner. Eppure ormai di moderno c'è poco, nelle sensazioni che ti dà The Spirit. I tempi erano diversi (anni '40, i fumetti in pieno boom!) e le storie da raccontare erano quelle di allora: storie da film in bianco e nero, con eroi tutti d'un pezzo, vamp carismatiche, femmine dannate e peccaminose. I toni leggeri li portava quasi sempre il protagonista, The Spirit, il vendicatore uscito dalla tomba. Non un vendicatore maledetto, però: The Spirit agiva in collaborazione con il capo della polizia. Non era insomma uno degli eroi dei tempi moderni, quelli che devono nascondersi pure alle forze dell'ordine, anche se, al pari di molti colleghi moderni, qualche vendetta da compiere non gli mancava.
Oggi The Spirit suona classico, fin troppo. Le storie suonano spesso assai cliché, e magari lo erano anche all'epoca, anche se non si limitano al poliziesco e al noir ma toccano diversi generi, con qualche puntata perfino nell'horror e diverse storie d'amore condannate fin dall'inizio. A me piace lui, il protagonista, Denny Colt. In un'epoca di personaggi comici insulsi o volgari, o di eroi tragici che di più non si può, The Spirit sembrerebbe quasi una novità con la sua leggerezza che non manca di serietà dove occorre.
Non sarebbe stato male se il cinema o la TV gli avessero dato una seconda giovinezza. Invece, sappiamo tutti com'è finita. Frank Miller voleva provare a vedere se era capace di mettersi alla regia, e ora spero abbia capito che deve lasciare perdere. Il film, nonostante la presenza di parecchi volti celebri, è stato un vero disastro. Chissà se The Spirit tornerà fuori dalla tomba ancora una volta?
Recensioni del film, da Rottentomatoes
Pagina web dedicata a The Spirit
Oggi The Spirit suona classico, fin troppo. Le storie suonano spesso assai cliché, e magari lo erano anche all'epoca, anche se non si limitano al poliziesco e al noir ma toccano diversi generi, con qualche puntata perfino nell'horror e diverse storie d'amore condannate fin dall'inizio. A me piace lui, il protagonista, Denny Colt. In un'epoca di personaggi comici insulsi o volgari, o di eroi tragici che di più non si può, The Spirit sembrerebbe quasi una novità con la sua leggerezza che non manca di serietà dove occorre.
Non sarebbe stato male se il cinema o la TV gli avessero dato una seconda giovinezza. Invece, sappiamo tutti com'è finita. Frank Miller voleva provare a vedere se era capace di mettersi alla regia, e ora spero abbia capito che deve lasciare perdere. Il film, nonostante la presenza di parecchi volti celebri, è stato un vero disastro. Chissà se The Spirit tornerà fuori dalla tomba ancora una volta?
Recensioni del film, da Rottentomatoes
Pagina web dedicata a The Spirit
sabato 9 giugno 2012
La verità può essere sempre vista da diverse angolature
... perciò beccatevi il video di propaganda di Mordor...
venerdì 8 giugno 2012
Vuoi essere recensito da me?
Capita ogni tanto. Alcuni amici mi conoscono già, e sanno cosa fare. Gli altri sono pregati di leggere qui.
mercoledì 6 giugno 2012
E' venuto a mancare Ray Bradbury
... il quale aveva comunque la tenera età di 91 anni. Be', non ho moltissimo da commentare sulla sua opera in quanto ho letto soltanto Fahrenheit 451 e per alcuni aspetti mi aveva lasciato un po' perplesso. Questo mi dovrà essere da sprone a leggere qualcuno dei suoi racconti e cercare di capirlo meglio.
Riposi in pace.
La mia recensione su Fahrenheit 451
Riposi in pace.
La mia recensione su Fahrenheit 451
sabato 2 giugno 2012
Iron Sky
La cosa più interessante di questo film è che si tratta di un progetto nato da un'idea di belle speranze, lanciata sulla rete e con la presentazione di un trailer nei festival cinematografici, nella speranza di trovare sostenitori e finanziatori.
L'idea ha avuto successo, ed è stata prodotta per mezzo dello sforzo congiunto di varie case (finlandesi, australiane e tedesche). Iron Sky è un film demenziale pieno di gag più o meno esilaranti, basato sull'idea che i nazisti, sconfitti nella seconda guerra mondiale, abbiano trovato rifugio nientemeno che sul lato oscuro della Luna, dove per lunghi anni hanno preparato il ritorno (e la vendetta).
L'arrivo di una missione spaziale, che riporta l'uomo sulla Luna dopo tanti anni per reare supporto alla rielezione della presidentessa degli USA (una specie di Sarah Palin interpretata da Stephanie Paul), scatena gli eventi. I nazisti lunari uccidono uno degli astronauti e catturano l'altro, che è un nero. Poiché hanno bisogno di lui lo "rendono bianco" per mezzo di un siero e lo portano sulla Terra in una missione condotta da Klaus Adler, malvagio e ambizioso leader che vuole succedere al "legittimo" Fuhrer (l'attore che interpreta Adler è Gotz Otto, già visto in La Caduta; Christopher Kirby è l'attore che interpreta James Washington, l'astronauta nero). Assieme ai due verrà anche Renate Richter (interpretata da Julia Dietze), figlia di uno scienziato (più o meno pazzo) della base lunare nazista, promessa sposa di Adler nonché ingenua insegnante convinta che il nazismo sia un'ideologia improntata alla bontà. L'incontro con la leadership americana viene inteso da Adler come la possibilità di trovare un aiuto per guadagnare potere e scalzare il Fuhrer, e dalla presidentessa americana (assieme alla sua specialista per la propaganda) come un aiuto inaspettato per la rielezione. Washington verrà scaricato e lasciato in mezzo alla strada a raccontare della minaccia nazista lunare a gente che non gli dà retta.
L'occasione è ghiotta per una serie di battute e di situazioni comiche derivanti dall'inaspettata presa del leader nazista, dalle incomprensioni della povera Renate su come le cose vanno sulla Terra (compreso l'incontro con dei nazi-skin), dall'ipocrisia della presidentessa americana e della sua collaboratrice. Ma le cose non saranno così semplici...
Divertente e demenziale, salvo la morale finale che non vi rivelo, ricco di citazioni a valanga che appassioneranno i cinefili e i "nerd," Iron Sky non è ancora uscito in italiano (lo farà mai?). Per adesso è disponibile soltanto in rete con i sottotitoli creati dai fan, come al solito in questi casi. Tutto sommato godibile: sorprendentemente buona o passabile la quasi totalità degli effetti speciali, notevole il fatto che sia stato prodotto con un budget limitato (una casa cinematografica statunitense avrebbe fatto poco o niente con circa 10 milioni di dollari). Come tutte le parodie demenziali, magari è un po' troppo lungo.
L'idea ha avuto successo, ed è stata prodotta per mezzo dello sforzo congiunto di varie case (finlandesi, australiane e tedesche). Iron Sky è un film demenziale pieno di gag più o meno esilaranti, basato sull'idea che i nazisti, sconfitti nella seconda guerra mondiale, abbiano trovato rifugio nientemeno che sul lato oscuro della Luna, dove per lunghi anni hanno preparato il ritorno (e la vendetta).
L'arrivo di una missione spaziale, che riporta l'uomo sulla Luna dopo tanti anni per reare supporto alla rielezione della presidentessa degli USA (una specie di Sarah Palin interpretata da Stephanie Paul), scatena gli eventi. I nazisti lunari uccidono uno degli astronauti e catturano l'altro, che è un nero. Poiché hanno bisogno di lui lo "rendono bianco" per mezzo di un siero e lo portano sulla Terra in una missione condotta da Klaus Adler, malvagio e ambizioso leader che vuole succedere al "legittimo" Fuhrer (l'attore che interpreta Adler è Gotz Otto, già visto in La Caduta; Christopher Kirby è l'attore che interpreta James Washington, l'astronauta nero). Assieme ai due verrà anche Renate Richter (interpretata da Julia Dietze), figlia di uno scienziato (più o meno pazzo) della base lunare nazista, promessa sposa di Adler nonché ingenua insegnante convinta che il nazismo sia un'ideologia improntata alla bontà. L'incontro con la leadership americana viene inteso da Adler come la possibilità di trovare un aiuto per guadagnare potere e scalzare il Fuhrer, e dalla presidentessa americana (assieme alla sua specialista per la propaganda) come un aiuto inaspettato per la rielezione. Washington verrà scaricato e lasciato in mezzo alla strada a raccontare della minaccia nazista lunare a gente che non gli dà retta.
L'occasione è ghiotta per una serie di battute e di situazioni comiche derivanti dall'inaspettata presa del leader nazista, dalle incomprensioni della povera Renate su come le cose vanno sulla Terra (compreso l'incontro con dei nazi-skin), dall'ipocrisia della presidentessa americana e della sua collaboratrice. Ma le cose non saranno così semplici...
Divertente e demenziale, salvo la morale finale che non vi rivelo, ricco di citazioni a valanga che appassioneranno i cinefili e i "nerd," Iron Sky non è ancora uscito in italiano (lo farà mai?). Per adesso è disponibile soltanto in rete con i sottotitoli creati dai fan, come al solito in questi casi. Tutto sommato godibile: sorprendentemente buona o passabile la quasi totalità degli effetti speciali, notevole il fatto che sia stato prodotto con un budget limitato (una casa cinematografica statunitense avrebbe fatto poco o niente con circa 10 milioni di dollari). Come tutte le parodie demenziali, magari è un po' troppo lungo.
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