sabato 18 ottobre 2008

Strange Days



Ho una grande ammirazione per la regista Kathryn Bigelow. Delle sue molteplici carriere (artista d'avanguardia, modella, attrice e infine regista nei circuiti indipendenti prima di arrivare alle major) non so praticamente nulla, so che ha creato un paio di film decisamente ispirati, film d'azione ma non privi di qualche invito alla riflessione, e uno di questi, il fantascientifico Strange Days, è uno dei miei preferiti.
Uscì pochi anni dopo il primo (e ultimo!) successo commerciale della Bigelow: Point Break, un film d'azione e adrenalina che fu il primo successo di Keanu Reeves, qui nella parte di un poliziotto contrapposto a Patrick Schwayze che ricopriva il ruolo di un rapinatore-filosofo (sto esagerando, ma solo per dare l'idea di una certa piacevole bizzarria presente in questa pellicola). La capacità della Bigelow di dirigere un film d'azione sorprese, anche se mi domando cosa ne avrebbe fatto il grande Ridley Scott, che era un altro papabile per la regia.
Diciamo per inciso che Strange Days comunque non fu un gran successo commerciale e che K-19, un successivo film ambientato ai tempi della guerra fredda e girato con mezzi ancor più ambiziosi, fu proprio un disastro, ponendo termine (probabilmente) alla carriera della Bigelow come regista di film a grosso budget: peccato! Io non sono uno dai gusti strani per forza, ma a me questi film erano piaciuti entrambi.

Strange Days è ambientato in una Los Angeles violenta e giunta al culmine della tensione per via dell'omicidio di un noto rapper nero, Jeriko One. Il rimando a certi episodi (la rivolta di Los Angeles, il pestaggio di Rodney King ecc...) è evidente. La tensione per la prossima fine del millennio (mancano due giorni all'anno 2000) e per la possibilità di una violenza esplosiva sono una tematica che pervade tutto il film, intriso di un pessimismo che non rimane però senza speranza. La parte fantascientifica la troviamo nel mestiere redditizio di Lenny, un ex poliziotto interpretato da Ralph Fiennes: spaccia una droga particolare, lo Squid, che in realtà è frutto di tecnologia avanzata. E' un sistema per registrare, e far rivivere ad altri, le sensazioni: Lenny lo usa per produrre pornografia ma anche per permettere di vivere vicariamente qualsiasi emozione forte. Il personaggio di Lenny ha un po' del porco corrotto, ma non troppo cattivo, e risulta facilmente simpatico. Lui stesso è schiavo dello Squid: rivive in continuazione i bei momenti vissuti con Faith (interpretata da Juliette Lewis che vediamo nei panni di cantante, la carriera che successivamente ha scelto), una umorale e autodistruttiva ragazza che lo ha lasciato per il manager discografico Philo Gant (interpretato dall'italoamericano Michael Wincott).


Quando la tecnologia dello Squid comincia a venire usata da un omicida per rendersi più piacevole lo stupro della propria vittima, Lenny troverà la forza di indagare, aiutato da Mace (interpretata da Angela Basset), una determinata guidatrice di limousine che fa anche da guardia del corpo. Lenny è minacciato per quello che sa, poiché che ha visto le registrazioni incriminate; l'omicidio inoltre si collega alla morte di Jeriko One e ai disordini che stanno esplodendo in città: il film comincia ad assumere i connotati di una corsa contro il tempo.
A questo punto si dimostra essenziale il ruolo di Mace nel proteggere il nostro corrotto ma simpatico Lenny, costretto a fare l'eroe per salvarsi la pelle. Alla fine Lenny saprà la verità su Faith (al corrente dei crimini, ma ha taciuto), sconfiggerà i cattivi e conquisterà il cuore della sua bella guardia del corpo.

Strange Days è immaginoso, strano, visivamente accattivante. Ricco di emozione e stile. Pone al centro dell'investigazione proprio l'elemento fantascientifico della condivisione delle sensazioni, e lo rappresenta bene, anche se forse nel farlo va troppo avanti rispetto ai suoi tempi. Anche se il lieto fine sembra appiccicato a forza, se la durata probabilmente è eccessiva, la tematica politica può dar fastidio e la trama qua e là è macchinosa, questo è un gran bel film ingiustamente sottovalutato.
Angela Basset è grandiosa in un ruolo di donna forte e coraggiosa, Fiennes interpreta a meraviglia la sua parte di uomo corrotto, debole e sconfitto, Juliet Lewis fa la sua figura cantando le canzoni di PJ Harvey anche se il suo personaggio è decisamente negativo, l'unico che non mi convince molto è Tom Sizemore nella parte del cattivo Max Peltier.

Il maggior problema di Strange Days è che bisogna affaticare un po' il cervello per seguirlo, e i film così hanno una difficoltà in più a sfondare. Non è che io creda che la gente non le possa capire le cose, e che l'unico genio sia il sottoscritto. E' che la gente non vuole pensare, al cinema, e se trova una cosa che la impegna un minimo, allora dice che è brutta.

Nel filmato qua sotto, che necessita di ben poca traduzione, Lenny è lì che muore dietro a Faith mentre la osserva cantare "I can hardly wait" di PJ Harvey, poi le parla, ma viene mandato definitivamente a quel paese...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

s', strange days era proprio un bel film.

ho letto pessime cose invece sull'ultimo della bigelow: hurt locker.

Bruno ha detto...

L'Iraq è un argomento che fa male, vengono sempre dei pessimi film. Meglio la fantascienza.

demian ha detto...

1999, strangedays. Poi inizio la grande crisi. Coincidenze, metafore... Viviamo in giorni strani.

Ho linkato questo articolo ad un post :) sul mio blog http://demianstudio.com/blog/

spero la cosa ti faccia piacere passa da me se vuoi.

Bruno ha detto...

Grazie del passaggio Demian. Contraccambio.