mercoledì 29 luglio 2009

Sanctuary e i Racconti Perduti

Per chi è curioso sulle statistiche, l'interesse per i Racconti Perduti di Sanctuary si è sviluppato a scatti (trainato inizialmente da questo blog), il sito poi ha avuto a inizio luglio un mini-boom di visite (74 in un solo giorno) grazie all'articolo di Fantasy Magazine.
Per un po' di giorni le visite sono state intorno alle venti-trenta, per poi declinare fino a un rivolo poco consistente.
500 visite, 200 visitatori circa. I racconti hanno avuto qualche decina di lettori (più fortunati quelli arrivati prima).
Tutto sommato considero l'iniziativa un piccolo successo; peccato che adesso subentri la grande pausa estiva in cui tutti saranno in vacanza tranne qualche disperato (come me) che dovrà lavorare. Comunque come avevo promesso i Racconti Perduti rimarranno online (salvo quelli che debbano esser rimossi per volontà degli autori) per un annetto, in modo da cogliere eventualmente l'opportunità di acchiappare qualche altro lettore.

domenica 26 luglio 2009

Il Cavaliere Inesistente


Ebbene sì, visto che la scuola non mi aveva portato a conoscere quest'opera fantastica di Italo Calvino, ho deciso di rimediare alla mancanza.
Il Cavaliere Inesistente è un romanzo breve imperniato su una figura di personaggio che, come dice il titolo, non esiste: il cavaliere Agilulfo è un'armatura vuota, un'entità misteriosa che si sforza di rimediare alla propria non-esistenza mettendo il massimo zelo in tutte le cose che fa, fino a rendersi odioso ai compagni d'armi nell'esercito di Carlo Magno, dove serve.
Assieme a lui c'è un discreto numero di figure secondarie che si trovano in difficoltà simili. A tutti manca qualcosa, tutti devono arrivare a un obiettivo. Siccome Calvino era uno scrittore serio, chi vuol leggere più che altro per intrattenimento intuirà la possibilità del predicozzo morale, ma può star tranquillo: Il Cavaliere Inesistente si legge tranquillamente a diversi livelli. In effetti alle avventure un po' alla Brancaleone di Agilulfo e compagni si sovrappone per tutto il libro una serie di metafore con uno scopo ben preciso: affrontare il problema dell'uomo moderno nella sua mancanza di completezza, nel suo essere imprigionato da interessi frivoli e trappole tecnologiche, da nevrosi che gli impediscono di godere interamente della gamma delle possibili esperienze umane.

Pertanto tutte le ricerche e le lotte del libro sono una ricerca dell'essere (o dell'esistere pienamente) che coinvolgono non solo i personaggi ma anche il popolo di una regione che si libera di un gruppo di crudeli oppressori, i Cavalieri del Graal, che commettono le peggiori nefandezze spinti "dall'amore" (uomini settari, crudeli e pazzoidi su cui Calvino fa una satira feroce, e poiché era da non molto tempo reduce da una dolorosa separazione con il PCI, ero tentato di vederci una frecciata contro il comunismo: ma l'autore aveva a suo tempo espressamente smentito proprio una contemporanea interpretazione di questo tipo). I villici che sconfiggono i cavalieri del Graal si realizzano scoprendo una propria identità di popolo e comunità, e lo fanno nel combattere contro un nemico comune.

Se mi concedete un'anticipazione sulla trama (ma saltate il paragrafo se intendete godervi il libro) il destino di Agilulfo sarà proprio quello di realizzare la propria non-esistenza, lasciando la propria armatura ora veramente vuota come dono a un altro cavaliere.

Divertente se vi volete divertire, profondo se volete la complessità, e con un pregio che io valuto molto: la brevità. Questo libro per giunta è scritto benissimo. E' con entusiasmo che vi invito a leggerlo.

venerdì 24 luglio 2009

Wunderkind


Ho letto Wunderkind, un fanta-horror pubblicato da Mondadori (autore G.L. d'Andrea): la mia recensione è comparsa alcuni giorni fa su Fantasy Magazine. Prima di questa lettura avevo letto recensioni molto contrastanti: da stroncature totali e ferocissime a veri e propri elogi sperticati: per esempio su Carmilla Online, sito che si occupa di letteratura, immaginario e cultura di opposizione, questo libro veniva esaltato come primo volume d'una trilogia fantasy destinata a cambiare per sempre il volto del genere in Italia (la recensione è qui).
Io confesso di aver trovato il libro una lettura magari un po' dozzinale ma qua e là intensa e piacevole (un po' come un fumetto di Dylan Dog, tanto per dire) ma sinceramente tutto 'sto potenziale per rivoluzionare il genere fantasy non ce l'ho visto. Dal punto di vista formale anzi sono sfuggite un certo numero di imperfezioni; inoltre c'è uno strafalcione logico che nessuna spiegazione a posteriori mi potrà mai riconciliare: come mai la vittima, così importante, e non difesa da alcuno quando il cattivo si permette di importunarla all'inizio del libro, non è stata semplicemente rapita nelle prime pagine?

Continuerò a leggere la trilogia? Non so, aspettiamo e vediamo se esce il secondo, poi ci penserò...

sabato 18 luglio 2009

I Mabinogion



E' passato tanto tempo da quando lessi questa raccolta di romanzi, che non ero più sicuro di averli già letti fino a che non sono arrivato verso la metà del primo, Il Principe dell'Annwm, ovvero la storia di Pwyll. Sto parlando dei Mabinogion nella versione riscritta da Evangeline Walton, che ha saputo (negli anni '70) riprendere queste leggende celtiche e reinventarle come romanzi, con una freschezza e uno stile tali da renderli molto gradevoli anche oggi.
I Mabinogion restano l'unico grande successo della Walton, e giunsero quando la scrittrice era ormai tutt'altro che giovane, ma le permisero di riproporre al pubblico i romanzi scritti precedentemente, materiale che aveva ricevuto poca attenzione o era rimasto inedito.

Tra gli elementi più belli di questi romanzi il senso della meraviglia, i prodigi e la magia che irrompono con una strana semplicità nella vita degli uomini comuni, eppure sono facilmente credibili. La saggezza umana si mescola alle meraviglie del magico, la profondità filosofica al disimpegno scherzoso e umoristico.
Le storie ci parlano di un mondo che cambia, di antiche tribù matriarcali che cedono il posto a nuovi invasori, di guerrieri che devono affrontare subdoli tranelli e difficili prove per arrivare alle più ambite ricompense, di divinità che si mescolano agli affari degli uomini.
Di fantasy scritta seguendo queste tradizioni ce n'è anche troppa, ma è sorprendente come questa interpretazione, così vicina alle reali origini della mitologia gallese, sia fresca e godibile, piacevolissima alla lettura.

Sarebbe interessante conoscere qualcosa di più anche dei Mabinogion non rielaborati dalla Walton, in quanto vi si trovano accenni ai miti arturiani e perfino una storia che sarebbe ispirata a un imperatore romano.
Non conoscendoli, per ora posso solo consigliarvi questo libro: un incredibile spiraglio su un mondo perduto, oltre che un piccolo capolavoro del fantasy.

domenica 12 luglio 2009

Nove Principi in Ambra


Roger Zelazny, un grande scrittore venuto a mancare ormai più di dieci anni fa, cominciò a piacermi parecchi anni or sono per uno dei suoi romanzi brevi: La Pista dell'Orrore (Damnation Alley in lingua originale), una storia semplice e diretta in cui un tamarrissimo motociclista viene obbligato, in un'America nuclearizzata, a partecipare a una spedizione di enorme pericolosità per portare un vaccino dalla costa ovest alla costa est degli USA, dove ce n'è enorme bisogno.
Notevole anche Jack delle Ombre, una storia dove la natura magica del protagonista si capisce a poco a poco, e il suo carattere ambiguo resta parzialmente inspiegato.
Quando ho affrontato l'opera di maggior successo di Zelazny, il Ciclo di Ambra, ho pensato che ne sarei rimasto affascinato, dal momento che lo avevo trovato così interessante nelle precedenti letture. Devo dire che il primo libro della serie mi ha lasciato più dubbi che altro.

La partenza se vogliamo è molto brillante (attenzione, da qui rivelo qualche particolare della storia): il protagonista, Corwin, non sa praticamente niente di sé: si sveglia in ospedale e capisce che qualcuno lo sta mantenendo sedato, riesce a sfuggire a quella situazione e si muove per evitare di farsi riprendere, per capire chi è e perché qualcuno ce l'ha con lui, approfittando di ogni minimo indizio.
Ho avuto la sensazione però (forse sono le parole di Viviani sui libri che devono affrontare il passaggio del tempo?) che questo tipo di storia lo avessi già letto. Non è vero forse, e comunque è una sensazione che ho spesso, ma questa volta mi rovinava il gusto della lettura.

Quando la storia ha cominciato a prendere corpo gli elementi fantastici si sono delineati meglio e hanno preso il loro posto, ma sono rimasto un po' frastornato dalle immense possibilità a disposizione di questa categoria di super-esseri, dalla magia a loro disposizione (soprattutto i tarocchi).
Nella sua battaglia Corwin ha fatto le mosse migliori? Come tener conto della possibilità di arruolare eserciti a volontà in una realtà infinita? Eric, che è aiutato da alcuni dei fratelli, sembrerebbe in effetti irraggiungibile per un rivale che si circonda di eserciti poiché lui stesso dovrebbe aver creato difese all'infinito nei tempi in cui non è stato contrastato da nessuno nel suo potere (oppure al contrario è fin troppo raggiungibile per un rivale che si muova da solo, usando alcune magie che permettono di fare proprio quello: arrivargli insidiosamente vicino).
Devo ancora farmene un'idea, ma il mondo di Ambra e dell'Ombra mi sembra troppo facilmente manipolabile da questi Principi potentissimi perché qualsiasi trama raffigurante una lotta fra loro abbia senso. I terribili Fabbricanti di Universi di Farmer mi erano sembrati muoversi su limiti più ragionevoli.

Sospendo il giudizio.
Tornerò in argomento se e quando leggerò il secondo libro della serie: Le Armi di Avalon.

sabato 4 luglio 2009

Il Fuoco della Fenice a Mantova


Ho visitato la ridente città di Mantova per presentare il libro d'esordio di Luca Azzolini (Il Fuoco della Fenice, pubblicato da La Corte Editore), subendo come al solito pesanti peripezie autostradali (c'è un cantiere aperto a Brescia che mi è costato un'ora a passo d'uomo, per cominciare).
E' la prima esperienza che faccio in questo genere di manifestazioni, ma devo dire che non è andata male: gente non ce n'era moltissima ma nemmeno una scarsità imbarazzante; causa guasto all'aria condizionata ho sofferto un caldo bestia ma sono sopravvissuto. Purtroppo l'altro intervistatore Emanuele Manco (il Grande Capo di Fantasy Magazine) era in ritardo trattenuto dal medesimo ingorgo che aveva coinvolto me, ma sono riuscito a partire da solo con una certa scioltezza (pur avendo preparato davvero poche domande pensando di fare da "spalla") e proprio quando cominciavo a sentirmi a corto di argomenti Emanuele è fortunatamente arrivato portando nuovo brio all'incontro.
Peccato che una grandinata pazzesca abbia reso il mio ritorno a Milano, come al solito, una sofferenza infernale.

venerdì 3 luglio 2009

I Racconti Perduti aumentano!

La mia iniziativa ha goduto della benedizione di Fantasy Magazine che mi ha fatto, indubbiamente, una bella pubblicità. Adesso ci sono ben otto (compreso il mio) Racconti Perduti di Sanctuary nel sito "La Vetrina di Mondi Immaginari."

Ringrazio intanto per i commenti ricevuti sui forum di Fantasy Magazine, ed Emmeesse per il commento inviatomi via email, caustico ma con interessanti spunti di riflessione (ebbene no, questo commento non era entusiasta del racconto).

Una raccomandazione: NON includete i vostri dati personali nel file del racconto che mandate a me (al limite mettete una email buona per essere contattati).
Includere indirizzo, telefono ecc... andava bene per partecipare alla selezione di Asengard ed esser sicuri che il proprio scritto non diventasse orfano, ma non va bene per una pubblicazione online. A meno che non vogliate che qualche amante del fantasy vi svegli telefonandovi alle due di notte...