domenica 12 luglio 2009
Nove Principi in Ambra
Roger Zelazny, un grande scrittore venuto a mancare ormai più di dieci anni fa, cominciò a piacermi parecchi anni or sono per uno dei suoi romanzi brevi: La Pista dell'Orrore (Damnation Alley in lingua originale), una storia semplice e diretta in cui un tamarrissimo motociclista viene obbligato, in un'America nuclearizzata, a partecipare a una spedizione di enorme pericolosità per portare un vaccino dalla costa ovest alla costa est degli USA, dove ce n'è enorme bisogno.
Notevole anche Jack delle Ombre, una storia dove la natura magica del protagonista si capisce a poco a poco, e il suo carattere ambiguo resta parzialmente inspiegato.
Quando ho affrontato l'opera di maggior successo di Zelazny, il Ciclo di Ambra, ho pensato che ne sarei rimasto affascinato, dal momento che lo avevo trovato così interessante nelle precedenti letture. Devo dire che il primo libro della serie mi ha lasciato più dubbi che altro.
La partenza se vogliamo è molto brillante (attenzione, da qui rivelo qualche particolare della storia): il protagonista, Corwin, non sa praticamente niente di sé: si sveglia in ospedale e capisce che qualcuno lo sta mantenendo sedato, riesce a sfuggire a quella situazione e si muove per evitare di farsi riprendere, per capire chi è e perché qualcuno ce l'ha con lui, approfittando di ogni minimo indizio.
Ho avuto la sensazione però (forse sono le parole di Viviani sui libri che devono affrontare il passaggio del tempo?) che questo tipo di storia lo avessi già letto. Non è vero forse, e comunque è una sensazione che ho spesso, ma questa volta mi rovinava il gusto della lettura.
Quando la storia ha cominciato a prendere corpo gli elementi fantastici si sono delineati meglio e hanno preso il loro posto, ma sono rimasto un po' frastornato dalle immense possibilità a disposizione di questa categoria di super-esseri, dalla magia a loro disposizione (soprattutto i tarocchi).
Nella sua battaglia Corwin ha fatto le mosse migliori? Come tener conto della possibilità di arruolare eserciti a volontà in una realtà infinita? Eric, che è aiutato da alcuni dei fratelli, sembrerebbe in effetti irraggiungibile per un rivale che si circonda di eserciti poiché lui stesso dovrebbe aver creato difese all'infinito nei tempi in cui non è stato contrastato da nessuno nel suo potere (oppure al contrario è fin troppo raggiungibile per un rivale che si muova da solo, usando alcune magie che permettono di fare proprio quello: arrivargli insidiosamente vicino).
Devo ancora farmene un'idea, ma il mondo di Ambra e dell'Ombra mi sembra troppo facilmente manipolabile da questi Principi potentissimi perché qualsiasi trama raffigurante una lotta fra loro abbia senso. I terribili Fabbricanti di Universi di Farmer mi erano sembrati muoversi su limiti più ragionevoli.
Sospendo il giudizio.
Tornerò in argomento se e quando leggerò il secondo libro della serie: Le Armi di Avalon.
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7 commenti:
Io ci ho provato qualche mese fa e non l'ho terminato.
Riprendo il mio commento aNobii:
"L'ho mollato lì sul tavolino, non per gravi colpe dell'autore che, anzi, nelle prime 100 pagine ha dimostrato di possedere un'ottima immaginazione, ma perché la vicenda filava via piatta, senza particolari scosse, emotive e non.
Lo riprenderò."
Brioso ma abbastanza glaciale.
Bene, mi hai tolto un dubbio.
Illoca
@ by Ax: lo stile di Zelazny è un po' strano (è un po' così anche in altri libri). Capisco che possa non piacere.
@Illoca: Se ti riferivi a me e non a by Ax, io veramente il dubbio ce l'ho ancora e credo che valga la pena approfondire.
Abbandonato pure io, non mi hanno convinta i personaggi e seguire le loro vicende senza provare alcuna emozione nei loro confronti alla lunga mi ha annoiata.
Tuttavia Zelazny non mi dispiace in generale, per me è uno di quegli scrittori che riesce meglio nella fantascienza: Morire a Italbar per esempio è strepitoso, uno dei miei primi romanzi di fantascienza della mitica collezione fantapocket.
Postilla: questa copertina di Nine Prince of Amber è davvero tamarrissima :-)
@ Klytia: Zelazny rimane un grande, certo questa serie tanto osannata per ora resta un po' un mistero da interpretare anche per me.
La copertina tamarrissima è lì per quello! Non è quella del libro che ho letto io, l'ho trovata in rete, l'ho scelta perché è in tema con le enormi, inverosimili possibilità aperte a questi benedetti principi di Ambra. Superman è un poveretto al confronto.
sai che nel mondo di ambra è ambientato il primo gdr diceless della storia del gdr ludico (non psicologico)?
Lo so, la cosa mi aveva incuriosito e anche spinto a leggere un fantasy italiano (Le Metamorfosi di Ghinta) ispirato a quel GDR (la recensione si trova da queste parti).
Di recente ho avuto occasione di dare un'occhiata al regolamento, ma per quello che ne ho capito penso che non diventerà il mio GDR preferito...
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