lunedì 30 luglio 2018

The Ward - Il Reparto

Per essere un ammiratore del regista John Carpenter (o per lo meno, di alcuni dei suoi film) devo ammettere di non essermi sforzato abbastanza per recuperare tutte le sue pellicole. Questo The Ward - Il Reparto (2010) l'ho potuto vedere grazie a Netflix (purtroppo al momento in cui scrivo il film non ha i sottotitoli in inglese, alla fine me lo sono visto in italiano). Non credo sia un film che passerà alla storia come un esempio della filmografia del grande regista, qui Carpenter ha seguito una trama decisa da altri e non ha, peraltro, ottenuto un grande successo (come purtroppo gli è spesso capitato).

The Ward è un horror e come spesso succede fa molta fatica a spaventare seriamente lo spettatore. Carpenter però ha una grande esperienza su cui fare affidamento ed è riuscito un paio di volte a farmi saltare sulla sedia con il vecchio trucco del "jump scare," qualcosa di inaspettato o orrendo che capita inaspettatamente sullo schermo,  e ha creato indubbiamente un'atmosfera di tensione e di anticipazione.

Infatti la storia ci porta più che altro a un'atmosfera di mistero e di insidia, poiché in questo "reparto" (psichiatrico), in cui la protagonista Kristen (Amber Heard) viene rinchiusa per aver appiccato un incendio, si manifestano stranezze fin dall'inizio. È insolito il reparto, perché vi si trovano solo un gruppetto di ragazze, è un mistero il fatto che si sentano rumori e compaiano improvvisamente figure muoversi. E si sa che alcune ragazze sono state qui e poi sono andate via, ma non si sa cosa sia loro successo.

martedì 24 luglio 2018

The Babadook

The Babadook (che perde il "the" in versione italiana) è un film horror australiano del 2014, di relativo successo commerciale (non parlo di cifre immense ma non è andato male, anche considerato che è stato fatto con pochi soldi). È presente nella grandissima offerta di Netflix. Non si tratta di un film particolarmente sanguinolento anche se una certa dose di "gore" non manca, da un certo punto in poi. L'orrore, il mostro, è un fattore che in questa pellicola sembra materializzarsi dal malessere psicologico dei protagonisti. Probabilmente questa è una prova cinematografica di buon mestiere, lo dico subito. Tra inquadrature volutamente poco chiare, alternanze di luci e ombre (nonché ombre inquietanti che si muovono), interni claustrofobici e bui, prospettive ben studiate degli attori, la regista Jennifer Kent, al suo debutto con questa pellicola, ha senz'altro realizzato un bel compito in classe e certe volte centra il bersaglio creando delle atmosfere di forte tensione.

Questo non è affatto da darsi per scontato nel cinema horror, che molto spesso non riesce a suscitare nessuna emozione, con molte pellicole che fanno proprio cadere le braccia. Non metto The Babadook sullo stesso piano di certe porcherie. Tuttavia il film nel complesso mi ha soprattutto irritato e annoiato.

Purtroppo mentre posso dire di altri film horror dall'impianto chiaramente psicologico (il bellissimo It Follows, ad esempio) che ce la fanno a suscitare inquietudine là dove gli sbudellamenti non riescono, The Babadook è estremamente prevedibile nel suo schema, e questo ammazza buona parte del suo valore.

domenica 22 luglio 2018

Altre guerre civili nel mondo dello spettacolo


Quello che succede negli USA con le battaglie sul politicamente corretto, le "guerre culturali," i "guerrieri della giustizia sociale," improvvise rivelazioni scandalistiche, comincia a somigliare a una strage senza fine, solo che la gente non muore (le celebrità, almeno, però si rovinano la carriera), e ci sono ovviamente ripercussioni anche in Italia, vedasi il continuo litigare su Facebook.

Non avendo molta voglia di occuparmene o di esserne coinvolto, ma non potendo ignorare quello che succede, vi invito a guardare gli ultimi sviluppi nel video che è appena comparso sul canale YouTube di Synergo:





giovedì 19 luglio 2018

Sta cambiando il mondo?


Ciascuno di noi, se avesse provato a fare una riflessione sui tempi che stiamo vivendo, fino a poco fa avrebbe potuto dire che di grande mutamento politico nelle nostre vite ce n'era stato uno solo: la caduta del principale paese comunista, l'URSS, e la crisi della nuova Russia. A cui sono seguite parecchie altre novità, ma fino a poco tempo fa l'assetto sembrava sostanzialmente immutato: gli USA a capo del mondo occidentale, e comunque in grado di punire severamente chiunque sgarrasse troppo in qualsiasi punto del mondo; l'estremo oriente in perenne boom economico e tecnologico pur restando sempre in una posizione subalterna. Infine l'Europa con le sue politiche farraginose e la sua irrilevanza politica.


Improvvisamente nel giro di pochi anni stanno accadendo delle cose radicalmente nuove, che sembrano presagio di nuovi assetti mondiali. Da una parte sembra addirittura che possa saltare l'Unione Europea, ultimamente trasformatasi da fratellanza di popoli (insomma...) in una specie di gabbia di matti, con competizione feroce per l'economia più efficiente, e annientamento per gli sconfitti.
E nel frattempo sembrano scivolare nell'irrilevanza i partiti di sinistra (quanto meno in Italia), come i sindacati.

lunedì 16 luglio 2018

Fires on the Plain

Ammetto che non saprei nulla di questo film se non lo avessi visto per caso su Youtube, coi sottotitoli in inglese. Pensavo fosse un film amatoriale realizzato con pochi mezzi e pertanto messo in rete "gratis," in verità mi sono reso conto che c'era una certa ricchezza di mezzi produttivi e professionalità, e del resto il video è stato rimosso, perciò la mia è stata presumibilmente una visione pirata. Fires on the Plain, diretto dal giapponese Shin'ya Tsukamoto, è un potente film antimilitarista. Nello scenario della Seconda Guerra Mondiale, e più precisamente l'offensiva degli Stati Uniti per riconquistare le Filippine, vediamo l'odissea del soldato  giapponese nella cornice di una catastrofica sconfitta.

lunedì 9 luglio 2018

Gundam - The Origin I - Blue Eyed Casval

Le serie di anime che sono state create in Giappone dopo il successo del primo Mobile Suite Gundam sono un'infinità, e nemmeno tutte congruenti fra loro per fatti trattati e inserimento nell'ambientazione. La serie "The Origin," che è stata anche un manga, fumetto disegnato da due dei creatori della serie originale (Yasuhiko e Okawara), riprende fedelmente la storia e la espande in un lungo e dettagliato preambolo.

Ci sono i personaggi già conosciuti e qualcuno mai visto prima, ma i fatti principali, per quanto fossero stati accennati in maniera molto schematica, li conosciamo già dalla serie che uscì nel lontano 1979. Comunque ho ugualmente trovato Gundam - The Origin I - Blue Eyed Casval uno spettacolo interessante.

Il materiale che accompagna il DVD è insolitamente abbondante (due libretti, uno sul disegno dei personaggi e dei mezzi tecnici, e uno sul confronto tra questo anime e gli schizzi disegnati da Yoshikazu Yasuhiko per il manga) ma non ci sono contenuti supplementari oltre ai trailer. Ci sono battaglie tra robot giganti o astronavi nel primo episodio? La risposta è no... o meglio, una l'abbiamo: è tutta in computer grafica (difficile da seguire, per me, anche se sono immagini notevoli) e rappresenta uno dei trionfi leggendari dell'asso di Zeon, Char.

giovedì 5 luglio 2018

Parliamo ancora di libertà della rete.

Dal 3 luglio la pagina italiana di Wikipedia è bloccata per protesta contro una decisione che verrà presa, in un senso o nell'altro, dal parlamento europeo oggi 5 luglio 2018 (mentre scrivo queste parole  per inciso non si vede un'iniziativa equivalente sulla pagina in lingua francese o tedesca, né sulla pagina principale inglese).

Cosa succede con questo voto, e perché qualcuno protesta?

L'iniziativa proposta con l'art. 13 della Direttiva sul Copyright avrebbe uno scopo in teoria lodevole ma in verità potenzialmente catastrofico. Non è la prima volta che dall'UE arrivano provvedimenti che infastidiscono gli internauti senza risolvere alcun problema, basti ricordare tutte le volte che dobbiamo cliccare sull'accettazione dei cookies o sulla dichiarazione di aver letto una certa informativa prima di poter accedere a un sito. Per essere sincero, fino ad ora l'Unione Europea, che per altri aspetti sento sempre più ostile, è l'unico vero difensore di una certa "democrazia della rete," da sempre minacciata dall'aggressività delle piattaforme commerciali. E la difesa dei diritti d'autore in teoria è una buona cosa. Ma dipende da come viene fatta.

Secondo l'articolo 13 gli editori potranno chiedere il pagamento per chi condivide un contenuto, ad esempio una notizia, o una foto, anche solo con un link. Per esempio una cosa che faccio spesso, proporre di leggere un articolo di giornali e riviste online, potrebbe essere vista come un tentativo di lucrare sul lavoro altrui, anche se quelle notizie sono lì gratis e se non ne sto approfittando per spacciarle per mie, ma le uso come spunto per spremermi le meningi e farci sopra un ulteriore ragionamento con i miei quattro o cinque lettori.

E, badate bene, questo è un terreno difficile, controverso. Io quando mi sono visto "valorizzare" da un aggregatore di notizie e contenuti non l'ho presa molto bene. Ma spesso prendo dalla rete delle foto come "commento" ai miei articoli, anche se di solito si tratta solo delle copertine di libri, fotogrammi di film, ecc... e d'altra parte non mi piace se qualcuno prende senza chiedere le mie foto. Ma, e qui secondo me sta il discrimine, non saccheggio i contenuti altrui, ne creo di miei.

Non c'è una verità assoluta e sicuramente un po' tutti noi siamo, almeno un pochino, leggeri nell'usare contenuti altrui e invece molto gelosi quando altri sfruttano qualcosa di nostro.

Con la nuova legge cambierà molto: il rischio è di favorire i pesci grossi e, tanto per cambiare, eliminare quelli piccoli. Se portata alle estreme conseguenze potrebbe fortemente modificare internet come la vediamo oggi. E siccome i filtri che prenderanno decisioni (come al solito anonime, inappellabili, glaciali) saranno automatici, rischiamo che continuino a passare le cose più atroci ma vengano bloccati gli usi più innocenti. Per inciso, i "cattivi americani" hanno una legge sul "fair use" dei contenuti soggetti a copyright (uso senza malizia e senza creare danno) che è molto meglio di quanto vogliono ora propinarci dal parlamento europeo.

Spero che non passi.

lunedì 2 luglio 2018

Le Grand Mort 1 - Larmes d'abeille

L'amore per la "bande dessinée" francese mi porta spesso a letture poco confortevoli perché molto materiale non è tradotto nella nostra lingua e spesso nemmeno in inglese... non è un problema, perché la lingua dei transalpini la mastico (quasi) bene, ma ho sempre il dubbio su quanti mi possano seguire quando parlo di certi fumetti.


Nel caso di Le Gran Mort, creatura proveniente dal genio di Régis Loisel, so che qualcosa è anche uscito in Italiano (casa editrice Cosmo) ma non so se le traduzioni siano rimaste al passo: ed è un passo abbastanza veloce perché sono usciti sette volumi di questa serie (il nostro Loisel comunque non ha fatto tutto da solo: è stato coadiuvato  da Mallié, Djian e Lapierre).