lunedì 30 settembre 2013

Evangelion 3.0

L'Evangelion day, ovvero la proiezione del film Evangelion 3.0 per un giorno solo, mi ha dato l'opportunità di vedere qualcosa di questa serie che, si dice ha influenzato Pacific Rim di Guillermo del Toro.
Le premesse sono complicate ma qualche somiglianza in teoria potrebbe esserci visto che ci sono degli antagonisti (che chissà perché si chiamano Angeli) intenti a portare distruzione sulla Terra. Però la somiglianza è solo apparente. In Pacific Rim arrivavano i mostri e si doveva fare a botte, botte da orbi secondo il vecchio stile dei robottoni giapponesi, qui ci sono delle complesse implicazioni filosofiche e approfondimenti psicologici al di là del necessario (nel personaggio di Shinji) e non è la battaglia in sé che risolve le cose.

Sono critico sugli approfondimenti psicologici perché in verità si tratta delle solite menate giapponesi. Sono un buono a niente, ogni volta che provo a far qualcosa combino un danno, tutti dicono che è colpa mia, è ora che mi riscatti e dimostri cosa so fare, ora scateno la mia rabbia e via dicendo, litanie espresse in una maniera anche piuttosto noiosa e più utili a capire qualcosa della frustrazione di un popolo che si è imprigionato in una società alveare retta sulla vergogna e sul senso di colpa che a creare dei personaggi interessanti. Qui si aggiunge una specie di mentore piuttosto gay anziché no (Kaworu, che in effetti è... non ve lo dico) e un bel pezzo di film si perde in dialoghi piuttosto tediosi fra i due.



Belli i colori, belli tecnicamente parecchi dei mezzi, la storia potrebbe avere anche degli spunti interessanti ma la spiegazione di molte cose è rimandata al prossimo capitolo.
Non posso consigliare di vedere o non vedere questo film al cinema perché l'opportunità era irripetibile, e non m'intendo dell'universo di Evangelion, perciò la mia opinione che non si capiva quasi nulla del film va presa con le pinze; però posso dire che alla fine della proiezione la gente perplessa era parecchia, quindi siete avvisati.

domenica 29 settembre 2013

La Fine del Mondo

Confesso di non poter sopportare i malinconici ricordi del "come eravamo." Non ce l'ho fatta a vedere da ragazzo Il Grande Freddo (che per chi non lo sapesse è un film di un sacco di anni fa su ex sessantottini che si riuniscono e tirano i conti della loro vita) quando non avrei avuto ancora da mescolare nessuna malinconia mia a quelle dei personaggi sullo schermo, e ho evitato da allora la maggior parte dei film del genere. Mi prendono male anche se, del resto, non mi ci vedo mai rappresentato. Non ero un virgulto rivoluzionario negli anni '70, non ero un paninaro o uno yuppie negli anni '80 (e poi tutta quella musica schifosa, mioddio...), non ero quel che cacchio erano negli anni '90 e così via. Ma c'è il concetto generale: la malinconia dei tuoi anni che furono, andati diversamente da come avresti voluto, le amicizie che sono andate in acido, le cose che non sono ndate per il verso giusto.

E' quindi stato uno sforzo per me guardare La Fine del Mondo, film uscito in pochissime sale, purtroppo.


mercoledì 25 settembre 2013

Dominant Species

In Dominant Species, gioco della GMT Games, è protagonista l'evoluzione e il periodo preso in esame è quello prima dell'ultima glaciazione. I giocatori prendono quindi le parti di specie animali: mammiferi, insetti, uccelli, rettili e via dicendo. La cosa mi ha lasciato un po' perplesso sia perché nell'evoluzione non vi è niente di intenzionale, sia perché la natura vive di equilibri e non ha molto senso una "competizione" tra specie animali. Questo però non ci deve confondere più di tanto, perché tolta la patina dell'ambientazione Dominant Species è un gioco profondamente astratto (il che non è necessariamente un complimento).


martedì 24 settembre 2013

Nel fantasy la magia prende il posto della tecnologia?

Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia... La frase di Arthur C. Clarke è vastamente conosciuta e utilizzata ogni volta che si è voluto giustificare lo "svarione" nel fantastico di uno scrittore che si occupava prevalentemente di fantascienza (La Terra Morente di Vance è un esempio). Ho sempre pensato che questa fosse una mezza verità. Nel senso che la magia, quando non è il fulmine che parte dal dito di uno stregone, ma qualcosa di molto più profondo, intessuto nella sostanza del mondo e nell'animo delle persone, quando è un arcano potere che risveglia la forza di un mito, non ha né gli effetti né dà le sensazioni di alcuna tecnologia immaginabile.
Né avrebbe senso tirar fuori spiegazioni razionalizzate a forza là dove il sentire di una narrazione è decisamente legato al sovrannaturale. Per questo, ad esempio, l'opera di Vance che ho citato prima l'ho sempre vista come fantasy.
Io mi interesso di fantascienza come di fantasy, ad ogni modo, e la considerazione che ho scritto oggi non è la mia bordata nelle guerre di religione tra appassionati, guerre cui non partecipo.

giovedì 19 settembre 2013

Rush, ovvero un duello storico della Formula Uno

La storia è nota quindi farò delle anticipazioni sulla trama di questo film, anche se non tutti ricorderanno in prima persona i fatti ormai lontani che vengono narrati. Immagino che la maggior parte degli italiani ne hanno comunque sentito dire.
Io andavo alle medie inferiori nel 1976, e questo film mi ha aiutato a ricordare quante cose fossero diverse da oggi a quei tempi. Rush ci riporta all'anno in cui Niki Lauda (che in realtà di nome fa Andrea Nikolaus) rischiò di morire tra le fiamme di un incidente avvenuto durante il Gran Premio di Germania, che ai tempi si correva nel lunghissimo (e troppo pericoloso) circuito del Nurburgring. La conseguenza fu che il campionato mondiale vide un vincitore poco prevedibile, il talentuoso ma incostante (e imprudente) britannico James Hunt, personaggio sopra le righe, i cui stravizi in cerca di piacere tra donne, alcool e droga non erano e non sono buon viatico per eccellere in nessuno sport. Non è facilissimo portare sullo schermo gli sport motoristici (comunque ricordo con piacere La 24 Ore di Le Mans) ma questa storia fa parte del gruppo piuttosto ristretto (con le vite di Villeneuve e Senna, per quello che ricordo io) su cui val la pena provarci, ed è bello che sia stato fatto.



martedì 17 settembre 2013

Eclipse

Ho sperimentato questo gioco di fantascienza del 2011 che ha riscosso un buon successo e per il quale sono uscite delle espansioni. Eclipse è un gioco strategico di fantascienza, creato da un autore finlandese; vanta una notevole elasticità riguardo al numero di giocatori che possono partecipare a una partita (se ho capito bene, con le espansioni sono più di sei) e una certa quantità di regole veramente eleganti. C'è anche una certa variabile data dalla sorte su quello che può avvenire nel corso di una partita, e me ne sono accorto sulla mia pelle.
Ma andiamo con ordine.





lunedì 16 settembre 2013

Il Libro Blu - segnalazione

Mi è stato chiesto di leggere Il Libro Blu di Fernanda Raineri, un libro per ragazzi. L'ho letto scoprendo di essere piuttosto inadeguato al compito. Non saprei nemmeno dire a che fascia di età è rivolto, ma ha qualche assonanza, diciamo, con la collana "Il Giallo dei Ragazzi" di un sacco di tempo fa, anche come semplicità espositivia (uno stile che chiaramente per un adulto è un po' insipido). La casa editrice è La Case Books e, saggiamente, ha predisposto l'uscita in digitale (è stato anche pubblicato dalla GDS in cartaceo).
La storia parte un po' al rallentatore secondo me, con la protagonista (Stella) che parte verso la costa est degli USA per una agognata vacanza. Incontrati degli amici di oltreoceano comincia l'avventura, ma Stella ha avuto un problema: le è stata scambiata la valigia e si ritrova proprietaria di un misterioso libro il cui ermetico contenuto probabilmente ha a che fare con qualche segreto militare.
I ragazzi hanno la piacevole sorpresa di imbattersi nell'attore preferito di Stella ma è un incontro un po' ruvido visto che per errore gli danneggiano la moto (l'attore è Keanu Reeves e non è contento). E c'è qualcuno che vuole quel libro che la ragazza possiede per sbaglio e che vorrebbe restituire al legittimo proprietario: la faccenda si complica e diventa pericolosa, tra avventure e inseguimenti.
Non posso dare facilmente una valutazione (e non penso che mi cimenterò nuovamente con un libro di questo genere, sono troppo vecchio) posso solo dire che ci sono momenti più riusciti e altri dove l'azione langue un po'.


giovedì 12 settembre 2013

Un paio di segnalazioni

Una segnalazione... tardiva. Uno dei miei racconti (da una pagina!) che era stato pubblicato nella raccolta 365 Storie d'Amore è stato poi scelto per la pagina culturale del Cittadino di Lodi e quindi pubblicato uno di questi passati giovedì dello scorso agosto.
Purtroppo non sapevo quale data e non ero in grado di reperire il quotidiano nei miei consueti punti di riferimento (lavorando indefessamente per tutto il mese) quindi non ho avuto il piacere di "vedermi" sulla pagina di giornale.
Cosa che a qualcuno sermbrerà un po' di ridicola ma ammettiamolo, non mi sarebbe spiaciuta.

L'altra comunicazione riguarda i Delos Days 2013. Il prossimo sabato 13 settembre alle 15 si parlerà di Tolkien e ci sarò anch'io (tra Chiara Codecà e Paolo Gulisano). Se mi lasceranno parlare :) esporrò le critiche e le motivazioni di vari personaggi che hanno argomentato CONTRO Tolkien.

domenica 8 settembre 2013

8 settembre




Sono passati 70 anni dall'armistizio dell'8 settembre 1943. La morte della patria? Una figura ignobile? Un disonore?

mercoledì 4 settembre 2013

L'Evocazione - The Conjuring

L'horror, si sa, generalmente raggiunge il fondo e poi comincia a scavare. Nella difficoltà di tirare fuori qualche cosa di nuovo i registi e gli sceneggiatori macinano idee come possono, e spesso il risultato è catastroficamente scarso. Questo The Conjuring, con doppio titolo in italiano (L'Evocazione), diretto da James Wan, famoso per altri film dell'orrore da Saw in poi, sceglie di tirare fuori il vecchio armamentario: la villa tenebrosa dove è successo qualcosa di orribile, le porte che cigolano e si chiudono da sole, le cose misteriose intraviste per un attimo, le presenze invisibili, il mostro che ti viene sbattuto in faccia all'improvviso e via dicendo. La storia prende ispirazione da un vero caso gestito da veri "demonologi," Ed e Lorraine Warren (interpretati rispettivamente da Patrick Wilson che è niente meno che Dreiberg in Watchmen, e Vera Farmiga, attrice statunitense di origini ucraine).

Il film è ambientato negli anni '70. I due coniugi Warren fanno una vita da investigatori dell'incubo alla Dylan Dog, diciamo, e hanno una certa fama per interessarsi di casi di possessioni demoniche, dove intervengono con l'aiuto di strumentazione scientifica e assistenti, e riservano il ruolo dell'esorcista ad autentici sacerdoti. Non è un mestiere facilissimo, anzi Lorraine, soprattutto, ne è consumata, tuttavia insiste per continuare questa attività.



Quando la moglie di un trasportatore li chiama, i Warren intervengono con una sana dose di scetticismo iniziale ma presto comprendono che qualcosa non va. I due coniugi Perron (Ron Livingston e Lili Taylor) sono in difficoltà perché hanno acquistato una casa piuttosto cadente in un'asta e quando il posto si rivela infestato dagli spiriti non possono liberarsene perché vi hanno investito i risparmi: ci devono abitare per forza (con un'orda di figlie a carico, da una bambina in età pre-scolare a una adolescente). Fin dalla prima notte le cose si mettono male perché il cane di famiglia (spoiler?) ci lascia subito la pelle, e da lì arriva tutta una serie di macabri segnali.

Una gran quantità di fatti atroci si sono verificati nella casa e negli immediati dintorni. Dopo aver indagato e scoperto le radici di questo male Ed e Lorraine dovranno mettere in gioco la loro stessa sicurezza per aiutare i coniugi Perron. Con una trama tutto sommato non molto originale (interessanti comunque gli strumenti "d'epoca" veramente usati dai cacciatori di fantasmi), The Conjuring si ricatta per l'abilità del regista e per un commento musicale che non saprei se definire di gran qualità ma usato in maniera ben azzeccata. Lo stesso dicasi per i suoni e le immagini che appaiono improvvisamente a far venire il singhiozzo allo spettatore. Usando sapientemente i cliché del genere horror James Wan è riuscito a creare una pellicola che riesce a creare autentica tensione e inquietudine.
Giudizio finale: obbligatorio per l'amante del genere, direi.


martedì 3 settembre 2013

Frederik Pohl ci ha lasciati

L'anno 2013 sta portando via una grande quantità di artisti legati al fantastico, e purtroppo ieri è stato il turno di Frederik Pohl, nato la bellezza di 93 anni fa e in grado di vantare una interminabile carriera, dall'epoca d'oro delle riviste americane d'anteguerra fino ai giorni nostri. Riposi in pace.