Confesso di non poter sopportare i malinconici ricordi del "come eravamo." Non ce l'ho fatta a vedere da ragazzo Il Grande Freddo (che per chi non lo sapesse è un film di un sacco di anni fa su ex sessantottini che si riuniscono e tirano i conti della loro vita) quando non avrei avuto ancora da mescolare nessuna malinconia mia a quelle dei personaggi sullo schermo, e ho evitato da allora la maggior parte dei film del genere. Mi prendono male anche se, del resto, non mi ci vedo mai rappresentato. Non ero un virgulto rivoluzionario negli anni '70, non ero un paninaro o uno yuppie negli anni '80 (e poi tutta quella musica schifosa, mioddio...), non ero quel che cacchio erano negli anni '90 e così via. Ma c'è il concetto generale: la malinconia dei tuoi anni che furono, andati diversamente da come avresti voluto, le amicizie che sono andate in acido, le cose che non sono ndate per il verso giusto.
E' quindi stato uno sforzo per me guardare La Fine del Mondo, film uscito in pochissime sale, purtroppo.
L'impresa è stata sopportabile per due motivi: il regista Edgar Wright e l'attore protagonista Simon Pegg, coautori della sceneggiatura, sono gli stessi che hanno portato sullo schermo il simpatico Shaun of the Dead (sempre nei ruoli di regista e attore protagonista), un film sull'apocalisse zombie molto sui generis. Il secondo motivo è che, sempre per una propensione allo scherzo e alla commedia assurda dei produttori, il film lascia il filone malinconico per trasformarsi in una bizzarra avventura fantascientifica.
Il tutto comincia con Gary, un quarantenne mai cresciuto e con parecchi problemi, che cerca di radunare il gruppo per completare un'epico giro dei pub che avevano dovuto abbandonare tanti anni prima. In pratica si tratta di un giro dei pub che, pinta dopo pinta, deve concludersi a "The World's End," l'ultimo pub del percorso, dove ciascuno dei partecipanti avrà 12 pinte di birra in corpo.
Organizzare il tutto non sarà semplicissimo. Gli amici si sono dedicati ciascuno alla propria carriera, ma in qualche modo Gary li raduna e li porta nella cittadina dove si sono conosciuti da ragazzi a compiere la mitica impresa.
Non tutto fila liscio, però Uno dei pub, il primo del percorso, è diventato un locale anonimo, parte di una catena, privo di poesia. E la gente che dovrebbe riconoscere il gruppo di amici non li riconosce più, i giovani ovviamente non se li filano per nulla. E' passato il tempo? E' inutile cercare di far rivivere il passato? Ma no! C'è una minaccia molto più sinistra. La gente non è più la stessa.
I nostri ex-giovani si troveranno coinvolti in una lotta senza quartiere che ha un'importantissima posta in palio. Vinceranno?
Malinconico ma anche pieno di azione, pieno di inaspettate rivalità che si rivelano anche nel momento peggiore, ma allo stesso fondato sul caldo e confortante valore dell'amicizia, questo film merita di essere visto.
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