domenica 15 aprile 2012

Terry Gilliam, l'artista

A gennaio scrivevo di non aver visto tutti i film di Terry Gilliam: alla lacuna ho rimediato, con piacere. Ammetto che l'idea di scriverne qui mi ha dato la spinta per fare una cosa che, seppur piacevole, rimandavo sempre.

Quello che amo di Gilliam, oltre ai momenti di divertimento di cui si può godere coi suoi film, è la volontà di dare uno sguardo diverso al mondo, filtrandolo attraverso l'immaginario, il magico e il surreale. Questo potrebbe essere il lavoro di qualsiasi cantastorie, ma in un mondo in cui si viene condizionati continuamente è quasi rivoluzionario.
La modernità non è fatta soltanto di tecnologie: così come si è realizzata nel nostro mondo (occidentale, e ormai globale) ha un corredo di idee che devono diventare le tue a ogni costo. A modo suo, Gilliam fa dell'arte una guerriglia contro questo stato di cose, anche quando superficialmente sembra che tutto sia solo per ridere. Amo la maniera in cui distorce il reale in fantasia, quando immerge lo spettatore in un mondo folle o irreale, eppure confinante con il quotidiano. E lo fa quasi sempre infallibilmente e senza difficoltà.
Amo il suo modo di sbeffeggiare i meccanicismi mostruosi del potere e della burocrazia, e amo il suo rimanere individuo con delle idee proprie in un mondo "artistico" dove ci si imita a vicenda così spesso.

Allo stesso tempo apprezzo il fatto che Gilliam non sia un intellettualoide, uno di quelli che girano film per un circolo ristretto di acculturati dei festival (o addirittura, come succede in Italia, semplicemente per prendere contributi statali): a parte qualche eccezione in cui si è permesso di partire per la tangente (Tideland?) Gilliam cerca di dire la sua stando sul mercato internazionale, litigando per raccattare i fondi e i consensi, con l'obiettivo di piacere al pubblico e il dovere di far contenti i produttori di Hollywood.
Non condivido necessariamente tutti i messaggi o tutto lo stile di questo regista, non sono un suo "fan," però lo ritengo uno dei più grandi registi viventi, e nell'ambito del fantastico non vedo nessuno che potrebbe essergli superiore. Difficilmente, se amate il fantsy o il fantastico in generale, vi troverete a sottovalutare il lavoro di questo artista. Probabilmente, se siete qui, lo rispettate quanto me.

Faccio qui un accenno a tutti i rimanenti film di Gilliam (esclusi quelli con il gruppo dei Monty Python) cui non ho dedicato un post in questo blog:


I Banditi del Tempo (1981) ha come protagonista un ragazzino (ahimé) che viene coinvolto da sei stravaganti personaggi in una serie di avventure che spaziano in diversi luoghi ed epoche. Questi "banditi del tempo" sono sei nani che si occupano di riparare i piccoli difetti del continuum spaziotemporale per conto dell'Essere Supremo (Dio, o qualcosa di molto simile); approfittano delle loro conoscenze, e della mappa del creato, per commettere dei furti e vivere alla grande. Ma c'è anche il Male che vuole la loro mappa...Tutto sommato un film abbastanza divertente, fantasioso e ingegnoso, sebbene realizzato con mezzi piuttosto scarsi.

La Leggenda del Re Pescatore (del 1991) con Robin Williams e Jeff Bridges, è un film ambientato a New York. Non carente di elementi fantastici, ma una ricerca del Sacro Graal in terra americana mi ha convinto poco (e vari elementi delal trama mi paiono deboli). Ha avuto successo e vinto dei bei premi, comunque. Gilliam non ha avuto alcuna influenza nella sceneggiatura, e questo secondo me spiega qualcosa (o per lo meno, spiega perché il film non sia particolarmente piaciuto a me).

I Fratelli Grimm e l'Incantevole Strega (del 2005) non è il miglior film di Gilliam, a mio parere non è nemmeno bruttissimo anche se il tocco magico del regista è piuttosto indebolito (vedi sotto). La storia, che ci porta in una Germania ottocentesca sotto l'occupazione napoleonica, ha come protagonisti i fratelli Will e Jacob Grimm, rispettivamente Matt Damon e Heath Ledger. Il loro mestiere è un po' quello di fare i "ghostbusters" dell'epoca, inscenando trucchi da prestigiatori e complicate pagliacciate per far credere alla gente di aver sconfitto spiriti o presenze demoniache. Will è perfettamente a suo agio in questo ruolo prosaico da imbroglione, il frattello invece crede che nelle leggende e nelle favole ci sia del vero. Avranno modo di sperimentarlo quando verranno catturati dai francesi: sono spediti a Marbaden, villaggio sperduto dove si trova una temibile foresta misteriosa (e nove ragazzine sono già scomparse). In un'antica torre una regina che si era rifugiata durante una pestilenza del passato esercita ancora un'influenza mefitica: sarà vero? Riferimenti a tante favole ed elementi di folklore, il sarcasmo di Gilliam sui dominatori francesi, alcune belle scene in costume: ma c'è qualcosa che ingrana poco. Gilliam, costretto a sopportare continue intrusioni da parte dei produttori, ha dichiarato che alla fine il film non è quello che volevano loro, ma nemmeno quello che voleva lui. Penso che sia proprio questo che ha creato un insieme non del tutto amalgamato. Accoglienza di critica e pubblico non entusiastica, bilancio economico tutto sommato in attivo, io da semplice spettatore dico che tutto sommato si può apprezzare.

Paura e Delirio a Las Vegas (1998) parla di un giornalista sportivo (interpretato da Johnny Depp) e il suo associato che vanno nella città dei divertimenti per coprire un evento. Ci vanno con un rifornimento di droghe abbondante e ben assortito, e passano tutto il tempo fuori di testa, tra allucinazioni psichedeliche e malinconie post sessantottine (un passatempo che a quanto pare non si pratica solo in Italia). E' la trasposizione di un libro che era ritenuto assai difficile da trasformare in film: Gilliam ci ha provato ma non ce l'ha fatta a cogliere il successo. Però il film ha i suoi momenti, nelle crisi dei due protagonisti (c'è anche Benicio del Toro a far da spalla a Johnny Depp, nei panni del suo "avvocato samoano," personaggio incline al delirio paranoide dopo l'uso di sostanze stupefacenti) che scivolano nella follia lasciando una scia di stanze d'albergo allagate e devastate, e coinvolgendo gli estranei nei loro discorsi assurdi.

Gli articoli su Gilliam in questo blog:
Le Avventure del Barone di Munchausen
Jabberwocky
Tideland
Parnassus - L'Uomo che voleva ingannare il Diavolo
Brazil
L'Esercito delle Dodici Scimmie

E per finire il link a una intervista che ho trovato sul web.


Nessun commento: