sabato 21 aprile 2012

Diaz - Non pulire questo sangue (off topic)

Se vi invito ad andare a vedere questo film, lo faccio per l'apprezzamento dell'intenzione più che del risultato, tuttavia Diaz - Non pulire questo sangue ha un suo fascino di film d'impegno civile che riesce a non essere noioso, almeno per una parte della sua durata, e a mantenere una certa tensione nei momenti topici. Il film è basato sugli atti giudiziari relativi ai fatti del G8 di Genova (irruzione nella scuola Diaz, fatti della caserma di Bolzaneto).
Punto che poteva esser forte del film, ma non lo è, è la coralità della storia. Diaz segue il punto di vista di poliziotti, giornalisti, operatori del Social Forum, anarchici dei black bloc, gente che finisce in mezzo ai guai per caso. Ci sono quindi molti punti di vista, che servono a raccontare la storia nelle sue varie sfaccettature (e anche quello che successe nei giorni precedenti). Alla fine però la maggior parte di questi personaggi avranno troppo poco tempo sullo schermo: sono davvero troppi.

Il film parte dai fatti che precedono l'incursione alla scuola Diaz, quando il G8 di Genova sta già terminando e il suo momento di sangue (con la morte di un manifestante) si è già verificato. Dopo l'inaspettata irruzione nella scuola vengono mostrati i fatti della caserma di Bolzaneto e le violenze ai danni degli arrestati. Segue la liberazione (e l'espulsione di molti di questi in quanto stranieri). Non posso dire io al regista di cosa si doveva occupare, ma un film che rappresentasse più in generale gli eventi e le ragioni del contendere mi sarebbe stato più gradito di due ore dove trionfano le manganellate della polizia. Manca un po' la storia, si dà troppo per scontato che tutti la sappiano.

Cosa dire della regia (di Daniele Vicari)? buone molte scene d'azione, restano i limiti che ho già espresso. La scarsità del tempo dedicato a ciascun personaggio fa sì che mi siano rimasti in mente pochi attori. Segnalerei una decente interpretazione di Claudio Santamaria nei panni di un ufficiale della polizia, e Jennifer Ulrich nei panni di una manifestante tedesca che viene percossa, denudata, umiliata e offesa nella caserma di Bolzaneto.

Curiosità: me ne sono andato a guardare un po' di recensioni in inglese per capire se questo film può avere un futuro fuori dall'ambito italiano (o al limite delle altre nazioni che hanno partecipato alla produzione, ma credo che la Romania sia dentro solo per questioni di taglio dei costi). Ecco quindi il riassunto in breve di alcune recensioni:
The Hollywood Reporter: un film per la TV molto gonfiato ma che mostra chiaramente i suoi limiti. Troppo lungo, male strutturato, con pochissime prospettive commerciali fuori dall'Italia. Dopo due ore di film non sappiamo esattamente di chi è la colpa per l'orrenda aggressione della polizia (interessante osservazione, dico io, ma forse era impossibile dare una risposta precisa, per un film che si basa su atti giudiziari). Troppe immagini sgranate e telecamera mossa. La scena della bottiglia che carambola e cade a terra mostrata come simbolo di un incidente che scatena la tragedia è davvero una disgrazia visto che il frantumarsi della bottiglia è mostrato con pessima computer grafica a buon mercato (ultimo tocco feroce, temo che ci possa stare).
Variety: (un altro recensore che prevede l'insuccesso). Vicari esagera nella sua ricostruzione fino a martellare lo spettatore nel tedio piuttosto che farlo sentire oltraggiato dagli eventi. Manca lo scenario, specialmente riguardo ai black bloc che vengono mostrati. Il film fa venir voglia di capire ma offre poche spiegazioni.
Screendaily: scarsa e isterica la regia. Tutta la violenza mostrata rischia di attirare il pubblico sbagliato e trasformare questa pellicola in un fenomeno da baraccone. Tutto il bene da una parte (i dimostranti sono buoni) e trutto il male dall'altra (con scarsissime eccezioni i poliziotti sono sadici sanguinari) in una generalizzazione fin troppo estrema. La storia seguendo vari punti di vista si muove in maniera non lineare e confusa.
Cineuropa: il regista è padrone del linguaggio cinematografico e mescola immagini di repertorio, ricostruzione storica e narrazione per raccontare l'incontro di diversi personaggi in quei momenti fatali. Riesce a narrare una storia che coinvolge lo spettatore e lo riempie di indignazione, senza alcuno sbilanciamento ideologico.

A parte una recensione decisamente positiva, vengono attribuiti molti difetti a questo film. In parte ci vedo del pregiudizio ideologico, in parte la consueta scarsa capacità del cinema italiano di farsi capire e apprezzare. Molte critiche le condivido.
Nel caso che passi di qui qualcuno che ha visto il film, la sua opinione è benvenuta.






2 commenti:

Cristiano ha detto...

Visto il film, ed avendo vissuto quell'evento ho potuto apprezzare lati più nascosti.
Avrei messo subito in chiaro che si trattava di una ricostruzione basata sugli atti giudiziari per sgombrare il campo da pregiudizi ideologici.

Bruno ha detto...

@ Cristiano: hai ragione, l'ho scritto, ma forse era da mettere in maggiore rilievo e in testa all'articolo. Ora cambierò qualcosa.
Quanto ai pregiudizi ideologici, sia chiaro comunque che è sempre difficile "sgombrare il campo." Il film mostra in un paio di occasioni che i manifestanti riconoscono di aver commesso degli errori, che si sono giocati il favore dei cittadini di Genova o almeno di molti di essi. Ma per il resto (per quasi tutte le due ore di film) la scelta è di concentrarsi sulle brutalità delle forze dell'ordine. Quindi su un punto molto preciso di un contesto ben più ampio.