Speravo un po' meglio, quando ho iniziato questo Urania. Joe Haldeman è uno dei miei autori di fantascienza preferita, per via della lettura (giovanile) di Guerra Eterna. In questo Al Servizio del TB II che poi in inglese sarebbe All my sins remembered, Haldeman ci propone una serie di episodi legati da un solo filo conduttore: il protagonista, Otto, è un agente segreto che agisce sotto ipnosi agli ordini del TB II, una specie di servizio segreto della (consueta) Confederazione intergalattica. Il TB II è un ente che indaga sui crimini più pericolosi a tutela della libertà sui pianeti, e tutela (soprattutto) il proprio potere, ammazzando un sacco di gente se occorre.
[Da qui in poi qualche anticipazione di trama]. La particolarità è che gli agenti si devono infiltrare nelle file nemiche, impersonando comandanti o personaggi di spicco. Proprio quello che ci vuole per lasciarci la pelle, perché nonostante le tecniche avanzate di chirurgia plastica e ipnosi, non è semplice ingannare tutti. Inoltre l'inganno si basa sul prendere il posto di personaggi che vengono imprigionati o fatti sparire, o che comunque dovrebbero essere fuori dal gioco almeno per un po'. Guarda caso, al nostro Otto capita che i suoi "doppi" saltino fuori di nuovo, magari nel momento meno opportuno. Ne derivano situazioni rocambolesche, imprigionamenti e talvolta torture, ma Otto alla fine porta a termine (quasi) sempre la missione con successo.
Comunque il protagonista è a sua volta una vittima, un burattino, condizionato a fare cose che la sua morale non gli consentirebbe: faccenda che tornerà nel finale. Insomma: sporco lavoro al servizio dello sporco potere, il che non è una novità, ma il libro è del 1977 e bisogna magari anche "contestualizzare."
Qualche volta si sentono le atmosfere di Guerra Eterna, ma in fin dei conti questo romanzo è solo una serie di racconti d'azione in mezzo a situazioni strane, coloni dagli strani costumi che si trovano nei pianeti più strani, e alieni con un sacco di caratteristiche bizzarre e incredibili. Brutto? No, direi piuttosto che è fantascienza da ombrellone.
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