Mentre mi stavo interessando per la presentazione dell'esenzione al canone RAI, salta fuori la notizia della bocciatura da parte del Consiglio di Stato. A quanto pare "manca una precisa definizione" di cosa è un televisore... manca anche il formale via libera del ministero dell'Economia. Insomma si finisce in pagliacciata prima ancora di cominciare.
Sembra che ci sarà una proroga dei termini per dichiarare di essere esenti dal pagamento. Be', io questa tassa non la voglio pagare e con tutto il casino che sta nascendo intorno a questo problema, comunque non demordo.
4 commenti:
In tutto questo ambaradan di cui si capisce poco, sembrerebbe che la questione adesso riguardi solo come gli enti devono comunicare tra loro. Io il modulo per non pagare (dato che in famiglia c'è già chi lo paga) l'ho da poco inviato: spero non sia da rifare, dato che le raccomandate costano ed è in questo modo che si è dovuto inviare il modulo.
C'è una domanda che prima mi son dimenticato di postare: ma il Consiglio di Stato non poteva intervenire prima che si avviasse tutto questo caos? Soprattutto, si era visto da subito che era un progetto fatto male: nessuno degli addetti a visionare la cosa ha pensato d'intervenire?
Ci sarebbe da riflettere che gente che prende un fracco di soldi (soldi che sono quelli dati dai contribuenti) combina robe del genere.
Ti dirò, gli "intermediari abilitati" sembra che siano anch'essi nei guai perché, a non moltissimi giorni dalla scadenza (salvo conferme che davvero slitta tutto) non hanno ancora ricevuto i moduli da compilare. Così mi ha detto un sindacalista riferendosi, penso, ai moduli online. Di fatto il CAAF che mi fa le tasse dice che non mi può prendere e trasmettere l'esenzione dal canone RAI.
Non ho parole.
Di parole ce ne sarebbero tante da dire e per nulla positive. Non ci si meraviglia di questo guazzabuglio perché ormai è il tipico modo di fare le cose italiano, in tutti i settori: approssimazione, impreparazione, disorganizzazione. Non ci si prepara, non si studia, non ci si mette a tavolino per capire come fare al meglio le cose. Si parte, si vuole fare in fretta, si raffazzona, e oltretutto si denigra la preparazione: se c'è qualcuno che sa fare, lo si mette fuori. Così non si va avanti. O meglio si va, ma si va malissimo e peggioriamo sempre.
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